CAMBIO s.m.

0.1 cagnio, cagno, cambbio, cambi, cambii, cambio, cambiora, camgio, canbi, canbio, canbiora, cangio, cangne, cangno, caniu, canjo, canyo, canyu, chabio, chabora, chambi, chambio, chanbi, chanbio, chanbiora, chanbo, chanbora, chianbio, kambio, kanbio.

0.2 Da cambiare.

0.3 Doc. colt., XII ex. (2): 2.4.

0.4 In testi tosc.: Doc. colt., XII ex. (2); Doc. fior., 1211; Lett. sen., 1262; Doc. prat., 1288-90; Conti di antichi cavalieri, XIII u.q. (aret.); Doc. pist., 1302-3; Stat. pis., 1304; Lett. volt., 1348-53.

In testi sett.: Bonvesin, Volgari, XIII tu.d. (mil.); Doc. venez., 1299 (8); Preghiera alla Vergine, XIV in. (ver.); Anonimo Genovese (ed. Cocito), a. 1311; Parafr. pav. del Neminem laedi, 1342; Enselmino da Montebelluna, XIV pm. (trevis.); Doc. bologn., 1350; Stat. bologn., 1352.

In testi mediani e merid.: Poes. an. urbin., XIII; Stat. perug., 1342; Doc. orviet., 1339-68, [1354]; Buccio di Ranallo, Cronaca, c. 1362 (aquil.); Anonimo Rom., Cronica, XIV; Destr. de Troya, XIV (napol.); Gloss. lat.-eugub., XIV sm.

In testi sic.: Senisio, Declarus, 1348 (sic.).

0.5 Locuz. e fras. cambio manesco 2; cambio per lettera 2; cambio secco 2; in cambio di 1.2; l'uno in cambio dell'altro 3.3; per cambio di 1.2; stare sui cambi 2.1.2.

0.7 1 Sostituzione di oggetti o persone; il dare qsa per ottenere qsa altro con vantaggio o con svantaggio delle parti in causa. 1.1 L'oggetto della sostituzione; sostituto. 1.2 Locuz. prep. In, per cambio di: in luogo, al posto, in sostituzione di (designa ciò che viene cambiato o sostituito). 1.3 Mutamento; trasformazione, passaggio da una condizione ad un'altra. 2 [Econ./comm.] Conversione dei metalli preziosi in valuta o passaggio dalla moneta di un sistema valutario a quella di un altro in vigore altrove (attraverso la mediazione dei mercati finanziari o attraverso contrattazioni private, con o senza interessi passivi o attivi sul capitale convertito); il valore della conversione. 2.1 [Econ./comm.] Capitale disponibile per il passaggio monetario o garanzia scritta che sostituisce il denaro contante per la medesima operazione (lettera di cambio). 2.2 Resto in valuta. 2.3 Transazione commerciale di beni che non prevede l'uso della moneta; baratto. 2.4 Permuta di terreni o di immobili con vantaggio economico o di altro tipo per le parti in causa. 3 Ciò che viene dato come ricompensa. 3.1 Ricompensa spirituale. 3.2 [In senso neg.:] pena equivalente al reato commesso (legge del taglione). 3.3 Locuz. avv. L'uno in cambio dell'altro: reciprocamente.

0.8 Elena Paolini 29.05.2002.

1 Sostituzione di oggetti o persone; il dare qsa per ottenere qsa altro con vantaggio o con svantaggio delle parti in causa.

[1] Doc. fior., 1286-90, [1287], pag. 164.22: It. per cambio d'una istadera, s. iiij.

[2] Stat. pis., 1304, cap. 39, pag. 678.29: Et che alcuna persona dell'arte non cambi nè cambiare faccia stame, nè lana, nè boldroni, nè pesse; cioè prendendo li altrui per li suoi: e lo cambio non vaglia nè tengna; et neente meno la pena paghi.

[3] Parafr. pav. del Neminem laedi, 1342, cap. 23, pag. 111.21: [6] L'amoroso discipolo steva lì da parte, chiamò Criste la mare no con lo dolce nome per no cresser-ghe penna e la recomandò al so' discipol vergin e dè-ghe-lo in so' cambio perché 'l la servisse e l'avesse in cura. Novo cambio è questo e testamento novo.

[4] Enselmino da Montebelluna, XIV pm. (trevis.), 940, pag. 60: o Verzene, io m'achorzo bene / del gran dolor che dentro el chuor te lania, / e de le tuo angosose e forte pene. / Sì che se questo te par chossa strania / a far tal chambio, io no me meravio / e se 'l tuo chuor e la tua mente smania.

