0.1 ceravella, cerbello, cerbellu, cerebello, cerevela, cervei, cervel, çervela, cervele, cervella, cervelle, çervelle, cervelli, cervello, cervelo, çervelo, cerviello, chirvellu, ciaravella, ciaravello, ciervella, ciervello, ciervelo, cinivella,cirvella.
0.2 Lat. cerebellum (DELI 2 s.v cervello).
0.3 St. de Troia e de Roma Amb., 1252/58 (rom.): 2.
0.4 In testi tosc.: <Egidio Romano volg., 1288 (sen.)>; Bono Giamboni, Vizi e Virtudi, a. 1292 (fior.); Bestiario toscano, XIII ex. (pis.); Ingiurie lucch., 1330-84, [1379].
In testi sett.: Cronica deli imperadori, 1301 (venez.); Elucidario, XIV in. (mil.); Jacopo della Lana, Inf., 1324-28 (bologn.).
In testi mediani e merid.: St. de Troia e de Roma Amb., 1252/58 (rom.); Mascalcia L. Rusio volg., XIV ex. (sab.).
In testi sic.: Thes. pauper. volg. (ed. Rapisarda), XIV (sic.).
0.5 Nettamente minoritaria per il plur. la forma analogica in -i rispetto a quella neutra in -a.
Entrambe le forme indicano più comunemente l'insieme di tessuti che formano un organo piuttosto che più organi.
Per le forme sett.i del tipo la cervella, le cervelle cfr. Rohlfs, § 369 (sostantivi dal sing. originario in -o esprimenti concetti inanimati).
Locuz. e fras. di duro cervello 1.1.1.
0.6 N In una carta del 1137 conservata presso il monastero di S. Fedele di Strumi si legge: «i(n) p(re)sentia bonoru(m) hominu(m), videlicet [[...]] Cervellini Cervelli...»: cfr. GDT, p. 177.
0.7 1 [Anat.] Il contenuto della scatola cranica (inteso come organo o come insieme di tessuti). 1.1 [In quanto sede delle facoltà dell'intelletto]. Estens. Le facoltà dell'intelletto. 1.2 [In quanto parte commestibile]. 2 [Anat.] Testa, capo, scatola cranica. 2.1 Chiusura del cervello: scatola cranica.
0.8 Francesca Faleri 18.06.2002.
1 [Anat.] Il contenuto della scatola cranica (inteso come organo o come insieme di tessuti).
[1] Bono Giamboni, Orosio, a. 1292 (fior.), L. 5, cap. 23, pag. 341.1: quando facea loro bisogno di bere, prese l'ossa delle capita degli uomini, essendo ancora piene di capegli e sanguinose, trattone fuori il cervello, con disiderio e sanza riprezzo, ovvero capriccio, come fossero veragi vaselli da bere, usavano...
[2] Fatti di Cesare, XIII ex. (sen.), Luc. L. 3, cap. 16, pag. 130.32: Lo pomo de la spada ferì lui sì nella fronte, che morto lo gittò in su l'onde de l'acqua, e le ciaravella li usciro de la testa.
[3] Bestiario toscano, XIII ex. (pis.), cap. 12, pag. 32.29: E la sua voce si è cotale ch'elli dice: crai! crai! Et anco ae cotale natura che, quando elli trova uno homo morto, la prima cosa che elli ne beccha sì ne tragge l'occhi e vanne fine alla cervella.
[4] Pistole di Seneca, a. 1325? (fior.), 77, pag. 199.42: egli percosse il capo al muro per sì grande iniquità, e forza, che le cervella gli uscirono di capo.
[5] Armannino, Fiorita (07), p. 1325 (ven.), pag. 114.23: In questo meço Anficaro menà un grandisimo colpo con tute do le man e ferì Ixeo sula testa sì che per força li ronpé l'arnaia, per fin in la çervela li mese lo taio; morto caçé Ixeo.
[6] Jacopo della Lana, Inf., 1324-28 (bologn.), c. 32, 124-132, pag. 765, col. 1.3: Qui ... aduce exempio de dui peccaduri, di quai l'uno a l'altro mangia le cervella de dredo...
[7] Simintendi, a. 1333 (tosc.), L. 12, vol. 3, pag. 65.19: Quelli a un'otta vomicando li gomitoli del sangue e il cervello e 'l vino per la fedita e per la bocca, arrivesciato, percuote co' calci la bagnata arena.
[8] Ottimo, Inf., a. 1334 (fior.), c. 24, pag. 419.6: ha due membri; l'una di coloro, che sono vegliati da spiriti ignudi, li quali volgarmente chiamano indemoniati; l'altra di coloro, che aviene loro di subito o mitrito, o apoplesia, che sono oppilazioni nel ventricolo del cervello.
