CONIO s.m.

0.1 chognio, chongnio, choni, chonie, chonio, chunio, cognio, coni, conii, conio, connii, cugni, cugno, cugnu.

0.2 Lat. cuneus (DELI 2 s.v. conio).

0.3 Monte Andrea (ed. Minetti), XIII sm. (fior.): 1 [6].

0.4 In testi tosc.: Monte Andrea (ed. Minetti), XIII sm. (fior.); F Bacciarone, XIII sm. (pis.); Stat. sen., 1309-10 (Gangalandi); Stat. fior., 1310/13; Doc. pist., 1322-26.

In testi sett.: Anonimo Genovese (ed. Cocito), a. 1311; Stat. bologn., 1352.

In testi mediani e merid.: Annali e Cron. di Perugia, c. 1327-36 (perug.).

In testi sic.: Accurso di Cremona, 1321/37 (mess.); Stat. palerm. (?), 1351; Doc. palerm., 1380.

0.5 Voce semidotta (allotropo: cuneo).

La forma chonie sarà prob. da considerarsi plur. collettivo in -e piuttosto che ricondursi ad un femm. sing. conia (non att.).

Locuz. e fras. al dritto peso e conio di 2; del peso e conio di 2; del peso e lega e conio di 2; giungere al conio 3.1.

0.6 N Cfr. ED s.v. conio (e relativi rinvii bibliogr.).

Tra le svariate interpretazioni di Inf. XVIII, 66, si accoglie quella ormai accreditatasi tra i commentatori moderni (in fondo la più economica); l'alternativa esegetica maggiormente diffusa dall'Ottimo in poi dà a conio il senso di 'inganno' (per altre ipotesi si rinvia alla relativa voce di ED). Sembrerebbe confortare tale accezione Stat. fior., 1357, cap. 46, anche se non risulta chiaro in cosa consistesse esattamente la frode in questione.

Si accoglie comunque qui l'accezione di 'inganno' (3) piuttosto che fare una seconda entrata (come deverbale da un coniare 'ingannare', a sua volta da conia, per cui cfr. DEI s.v. conio 2): sia accettando l'interpretazione dell'Ottimo (cfr. coniare 1 0.6 N) che accostando il termine all'affine coniello, si risale al lat. cuneus.

0.7 1 [Numism.] Punzone d'acciaio duro, recante in cavo figure o iscrizioni da imprimere sulle monete. 1.1 Fig. Segno, impronta. 2 [Numism.] Il risultato della coniazione, l'immagine impressa sulla moneta (insieme a lega e peso garanzia di autenticità). Fras. Al, del (dritto) peso e (lega e) conio di. 2.1 Sinedd. Moneta. 2.2 [Fig. e metaf., per esprimere veridicità o viceversa fallacia]. 2.3 Signif. incerto. 3 Inganno, truffa (?). 3.1 Signif. incerto: fras. Giungere al conio: ingannare? 4 Prisma triangolare (di legno o ferro) usato per fendere o per bloccare qsa; cuneo. 4.1 Fig. [Detto di qno o qsa che arreca danno e dolore]. 5 [Arch.] Ciascuno dei blocchi di pietra di forma trapezoidale costituenti la struttura portante di un arco. 6 Strumento (prob. di forma conica) usato in medicina.

0.8 Elena Artale 12.07.2002.

1 [Numism.] Punzone d'acciaio duro, recante in cavo figure o iscrizioni da imprimere sulle monete.

[1] Stat. sen., 1309-10 (Gangalandi), dist. 1, cap. 404, vol. 1, pag. 278.16: sieno tenuti li signori et camarlèngo del Bolgàno dare et assegnare al camarlèngo et IIIJ et consoli de li mercatanti del comune di Siena, tutti li strumenti et conii et massaritie, le quali sono per lo comune a fare la moneta.

[2] Annali e Cron. di Perugia, c. 1327-36 (perug.), pag. 237.3: e fecero battere la moneta al conio del comunio de Peroscia ello dicto domo e al conio de la moneta peroscina.

