CIGNO s.m.

0.1 cigni, cignio, cigno, cignu, cingni, cinni, cinnu.

0.2 Lat. cycnus (DELI 2 s.v. cigno).

0.3 Arte Am. Ovid. (B), a. 1313 (fior.): 1.

0.4 In testi tosc.: Arte Am. Ovid. (B), a. 1313 (fior.); Ciampolo di Meo Ugurgieri, a. 1340 (sen.).

In testi sett.: Jacopo della Lana, Purg., 1324-28 (bologn.); Arte Am. Ovid. (D), XIV pm. (ven.); Gid. da Sommacamp., Tratt., XIV sm. (ver.).

In testi mediani e merid.: Gloss. lat.-eugub., XIV sm.

In testi sic.: Angelo di Capua, 1316/37 (mess.).

0.5 Locuz. e fras. bianco come un cigno 1.1.

0.7 1 [Zool.] Grosso uccello palmipede delle famiglia delle anatre, con piumaggio bianchissimo, collo lungo e arcuato, becco largo e a punta (Cygnus). 1.1 [Con partic. rif. alla sua bianchezza]. 1.2 [Con rif. alla leggenda del magnifico canto del cigno morente]. 1.3 [Con rif. al mito di Leda]. 1.4 [In opposizione all'aquila, con rif. alla delicatezza e debolezza dell'uccello].

0.8 Elisa Guadagnini 04.07.2002.

1 [Zool.] Grosso uccello palmipede delle famiglia delle anatre, con piumaggio bianchissimo, collo lungo e arcuato, becco largo e a punta (Cygnus).

[1] Arte Am. Ovid. (B), a. 1313 (fior.), L. III, pag. 348.7: Il giuoco hae fine; tempo è che discendano i cigni, i quali menaro i nostri giuóchi col suo collo.

[2] Cecco d'Ascoli, Acerba, a. 1327 (tosc./ascol.), L. 3, cap. 7.2271, pag. 266: Il cigno è bianco senza alcuna macchia / E dolcemente canta nel morire / Infino che la morte non l'abbacchia.

[3] Jacopo della Lana, Purg., 1324-28 (bologn.), c. 19, 34-51, pag. 381, col. 2.8: Cigno: si è uno osello tutto bianco.

[4] Ceffi, Epistole eroiche, 1320/30 (fior.), ep. Dido, prol., pag. 62.25: Egli è uno uccello che si chiama Cigno, cioè Cecero, ed è tutto bianco, ed usa alle fiumane, e non canta mai, se non è quello anno che dee morire.

[5] Ottimo, Purg., a. 1334 (fior.), c. 19, pag. 343.6: Cigno è uno uccello tutto bianco, così chiamato dal suo canto, però che dolcezza di versi spande con voci organezzate; e dice, che canta così sommamente, perchè hae il collo lungo e piegato...

[6] Angelo di Capua, 1316/37 (mess.), L. 1, pag. 16.9: Et intandu Venus subitamenti interruppi li soi paroli et dissi: «O Eneas, tu sì non timiri, ma vatindi a la chitati ki fannu killi di Tiria et illocu truvirai arrivati li toi cumpagnuni cum li XII navi loru, la quali cosa ià canuxu eu per unu indivinamentu lu quali eu vidi in terra, zoè XII cigni alligrandusi et cantandu, li quali auchelli eranu di Iuppiter et gìanu poy vulandu per l'ayru».

[7] Ciampolo di Meo Ugurgieri, a. 1340 (sen.), L. 7, pag. 247.13: Tutti andavano schierati, e il re laudavano cantando: sì come alcuna volta i candidi cigni cantano nell'aere chiaro, quando si partono dalle pasture, e per li lunghi colli dànno dolce melodia; suona il fiume e la palude Asia da lunge percossa dal canto loro.

[8] Gl Senisio, Declarus, 1348 (sic.), 50v, pag. 47.32: cignus, gni... avis alba, que dicitur cignu.

[9] Arte Am. Ovid. (D), XIV pm. (ven.), L. III, pag. 532.10: Vui compì li nudi sovracci' cum arte e una piçola pelle covre le sincere galte; né non v'è vergogna segnar li ochi cum la sottil favilla o cum lo çafran, nasciudo a pè de ti, o lucido cigno.

[10] Gl Gloss. lat.-eugub., XIV sm., pag. 94.22: Hic olor, ris id est lo cigno.

1.1 [Con partic. rif. alla sua bianchezza]. Fras. Bianco come un cigno.

[1] Fazio degli Uberti, Dittamondo, c. 1345-67 (tosc.), L. 3, cap. 17.92, pag. 233: Pollux e Castor, l'uno e l'altro venne / su due corsieri bianchi come cigni; / ma pur niuno a lui ferir s'avenne.

