COSTORO pers.

0.1 chostor, chostoro, costo', costoro, custoro, questore.

0.2 Lat. parl. *eccum istorum (DELI 2 s.v. costèi).

0.3 Pietro da Bescapè, 1274 (lomb.): 1.

0.4 In testi tosc.: Restoro d'Arezzo, 1282 (aret.); Doc. fior., 1286-90, [1288-89]; Poes. an. pis., XIII ex. (3); Fatti di Cesare, XIII ex. (sen.); Libro mem. Donato, 1279-1302 (lucch.); Stat. pis., 1302; Doc. prat., 1305; Stat. sen., 1309-10 (Gangalandi); Lett. pist., 1320-22; Doc. volt., 1322; Doc. aret., 1337.

In testi sett.: Pietro da Bescapè, 1274 (lomb.); Serventese Lambertazzi, XIII u.v. (bologn.); Armannino, Fiorita (07), p. 1325 (ven.).

In testi mediani e merid.: Armannino, Fiorita (12), p. 1325 (abruzz.); Simone Fidati, Ordine, c. 1333 (perug.); Doc. orviet., 1339-68, [1361].

0.7 1 Pronome dimostrativo di terza persona plur.; queste persone. 2 [Con valore di poss., anteposto al sost.:] loro, di queste persone.

0.8 Pär Larson 02.08.2002.

1 Pronome dimostrativo di terza persona plur.; queste persone.

[1] Pietro da Bescapè, 1274 (lomb.), 365, pag. 40: E de costoro á dito lo Segnor Jesu Christo / Entro lo vangelio, sí cum el se trova scripto: / La lor mercé illi án ça recevudhi, / Zoe l'ostia mundana la qual i án voiudhi.

[2] Restoro d'Arezzo, 1282 (aret.), L. I, cap. 17, pag. 24.18: E deppo' costoro fuoro altri savi che consideraro più suttilemente e pósaro che le stelle fisse, cum quelli movementi che noi avemo detto, se moveano enverso oriente dece gradi e non più...

[3] Doc. fior., 1286-90, [1288-89], pag. 283.21: Togliemogli per volontà e per consentimento di frati soscritti: [[...]]; e per volontà e consentimento di costoro gli demmo pegnio la Bibia che fu di frate Giusto...

[4] Questioni filosofiche, p. 1298 (tosc. sud-or.), L. I, pt. 1, cap. 9c, pag. 21.5: secondo, in quanto sono figlioli e membra del vostro fedele et inperò non se considera la voluntà del peccato di costoro ma la volontà del padre per k[e] ne sono puniti.

[5] Serventese Lambertazzi, XIII u.v. (bologn.), 443, pag. 864: Quando Tibaldello lo possè spiare, / tuto lo savore el gi à fato donare, / e a costoro l'à fatto apresentare / per una rixa.

[6] Conti morali (ed. Zambrini), XIII ex. (sen.), 1, pag. 4.19: I frati vedendo il suo contenimento, si maravilliaro, e isaminallo, dicendo: o fratello, tu ci pari cambiato de la persona. E quelli infine disse tutto el suo avenimento: e costoro lo confortaro, dicendo, che prendesse conforto e che si pentesse del grande male che aveva fatto.

[7] Libro mem. Donato, 1279-1302 (lucch.), pag. 150.15: Lo prato che tene Opiso Ghira[r]di ed Aldibra(n)dino Pa... [da] [Chapa]nore este venuto in mia parte lo quale tenono chostoro a meso. ...e da Scheto che fue de Franchescho Bongorni e quelo che fue...

[8] Stat. pis., 1302, cap. 17, pag. 964.21: et prestanse et servigio abbiano facto in città et contado di Pisa, elli o vero li loro padri, da anni x in qua, ciascheduno possa tenere et amaestrare la dicta arte sensa pena. Sì veramente che la dicta arte a costoro tegnano et insegnano, per paraula et conscientia de li consuli de la dicta arte.

[9] Doc. prat., 1305, pag. 453.1: Queste cose sono tucte manifeste p(er) la contrada e, se volete testimoni, ma(n)date p(er) costoro che trassero a rromore la nocte del micidio.

[10] Stat. sen., 1309-10 (Gangalandi), dist. 1, cap. 167, vol. 1, pag. 153.13: Et giuri la podestà et li sui giudici, et sieno tenuti et debiano, non tenere o vero fare tenere nel palazo, o vero casa, nel quale si fanno li consèlli per lo comune di Siena, nè dimorare fare alcuno o vero alcuni, per cagione d'alcuna detentione, o vero presa, la quale si facesse di costoro.

[11] Lett. pist., 1320-22, 13, pag. 54.20: Quelle del comune di Prato e di Pistoia ti manderemo insieme a questo nuovo anzianato se fie buono; e così parve a costoro d'indusciare.

[12] Doc. volt., 1322, 6, pag. 17.14: E a cciò che gacta nessuno non <ci giaca> ci sia socto, consiglio così che costoro né nessuno altro Ghibellino non possano per nessuna cagione ire né stare per la ciptà di nocte, né con arme né sença arme, fuore de' loro alberghi...

