CARESTÌA s.f.

0.1 carastia, caressia, carestea, carestia, carestìa, carestie, caristia, caristìa, caristie, charestia, charsetia, karestia, karisstia.

0.2 Lat. *carestia (LEI s.v. carere / *carestus, 12, 94.31).

0.3 Ruggieri Apugliese (ed. Contini), XIII m. (sen.): 1.2.

0.4 In testi tosc.: Ruggieri Apugliese (ed. Contini), XIII m. (sen.); Restoro d'Arezzo, 1282 (aret.); Lett. fior., 1291; Giordano da Pisa, Prediche, 1309 (pis.); Stat. sen., 1309-10 (Gangalandi); Cronica di Lucca, c. 1357 (lucch.).

In testi sett.: Pietro da Bescapè, 1274 (lomb.); Zibaldone da Canal, 1310/30 (venez.); Parafr. pav. del Neminem laedi, 1342;Stat. venez., 1366; Sam Gregorio in vorgà , XIV sm. (lig.).

In testi mediani e merid.: Jacopone (ed. Ageno), XIII ui.di. (tod.); Giostra virtù e vizi, XIII ex. (march.); Armannino, Fiorita (13), p. 1325 (abruzz.); Stat. perug., 1342; Buccio di Ranallo, Cronaca, c. 1362 (aquil.); Anonimo Rom., Cronica, XIV; Destr. de Troya, XIV (napol.).

In testi sic.: Giovanni Campulu, 1302/37 (mess.).

0.5 Locuz. e fras. avere carestia di 1.1; fare carestia di 1.2; montare di carestia 2.1.

0.7 1 Mancanza, scarsezza di qsa (o di qno). 1.1 Locuz. verb. Avere carestia di: mancare di, non avere o o non ricevere. 1.2 Locuz. verb. Fare carestia di: privare di. 1.3 [Med.] Desiderio irrefrenabile di cibo, bulimia. 2 Stato pubblico di generale scarsità di vettovaglie con conseguente aumento dei prezzi. 2.1 Fras. Montare di carestia: salire di prezzo. 3 Ciò che acquista grande valore dall'essere raro.

0.8 Pär Larson 23.09.2002.

1 Mancanza, scarsezza di qsa (o di qno).

[1] F Folco di Calabria, a. 1266 (tosc.): Or sono bene mortto, ché vivo in carestia / di ciò che più disio / e va pur acresciendo; / di mia mortte a dan no mi· [·l·] teria. || CLPIO, V 168 FoCa.23.

[2] Giordano da Pisa, Prediche, 1309 (pis.), 1, pag. 3.9: Or, intra li altri defecti et carestie di cose, sì è una la quale è pessima et questa carestia è universale in tutto 'l mondo; ché non addiviene della carestia del grano et de l'olglio, però che se non è in una provincia sì nn'è in dell'altra.

[3] Stat. sen., 1309-10 (Gangalandi), dist. 5, cap. 416, vol. 2, pag. 411.33: Anco, conciò sia cosa che ne la città di Siena sia magiore carestia di legna che essere non soleva ne li tempi passati...

[4] Zibaldone da Canal, 1310/30 (venez.), pag. 94.23: Se le challende de çener vien de marti, lo inverno serà grande et primavera e l'istade serà humida e serà mollto plobe e mollto neve e l'otono serà secho e serà puocho gran e serà mortallitade de porçi e de piegore e mortallitade de femene e mollti legni perirà e serà abondança de mel e charestia de lin...

[5] Parafr. pav. del Neminem laedi, 1342, cap. 19, pag. 88.32: Ma de tai mati al tempo d'ancò n'è gran carestia e pochi hin va per chà del dolce Yesu Criste. Ma quando el vegne al mondo, el n'inpì la gesia.

[6] Stat. fior., a. 1364, cap. 32, pag. 99.12: Acciò che magiore copia e abondancça s'abbia nella città di Firencçe d'orciuoli, misure e bicchieri, i quali e le quali continuamente bisognano, e maximamente agli uomini della detta arte nella loro arte e mestiere, e a torre e cessare la carestia di quegli o di quelle...

[7] Stat. venez., 1366, cap. 137, pag. 64.8: CXXXVII Cum ço sia cosa ch' e' Sovrastanti de l' arte dale colçe, per si e per altri, a no' asponesse supplicando che ça longo tempo dato fo ad elli ordene ch'elli no podesse portar drappi a vendere in plaçça de Sen Marco et in campo de Sen Polo, né eciandio portar in altro logo a vendere, de maçor presio de grossi VII per braçço, la qual cosa dise no poder fare per la carestia dele lane e amplamento dela Terra, perché lli no pò portar drappi de quella bontade che li homeni vole, imperçò che li homeni no vol così vili drappi...