[3] Gl Pegolotti, Pratica, XIV pm. (fior.), pag. 83.8: E per salaro dello 'ntagliatore de' ferri, cioè de' conii della muneta, bisanti bianchi ... l'anno.

[4] Stat. palerm. (?), 1351, pag. 74.16: Item ki nullu bankeri diia tiniri in sou bancu dinari fauci, si no tutti dinari ki sianu di lu cugnu di lu signuri Re...

[5] Doc. palerm., 1380, 5, pag. 243.12: In primis li dinari pichuli cugnati in Palermu di lu cugnu novu fattu di annu unu in izà curranu et spendanusi, solamenti, et non di null'altru cugnu...

- [In contesto fig.].

[6] Monte Andrea (ed. Minetti), XIII sm. (fior.), canz. 6.80, pag. 71: Quello cotale è tenuto idonio, / se, 'l suo tesoro, troppo no ·n gli duole; / parenti, amici, grandez[z]a à quanta vuole: / a ciascun piace moneta di suo conio.

[7] Sacchetti, Sposizioni Vangeli, 1378-81, (fior.), Sp. 1, pag. 117.16: E con questa moneta così fatta vita etterna non si può comperare, però che è falsa moneta del conio del Demonio...

- Fig. Diritto di coniazione?

[8] Fazio degli Uberti, Dittamondo, c. 1345-67 (tosc.), L. 2, cap. 21.76, pag. 149: E data fu la 'nsegna mia e il conio / ad Arnolfo, lo qual non fu de' veri / che reditar dovesse il patrimonio.

1.1 Fig. Segno, impronta.

[1] Ottimo, Par., a. 1334 (fior.), c. 17, pag. 390.24: Beatrice li disse: manda fuori la vampa (ch'è il suo dimostramento del fuoco) di quello che tu disideri di sapere, sicchè ella esca segnata leggiermente del conio del tuo animo.

[2] ? A. Pucci, Centiloquio, a. 1388 (fior.), c. 76, terz. 95, vol. 4, pag. 21: Vennevi appresso poi Messer Guatano, / Cardinal degli Orsini, e col suo conio / la riformò, e di queto, e di piano.

[3] Neri Pagliaresi, XIV sm. (sen.), pt. 7, 2.5, pag. 85: tu Margarita dal falso demonio / liberasti, perch'era di cuor fino, / tu dunque impronta me di cotal conio / e tra'mi de le pene ov'io ruino...

2 [Numism.] Il risultato della coniazione, l'immagine impressa sulla moneta (insieme a lega e peso garanzia di autenticità). Fras. Al, del (dritto) peso e (lega e) conio di.

[1] Stat. fior., 1310/13, cap. 13, pag. 24.16: E chiunque giurerà di nuovo a questa arte sia tenuto e debbia di pagare dinanzi a' rettori di questa arte e compagnia [[...]] sei fiorini di buono e puro oro al diritto peso e conio di Firenze...

[2] Ottimo, Inf., a. 1334 (fior.), c. 30, pag. 521.14: Del Batista ec. Cioè del fiorino dell'oro di Firenze, che ha per suo conio da l'uno lato il giglio, da l'altro la figura di Santo Giovanni Batista.

[3] Libro vermiglio, 1333-37 (fior.), pag. 2.1: e Filippo Chorbizi sopra detto à messo detto die per suo chorpo e parte fior. dumiglia d'oro del peso e chognio di Firenze, i quagli abiamo posti che il detto Filippo debia dare in questo libro innanzi a carte XI...

[4] Giovanni Villani (ed. Porta), a. 1348 (fior.), L. 10, cap. 171, vol. 2, pag. 365.5: Nel detto tempo e anno papa Giovanni fece fare in Vignone una nuova moneta d'oro fatta del peso e lega e conio del fiorino d'oro di Firenze sanza altra intransegna...

[5] Stat. bologn., 1352, pag. 562.4: el se mandi bando o vere crida per la cità de Bologna che con ço sia cossa ch'el se spenda per boni bolognini grosi falsi de liga e de pexo, contrafati al chonio e stampa...