[5] Destr. de Troya, XIV (napol.), L. 6, pag. 90.30: e permetterranno che eo poza destrugire e predare alcuna de le citate de Grecia, et una de le plu gran donne de quilli payse averela in mia potestate inde lo regno de Troya, per la quale se poterrà fare recatto oy canyo co la vostra soro Exiona...

1.1 L'oggetto della sostituzione; sostituto.

[1] Bestiario moralizz., XIII (tosc./aret.-castell.), 35.12, pag. 810: Se ella fa questo per lo suo conpangno, / tu, alma taupinella, ke dèi fare / de lo tuo creatore, k'ài perduto, / de lo quale non puoi trovare cagno?

[2] Stat. pis., a. 1327, L. 1, cap. 46, pag. 62.54: Ordiniamo, che nessuna persona possa nè debbia comperare nè vendere alcuno officio, nè ricevere alcuno officio al quale fusse chiamato per altrui, nè mectere cambio per lui al decto officio...

1.2 Locuz. prep. In, per cambio di: in luogo, al posto, in sostituzione di (designa ciò che viene cambiato o sostituito).

[1] Doc. sen., 1277-82, pag. 422.9: Ancho V sol. IIII den. nel dì i quali demo in chanbo di cinque fiorini d'oro.

[2] Parafr. pav. del Neminem laedi, 1342, cap. 23, pag. 111.20: L'amoroso discipolo steva lì da parte, chiamò Criste la mare no con lo dolce nome per no cresser-ghe penna e la recomandò al so' discipol vergin e dè-ghe-lo in so' cambio perché 'l la servisse e l'avesse in cura.

[3] Buccio di Ranallo, Cronaca, c. 1362 (aquil.), quart. 1244, pag. 291: Et fecero questa rascione: «Se quisto castello avemo, / In cangno delle ecclesie allo viscovo darremo...

[4] Sam Gregorio in vorgà , XIV sm. (lig.), L. 3, cap. 1, pag. 160.1: «Bona femena, e' non ò niente che darte, ma fa' così: pigla mi per to servo e menname ad Affrica e di' ch' e' sea to servo e dà-me per cambio de lo to figlo per servo e per prexunné de lo çenero de lo re».

1.3 Mutamento; trasformazione, passaggio da una condizione ad un'altra.

[1] Poes. an. urbin., XIII, 9.40, pag. 556: Fillo, or l'ademanda se esso me vol recepere, / ka questo è tal cagno ke ffaço ke mmolto m'è forte a ssufrire.

[2] Pistole di Seneca, a. 1325? (fior.), 17, pag. 35.3: E' disse, che avere ragunate molte ricchezze non è fine di povertà, m'è cambio, e mutamento.

1.3.1 Trasformazione prodigiosa; miracolo.

[1] Parafr. pav. del Neminem laedi, 1342, cap. 20, pag. 94.19: Un'altra fiaa sexe olle pinne d'aqua che çaschauna tegneva ben una portaura o una soma d'asin, el le convertì in bon vin vermeglio como sangue de drago, e sençça dir parolle la volontae soa fè un tal cambio che mae no fo bevuo lo so' paregio.

2 [Econ./comm.] Conversione dei metalli preziosi in valuta o passaggio dalla moneta di un sistema valutario a quella di un altro in vigore altrove (attraverso la mediazione dei mercati finanziari o attraverso contrattazioni private, con o senza interessi passivi o attivi sul capitale convertito); il valore della conversione.

[1] Doc. fior., 1211, pag. 40.12: Attiglia(n)te ci à ddato <s.> lib. iii (e) d. xxi, ke ........ issterlino (e) altro ka(m)bio.

[2] Lett. sen., 1262, pag. 280.32: P(er) lui cie i diè Aldobrandino Meliorati p(er) ciento otantoto l. (e) undici s. pari. q(ue) i p(r)estò in Araço, (chon)tiato tre l. (e) sedici s. me(no) tre d. di chanbio.

[3] Doc. sen., 1277-82, pag. 161.1: Ancho X sol. et VIII den. i quali guadangnamo di chambio di ciento vinti et nove fiorini d'oro ad uno den. per uno.

[4] Doc. prat., 1288-90, pag. 170.18: VIJ alle di XJ taule p(er) lo ca(m)bio ed una iscranna (e) maestri, lb. IJ s. IJ tor...

[5] Doc. venez., 1299 (8), pag. 22.19: Suma lb. CCCCLJ, s. VIIJ, dr. X a grosi ave Pero che fo scontadi in rac(ion) che devea dar so pare per ca(n)bio de Pugla lb. CCCXLIIJ.

