0.1 cerre, cerri, cerro, cierro.
0.2 Lat. cerrus (DELI 2 s.v. cerro).
0.3 Restoro d'Arezzo, 1282 (aret.): 1.
0.4 In testi tosc.: Restoro d'Arezzo, 1282 (aret.); Bono Giamboni, Vegezio, a. 1292 (fior.); Stat. sen., Addizioni p. 1303.
In testi sett.: Bonafé, Tesoro, 1360 (emil.).
In testi mediani e merid.: Mascalcia L. Rusio volg., XIV ex. (sab.).
0.5 Per avere la coda nel cerro > coda 1; vedersi la coda nel cerro > coda 1.
0.7 1 [Bot.] Albero appartenente alla famiglia delle querce (Quercus Cerris).
0.8 Francesca Faleri 20.05.2002.
1 [Bot.] Albero appartenente alla famiglia delle querce (Quercus Cerris).
[1] Restoro d'Arezzo, 1282 (aret.), L. II, dist. 6, pt. 4, cap. 7, pag. 172.18: E già avemo molte volte veduto e·lle montagne a sommo le plante, le quali so' chiamati cerri norze, le quali so' esca e aconce a recévare lo fuoco, per lo calore del sole èssare apreise de fuoco, e fumare e ardere lo cerro.
[2] Bono Giamboni, Vegezio, a. 1292 (fior.), L. 4, cap. 34, pag. 177.21: Di cipresso dunque, o di cerri salvatichi, o domestichi, e d'assi forti d'abete la nave Liburna si tesse, e più utilmente con aguti di rame che di ferro si conficcano.
[3] Stat. sen., Addizioni p. 1303, pag. 62.20: Comino, soldi X, soma. Cénnare di cerro, soldi VJ, soma. Cofani o casse, soldi VIIJ, soma.
[4] Stat. sen./umbr., 1314/16, cap. [131], pag. 58.7: Anco statuto e ordinato si è, che qualunque persona scotirà ghiande, guercia o cerro altrui, paghi ciascheduno per nome di pena ciascuna volta et per ongni arbori V s. di denari cortonesi, e de nocte X soldi de la dicta moneta...
[5] Dante, Commedia, a. 1321, Purg. 31.71, vol. 2, pag. 539: Con men di resistenza si dibarba / robusto cerro, o vero al nostral vento / o vero a quel de la terra di Iarba, / ch'io non levai al suo comando il mento...
[6] Arte Am. Ovid. (A), XIV pm. (pis.), L. I, pag. 62.15: E poi si coperse di cuoio di vacca e accostósi a uno cerro, e lo toro, credendo fusse vacca, si puose con lei e ingravidóla...
[7] Boccaccio, Corbaccio, 1354-55, parr. 471-80, pag. 127.24: Se' tu così pusillanimo, così scaduto, così nelle fitte rimaso, così scoppiato di cerro o di grotta, o se' così da ogni uomo del mondo discacciato che tu costei sì per unico rifugio e per tuo singular bene eletta avessi, che se ti mancasse, tu dovessi disiderar di morire? || «scoppiato di cerro o di grotta: uscito di quercia o di grotta, cioè: selvaggio, rozzo» (p. 189).
[8] Bonafé, Tesoro, 1360 (emil.), 222, pag. 112: Se per usança le rughe fa dano / Alla vigna, fa come certi altri fano: / Tuo' vischio de cerro terci dui, / E de sunça colada un terço toi, / E mitelo al foco e fallo disfare...
[9] Fazio degli Uberti, Dittamondo, c. 1345-67 (tosc.), L. 6, cap. 8.93, pag. 450: Tubalcain, di Sella, rame e ferro / fabbricò prima e ogni altro metallo / e fe' carbon di castagno e di cerro.
[10] Mascalcia L. Rusio volg., XIV ex. (sab.), cap. 141, pag. 279.13: Ancora l'alt(ra) cura: ài la cene(re) d(e) lu ce(r)ro voi d(e) la vite, et fa(n)ne la liscia, en ne la q(u)ale liscia se ramora la calce viva...
[u.r. 21.10.2020]