CENA s.f.

1 [Con rif. sia al cibo, sia all'atto di mangiarlo e al tempo in cui lo si fa:] ultimo pasto consumato prima del sonno notturno.

[1] Patecchio, Frotula, XIII pi.di. (crem.), 65, pag. 587: La maior noia qe me demena / è l'ora qe me manca 'l dinar; / [[...]] e a luitan alberg andar a cena...

[2] Brunetto Latini, Rettorica, c. 1260-61 (fior.), pag. 23.5:. Che 'l savio uomo fece tanto per senno e per eloquenzia, mostrando belle ragioni, assegnando utilitade e metendo del suo in dare mangiare e belle cene e belli desinari et altri piaceri...

[3] Pietro da Bescapè, 1274 (lomb.), 1070, pag. 52: lí aló ave richa cena.

[4] Stat. prat., 1295, pag. 448.22: Ancho ordinamo, p(er) memoria di quella amorosa cena nella quale ( Gesù) (Cristo), maestro p(er)fectissimo, ordinò la santissima comunione del suo corpo e sangue...

[5] Jacopone (ed. Ageno), XIII ui.di. (tod.), 3.60, pag. 11: Per lo parlar c'hai fatto, tu lassarai lo vino, / né a pranzo né a cena non mangerai cocino...

[6] Fatti di Cesare, XIII ex. (sen.), Luc. L. 7, cap. 31, pag. 240.19: Cesare parlò con Arcoleus, vescovo d'Alessandria, lo quale era a la cena, così stando a tavola...

[7] Belcalzer (ed. Ghinassi), 1299/1309 (mant.), Tavola generale, pag. 34.12: Capitol de la cena.

[8] Giordano da Pisa, Prediche, 1309 (pis.), 14, pag. 121.15: Cristo in della cena volse lavare li piedi ad Petro, per mostrarli ch'elli li dovea lavare alli altri et servire.

[9] Anonimo Genovese (ed. Cocito), a. 1311, 146.96, pag. 644: son monto ben disnao / e aspecto bona cena, / de capon grosi con bone raviole...

[10] Lio Mazor, 1312-14 (venez.), pag. 33.19: mercor de sera siando ala Tor de Plave dre' çena, Pero Capel dis alo sorascrito Michaleto...

[11] Jacopo della Lana, Purg., 1324-28 (bologn.), c. 12, 58-60, pag. 226, col. 1.24: fe' invitare a cena tutti li so baruni, e cenono in grande trionfo...

[12] Stat. sen., c. 1331, cap. 26, pag. 36.6: ciascuno frate e ciascuna donna de la detta Casa sempre sia tenuto nel prandio e ne la cena, innanzi che si ponga a mensa...

[13] Stat. moden., 1335, cap. 5 rubr., pag. 375.2: De quello che se de' observare a la cena e al dixenare.

[14] Accurso di Cremona, 1321/37 (mess.), L. 1, cap. 4, vol. 1, pag. 31.3: maravillyusi signali li avinni a la cena; ca, misu lu vinu a lu nappu, si mutau et convirtiu in sangui...

[15] Stat. trent., c. 1340, cap. 32, pag. 32.12: ordenemo che çaschaun, quando el van a disnar e a cena, inprimamentre si deba far lo segno de la sca crux sovra lo descho inanço ch'el mangno...

[16] Parafr. pav. del Neminem laedi, 1342, cap. 21, pag. 103.19: Et quando quel falçço Iuda se partì da cenna per andar a compir la soa tratoria e che 'l dyavol lo tirava via...

[17] Stat. castell., XIV pm., pag. 210.34: debiano essare contenti de mangiare doe fiade el die, cioè de pranço et de cena, sciaptati languidi viatori et emfermi.

[18] Stat. lucch., 1362, cap. 19. Rubrica, pag. 96.8: Del nomero delle persone che possono essere al desnare e alla cena lo dì delle nozze...

[19] San Brendano ven., XIV, pag. 106.12: tolé de li pesi e de le erbe e de le radise tante, che nui sì 'nde abiemo asè per cena e rostì de li pesi...

