CERO s.m.

0.1 ceiri, cer, cerei, cereie, cereo, ceri, çeri, cerie, cerii, cerio, ceris, cero, ceru, cieri, cierii, cieriiu, ciero, ciri, cirii, cirij, cirio, ciriu, ciro, ciry.

0.2 Lat. cereus (DEI s.v. cerio 1). || Cfr. 0.5.

0.3 Mattasalà, 1233-43 (sen.): 1.

0.4 In testi tosc.: Mattasalà, 1233-43 (sen.); Bonagiunta Orb. (ed. Parducci), XIII m. (lucch.); Doc. prat., 1275; Doc. fior., 1272-78; Doc. sen., 1277-82; Doc. pist., 1285; Panuccio del Bagno, XIII sm. (pis.); Stat. pis., 1318-21; Stat. sang., 1334; Stat. volt., 1336; Stat. collig., 1345; Doc. amiat., 1363.

In testi sett.: Caducità , XIII (ver.); Zibaldone da Canal, 1310/30 (venez.); Parafr. pav. del Neminem laedi, 1342; Stat. vicent., 1348; Doc. udin., 1357; Sam Gregorio in vorgà , XIV sm. (lig.).

In testi mediani e merid.: Storie Exultet barb., XIII ex. (abruzz.); Stat. perug., 1342; Stat. viterb., c. 1345; Doc. orviet., 1339-68, [1348]; Buccio di Ranallo, Cronaca, c. 1362 (aquil.).

0.5 La forma singolare cero è rifatta sul plurale. Nel corpus è attestata anche la forma cerio (cfr. 1 [8], [26], [28]; 1.2 [1]).

Per avere la coda nel cero > coda 1.

Locuz. e fras. consumarsi come un cero al fuoco 1.6; distruggersi come un cero al fuoco 1.6; divenire cero 1.3.

0.7 1 Candela in tutto o in parte di cera, usata come offerta votiva, nelle processioni, nelle cerimonie, per illuminare un ambiente. 1.1 Cero fogliato, cero fiorito: cero decorato con foglie e petali di fiori. 1.2 Cero nuovo: cero pasquale. 1.3 Fras. Divenire cero: essere offerto a un santo in segno di devozione, come si fa con i ceri. 1.4 Fig. Cosa o qualità che sparge luce. 1.5 [Usato nel Paradiso per indicare le anime, che si presentano sotto forma di luce]. 1.6 [Con rif. agli effetti dell'amore:] fras. Consumarsi, distruggersi come un cero al fuoco. 2 Fusto, gambo (per analogia con la forma del cero)?

0.8 Francesca Faleri 09.05.2002.

1 Candela in tutto o in parte di cera, usata come offerta votiva, nelle processioni, nelle cerimonie, per illuminare un ambiente.

[1] Mattasalà, 1233-43 (sen.), pag. 1r.3: A. D. MCCxxxijj, in kl. dicenbre. Cheste sono le sspese fatte del mese di dicenbre p(er) la chasa. In prima xxviij d. 'n u· cero p(er) san Nicholò. [[...]] (E) ite(m) xij d. 'n u· cero p(er) sant'Andrea.

[2] Bonagiunta Orb. (ed. Parducci), XIII m. (lucch.), canz. 3.39, pag. 53: Cannoscensa si move / da senno intero, / como dal cero, / quand'arde, lo sprendore, / e tutte cose nòve / di stato altèro / di le' nascêro / e nasceno a tutt'ore.

[3] Doc. prat., 1275, pag. 515.14: Ba(n)duccio dell'Alberto p(er) xvj ceri li quali fuoro di peso sedici libre, li quali offeriero la podestade (e) li altri uficiali alla badia a Ghiri(n)gnano p(er) la festa di sa(n) Benedetto, s. lvj.

[4] Doc. fior., 1272-78, pag. 434.31: Anche diedi ad Orciuolo isspeçiale da San Pulinari lib. viij s. xv dies xxi d'otobre, pisani picioli, i quali denari dovea avere p(er) quatro torki di ciera gra(n)di, p(er) diecie cieri che Baldovino avea tolti da llui, p(er) dodici libre di cha(n)delotti, e p(er) altre chose che ssi cho(n)peraro da llui qua(n)do Baldovino avea male...

[5] Doc. sen., 1277-82, pag. 536.24: Ancho XXX sol. et VIIII den. giuvidì undici di entrante dicenbre i quali denari diei a Chalvaiano per Tigho Lei et detti denari dovevano avere per doppie quatro ceri et per tre libre di chandele.

