0.1 salamandra, salamandre.
0.2 Lat. salamandra (DELI 2 s.v. salamandra).
0.3 Giacomo da Lentini, c. 1230/50 (tosc.): 1.
0.4 In testi tosc. e toscanizzati: Giacomo da Lentini, c. 1230/50 (tosc.); Guinizzelli (ed. Contini), a. 1276 (tosc.); Pallamidesse Bellindote (ed. Monaci), a. 1280 (fior.); Inghilfredi, XIII sm. (lucch.); Bestiario toscano, XIII ex. (pis.).
In testi sett.: Belcalzer (ed. Ghinassi), 1299/1309 (mant.); Paolino Minorita, 1313/15 (venez.).
In testi mediani e merid.: Jacopone (ed. Ageno), XIII ui.di. (tod.).
0.6 A Doc. prat., 1296-1305: Salama(n)dra cas. di I(n)gho.
0.7 1 [Zool.] Piccolo anfibio simile a una lucertola, creduto capace di vivere nel fuoco. 2 [Tess.] Tessuto di amianto.
0.8 Pär Larson 21.06.2002.
1 [Zool.] Piccolo anfibio simile a una lucertola, creduto capace di vivere nel fuoco.
[1] Giacomo da Lentini, c. 1230/50 (tosc.), 1.27, pag. 12: La salamandra audivi / che 'nfra lo foco vivi - stando sana; / eo sì fo per long'uso, / vivo 'n foc'amoroso / e non saccio ch'eo dica: / lo meo lavoro spica - e non ingrana.
[2] Guinizzelli (ed. Contini), a. 1276 (tosc.), 5.38, pag. 466: già per cui lo meo core / altisce in tal lucore / che si ralluma come / salamandra 'n foco vive, / ché 'n ogne parte vive lo meo core.
[3] Pallamidesse Bellindote (ed. Monaci), a. 1280 (fior.), 14, pag. 292: Amore, poi che ti piacie, / fatto sono salamandra / e tutora vivo in foco; / e come 'l cierbio facie, / ch'escie de la mandra, / va a morire a grido loco, / similemente m'impilglio...
[4] Bestiario moralizz., XIII (tosc./aret.-castell.), 60.1, pag. 860: La salamandra tanto è venenosa / ke ·lli poma de li albori invenena / là ove sale, sì è nequitosa / e de mortalissimi omori plena.
[5] Inghilfredi, XIII sm. (lucch.), 1.8, pag. 75: Da lei neente vogliomi celare: / lo meo tormentar [cresce], / como pien è, dicresce / e vivo in foco como salamandra.
[6] Jacopone (ed. Contini), XIII ui.di. (tod.), 22.19, pag. 140: Como la salamandra sempre vive nel fuoco, / così par che lo scandalo te sia sollazzo e gioco; / dell'aneme redente par che te curi poco: / ove t'acconci loco, saperailo al partire.
[7] Bestiario toscano, XIII ex. (pis.), cap. 18, pag. 39.4: E l'altra che vive solamente d'aire si è uno uccello che homo appella calameone e non si possa altro ch'in aere. E l'altra che vive pur solamente di fuoco si è uno uccello che 'l suo nome è salamandra et è bianco.
[8] Belcalzer (ed. Ghinassi), 1299/1309 (mant.), Tavola generale, pag. 60.17: Capitol de la salamandra.
[9] Paolino Minorita, 1313/15 (venez.), cap. 40, pag. 53.25: colu' che è paciente è sì co lo pesce, ke receve bon norigamento d'acqua solsa, e sì co l'orso, ke de bocte s'engrassa, e sì co la salamandra, ch'en fogo se purga.
[10] Cecco d'Ascoli, Acerba, a. 1327 (tosc./ascol.), L. 3, cap. 5.2193, pag. 261: La salamandra nello fuoco vive / E l'altro cibo la sua vita sprezza: / Non sono in lei potenzïe passive.
[11] Petrarca, Canzoniere, a. 1374, 207.41, pag. 266: Di mia morte mi pasco, et vivo in fiamme: / stranio cibo, et mirabil salamandra; / ma miracol non è, da tal si vòle.
[1] Milione, XIV in. (tosc.), cap. 59, pag. 80.16: Chingitalas è una provincia che ancora è presso al diserto, entro tramontana e maestro. [[...]]. Quivi àe montagne ove à buone vene d'acciaio e d'andanico; e in queste montagne è un'altra vena, onde si fa la salamandra. La salamandra nonn è bestia, come si dice, che vive nel fuoco, ché neuno animale puote vivere nel fuoco; ma dirovi come si fa la salamandra. Uno mio compagno ch'à nome Zuficar - e è un Turchio - istede in quella contrada per lo Grande Kane signore IIJ anni, e facea fare queste salamandre; e disselo a mme, e era persona che lle vide assai volte, e io ne vidi de le fatte. Egli è vero che quella vena si cava e stringesi insie[me], e fa fila come di lana; e poscia la fa seccare e pestare in grandi mortai di covro; poscia la fanno lavare e la terra sì ccade, quella che v'è apiccata, e rimane le file come di lana; e questa si fila e fassine panno da tovaglie. Fatte le tovaglie, elle sono brune; mettendole nel fuoco diventano bianche come nieve; e tutte le volte che sono sucide, si pognono nel fuoco e diventano bianche come neve. E queste sono le salamandre, e l'altre sono favole.
[2] A. Pucci, Libro, 1362 (fior.), cap. 8, pag. 53.15: e fassene tovaglie, le quali, quando sono sucide, mettendole nella grande fiamma del fuoco imbiancano come neve senza macularsi o mancare di loro fortezza, ma sempre rimbelliscono, e perché elle megliorano per lo fuoco si chiamano salamandre, ritraendo al serpentello ch'ha nome salamandra e vive nel fuoco, ciò è in quelle parti calde dove nullo altro animale può vivere.
[u.r. 14.10.2013]