0.1 caleffe.
0.2 Da caleffare.
0.3 Francesco di Vannozzo, Rime, XIV sm. (tosc.-ven.): 1.
0.4 Att. unica nel corpus.
0.5 Per il tipo di plurale in -e, frequente in Italia sett. nei succedanei di neutri plur. lat., cfr. Rohlfs 369, e anche Brugnolo, N. de' Rossi II, pp. 209-10, dove si registrano pochi altri casi di plur. in -e non derivanti da base neutr. plur. lat.
0.6 A Doc. fior., 1294-1318: Chaleffo. || L'antrop. Caleffo è già peraltro att. in testi tosc. a partire dal 1083: cfr. GDT, p. 132, dove fra l'altro si ricorda, citando uno studio di G. Folena, che «calefus ricorre nel lat. med. (e poi nel Mussato) nel senso di 'buffone, giullare', ed è certo un derivato di caleffare 'beffare'».
0.7 1 Burla, scherno.
0.8 Giuseppe Marrani 14.08.2002.
[1] Francesco di Vannozzo, Rime, XIV sm. (tosc.-ven.), 85.13: «Dè, non te affaticar de pinger carte, / ch'ella nodrisse el cor de tal caleffe: / ella non t'ama né pensa d'amarte».
[u.r. 14.01.2009]