[6] Doc. pist., 1302-3, pag. 308.8: E de avere p(er) terzo di fiorini CCCxvij d'oro avemo p(er) la visitazone del'arciveschovo di Burgi (e) p(er) sadifacimento di chanbio, chome al ditto libro alle lvij car(te), fiorini Cv (e) ij terzi d'oro.

[7] Pegolotti, Pratica, XIV pm. (fior.), pag. 342.32: È di nicistade a mercatanti sapere allegare argento et oro per fare monete d'oro o d'argento o piccioli, o vero fare verghe d'oro o d'argento per portare d'uno paese in uno altro per far fare vasellamenta d'oro o d'argento o vero altre cose bisognevoli a mercatanti che usano la mercatantia e il cambio...

[8] Stat. bologn., 1352, pag. 563.21: che 'l defendor del canbio sia tignudo a chi contrafese de torgie la pena secondo che se contene in lo statuto de la dita compagnia, ed oltra siano ponidi a volere e ad albitrio de miseri lo podestà.

[9] Lett. volt., 1348-53, pag. 176.10: e Pisani gli fecero torre suo ariento e certa partita di denarii de' quali aveva facto fare cambio a Pisa, tenendo verso di lui e le sue cose altri modi assai sconvenevoli.

[10] Doc. orviet., 1339-68, [1354], pag. 143.1: S(er) Iacovo di Morechucio dé dare al'uopera p(er) chanbio di fiorini ma(n)chi vinti nove soldi cor...

- Locuz. nom. Cambio manesco: conversione monetaria che avviene direttamente tra valute in contanti. || Cfr. cambio secco; in contrapposizione a cambio per lettera.

[11] Pegolotti, Pratica, XIV pm. (fior.), pag. 243.27: Di cambioramanesche a contanti, da ciascuna delle parti 1/4 di grosso tornese d'ariento del centinaio di reali.

- Locuz. nom. Cambio secco: conversione monetaria tra singoli senza la mediazione del mercato valutario e senza garanzia scritta. || Cfr. cambio manesco.

[12] Sacchetti, Rime, XIV sm. (fior.), 249.114, pag. 299: su' libri co gli ochiali / fanno specchi; / e con penne a gli orecchi, / con cambisecchi / ciascun compera e vende. / Chi presta e chi rende, / chi arappa e chi prende, / e chi acende usura...

- Locuz. nom. Cambio per lettera: conversione monetaria che avviene per mezzo di una garanzia scritta (lettera di cambio) presentata dal richiedente. || In contrapposizione a cambio manesco.

[13] Pegolotti, Pratica, XIV pm. (fior.), pag. 243.29: Di cambioraper lettera di tutte parti salvo che per Inghilterra, 2 grossi tornesi d'argento del centinaio de' reali.

- Fig.

[14] Detto d'Amore, XIII u.q. (fior.), 248, pag. 500: Per che 'l me' cor sì chiar'à / Di non far giamai cambio / Di lei a nessun cambio; / Ch'ell'è di sì gran pregio / Ch'i' non troveria pregio / Nessun, che mai la vaglia. || L'es., metaf., potrebbe essere classificato anche sotto 2.1.1.

2.1 [Econ./comm.] Capitale disponibile per il passaggio monetario o garanzia scritta che sostituisce il denaro contante per la medesima operazione (lettera di cambio).

[1] Lett. sen., 1265, pag. 406.11: (E) d'altra parte le gienti d'esto paiese q(ue) venghono in aiuto del deto rey sì credo q(ue) sieno ora i· Lonbardia, (e)d àno grande tesoro di muneta (e) di chanbiora...

2.1.1 [Econ./comm.] Luogo deputato allo svolgimento delle operazioni relative ai passaggi di valuta e bancarie. Estens. Mercato finanziario.

[1] Gl Senisio, Declarus, 1348 (sic.), 40r, pag. 40.18: Cambium bii...lu canyu vel locus canbii.

[2] Pegolotti, Pratica, XIV pm. (fior.), pag. 255.20: E nullo huomo nè cittadino nè forestiere non osa tenere cambio per cambiare in Londra altri che 'l maestro della zecca della Torre di Londra.

[3] Doc. bologn., 1350, pag. 561.18: Anchemoe che, da che se virae a fare lo sazo de l'argento e la prova del peso e del numero del conio de la moneda predicta, che gle sia sempre dati di migluri e piue otentighi cambiadori che serano nel cambio e somigliante dui mercadanti de mercadandia e dui orevesi che abiano a sentenciare s'ela è buona o noe.