2.1 Sinedd. Moneta.

[1] Dante, Commedia, a. 1321, Inf. 18.66, vol. 1, pag. 303: Così parlando il percosse un demonio / de la sua scurïada, e disse: « Via, / ruffian! qui non son femmine da conio». || Cfr. 0.6 N.

[2] Dante, Commedia, a. 1321, Inf. 30.115, vol. 1, pag. 520: «S'io dissi falso, e tu falsasti il conio», / disse Sinon; «e son qui per un fallo, / e tu per più ch'alcun altro demonio!».

[3] Gl Jacopo della Lana, Inf., 1324-28 (bologn.), c. 18, 52-66, pag. 463, col. 2.2: Femmina da conio, cioè: moneda...

2.2 [Fig. e metaf., per esprimere veridicità o viceversa fallacia].

[1] F Bacciarone, XIII sm. (pis.): ponendo cura bene o' vi· conduce / il vostr'Amor, c'à 'l malvagio conio, / odiar viapiù l'areste che demonio... || CLPIO, L 101 BaBa, dist. 118.

[2] Dante, Commedia, a. 1321, Par. 24.87, vol. 3, pag. 401: Ond'io: «Sì ho, sì lucida e sì tonda, / che nel suo conio nulla mi s'inforsa».

- Moneta senza conio: moneta falsa (detto delle indulgenze fallaci e dell'attività in genere di alcuni ordini religiosi).

[3] Dante, Commedia, a. 1321, Par. 29.126, vol. 3, pag. 489: Di questo ingrassa il porco sant'Antonio, / e altri assai che sono ancor più porci, / pagando di moneta sanza conio.

[4] Gl Jacopo della Lana, Par., 1324-28 (bologn.), c. 29, 118-129, pag. 657, col. 2.11: e dano moneda cença conio, çoè 'perdonançe' non verasi et indulgentie.

[5] Boccaccio, Decameron, c. 1370, VI, 10, pag. 434.2: molti de' nostri frati e d'altre religioni trovai assai, li quali tutti il disagio andavan per l'amor di Dio schifando, [[...]] nulla altra moneta spendendo che senza conio per quei paesi... || Branca, Commento Decameron, vol. 2, p. 769, confronta il passo con Par. 29.124 sgg. e precisa: «qui si allude probabilmente, in senso più generico, a chiacchiere».

- Falso conio: falsità. || (Varanini).

[6] Neri Pagliaresi, XIV sm. (sen.), pt. 10, 27.8, pag. 130: risposto fulli e detto allor da quelli, / che eran giovan motteggieri e folli, / ched ella sì avie nome el demonio, / pien di malizia e d'ogni falso conio.

2.3 Signif. incerto.

- Di mezzo conio (detto di una moneta): non più nuovo ma non ancora del tutto logoro?

[1] Pegolotti, Pratica, XIV pm. (fior.), pag. 292.29: Pisani vecchi, nuovi, once 2, denari 8. Fiorentini di ½ conio, once 1, denari 8.

- Fig. Modo? abitudine? (in relazione alla lussuria).

[2] Ristoro Canigiani, 1363 (fior.), cap. 39.10, pag. 94: E 'l primo modo, con che questa fiere / I nostri immoderati corpicegli / Col süo insaziabile trafiere, / Discende propiamente e viene in quegli, / Che si congiungon sanza matrimonio / Aver contratto, o preso pe' capegli. / E questo disonesto e brutto conio, / Fornicazion s'appella tra' mortali, / La qual vien per fattura del dimonio.

3 Inganno, truffa (?). || Cfr. coniello.

[1] Stat. fior., 1357, cap. 46 rubr., pag. 360.18: Di non vendere per modo di barattolo o di conio. Rubrica. || Non soccorre il testo lat.; cfr. Stat. artis rigatt., pag. 219: «De non vendendo per modum baratholi vel conii» (comunque lat. tardo conius per il class. cuneus).

