ADDUARE v.

0.1 addua, adoi.

0.2 Da due.

0.3 Dante, Commedia, a. 1321: 1.

0.4 In testi tosc.: Dante, Commedia, a. 1321.

N L'att. in Francesco da Buti è cit. dantesca.

0.6 N Neologismo dantesco.

0.7 1 Accoppiare, congiungere (anche pron.).

0.8 Milena Piermaria 19.05.1999.

1 Accoppiare, congiungere (anche pron.). || (F. Tollemache, in ED s.v. adduarsi).

[1] Dante, Commedia, a. 1321, Par., c. 7.6, vol. 3, pag. 102: Così, volgendosi a la nota sua, / fu viso a me cantare essa sustanza, / sopra la qual doppio lume s'addua...

[2] Ristoro Canigiani, 1363 (fior.), cap. 43, pag. 121: Questi della sustanzia di costei / Nacque, nel secol, uomo, e nella tua / Genito fu anzi 'l secolo e lei / Non uom, ma vero Iddio; sicch'egli addua / Colla divinità l'umanitade, / La quale e' prese dalla madre sua.

[3] Gl Francesco da Buti, Par., 1385/95 (pis.), c. 7, 1-15, pag. 226.26: doppio lume s'addua; cioè doppio splendore s'addoppia...

[4] Francesco di Vannozzo, Rime, XIV sm. (tosc.-ven.), 94.1: Po' che 'l mio dir col tuo sì tosto adoi, / questo debil ingegno a te riarta / la terza scritta, per veder la quarta, / se sì frettoso et aspramente incoi.

[u.r. 14.11.2013]