0.1 choniasse, choniata, chuniati, conia, coniando, coniano, coniar, coniare, coniarle, coniaro, coniata, coniate, coniati, coniato, coniavi, conio, coniò, cugna, cugnasse, cugnati, cugnatu, cunia, cuniare.
0.2 Da conio. || V. anche 0.6 N.
0.3 Dante, Commedia, a. 1321: 1.
0.4 In testi tosc.: Dante, Commedia, a. 1321; Guido da Pisa, Declaratio, a. 1328 (pis.); Stat. pis., 1330 (2).
In testi sett.: Stat. bologn., 1352.
In testi sic.: Doc. palerm., 1380.
0.6 N In merito a 2, si preferisce considerarlo fig. di 1 piuttosto che denom. di conia (lat. quoniam) 'beffa; brigata allegra' (cfr. DEI s.v. coniare 2 - datato peraltro XIX sec. - da cui si fanno derivare anche coniatore e coniellare); non si hanno infatti att. del sost. fino al XIX sec. (cfr. Crusca (5) e TB s.v. conia, dove si legge trattarsi di voce familiare, senza che vengano allegate fonti scritte).
Nulla vieta pertanto di accettare la trafila semantica proposta da Ottimo, Inf., a. 1334 (fior.), c. 18, pag. 334, che riconduce a conio anche per questa accezione (ma v. anche coniello 0.6 N).
La forma comare nell'Esopo volg. («Acciocchè meglio possano comare, e tradire, e ingannare, e fare danno»), cit. in da Crusca (4) s.v. comare 2, e passata poi a TB, è senz'altro errore di lettura per coniare.
0.7 1 [Detto di una moneta:] imprimere con il conio, forgiare. 1.1 Fig. [In relazione all'idea di impressione di una forma:] solcare, segnare (del corso di un fiume). 1.2 Fig. Creare, comporre (detto di un componimento poetico). Narrare in forma poetica; attestare, testimoniare (detto delle cose narrate). 2 Indurre in inganno, raggirare.
0.8 Elena Artale 18.06.2002.
1 [Detto di una moneta:] imprimere con il conio, forgiare.
[1] Dante, Commedia, a. 1321, Inf. 30.111, vol. 1, pag. 520: Quando tu andavi / al fuoco, non l'avei tu così presto; / ma sì e più l'avei quando coniavi».
[2] Stat. pis., 1330 (2), cap. 80, pag. 517.28: falsatore di moneta et di carta, u che cugnasse falsa moneta...
[3] Stat. fior., XIV pm. (2), 5, pag. 44.13: statuto et ordinato è che niuno de' detti monetieri ardisca o presumma torre a coniare o monetare oro od ariento oltre la parte che gli tocca...
[4] Stat. bologn., 1352, pag. 563.6: Item ch'el sia licito a çascuna persona, [[...]] de acusare o denonçare çascuna persona [[...]] che la dita moneda spende, o fese spendere, o che la fesse frabrichare, o cuniare in la cità, overo destreto del nostro signore...
- [Detto del conio].
[5] Doc. palerm., 1380, 5, pag. 244.8: Item ki li ditti banki ordinati pir la ditta Universitati et Manfrè diianu taglari omni dinari lu quali li pruvegna in manu di autru cugnu ca di killu ki è cugnatu pir Palermu...
- Fig.
[6] Guido da Pisa, Declaratio, a. 1328 (pis.), c. 5.19, pag. 55: allor v'intrò, et vide com' si cugna / lo mal nummo de' falsi cristiani / che 'ntingon sempre nel falso la spugna.
1.1 Fig. [In relazione all'idea di impressione di una forma:] solcare, segnare (del corso di un fiume).
[1] Fazio degli Uberti, Dittamondo, c. 1345-67 (tosc.), L. 4, cap. 12.69, pag. 289: In Vandalia fui e per Graconia / e da là Turon e molti altri fiumi / passai, che quella terra riga e conia.
- Pron. Plasmarsi, improntarsi. [Detto di una popolazione:] disporsi, collocarsi.
[2] Fazio degli Uberti, Dittamondo, c. 1345-67 (tosc.), L. 6, cap. 13.37, pag. 464: Qui puoi veder come talor si conia / e translata la gente in su la terra / per modo tal, ch'uom nol pensa né sonia.
[3] Nicolò de' Rossi, Rime, XIV pi.di. (tosc.-ven.), son. 321.7, pag. 204: ma il sacro Inpero par che aminicolla / tanta errogantia ch'esso non la punia, / poyché de suo precepto ella se cunia / et al ben publico per luy si articolla.
1.2 Fig. Creare, comporre (detto di un componimento poetico). Narrare in forma poetica; attestare, testimoniare (detto delle cose narrate).
[1] Fazio degli Uberti, Dittamondo, c. 1345-67 (tosc.), L. 3, cap. 16.31, pag. 229: Un monte v'è, il cui nome si conia / Tenaro, ed èvi ancora lo spiraglio / d'Inferno e qui si credon le dimonia.
[2] A. Pucci, Centiloquio, a. 1388 (fior.), c. 1, terz. 90, vol. 1, pag. 10: Volterra prima fu chiamata Antonia; / e indi nacque, e fu l'antico Buovo, / di cui cantar di nuovo ancor si conia.
[3] A. Pucci, Centiloquio, a. 1388 (fior.), c. 16, terz. 63, vol. 1, pag. 187: E secondochè 'l Libro testimonia, / i Saracini fer questo di Maggio, / ch'or de' Ghibellin per me si conia: / che credendosi far di lor vantaggio...
2 Indurre in inganno, raggirare.
[1] Gl Ottimo, Inf., a. 1334 (fior.), c. 18, pag. 334.3: 66. Femmine da conio ec. [[...]] quando uno inganna altro, quello si dice coniare; mostra uno, ed è altro. Coniare è mutare d'una forma ad altra forma, e viene a dire ingannare, fare falso conio, falsa forma: trae il nome dalla moneta che piglia stampa.
[2] Francesco da Buti, Inf., 1385/95 (pis.), c. 18, 52-66, pag. 479.22: qui non son femine da conio; cioè da essere coniate et ingannate con le tue seduzioni...
[u.r. 28.05.2009]