[8] Anonimo Rom., Cronica, XIV, cap. 18, pag. 188.21: Tutta quella sala fu piena de menze. La moglie colle donne manicao nella sala dello palazzo nuovo dello papa. In questo pranzo fu maiure carestia de acqua che de vino.

1.1 Locuz. verb. Avere carestia di: mancare di, non avere o o non ricevere.

[1] Chiaro Davanzati, XIII sm. (fior.), canz. 42.29, pag. 150: altri n'ha gio' e io pena; / prendene ['n] abondanza, / ed io la veg[g]io a pena; / la chiara âra serena / per me è 'n discuranza, / ché quelli che ll'ha in possanza / n'ha più che non disia, / ed io n'ho carestia / e largo di pesanza.

[2] Armannino, Fiorita (13), p. 1325 (abruzz.), pag. 23.26: Questoro per sé non sostene pena, ma per lo peccato de lo primo parente; li qualy baptizaty fono qua non se trovano, ma quelloro che carastiaàne abuto de baptismo, questoro non àne pena sensytiva ma privativa che privati sono de la visione divina».

[3] Simintendi, a. 1333 (tosc.), L. 10, vol. 2, pag. 228.4: Lo mio padre amò te innanzi agli altri: gli Delfi, posti nel mezzo del mondo, ebbero carestia di lui; però che lo iddio allora usava di stare in Europa e nella disarmata Parte... || Cfr. Ov. Met. X, 168: «In medio positi caruerunt praeside Delphi».

[4] Giovanni Campulu, 1302/37 (mess.), L. 2, cap. 21, pag. 61.11: et tandu sanctu Benedictu dixe allj monachi: 'Pirkì vj attristati de zo, ky aviti bisognu de panj? oye de aviti alcuna caristia, et demane de averiti maiori copia'.

[5] Deca prima di Tito Livio, XIV pm. (fior.), L. 7, cap. 37, vol. 2, pag. 205.19: piacque a' magistrati, mentre che li Romani si stavano rinchiusi, di mandare la loro gente per lo paese a procacciare vittuaglia, credendo ed estimando che intanto li Romani, che non aveano arrecato fornimento, se non quanto ciascuno potea portare colle sue armi, dovessero avere carestia di tutte le cose. || Cfr. Liv. VII, 37, 10: «et tum certaminis mora haud procul ab rerum omnium inopia esset...».

[6] Apollonio di Tiro, XIV m. (tosc.-venez.), incipit, pag. 7.8: Appollonio disse: O çittadini de Tharsia li quali avete grandissima caristia de blava, io Appollonio de Tyri vi daroe abondançia de quella...

[7] Anonimo Rom., Cronica, XIV, cap. 3, pag. 16.1: Volenno fuire tramazzao da cavallo. Lassao lo cavallo e vennesene a pede. Sacci ca non abbe carestia de paura!

1.2 Locuz. verb. Fare carestia di: privare di.

[1] Ruggieri Apugliese (ed. Contini), XIII m. (sen.), 1.48, pag. 888: quando la veo non pos' parlare; / e dolente mi fa stare: / di sé fa carestia.

[2] Comm. Arte Am. (B), XIV pm. (fior.), ch. 396, pag. 768.5: Detto di sopra come tu faccia di te graziosa carestia alla giovane, qui sogiugne che tu dei amare più d'una donna, e però della guardia che in ciò de' avere scrive; e questo fa perché qui dinanzi aveva trattato del furore della moglie quando truova il marito con un' altra amica.

[3] Sacchetti, Trecentonovelle, XIV sm. (fior.), 227, pag. 588.4: Spesso interviene, ed è intervenuto a molte, che è dato loro marito, e poi è loro tolto o prestato a certi lunari. E non so se questa via tiene il giovane con meno pericolo; però che quando se ne fa gran carestia, con maggior desiderio si sforza poi la natura, quando si congiunge insieme.

1.3 [Med.] Desiderio irrefrenabile di cibo, bulimia.

[10] Gl Senisio, Declarus, 1348 (sic.), 38r, pag. 41.27: Bulismus mi... magna fames, que dicitur caristia.

2 Stato pubblico di generale scarsità di vettovaglie con conseguente aumento dei prezzi.

[1] Pietro da Bescapè, 1274 (lomb.), 392, pag. 40: Encosí fé de l'omo k'è in toa bailia, / E çelo e caldo e fame, sedhe e caristia / No pó star in una on sia alegro on gramo, / Ora ben et ora mal, ora pro et ora dagnio..