- [In diretta opposizione al piumaggio nero del corvo].

[2] Fazio degli Uberti, Dittamondo, c. 1345-67 (tosc.), L. 4, cap. 6.21, pag. 270: E se tu leggerai e porrai mente / non pur nel mio, ma in molti altri volumi, / come viver soleano anticamente, / vedrai ch'eran di modi e di costumi / sì svariati da que' che s'usan ora, / quanto è un corbo dal cigno di piumi.

[3] Petrarca, Trionfi, 1351(?)-74, T. Pudicitiae a.10, pag. 300: E sì candido cigno / Non fu già mai che non sembiasse un corvo / Presso al bel viso angelico benigno.

- [Come esempio di un caso eccezionale:] Cigno nero.

[4] Boccaccio, Corbaccio, 1354-55, parr. 261-70, pag. 84.8: Ma io non credo che in fatica d'onorarne alcuna per li suoi meriti, a' nostri bisavoli non che a noi, bisognasse d'entrare: e prima spero si troveranno de' cigni neri e de' corbi bianchi, che a' nostri successori d'onorarne alcuna altra bisogni d'entrare in fatica...

[5] Contemptu mundi (I), XIV sm. (tosc.), cap. 21, pag. 99.14: Rado uccello è in terra similissimo al nero cigno.

1.2 [Con rif. alla leggenda del magnifico canto del cigno morente].

[1] Nicolò de' Rossi, Rime, XIV pi.di. (tosc.-ven.), son. 28.14, pag. 38: S'Amore m'ancide, mi sono acorto, / tanto m'è cum Hector m'aves[se] morto, / salvo ch'elo mi pare plu benigno; / cantando moro, ònni quel conforto, / e per gracïa mi à fato digno / che ne la morte canto come 'l cigno.

[2] Boccaccio, Fiammetta, 1343-44, cap. 1, par. 17, pag. 38.17: Egli alcuna volta, in forma di candido uccello movendo l'ali, diede voci più dolci che 'l moriente cigno...

[3] Canzoniere del sec. XIV, a. 1369 (tosc.occ.), 3.1, pag. 11: [S]ì come il cigno, quando a morte vene, / su l'erba verde si posa e dimora, / e più che mai, allora, / con alta voce di cantar s'ingegna, / così, veracemente, mi convene / cantando dimostrar chi m'innamora / e 'l diçio che m'acchora, / purché la vita tanto si sostegna.

[4] Chiose falso Boccaccio, Purg., 1375 (fior.), c. 19, pag. 400.21: E fingie l'altore che 'l vedesse a ssimile d'uno ucciello chiamato il cignio, il quale è uno ucciello d'acqua biancho e à in sé questa natura, ch'egli sae quando egli dé morire e, quando la morte l'asaliscie, egli sì eleggie uno luogho bellissimo d'erbe e di fiori i· luogho acquitrino e ivi si sta e chomincia a chantare soavemente e bene, imperò ch'egli canta dolciemente e chosì cantando finiscie la sua vita.

1.3 [Con rif. al mito di Leda].

[1] Ottimo, Purg., a. 1334 (fior.), c. 4, pag. 59.7: Jupiter, sappiendo costei essere sì bella, trasmutossi in cigno, uccello bianchissimo, e volò in su quella torre.

[2] Boccaccio, Teseida, 1339-41 (?), L. 6, ott. 25.8, pag. 425: Costui seguieno il nobile Castore / e 'l suo fratel Polluce, tutti armati, / e ben mostravan che di gran valore / gli avesse 'l cigno lor padre dotati; / i qua' ne' loro scudi per onore / aveano il quando e 'l come generati / fur, con ingegno, della bella Leda, / allor che ella fu del cigno preda.

[3] Gid. da Sommacamp., Tratt., XIV sm. (ver.), cap. 1, par. 142, comp. 22.5, pag. 93: Depinse Aragna che Iove lascià / l'excelso cielo e poy se transformò / in tauro et in Sidonia se n'andò / dove la bella Europa rapinnà. / Poscia per Leda in cigno se mutà, / per Dana in oro dal tecto stillò, / per Antiopà un satiro formò / e serpe venne per la Doridà.

1.4 [In opposizione all'aquila, con rif. alla delicatezza e debolezza dell'uccello].

[1] Arrighetto (ed. Battaglia), XIV (tosc.), L. 2, pag. 230.4: Quante volte quistione nasce tra l'aguglie e li cigni, sempre a' meno possenti la iniqua colpa si suole dare.

[u.r. 28.10.2020]