[9] Chiose Selmiane, 1321/37 (sen.), cap. 32, pag. 168.28: A la per fine Tideo, non potendo più vivare, ritrovò ne la battaglia el detto Menalippo morto, e gittollisi a dosso e preseli el capo, e per stiçça el mangiò e róse in fino al ciaravello, sì come fusse uno cane sopra la lepre, e così rodendolo, el detto Tideo finì la sua vita.
[10] Cavalca, Specchio di croce, a. 1342 (pis.), cap. 22, pag. 100.14: Quando fu coronato di spine, sentì grandissima pena, perocchè le spine passarono infino al cervello.
[11] Cronaca sen. (1202-1362), c. 1362, pag. 57.11: E se non fusse uno che lanc[i]ò uno spiedo, e g[i]onse al chavallo in sulla testa che di subito chadé morto, perché del colpo gionto fece uscire le cervella...
[12] Matteo Villani, Cronica, 1348-63 (fior.), L. 4, cap. 37, vol. 1, pag. 527.5: se n'andò al fanciullo, e cominciolli a rodere la testa, e trasseli li occhi e manicosseli, e poi rodendo la testa se n'andò fino al cervello...
[13] Ingiurie lucch., 1330-84, 312 [1379], pag. 84.5: Va' richuopri le cervella del nipote tuo il quale fu mo(r)to a ghiadi (e) rimaseno in sula ter(r)a che n'è anco a far la vendetta.
[14] Tristano Veneto, XIV, cap. 75, pag. 97.30: ello li corsse adosso e firì-li sì felonosamentre uno colpo sovra lo elmo qu'ello li meté la spada infin alo çervelo.
[15] Leggenda Aurea, XIV sm. (fior.), cap. 78, Ss. Quirico e Giulitta, vol. 2, pag. 682.21: Allora il preside, adirato e tormentato del dolore, gittò da alto il fanciullo giù per la gradora, sì che il tenerello cervello s'appiccòe a la sedia...
[16] Tristano Cors., XIV ex. (ven.), pag. 61.6: Palamides alça la spada e lli dà un tal colpo per davanti le oregle che li en bate el brando fina alle cervele.
[16] Mascalcia L. Rusio volg., XIV ex. (sab.), cap. 71, pag. 188.24: et la d(ic)ta pulve li sia messa p(er) lle nare; ca passante lu lor fume susu allu ce(r)bello, se scarca dalla sup(er)fluitate.
1.1 [In quanto sede delle facoltà dell'intelletto]. Estens. Le facoltà dell'intelletto.
[1] <Egidio Romano volg., 1288 (sen.)>, L. 2, pt. 2, cap. 12, pag. 174.35: Il secondo male si è, che 'l troppo vino impedisce molto la ragione e lo 'ntendimento, per li fumi che montano nel capo, ei quali turbano la testa e 'l cervello, secondo che l'uno l'à più fiebole ch'un altro.
[2] Bestiario toscano, XIII ex. (pis.), cap. 34, pag. 56.27: lo loro buono cervello sì sente l'odore de l'altro buono celabro, che 'l senno dimora in del celabro...
[3] Bestiario d'Amore, XIV in. (pis.), pag. 78.8: Dunqua prende amare l'omo a primera contansa per li ochi che vede, parte l'omo di suoi cervelli, s'inamorano autresì chome li ochi, e preso via via [...] e este quel che dona movimento al chuore, chalore che dona nodrimento a la fiata, autresì a mantenere le c[e]rvella sente intendimento del chuore de l'omo.
[4] Elucidario, XIV in. (mil.), L. 2, quaestio 33m, pag. 157.7: E zo deven alchuna fiada etiamdé a li grandi, ké quando la cerevela, in la quale regna la vertude de l'anima, se magania [ms.: 'magina] in qualke guixa, inlora l'anima no pò soa operatione sì como ela soleva.
[5] Zucchero, Santà , 1310 (fior.), Pt. 1, cap. 10, pag. 93.9: E sapiate che lle ventose che sono messe nel coquzollo del chapo, sì come dicono molti filosafi, sì sono uttili e profitaboli a coloro che divengono folli per malvagie ciervella.
[6] Metaura volg., XIV m. (fior.), L. 2, cap. 30, ch., pag. 290.26: E l'acque montuose [[...]] perché ssono molto vaporose e fredde, conmuovono molte superfluità dal cervello le quali sono flematice...
