CALUNNIA s.f.

0.1 calogna, calognia, calonnie, calugna, calumnia, calumpnia, calumpnie, calunia, calunnia, calunnie, calunpnia, calupnia, chalognia, chalonia, chalunnia, chalunnie.

0.2 DELI 2 s.v. calunnia (lat. calumniam). || V. 0.5.

0.3 St. de Troia e de Roma Amb., 1252/58 (rom.): 1.

0.4 In testi tosc.: Fiori di filosafi, 1271/75 (fior.); Stat. sen., 1280-97; Stat. pis., 1321.

In testi sett.: Parafr. pav. del Neminem laedi, 1342.

In testi mediani e merid.: St. de Troia e de Roma Amb., 1252/58 (rom.); Stat. perug., 1342; Stat. castell., XIV pm.; Cronaca volg. isidoriana, XIV ex. (abruzz.).

In testi sic.: Accurso di Cremona, 1321/37 (mess.).

0.5 Le forme con nasale palatale secondo REW 1527 derivano dal prov. calonja; per DELI 2 rappresentano invece l'esito popolare autoctono.

Per giuramento di calunnia > giuramento; sacramento di calunnia > sacramento.

Locuz. e fras. fare calunnia a (qno) 4;giurare di calunnia 1.2.1; porre calunnia a (qsa) 1.1; senza calunnia 3.1.

0.6 N Il termine ha alle spalle una polivalenza di signif. che dal lat. classico aveva fornito diversi percorsi semantici già in età mediev. (in proposito si rimanda a Bonolis, Calumnia): la distinzione tra 1 e 2 è pertanto dettata più da esigenze pratiche che da una vera differenza logica tra le due accezioni (cfr. soprattutto 1.2, dove l'idea di 'falsa accusa' è strettamente legata a quella di 'raggiro'). Riguardo a 3, si tenga presente che è accezione semantica francese non produttiva nei dialetti it. (cfr. Bonolis, Calumnia, pp. 311-12) e limitata alla locuz. segnalata in 3.1 (v.).

0.7 1 Accusa infondata (ai danni di qno), falsa ingiuria; offesa, insulto. 1.1 Fras. Porre calunnia a qsa: ingiuriare, offendere. 1.2 [Dir.] [In relazione al giuramento con il quale si assicurava di non essere spinti da intento persecutorio e di non muovere accuse dolosamente false contro la parte avversa in un contenzioso o in una lite]. 2 [Dir.] [In un'azione legale:] cavillo, raggiro. 2.1 [Con rif. ad un'argomentazione:] opposizione cavillosa, priva di fondamento. 3 Contestazione, diverbio. 3.1 [In relazione alla povertà, definita 'possesso non contestato']. Locuz. avv. Senza calunnia. 4 Molestia, tormento. Fras. Fare calunnia a qno: vessare, opprimere. 5 (Motivo di) biasimo; rimprovero.

0.8 Elena Artale 25.07.2002.

1 Accusa infondata (ai danni di qno), falsa ingiuria; offesa, insulto.

[1] ? St. de Troia e de Roma Amb., 1252/58 (rom.), pag. 307.27: Aurelius Comodus filio de Antonio e esso Antonius regnao anni .xiij. e ne lo principio mustrao como devea essere e como li fossi dicto da li granni, ka li barbari non te lassaraono pilgiare forsa e quello respuse per calunnia e dixe: «E ke ao opporto de fare ne li homini morti essere crudele a tucti». || Il passo non è molto chiaro, e il testo latino non soccorre, in quanto lacunoso della parola corrispondente.

[2] Alberto della Piagentina, 1322/32 (fior.), L. 1, cap. 4, pag. 26.8: quante volte i miseri - i quali con infinite calunnie la non punita avarizia de' barbari tormentava - opposta a' pericoli l'autoritade, difesi!

[3] Parafr. pav. del Neminem laedi, 1342, cap. 22.26, pag. 109.6: La piaçça grande e quello palaxio del tristo Pylato, gle accuxe, le calonnie, le gran falcitae, l'inquisition de Pylato, lo quato responde' de Cristo...