[2] Stat. fior., 1357, cap. 46, pag. 360.22: Statuto e ordinato è che niuno maestro o lavorante o discepolo ardisca o prosumma, fuor di botegha o vero in alcuno altro luogho, vendere alcuna veste o panno o pelle, o alcun'altra cosa ch'apartenesse alla detta arte, per modo di barattolo o di conio o d'alcuna altra baracteria o tribaldaria... || Cfr. Stat. artis rigatt., p. 219: «per modum baracholi, conii, vel alicuius alterius baracterie vel tribalderie» (e v. quanto osservato a 3 [1]).

3.1 Signif. incerto: fras. Giungere al conio: ingannare?

[1] Fazio degli Uberti, Dittamondo, c. 1345-67 (tosc.), L. 3, cap. 5.15, pag. 196: Io tenea prima li scongiuri a sonio, / ma non da poi ch'udio da' più contare / come Riccier Giovanni giunse al conio.

4 Prisma triangolare (di legno o ferro) usato per fendere o per bloccare qsa; cuneo.

[1] Accurso di Cremona, 1321/37 (mess.), L. 9, cap. 12, vol. 2, pag. 230.15: Millo Cucomati, con zò sia cosa que, andandu so caminu, issu avissi truvatu unu ruviri schapatu cu li cugni da intra, fidandusi di sua forza andau a lu ruviri et ficau li mani da intra sfurzandusi d'aprirlu.

[2] Ciampolo di Meo Ugurgieri, a. 1340 (sen.), L. 7, pag. 240.2: Che per essa cerca Tirro, chiama la gente, e presa la scure, agramente soffiando fendeva la quercia con coni in quattro parti.

[3] Sposiz. Pass. s. Matteo, 1373 (sic.), cap. 21, par. 1, vol. 2, pag. 68.23: Et poi ki la cruchi fu inalciata, et illi cum petri et cum cugni la firmaru: illi firmavanu la cruchi et lu cruchifissu si tormentava.

- [Per somiglianza di forma, detto di uno schieramento di truppe disposte a costituire un triangolo (nell'espressione a guisa di un conio).] || Cfr. cuneo 2.

[4] Deca prima di Tito Livio, XIV pm. (fior.), L. 7, cap. 24, vol. 2, pag. 184.5: A queste parole li Romani riconfortati assaliro li nemici [[...]] poi fecero una schiera appuntata a guisa d'uno conio, e passarono per mezzo della schiera de' Galli.

4.1 Fig. [Detto di qno o qsa che arreca danno e dolore].

[1] Anonimo Genovese (ed. Cocito), a. 1311, 45.20, pag. 264: E' creo pur che lo demonio / m'[à] aduto questo conio / de grande invidia chi tem / quarcun irao de lo me' ben: / sì squarzà vor lo faito me', / pur per tirar tuto en ver' lé».

[2] Anonimo Genovese (ed. Cocito), a. 1311, 91.32, pag. 427: Guerfi e gibelin ne spio, / ma d'alcun n[o] ò oío / s'eli son omi o demoni; / ma par a mi che 'li son connii / chi àn squarzao tuto lo mondo / e derivao en gran prefondo.

5 [Arch.] Ciascuno dei blocchi di pietra di forma trapezoidale costituenti la struttura portante di un arco. || Cfr. coniare 2.

[1] Doc. pist., 1322-26, pag. 73.13: debono avere, [per] conciatura del cholonello e basa, chapitello, cimacie, sol. xlij; delle chonie dell'archo e lla guera, sol. xlij...

[2] Doc. sen., 1340, pag. 235.8: E ancho farano e detti maestri e choni dell'archora delle porte della facciata di nanzi a strada di detto palazo, uno braccio longhi...

6 Strumento (prob. di forma conica) usato in medicina. || Non det.

[1] Piero Ubertino da Brescia, p. 1361 (tosc.), pag. 93, col. 1.9: et ingegniati chome nella sua bocca tu metta lungo conio et poscia in luogho obscuro che no· llo possa vedere, sì lli vi metti dell'acqua êllo suo capo e tutto il corpo infondi con olio rosato et immollato...

[u.r. 17.11.2020]