[6] Doc. pist., 1285, pag. 127.2: debiano comperare ceri, (et) li dicti ceri debiano ardere li dì delle pasque (et) le feste (et) li dì delle domenice dina(n)ti all'altare di Santa Maria...

[7] Storie Exultet barb., XIII ex. (abruzz.), 8, pag. 123.9: In parte ista se figura che lu levita, lu quale benedice lu ciriu, vole recepire lu turribulu una cum granis quinque de incensu, et lo dittu incensu pune ad modum crucis nellu ciriu dicendo: sengiore dyo, pregamote che questo incensu, lo quale en. sacrifitiu offerrimu nella sanctificatione de questa nocte, placciave de recepirelo...

[8] Legg. S. Caterina ver., XIV in., 897, pag. 286: [Q]uando i angeli entrò dentro da la prexon, / madona santa Katerina stava in oraxon; / tanto foe la luxe, lo lume e lo splendore, / lo quale vene da celo a la prexon con lor, / se 'l splendor de mille cerii là dentro fose tuto / no splenderaven tanto quanto ge n'àn aduto.

[9] Legg. Transito della Madonna, XIV in. (abruzz.), 528, pag. 36: Le lampade e li ciri foro apprisi, / et lu lecto quactro apostoli lu prese.

[10] Stat. fior., 1310/13, cap. 18, pag. 27.31: E anche siano tenuti i detti rettori e loro consiglieri offerire a la detta chiesa dodici ceri di valuta comunemente tutti di soldi dodici di pic., i quali ceri siano di buona cera.

[11] Stat. pist., 1313, cap. 27, pag. 191.13: E siano tenuti li ditti operari di far fare x ceri grossi p(er) li ançiani, gonfalonieri e loro notaio, p(er) ciascheduna p(ro)cessione delle ditte festivitadi...

[12] Stat. sen./umbr., 1314/16, cap. 9, pag. 7.27: E 'l Notaio de li Singnori e del Comuno, che per lo tempo sirà, sia tenuto per sacramento costringere el dicto Camorlingo a comparare el dicto cero et a farlo offerire al dicto Camorlengo ne la dicta festa e ne la dicta chiesa de sancto Niccolao de Chiarentana.

[13] Stat. pis., 1321, cap. 49, pag. 229.15: Et questo non si intenda dei candeli u ceri grossi da una libra in suso, et dei candeli minuti li quali si vendeno a ruotuli.

[14] Stat. fior., 1334, L. III, cap. 27, pag. 355.7: siano tenuti e debbiano offerere alla chiesa di santo Iovanni, per la fabrica e adornamento di quella chiesa [[...]] uno cero overo torchietto per ciascuno...

[15] Stat. fior., 1334, L. III, cap. 29, pag. 360.25: Anco siano tenuti i detti officiali di provedere e sollicitare e procurare per quelli modi che parrà loro che abisogni, come tutte le terre del Comune di Firenze offerino per san Giovanni ceri grandi di legname, ornati di cera sufficientemente, secondo la qualità delle dette terre.

[16] Stat. prat., 1334, cap. 7, pag. 10.26: Item, ch'e Camarlinghi siano tenuti di fare e d'avere due ceri, li quali siano di peso di due libre per uno; li quali sempre ardano quando si dice la Messa della Compagnia.

[17] Stat. sang., 1334, 30, pag. 127.21: E che per buttiga sia el cero almeno di tre oncie.

[18] Stat. volt., 1336, cap. 10, pag. 14.14: Et se sarà stantiato per loro di fare la decta festa sieno tenuti li decti consoli e 'l camarlingo di comandare et fare comandare a quelli dell'arte che debbano venire a portare li ceri et quelli offerire alla chiesa maggiore insieme co' decti consoli et camarlingo a quella ora che li porteranno.

[19] Cavalca, Dialogo S. Greg., a. 1342 (pis.), L. 4, cap. 7, pag. 235.10: Or aveva ella questa usanza, che sempre di notte dinanzi al suo letto facea ardere due cerei in su due candelieri; però che tanto amava la luce, che non solamente le tenebre spirituali, ma eziandio le corporali avea in orrore.

