CERRO (1) s.m.

0.1 cerro, cherru, cierro, cirro.

0.2 Lat. cirrus. || DEI s.v. cerro 2 propone un lat. *cerrus 'ciocca di capelli, riccio, ricciolo', desumibile dalla forma bicerris 'di due fiocchi, di due frangie'.

0.3 Dante, Commedia, a. 1321: 1.

0.4 In testi tosc.: Dante, Commedia, a. 1321.

In testi mediani e merid.: Anonimo Rom., Cronica, XIV.

In testi sic.: Senisio, Declarus, 1348 (sic.).

0.5 Per avere la coda nel cerro > coda 1; vedersi la coda nel cerro > coda 1.

0.7 1 Ciocca di capelli, ciuffo di peli. 1.1 Ciuffo ornamentale.

0.8 Francesca Faleri 20.04.2002.

1 Ciocca di capelli, ciuffo di peli.

[1] Dante, Commedia, a. 1321, Par. 6.46, vol. 3, pag. 89: Torquato e Quinzio, che dal cirro / negletto fu nomato, i Deci e ' Fabi / ebber la fama che volontier mirro.

[2] Gl Ottimo, Par., a. 1334 (fior.), c. 6, pag. 134.1: A dare ad intendere che questi fu Quint[i]o Cincinato, dice l'Autore le premesse parole per modo di circumscrizione, dicendo: Quint[i]o, il quale fue nomato dal cirro negletto, cioè a dire che fu chiamato Cincinato; però che non curava tondersi i capelli, per la cura e sollicitudine ch'aveva intorno alla replubica, avendo negligenzia alla cura del corpo, massimamente al cirro, ch'è a dire crino, non tenendolo, nè pettinandolo, e per questo fu detto Quint[i]o Cincinato; cioè crino, ch'è cincinno: è in latino a dire crino similemente, come cirro.

[3] Gl Maramauro, Exp. Inf., 1369-73 (napol.>pad.-ven.), cap. 34, pag. 491.16: E quando le ali de Luciffero furon aperte assai, esso se apigliò a le vellute coste, idest piene de lanagio o de peli. Di velo in vello, idest da cierro in cierro, giù discese Tra 'l folto pelo e le gelate croste de Luciffero.

[4] Anonimo Rom., Cronica, XIV, cap. 13, pag. 108.16: Mentre questo Mostafà stava in presone, una lettera in soa lengua li venne da una soa donna. Drento nella lettera era uno cierro de capelli moito bionni.

[5] Gl Senisio, Declarus, 1348 (sic.), 111v, pag. 44.15: Floccus ci... pilus vel lana coniunta, qui vulgo dicitur cherru.

1.1 Ciuffo ornamentale.

[1] Fazio degli Uberti, Dittamondo, c. 1345-67 (tosc.), L. 2, cap. 1.72, pag. 91: quanto mal mi fe' l'ardito ferro / di Lelio, che l'aquila portava / e sopra l'elmo, per cimiero, un cerro...

[u.r. 14.01.2009]