CESPUGLIO s.m.

0.1 cespugli, cespuglio, cespulio, ciespuglio, cispuglio.

0.2 Da cespo.

0.3 Arte Am. Ovid. (B), a. 1313 (fior.): 1.

0.4 In testi tosc.: Arte Am. Ovid. (B), a. 1313 (fior.); Chiose Selmiane, 1321/37 (sen.); Guido da Pisa, Fatti di Enea, XIV pm. (pis.).

In testi sett.: Jacopo della Lana, Inf., 1324-28 (bologn.).

0.6 N Att. fuori dalla Toscana solo nei commenti all'episodio dantesco di Pier delle Vigne in Inf. XIII (v. 1.1).

0.7 1 Insieme di erbe, ramoscelli, arbusti, appartenenti ad una o più piante, cresciuti in modo da formare un viluppo. 1.1 [Nel canto XIII dell'Inferno e nei commenti:] la pianta in cui risiede l'anima del suicida.

0.8 Francesca Faleri 11.07.2002.

1 Insieme di erbe, ramoscelli, arbusti, appartenenti ad una o più piante, cresciuti in modo da formare un viluppo.

[1] Arte Am. Ovid. (B), a. 1313 (fior.), L. III, pag. 341.16: Una fonte sacrata e santa è presso al colle di monte Umeto, fiorito di porporini fiori, apresso della quale è la terra umida per li verdi cespugli; la bassa selva vi fa bosco, li arboscelli cuoprono e ombriano l'erba...

[2] Simintendi, a. 1333 (tosc.), L. 15, vol. 3, pag. 235.1: E fece sagrificio con olorosi fuochi all'erbose altari fatte di verde cespuglio; e diede i vini a' sagrifici; e cercò nelle tremanti interiora delle morte pecore ciò che quelle indovinino.

[3] Ciampolo di Meo Ugurgieri, a. 1340 (sen.), L. 3, pag. 85.25: Andromaca, solenni vivande e doni di tristizia innanzi la città nella selva, all'onda del simulato Simois, sacrificava al cenere del marito primaio, e chiamava le anime al sepolcro d'Ector; el quale, vano di cespugli d'erbe, aveva sagrato, e due altari per li quali avesse cagione di piangere.

[4] Libri astron. Alfonso X, c. 1341 (fior.), Libro delle stelle fisse, L. 1, pag. 49.20: E queste non si ascondono sotto la choccia, ben che vegghin venire alcuna cosa sopra loro, ma ben entrano nella siepe o in cespugli, per non si possano trovare.

[5] Guido da Pisa, Fatti di Enea, XIV pm. (pis.), cap. 49, pag. 89.13: E detto questo, lanciò lo lancione con la fanciulla, su per lo fiume, all'altra ripa. Lo lancione cadde in uno cespuglio senza fare nullo male alla fanciulla...

[6] A. Pucci, Libro, 1362 (fior.), cap. 6, pag. 30.5: Lameche, andando un dì ala caccia, com'era usato, a guida del figliastro, essendo in una selva, il fanciullo sentì o vide crollare un cespuglio, dirizzò l'arco a Lamech in quella parte ed egli saettò e uccise Caino che qui era nascoso per lo timore d'Iddio.

[7] Fazio degli Uberti, Dittamondo, c. 1345-67 (tosc.), L. 5, cap. 25.29, pag. 408: Usciti fuor de la foresta spessa, / trovammo una campagna, che da' lepri / non so ch'altrove più bella sia messa: / però ch'avea a modo di ginepri / li suoi cespugli, ma un poco più bassi, / presso a un fiume nominato Astepri.

[8] Sacchetti, Rime, XIV sm. (fior.), 89.4, pag. 85: Tra l'un cespuglio e l'altro penetrando, / scorsi la donna alquanto fuor d'un ramo, / per cui morì sempre mia vita amando.

- Far cespuglio: formare un raggruppamento.

[9] A. Pucci, Centiloquio, a. 1388 (fior.), terz. 25, vol. 1, pag. 250: Centotrenta galee fur, ciò mi pare, / e gli altri legni, che facean cespuglio, / pareva, che coprisser mezzo il mare.

- Licenziare dal cespuglio: permettere a qno di allontanarsi dal gruppo.

[10] A. Pucci, Centiloquio, a. 1388 (fior.), terz. 20, vol. 4, pag. 3: Ed el promise a lui sanza dimoro, / per pagar que', che tenieno il Cerruglio, / centoventi migliai' di fiorin d'oro. / I quali licenziaron del cespuglio / Messer Marco, ch' andasse pe' danari, / mad il Porcaro fu di lui più truglio...

- Uscire del cespuglio: uscire allo scoperto.

[11] A. Pucci, Centiloquio, a. 1388 (fior.), terz. 15, vol. 3, pag. 244: Dentro v'era Castruccio, e come truglio / si lasciò svergognare a que' di fuore, / ma non ch'uscir volesse del cespuglio.

- Rompere ogni cespuglio.

[12] A. Pucci, Centiloquio, a. 1388 (fior.), terz. 83, vol. 4, pag. 119: Nell'anno, a' dì dicennove di Luglio, / della Chiesa maggiore il Campanile / fondato fu, rompendo ogni cespuglio, / per Mastro Giotto, dipintor sottile, / il qual condusse tanto il lavorío, / che' primi intagli fe con bello stile.

1.1 [Nel canto XIII dell'Inferno e nei commenti:] la pianta in cui risiede l'anima del suicida.

[1] Dante, Commedia, a. 1321, Inf. 13.131, vol. 1, pag. 222: Presemi allor la mia scorta per mano, / e menommi al cespuglio che piangea / per le rotture sanguinenti in vano.

[2] Jacopo della Lana, Inf., 1324-28 (bologn.), c. 13, 130-138, pag. 373, col. 1.11: Queste parole erano de l'anima ch'era nel cespulio transmutata, la qual se lamentava del suo danno e della innocencia ch'avea della vita rea del dito Iacomo...

[3] Ottimo, Inf., a. 1334 (fior.), c. 13, pag. 254.12: Dice ora qui, che quando elli volea fuggire, però che la possa li fallìa, trovòe uno delli detti sterpi fatto d'un'altra anima d'uno Rucco de' Mozzi di Firenze, e entròe nel detto cespuglio per fare meglio sua occultazione...

[4] Chiose Selmiane, 1321/37 (sen.), cap. 13, pag. 73.21: e piangea, però che le cagne, che venivano dietro all'anime, quando giunsero cholui, che s'aguattò nel ciespuglio, ruppero de li suoi rami e feciero cadere de le sue frondi.

[5] Maramauro, Exp. Inf., 1369-73 (napol.>pad.-ven.), cap. 13, pag. 253.1: Questo cespuglio parla a quello che se li era acostato, e dice: O Iacomo etc..

[6] Boccaccio, Esposizioni, 1373-74, c. XIII (i), par. 95, pag. 625.15: E segue poi l'autore il ramarichio del cespuglio, dicendo che dicea: Che t'è giovato di me fare schermo?, quasi dica: «Niente, per ciò che tu non se' campato da' denti delle cagne che ti seguivano e a me hai aggiunta pena».

[u.r. 15.07.2009]