[7] Canzoniere del sec. XIV, a. 1369 (tosc.occ.), 9.63, pag. 24: ché sì come riman la propria forma / segnata nella cera del suggello, / così fa, nel cervello / del vero amicho, quel che, già defunto, / tanto con la memoria sta coniunto.
[8] Marchionne, Cronaca fior., 1378-85, Rubr. 821, pag. 347.14: esso cominciò a ragunarsi a Fiesole con certi che stavano con uno frate che riescì d'Ognissanti, che si chiamava frate Andrea, uomo che avea meno di cervello, ma assai buone cose dicea...
[9] Diretano bando, XIV (tosc.), cap. 14, pag. 11.14: Il cervello singnifica il senno, che altresì sospenso di vita che dona movimento al cuore, et calore dà nutricamento al fegato; altresì dimora nel ciervello senno che dà intendimento.
1.1.1 Locuz. agg. Di duro cervello: di scarsa intelligenza.
[1] <Tesoro volg. (ed. Gaiter), XIII ex. (fior.)>, L. 8, cap. 55, vol. 4, pag. 192.12: Ma perciò che sono molte genti di sì duro cervello, che per l'insegnamento che sia posto sopra alcuna scienza no 'l potrebbe intendere, se egli no 'l vedesse per esempio, vole lo maestro mostrare anche un esempio...
1.2 [In quanto parte commestibile].
[1] Zucchero, Santà , 1310 (fior.), Pt. 3, cap. 3, pag. 149.6: Lo ciervello sì è fredo e umido, e perciò ch'egli è viscoso dona abominazione e si coronpe legiermente alo stomaco...
[2] Bestiario Tesoro volg., XIV pm. (sen.), cap. 86, pag. 345.28: Lo cervello dela volpe, dandolo ali garçoni ispessamente, no· lli lascia infermare di morbo caduco.
[3] Malattie de' falconi, XIV (tosc.>lomb.), cap. 15, pag. 32.22: dae a quelli solamente le cirvella de le galline, e quelli bagna in vino puro e mossali al fuoco, e remettili in la grotta, dove sogniono stare...
[4] Thes. pauper. volg. (ed. Rapisarda), XIV (sic.), cap. 33, pag. 44.10: [2] Item lu chirvellu dellu lepru, datu a biviri cum vinu, non fa ixiri l'urina.
[5] Francesco di Vannozzo, Rime, XIV sm. (tosc.-ven.), [1374] 3.11: ho conpilata una canzon sfacciata, / porgendo del mio vento una soffiata / a 'sti grumi di penne e teste matte / che, se cervei di gatte / avesser manecato, sarie troppo, / tant'è zascun di senno guerzo e zoppo.
2 [Anat.] Testa, capo, scatola cranica.
[1] St. de Troia e de Roma Amb., 1252/58 (rom.), pag. 102.21: e vide quasi iacere morto lo patre in terra, commandao ke volvessero lo rota sopre lo capo dello patre e tucto lo cerviello l'açcaccao.
[2] Cronica deli imperadori, 1301 (venez.), pag. 181.21: In lo tempo de questo in l'anno VI Iachomo frar del Segnor, el qual da tuti vegniva appellado Iusto, deli Zudei in prima fo lapidado, e poi chon una pertegha li fo rotti li cervelli e morì...
[3] Dante, Commedia, a. 1321, Inf. 32.129, vol. 1, pag. 559: e come 'l pan per fame si manduca, / così 'l sovran li denti a l'altro pose / là 've 'l cervel s'aggiugne con la nuca: / non altrimenti Tidëo si rose / le tempie a Menalippo per disdegno, / che quei faceva il teschio e l'altre cose.
[4] Armannino, Fiorita (07), p. 1325 (ven.), pag. 115.30: Como Tideo lo vete, così como lo pote se lo tirà da preso e con tuta so força li roxegà lo çervelo con li denti.
[5] Chiose falso Boccaccio, Inf., 1375 (fior.), c. 32, pag. 270.4: E avendo Tideo la testa di Menalippo i· mano, il quale l'avea inaverato, cioè fedito a morte d'una saetta nella ghola, Tideo furioso la prese cho' denti e rabbiosamente rodendola e mangiandola e rodendo il cervello in vendetta della sua morte, Tideo chosì morì.
2.1 Chiusura del cervello: scatola cranica.
[1] Bono Giamboni, Vizi e Virtudi, a. 1292 (fior.), cap. 11, pag. 26.25: E ov'è questo castello? - Ed ella disse: - Dentro a la chiusura del cervello, là ove si raccolgono i sensi e' sentimenti del corpo.
[u.r. 25.08.2023; doc. parzialm. aggiorn.]