[4] Cronaca volg. isidoriana, XIV ex. (abruzz.), pag. 163.26: Sotto lo cui regimento [[scil. di Baltasar]] Susanna fo liberata da la calumpnia delli falsi sacerdoti, sì come nel libro de Daniele se trova scripto.

1.1 Fras. Porre calunnia a qsa: ingiuriare, offendere.

[1] Giordano da Pisa, Quar. fior., 1306 (pis.>fior.), 40, pag. 209.32: Dunque quando non può errare ne la sapienzia né nel giudicio, come dunque poni calogna all'opere di Dio?

1.2 [Dir.] [In relazione al giuramento con il quale si assicurava di non essere spinti da intento persecutorio e di non muovere accuse dolosamente false contro la parte avversa in un contenzioso o in una lite].

[1] Stat. sen., 1280-97, par. 11, pag. 6.10: Item, statuimo che 'l notaio del Comune non tolla nè debbia ricévare, del saramento de la calognia, più che VJ denari; e de la confessione, IJ denari, e non più.

[2] Stat. sen., 1298, dist. 2, cap. 4, pag. 204.5: et diffinire et terminare sien tenuti et debbiano, summariamente, senza strepito di giudicio, e senza contestare lite, e senza iuramento di calumnia, per delazione di saramento, se le parti ne saranno in concordia...

[3] Stat. pis., 1321, cap. 9, pag. 204.5: u iuri alle sancta Dio evangelia, sè avere ricevere da quella persona contra la quale quella stazina dimanda di fare, per quello che la dimanda di fare, et che d'ella fare doversi non dimanda per animo di calupnia...

[4] Stat. fior., 1334, L. I, cap. 39, pag. 220.16: e quando alcuna petizione o domanda fia data dinanzi a' detti Consoli, incontanente debbia giurare l'attore e l'adomandatore che quella non fa per calunnia nè maliziosamente.

[5] Stat. perug., 1342, L. 2, cap. 29, par. 1, vol. 1, pag. 396.29: che 'l giudece denante dal quale sirà porto el libello degga adomandare l'actore se crede giustamente adomandare quille cose le quale en lo libello se contengono, e faccia esso giurare che per anemo de calunnia non adomande...

[6] Stat. castell., XIV pm., pag. 212.23: Tucti frati et sore non debbiano saramenti solenni se necessità non le costregnesse e·lli casi permessi per la fede apostollica cioè per pace et per fede, per calunpnia et per fare testimoniança...

1.2.1 [Dir.] Fras. Giurare di calunnia: giurare di non dire il falso (con intento doloso e persecutorio).

[1] Stat. sen., 1298, dist. 2, cap. 5, pag. 204.18: e 'l convento comparirà et negarà quello che li è addimandato; allora si contasti la lite infra l'actore e 'l convento, e giurisi per loro di calunnia.

[2] Stat. sen., 1309-10 (Gangalandi), dist. 2, cap. 331 rubr., vol. 1, pag. 532.10: Del reo el quale non vuole giurare di calunnia.

[3] Cost. Egid., 1357 (umbro-romagn.), L. V, cap. 7, pag. 687.8: E 'l cristiano chi per lo çudeo o per l'usuraro sia procuratore in iudicio sia tenuto, in anima sua, de giurare de calumpnia e de malicia giuramento prestare...

2 [Dir.] [In un'azione legale:] cavillo, raggiro. || Latinismo semantico.

[1] Accurso di Cremona, 1321/37 (mess.), L. 8, cap. 3, vol. 2, pag. 155.25: Adonca per soy inusitati gridati in curti scurrendu continuamenti li tribunali, fu nutissimu exemplu di fiminil calunpnia. || Cfr. Val. Max., VIII, 3, 2: «muliebris calumniae notissimum exemplum evasit».