[4] Velluti, Cronica, 1367-70 (fior.), pag. 37.19: nella quale non prosperò, onde la fece poco tempo; e disfatta, tenea i denari in su' cambi. Fecegli comperare le case di Lando e Bonaccorso, come ò scritto di sopra...

[5] Anonimo Rom., Cronica, XIV, cap. 13, pag. 105.20: Là allocaro la iente. Vedesi capanne fare, la piazza, lo mercatale, lo cagno della moneta.

2.1.2 [Econ./comm.] Fras. Stare sui cambi: investire nei mercati finanziari.

[1] Velluti, Cronica, 1367-70 (fior.), pag. 38.4: e da sé comperò il podere ànno a la Fonte, in sul quale murò al tempo del Duca d'Atene, ch'avea il maestro per IIIJ soldi il dì, e 'l manovale per due. Dell'avanzo de' denari stava in su' cambi; e anche cominciò a comperare nel Monte...

2.2 Resto in valuta.

[1] Stat. pis., 1321, cap. 126, pag. 313.27: Lo cambio de le mercie intra li Pisani non tolerò, sì come di sopra dicto est, se none d'alcuna de le parte de la merce la quale lo cambiatore desse, se non fusse cambio di monete; excepto dei servi et ancille, et nave, e bestie di quatro piedi.

2.3 Transazione commerciale di beni che non prevede l'uso della moneta; baratto. || Cfr. baratto.

[1] Stat. pis., 1321, cap. 126, pag. 313.24: Lo cambio de le mercie intra li Pisani non tolerò, sì come di sopra dicto est, se none d'alcuna de le parte de la merce la quale lo cambiatore desse, se non fusse cambio di monete...

2.4 Permuta di terreni o di immobili con vantaggio economico o di altro tipo per le parti in causa.

[1] Doc. colt., XII ex. (2), pag. 16.1: Ego Roncione ( e) Bentiguarda filii .....ducci sì denm(o) uno pecctio d(i) t(er)ra p(er) nome di ca(n)bio a Stefano cellaraio ricevente p(ro) abbadia, la quale t(er)ra èt posta a Loto, unde abbatia habet d(e) o(mn)i lat(e)re. Unde io sì c(on)fesso p(er) me (e) p(er) Bentiguarda che noi avemo ricevuto uno pectio di t(er)ra la quale èt posta nel piano di Bus...o.

[2] Stat. perug., 1342, L. 4, cap. 138, par. 2, vol. 2, pag. 507.19: Anche mò volemo che [[...]] cotagle vendegione, permutatione, cangne, donagione, cottomatione, transattione e ciascune altre cessione, de quegnunque nome siano avute e fatte siano, siano casse e de niuno valore.

3 Ciò che viene dato come ricompensa.

[1] Conti di antichi cavalieri, XIII u.q. (aret.), 16, pag. 138.2: Eo so ch' a me questi venuti so' per mia alma salvar' e so bene ch' a Deo non piacciarea che de ciò cambio de morte rendesse loro».

3.1 Ricompensa spirituale.

[1] Bonvesin, Volgari, XIII tu.d. (mil.), Laudes de Virgine Maria, 259, pag. 220: Nixun hom è il mondo ke sia sí peccaor, / Sed el se torna a quella k'è matre del Segnor, / K'el no habia bon cambio s'el l'ama con fervor...

[2] Preghiera alla Vergine, XIV in. (ver.), 486, pag. 100: A tut'afati quigi, Jesù Cristo alto re, / prégote quant'eo posso, reo cambio no ge rendro, / li quali en li mei fati no va cun drita fe' / e k'en alcuna guisa me tribula e me ofendo.

[3] Anonimo Genovese (ed. Cocito), a. 1311, 16.452, pag. 197: «O mundo, quanto ài ofeiso, / chi ài lo me' fijor ociso, / chi per ti era deseiso / e da De' paire era tramiso! / Che mar canjo m'ài renduo / de cossì car e doze fruto / chi a ti era vegnuo / e como e' t'avea aduto!

3.2 [In senso neg.:] pena equivalente al reato commesso (legge del taglione).

[1] Gl Gloss. lat.-eugub., XIV sm., pag. 99.17: Hic talio, nis id est lo cagnio.

3.3 Locuz. avv. L'uno in cambio dell'altro: reciprocamente.

[1] <Tesoro volg. (ed. Gaiter), XIII ex. (fior.)>, L. 7, cap. 53, vol. 3, pag. 424.1: Battaglia quando è impresa da comune volontà, acquista vittoria. Però dunque l'uno aiuta in cambio dell'altro...

[u.r. 28.09.2015]