[20] Anonimo Rom., Cronica, XIV, cap. 18, pag. 183.2: Là, po' vespero, levato da cena non potéo trovare la cappa, la quale avea lassata fòra; era furata.

[21] Stat. cass., XIV, pag. 89.3: Che si li fratri haben cenare, sia r(e)s(er)vata de lu celleraro la tercza parte de la dicta libra (et) sia data ad cena.

[22] Sam Gregorio in vorgà , XIV sm. (lig.), L. 4, cap. 12, pag. 234.8: E como fu ora de cena...

- Cena del Signore, cena dell'amore: il pasto consumato da Cristo e dai suoi discepoli la sera del giovedì di passione.

[23] Laude cortonesi, XIII sm. (tosc.), 44.10, vol. 1, pag. 301: O Giovanni, amor dilecto, / Cristo a te se fece lecto / quando li dormisti 'n sul pecto / nella cena de l'amore.

[24] San Brendano tosc., XIV (ven.>tosc.), pag. 239.17: quando e' cadde in angos[cia] alla cena del Signore in sullo petto a Cristo pe llo grande dolore ch'egli ebbe quando e' seppe che Giuda lo doveva tradire».

1.1 Fras. Fare cena, dare cena: allestire, offrire un convito.

[1] St. de Troia e de Roma Amb., 1252/58 (rom.), pag. 106.14: quella per avere gratia da lo marito honoratamente lo recipecte et fece granne cena et da cabe cenato gero a llecto.

[2] Bono Giamboni, Vizi e Virtudi, a. 1292 (fior.), cap. 19, pag. 38.28: forse ch'è povera reina; e ben lo mostrò iersera, sí ne diede povera cena.

1.2 ig. [Di un banchetto intellettuale].

[1] Dante, Convivio, 1304-7, I, cap. 1, pag. 7.6: l'una ragione e l'altra darà sapore a coloro che a questa cena sono convitati. Li quali priego tutti che se lo convivio non fosse tanto splendido quanto conviene alla sua grida...

1.2.1 Fig. [In accezione spirituale].

[1] Bonvesin, Volgari, XIII tu.d. (mil.), De scriptura aurea, 559, pag. 170: De l'eternal convivio perzò sont eo mo degno / E fiz reficïao dal me' Segnor benegno: / Oi cena delectevre, com quel me fo bon segno / K'eo sop aguadhaniar cosí mirabel regno.

[2] Bono Giamboni, Vizi e Virtudi, a. 1292 (fior.), cap. 22, pag. 43.5: La terza cena sí è detta cena perfetta; e questa è quando si pasce l'anima della letizia spirituale. Di questa cena quando l'anima piglia, di molta allegrezza si riempie...

[3] Poes. an. urbin., XIII, 21.67, pag. 584: O dolçe pranço et o dulçe cena / quando el ventre deiuna e la lengua s'affrena, / lo stomaco è vòito e nno sente pena, / e ll'anema pensa del suo Redemtore!

[4] Poes. an. ver., XIII sm., 65, pag. 16: Vui me scanpai da l'enternal pena: / condùme su en çelo a quela gloria e a quela çena / madona, ch'el me xia donà chorona nova.

[5] Dante, Commedia, a. 1321, Par. 24.1, vol. 3, pag. 391: O sodalizio eletto a la gran cena / del benedetto Agnello, il qual vi ciba / sì, che la vostra voglia è sempre piena...

1.3 Fig. Conclusione (della giornata, della vita), la morte.

[1] Fr. da Barberino, Doc. Am., 1314 (tosc.), pt. 2, docum. 5.520, vol. 2, pag. 189: Colui che con altrui danno arricchisce, / se ben si specchia, mal acquisto face, / in chui già mai non tace / la cosciença e poi seguita pena, / se non si purga davanti a la cena.

[2] Neri Pagliaresi, XIV sm. (sen.), pt. 7, 1.5, pag. 85: que' tre fanciulli di sì agra pena / tu liberasti e di morte sì rea, / che fur condotti a sì malvagia cena / ove di sì gran fiamme risplendea, / dico di quelli Abdènego e Disacche / e quell'altro che ebbe nome Isacche. || Cfr. Dn 3, 12-51.