[2] Valerio Massimo, prima red., a. 1338 (fior.), L. 8, cap. 2, pag. 545.12: Ora constrinse elli la calunnia della privata azione, e lasciò giudicare alla publica questione l'adulterio. || Cfr. Val. Max., VIII, 2, 2: «nunc privatae actionis calumniam ipse conpescuit».

2.1 [Con rif. ad un'argomentazione:] opposizione cavillosa, priva di fondamento. || Cfr. Vasoli-De Robertis, Dante. Convivio, p. 664.

[1] Dante, Convivio, 1304-7, IV, cap. 15, pag. 359.13: e dice cristiani, e non filosofi o vero gentili, [delli quali] le sentenze anco sono in contro, però che la cristiana sentenza è di maggiore vigore, ed è rompitrice d'ogni calunnia, mercé della somma luce del cielo che quella allumina.

3 Contestazione, diverbio. || Francesismo semantico (v. Tobler-Lommatzsch s.v. chalonge, II, 184, 50).

[1] <Tesoro volg. (ed. Gaiter), XIII ex. (fior.)>, L. 6, cap. 46, vol. 3, pag. 144.1: La comunicazione sì congiunge li buoni in uno amore per cagione di virtude, li quali veramente s'amano insieme; e non è tra loro calogna niuna, nè contenzione, nè volontà di vincere l'uno l'altro... || Cfr. B. Latini, Tresor, II, 44, 12: «Entre aus n'a point de chalongne ne de descorde».

3.1 [In relazione alla povertà, definita 'possesso non contestato']. Locuz. avv. Senza calunnia. || Lat. giuridico sine calumnia 'senza chiamata in giudizio', 'senza azione civile' (cfr. Bonolis, Calumnia, pp. 301-302).

[1] Fiori di filosafi, 1271/75 (fior.), pag. 218.2: «La povertade èe bene odiato, madre de la santade, rimovimento di rangole, ritrovatrice del savere, mercatanzia sanza danno, possedimento sanza calogna, prosperità sanza sollicitudine».

[2] Guittone, Lettere in prosa, a. 1294 (tosc.), 3, pag. 37.28: E 'l Filoçofo Segondo dicie: «Che è povertà? [[...]], sustansia che non contare si può, possessione sensa chalognia e fortuna non-cierta, e sensa solicitudine felicità». || Cfr. Margueron, Guittone. Lettere, p. 59 (cui si rimanda anche per l'indicazione della fonte latina): «senza contestazione».

[3] Ottimo, Par., a. 1334 (fior.), c. 11, proemio, pag. 262.29: Ancora, la povertade, secondo la parola de la Sapientia, è bene sanza calunnia; per lei non si muovono liti, non si temono ladri, non scherani, non alterazione d'aere.

4 Molestia, tormento. Fras. Fare calunnia a qno: vessare, opprimere. || Cfr. Bonolis, Calumnia, p. 285.

[1] Bibbia (03), XIV-XV (tosc.), 1 Re 12.4, vol. 3, pag. 60.14: E dissero: non ci hai fatto calunnia, e non ci hai oppremuti, e non hai tolto alcuna cosa di mano di persona. || Cfr. Re 1, 12.4: «non es calumniatus nos».

[2] Bibbia (07), XIV-XV (tosc.), Ez 22.7, vol. 7, pag. 465.4: E afflissono lo padre e la madre in te con vergogna, e feciono calunnia al forestiere in mezzo di te, e contristarono lo pupillo e la vedova appo di te. || Cfr. Ez., 22.7: «advenam calumniati sunt in medio tui».

5 (Motivo di) biasimo; rimprovero.

[1] f Deca prima di Tito Livio, XIV pm.: Di questo fallo li diece compagni n'ebbero grande calunnia. || TB s.v. calunnia.

[2] Fazio degli Uberti, Rime varie, a. 1367 (tosc.), 3.11, pag. 43: Ché giovin de' voler, ch'è grande e nobile, / cercar piú di far mobile / di cari amici assai, che di pecunia; / fuggire ogni calunnia; / viver con buon costumi onesto e sobrio...

[u.r. 19.12.2017]