[13] Armannino, Fiorita (07), p. 1325 (ven.), pag. 104.4: E siando costoro con grande alegreça, eli trovà do vie molto large: una andava dreto ala çità de Tebe, e l'altra insiva del dreto camin e andava inn altra parte, e per questa che tuta la çente non andava...

[14] Armannino, Fiorita (12), p. 1325 (abruzz.), pag. 533.7: E pensati che ciasschuno de questi perfecti avieno sotto di loro moltissimi offitiali acciò che spacciare potessaro li molti affari che a loro achapetavano per li mani. De lo offitio de' pretorij. Doppo chostoro erano altri che se chiamavano Pretori.

[15] Gl Jacopo della Lana, Inf., 1324-28 (bologn.), c. 15, 121-124, pag. 416, col. 1.5: Parve di costoro, zoè: di questa gente...

[16] Ant. da Tempo, Rime (ed. Grion), 1332 (tosc.-padov.), 38.11, pag. 130: E quando vidi questi volti saçi, / Diletto mi condusse nel volere / Considerar s'i' potesse sapere, / Qual era la sentenza di costoro; / Sì che dapresso loro / Mi feçi per veder quel ch' i' pensava, / E per trovar chi tal schiera menava.

[17] Simone Fidati, Ordine, c. 1333 (perug.), pt. I, cap. 5, pag. 619.22: Or pensa bene, anima, nelle cose sopradette, e tanto meglio e piú vi pensa, quanto il cuore vi puote piú pensare; ché con la mano non si puote scrivere, né vedere qual virtú era in costoro, e quanto era grande...

[18] Doc. aret., 1337, 769, pag. 649.1: Domandasi che le masenade le quali mandarano ad Areço sieno italiani e guelfi, et contentariesi che li conestabili fossero: e nomina costoro per li più confidati del Comune de Fiorença, ma non possano avere compagni d'Areço nè del contado...

[19] Doc. orviet., 1339-68, [1361], pag. 147.25: e cossì co(n)fessò esso Popillo, presente i tistimonii, cioè mastro [...] calzolaio del rione di s(an)c(t)o Stefano, Franciescho di Biascio d'esso rione, Angniluzzo di Ciano detto Botte Fangho del rione di s(an)c(t)o Angnilo; e fuoroci più distimonii i quai saparo(n)no chostoro.

[20] Ingiurie lucch., 1330-84, 234 [1370], pag. 67.2: Cierto, se io vy fussi suso il muro io te farave venire col capo di sotto. - Traditori, a voy (con)viene morire se voy ci usate i(n) questa terra. Et lodate Idio che costoro ci sono sop(ra)venuti che p(er) cierto io v'arey uccisi...

[21] Maramauro, Exp. Inf., 1369-73 (napol.>pad.-ven.), Prologo, pag. 79.15: E così scripse Plauto poeta comico, Ennio, e Nievio e Romolo, cioè Isopo. E Dante, seguendo costoro, comenza ad exorire la sua materia de l'inferno como dal più basso e doloroso loco che sia; e poi, alzando la materia, pervene al purgatorio...

[22] Legg. sacre Mgl. XXXVIII.110, XIV sm. (sett.), 20, pag. 101.16: Eio ve perdono ogni iniuria e morte del me fiolo, ma tanto de misericordia ve prego che vu no ge rumpati le osse de le gambe soe, como vu avì fato a costoro.

[23] Tristano Cors. (ed. Tagliani), XIV ex. (ven.), cap. 4, pag. 106.10: 4.89. E puo' se 'n torna verso lo puo[volo] e lor dixe: «Diti ardidamente che questore ancixeno vostro segnore».

2 [Con valore di poss., anteposto al sost.:] loro, di queste persone.

[1] Bono Giamboni, Vegezio, a. 1292 (fior.), L. 2, cap. 4, pag. 43.20: E simigliante fecero molti altri, e spezialmente Frontino allo Imperadore Traiano, il quale di queste cose per prova fue molto savio; i costoro detti, in quanto io potrò più strettamente metterò in questo libro fedelmente.

[2] Paolino Pieri, Cronica, 1305 c. (fior.), pag. 11.28: Nel MCLXXXXVIIII Consoli di Firenze Messer Davizzo del Catalano, et suoi compagni. Al costoro tempo s'elesse per li Fiorentini Podestà di prima, che in prima era retta per Consoli, o per Vicarii de' Romani.

[3] Ottimo, Inf., a. 1334 (fior.), c. 31, pag. 539.4: Idio confuse la costoro loquela, sì che quando l'uomo domandava calcina, l'altro li dava pietre; se domanda[va] pietre, li era data acqua; e perciò lasciarono di fare il detto lavorio; e quivi divisero li linguaggi d'uno in LXXII.

[4] <Cavalca, Disc. Spir., a. 1342 (pis.)>, cap. 20, pag. 165.1: Ma tornando alla costoro oziosità, non solamente l'opere vili, e umili ricusano, ma eziandio non si degnano pure di dir messa, udir confessioni, o predicare, da poi che sono fatti prelati...

[5] Boccaccio, Esposizioni, 1373-74, c. V (i), par. 179, pag. 323.1: Ma, s'a conoscer la prima radice. La prima radice del costoro amore ha l'autore mostrata di sopra quando dice: «Amor, ch'al cor gentile» etc....

[u.r. 27.11.2020]