1.3.1 Fig. Ultima cena: la morte.

[1] Bosone da Gubbio, Capit., c. 1328 (eugub.), 63, pag. 379: Caton lo 'nvia per la gioiosa pena, / che purga quelli spirti che pentuti / diventan pria che sia l'ultima cena.

[2] A. Pucci, Novello serm., p. 1333 (fior.), 67, pag. 20: Questa crudele e diluviosa piena, / secondo che mi fu detta la pena, / a molta gente diè l'ultima ciena / senza spada.

1.3.2 Cena della morte: l'atto di morire.

[1] Laude cortonesi, XIII sm. (tosc.), 44.34, vol. 1, pag. 303: Delectoso evangelisto, / ke coral amor fo questo / qual te demosstrò Cristo / stando nel crudel dolore! / La verità questo dice: / la sua madre tu' la fece; / a lie' te lassò 'n sua vece / en sulla cena de la morte.

2 [Relig.] [Rif. alla cena del Giovedì Santo e all'Eucaristia].

[1] Laude cortonesi, XIII sm. (tosc.), 27.26, vol. 1, pag. 191: A' duo discipuli fe' cena / al castello d'Emau: apena / l'avisar, lo' fo nascoso.

[2] Laudario S.M. d. Scala, XIII ex./XIV po.q. (tosc.), 21.14, pag. 297:'Nançi la pena / faciesti la cena / del tuo corpo beato.

[3] Tavola ritonda, XIV pm. (fior.), cap. 37.33, pag. 130: Venendo giovedì santo, v'aveste a comunicare, / In quella santa mensa e cena celestiale...

[4] Gl Stat. casert., XIV pm., pag. 60.20: omne (con)fratre degia venire ala casa tre nocte dell'ano pe nce dormire et fare la cena, sil(icet) lo Iovidì S(an)c(t)o...

[5] Cronaca volg. isidoriana, XIV ex. (abruzz.), pag. 204.15: la quale mensa se leva lo iovedì sancto nella cena de Cristo et non se repone per fi' al sabbato sancto...

[6] Bibbia (10), XIV-XV (tosc.), 1 Cor 11, vol. 10, pag. 124.4: [20] Adunque adunatevi insieme; questo non è a manducare la cena del Signore. [21] Chè ciascuno s'apparecchia a manducare la cena sua; e certo uno ha fame, e l'altro è ebrio.

2.1 [Relig.] La ricorrenza religiosa del Giovedì santo; i riti celebrati durante la detta ricorrenza.

[1] Stat. catan., c. 1344, cap. 6, pag. 34.27: li noviçi si diianu cuminicari in alcuni festi, li quali su kisti, videlicet: in la Cena, Pasca, Ascensiuni...

2.1.1 [Relig.] Locuz. nom. Cena domini, del Signore, di Cristo, di Dio: la ricorrenza religiosa del Giovedì santo; i riti che si svolgono durante la detta ricorrenza.

[1] San Brendano pis., XIII/XIV, pag. 48.20: Disse sancto Blandano ai frati: «Facciamo qui opra divina et sacrifichiamo qui l'angnello immaculato, che oggi è la cenadi Dio». Et quine istecteno infine al sabbato sancto dela pasqua.

[2] San Brendano pis., XIII/XIV, pag. 59.6: prendete per vidanda di questi pesci, et tanti n'apparecchiate quanti ne bizongna faccendo tredovana infine ala cenadel Singnore.

[3] San Brendano tosc., XIV (ven.>tosc.), pag. 69.13: ivi feciono la Cena Domini, e stettono tre dì, e feciono la [sua] vita e 'l suo uficio, siccome gli parve che fosse da fa[re] della passione di Cristo, con gran divozione. Essendo compiute queste cose lo sabato santo...

3 Fras. Fare cena: signif. non accertato.

[1] Stat. prat., 1295, pag. 448.29: ordinamo [[...]] che tutti quelli di q(ue)sta Compagnia e regolati e d'ogni conditione che scripti siano, siano tenuti e debbiano fare cena, carità e pasqua, il giovedì santo, ciascuno anno.

[u.r. 20.10.2020]