[20] Stat. perug., 1342, L. 3, cap. 230, par. 15, vol. 2, pag. 309.2: Ancoké per alcuna persona morta overo en la sepultura d'essa non deggano averse oltra ke tre dopiere overo cerii e ke nullo d'esse cerii passe, né passare degga oltra octo libre de cera al peso.

[21] Stat. sen., 1343 (2), L. 3, pag. 132.24: Et coloro che fanno e' ceri per vendare essi ceri facciano di cera nuova, e' quali ceri di due libre overo di più, sotto pena di V sol. per ciascheuno cero.

[22] Stat. collig., 1345, cap. [16], pag. 18.34: el decto rectore dare faccia a ciaschuno el cero suo in mano, et ala celebratione dela solempne messa con essi ceri accesi in mano ordinata mente andare ala chiesa di sancto Alberto da Colle...

[23] Stat. viterb., c. 1345, pag. 162.30: E quando lu morto si portarane a sa(n)cto a sotterrare, tutti quelli dala fraternitade dela sua cappella dove stane kilui ke more ci deiano essare con quatro cerei accesi o vero con dui...

[24] Stat. vicent., 1348, pag. 27.19: Che ciaschedun fratello de la anteditta frataglia sia obligato andare dredo el cirio che se porta el dì de Sancta Corona...

[25] Doc. orviet., 1339-68, [1348], pag. 124.32: Anq(ue) III libr(e) et XVII s. p(er) II cierii p(er) lo Corpu di (Cristu) et sabbatu s(an)c(t)u VII s. lo '(n)ce(n)su.

[26] Stat. lucch., XIV pm., pag. 76.25: Le corpora dei frati morti si debbiano guardare nella chiesa et li cherici starli dintorno cantando psalmi coi ceri accesi.

[27] Stat. fior., 1357, cap. 11, pag. 347.15: sien tenuti et debbiano d'offerere alla detta chiesa alle spese della detta arte i Consoli e 'l Notaio della detta arte uno cero d'una libbra ciaschuno di loro.

[28] Buccio di Ranallo, Cronaca, c. 1362 (aquil.), quart. 1143, pag. 265: Ad una ad una l'Arti gero per uno viagio, / Tucti colli ciri in mani de uno paragio.

[29] Doc. amiat., 1363 (3), pag. 96.1: inprima vole e lassa a sa(n)ta Maria di Piano uno ceru di valuta d'uno fiorino...

[30] Stat. sen., 1308-67, cap. 39, pag. 181.19: si debbiano fare ogni anno per la festa di santo Simone due ceri, o vero doppieri, ciascuno di V libre di cera...

[31] Stat. perug., 1374, pag. 8.12: Volemo e refermamo che a la messa de la dicta domenica sopradicta ardano denançe a l'altare doie cereie grande en su l'altare e doie piccogle.

[32] Stat. prat., 1335-75, cap. 15, pag. 645.4: Que' due die si faccia oferta al luogo de' nostri frati con cero di quello peso che fie prima deliberato per lo priore col suo consiglio, e facciasi quello a' frati che è usança.

[33] Destr. de Troya, XIV (napol.), L. 3, pag. 61.28: Allora Medea aperze li suoy thesauri e cazao fore una cona de auro, laborata e penta e consecrata inde lo nomo de lo Dio Iuppiter, lo quale ella adorava, et erano allumate multi cirii de cera che faceano la camera tutta lucente.

[34] Sam Gregorio in vorgà , XIV sm. (lig.), L. 4, cap. 13, pag. 235.22: Or avea ella questa usança, che semper <...> davanti a lo so leto facea arde' doi ceiri su doi candeler, perçò che tanto amava la luxe che non solamenti le tenebre spirituae, ma eciamdee le corporae avea in oror.

- [Econ./comm.] Libro del cero: uno dei registri della compagnia di Santa Maria del Carmine di Firenze, riservato ad annotazioni relative a spese per l'acquisto di ceri.

[35] Stat. fior., 1280-98, par. 50, pag. 66.20: Anche ordinaro che in sul libro del manichare si debbia scrivere l'entrata per sé e la spesa per sé, e in su[l] libro del cero si scriva per sé l'entrata e per sé l'uscita del cero, e in sul libro de' debiti si scriva per sé il debito e per sé la credenza, tutto ordinatamente.

1.1 Cero fogliato, cero fiorito: cero decorato con foglie e petali di fiori.

[1] Stat. sen., 1309-10 (Gangalandi), dist. 1, cap. 36, vol. 1, pag. 66.15: In questo modo et ordine, cioè, che de le tre parti de la detta cera si faccia uno cero folliato, secondo che più bello fare si potrà...

[2] Stat. sen., 1343 (2), L. 3, pag. 132.22: Et qualunque farà alcuno lavorio di cera calzata con pecie sia punito in XL sol. per ciascheuna volta, excettati e' cerifogliati ne' quali si possano appiccare e' fiori co' la pece.

[3] Stat. collig., 1345, cap. [16], pag. 18.37: sopra l'altare del glorioso sancto Giovanni Bactista offerere e lassare el cero fiorito del decto rectore, el quale cero debbia essere almeno di peso d'una libbra e mecça o di valuta di s. xx.ti e non di più...

[4] Doc. sen., 1368 (2), pag. 266.14: In prima che tutti i Maestri de la pietra, debbano venire la mattina de la detta festa, cioè de' sancti Quattro, a offerire uno cero per uno a la detta cappella; e uno cero fiorito di valuta di cietto (sic) soldi...

1.2 Cero nuovo: cero pasquale.

[1] Parafr. pav. del Neminem laedi, 1342, cap. 29, pag. 140.33: Et perçò la gexia canta in sabao sancto in la beneeson del cirio novo lo qual representa Cristo resuscitao...

1.3 Fras. Divenire cero: essere offerto a un santo in segno di devozione, come si fa con i ceri.

[1] Boccaccio, Trattatello (Chig.), 1359/62, pag. 143.27: cercandosi per alcuno amico come egli potesse in Firenze tornare, né altro modo trovandosi, se non che egli per alcuno spazio di tempo stato in prigione, fosse misericordievolmente offerto a San Giovanni, calcato ogni fervente disio del ritornarvi, rispose che Iddio togliesse via che colui, che nel seno della filosofia allevato e cresciuto era, divenisse cero del suo comune.

1.4 Fig. Cosa o qualità che sparge luce.

[1] Canzoniere del sec. XIV, a. 1369 (tosc.occ.), 21.22, pag. 46: Talïani e Galici / et li abitanti socto ogni emisperio / honore e fructo e gratie le rendevano, / ciò volendo Colui che sempre smalici, / perché, doppo quei calici / li quai gustò per nostro refrigerio, / fortificasser lo splendente cerio / di nostra fé nel suo vicaro almifico...

1.5 [Usato nel Paradiso per indicare le anime, che si presentano sotto forma di luce].

[1] Dante, Commedia, a. 1321, Par. 10.115, vol. 3, pag. 167: Appresso vedi il lume di quel cero / che giù in carne più a dentro vide / l'angelica natura e 'l ministero.

1.6 [Con rif. agli effetti dell'amore:] fras. Consumarsi, distruggersi come un cero al fuoco.

[1] Poes. an. (ed. Panvini), XIII (tosc.), 52.16, pag. 577: E s'eo per aspettare, / di servir fedelmente / mi truo[vo] in danno, mettomi in dispero, / e [m']arò consumare / com'om d'amor perdente, / che si distrugge come al foco cero...

[2] Panuccio del Bagno, XIII sm. (pis.), 9.68, pag. 64: dogl[i]a 'nfinita, / ov'io consommo com'al foco cero, / né cosa ma' ispero / mi possa, desdignand'ella, far sano.

2 Fusto, gambo (per analogia con la forma del cero)?

[1] Zibaldone da Canal, 1310/30 (venez.), pag. 97.14: Item tuo' li çeri de li pori e lo stercho de la capra e de li vermi che stà soto tera e alloè paticho e queste cosse meti in ferssora cum ollio challdo e fa' nde pollvere e i(n)plastro e meti su lo corpo... || (Stussi, p. 157): «çeri de li pori: si tratterà dei fusti dei porri?».

3 [Per errore di trad.:] cero di morte.

[1] Valerio Massimo, prima red., a. 1338 (fior.), L. 3, cap. 6, pag. 230.21: E Duellio, il quale prima ebbe trionfo navale delli Africani, quante volte mangiare dovea con altrui in convito, usò di ritornare a casa dalla cena a cerodi morte et a trombetta et a suono di stromento... || Cfr. Val. Max., III, 6, 4: «C. autem Duellius, qui primus navalem triumphum ex Poenis retulit, quotienscumque publice epulatus erat, ad funalem cereum preeunte tibicine et fidicine a cena domum reverti solitus est...».

[u.r. 21.10.2020]