[2] Restoro d'Arezzo, 1282 (aret.), L. II, dist. 8, cap. 20, pag. 234.22: E se la terra per alcuna cascione uscisse fore del suo termine, e multiplicasse per alcuno tempo el suo pasto, sarea viltà e·lle cose, la quale viltà sarea vizio: è mestieri per rascione ch'ella torni al suo termine. E se per alcuna cascione uscisse fore del suo termine, e demenemasse per alcuno tempo el suo pasto, lo quale termine è entra el più e 'l meno, sarea carestia, la quale sarea vizio...

[3] Bono Giamboni, Orosio, a. 1292 (fior.), L. 6, cap. 17, pag. 404.5: E impedito il mercato che venia di Cicilia, fece a Roma carestia...

[4] Jacopone (ed. Ageno), XIII ui.di. (tod.), 14.39, pag. 50: 'L biado serva en anno en anno, c'aspetta la caristìa: / puoi ch'è guasto, el se mannuca, 'n casa mette dolentìa.

[5] Giostra virtù e vizi, XIII ex. (march.), 510, pag. 344: Io aio gran paura / ke io prisu non scia, / cha nnon ç'è victüalia; de funti e de rosura / çe vegio karisstia».

[6] Stat. fior., 1310/13, cap. 79, pag. 54.20: Anche, a cciò che copia e ab[on]danza di vittua[g]li[a] più tosto si abbia [e non] sia la carestia ne la città di Firenze, statuto e ordinato è che neuno artefice de la detta arte ardisca o presumma fare alcuna postura, lega o conventicola con alcuna persona di questa arte o fuori de l'arte d'alcuna mercatantia pertinente a questa arte...

[7] Giovanni Campulu, 1302/37 (mess.), L. 2, cap. 21, pag. 61.4: Ricunta ancora sanctu Gregoriu ky unu tempu in Campagna sì era una caristia...

[8] Stat. perug., 1342, L. 1, cap. 50, par. 22, vol. 1, pag. 201.9: Ancora enpercioché se crede che ei contadine ei loro biene vendiero per la carestia e che el preço d'esse cose en vitualie, devete overo colte avessero convertito, statuimo e ordenamo che del preço de le cose vendute da calende de novenbre mille trecento trentenuove en qua fine a kalende de genaio prossemamente pasate esse contadine vendetore overo alienatore non siano gravate del preço...

[9] Dom. Benzi, Specchio umano, a. 1347 (fior.), pag. 338.13: Quasi a l'entrata del detto mese di giugno, nella città di Napoli cominciò a essere grande charestia e fame; perciò che, come detto è di sopra, l'altre parti del mondo non furono sanza charo e che parte non n'avessono.

[10] Cinquanta miracoli, XIV pm. (ven.), pt. 1, 11, pag. 24.5: Un tempo fo tanta caristia e mortalitade ke mai simele no fo oldida...

[11] Cronica di Lucca, c. 1357 (lucch.), pag. 190.28: In questo tenpo lo conte Guido raguistò l'Elba et Ponte ad Era et Calcinaia et molte altre castella. Riduse Pisa a buono istatto et liberolla da carestia e guardò bene l'avere del comune.

[12] Buccio di Ranallo, Cronaca, c. 1362 (aquil.), quart. 329, pag. 72: Anni mille trecento vintinove corrìa; / Sacciate cha fo in Aquila una granne carestìa...

[13] Matteo Villani, Cronica, 1348-63 (fior.), L. 1, cap. 7, vol. 1, pag. 17.14: Stimossi per lo mancamento della gente dovere essere dovizia di tutte le cose che lla terra produce, e in contradio per la ingratitudine delli uomini ogni cosa venne in disusata carestia, e continovò lungo tempo: ma in certi paesi, come narreremo, furono gravi e disusate fami.

[14] Destr. de Troya, XIV (napol.), L. 13, pag. 136.30: Thelefo era facto re de quella provincia e aveale promisso per lo tiempo futuro de mandare succurso de grano ad habundantia loro, per che tutto lo exiercito potea stare securo che non dovetava de carastia nén de famme mentre che devessero essere in quilli paysi di Troya...

[15] Sam Gregorio in vorgà , XIV sm. (lig.), L. 2, cap. 24, pag. 137.13: A un atro tempo seando grande carestia e gram fame in tuta la dita provincia de Campagna, mancà lo gram e lo pam in lo dito monester de Beneto, intanto che un iorno, venendo a mensa, non se trovà se non cinque pain.

[16] Legg. sacre Mgl. XXXVIII.110, XIV sm. (sett.), 18, pag. 72.7: Un tempo era grandenissima fame e carastia in tuta la provencia del veschovà de san Nicolò; ello abiando oldù che molte nave eran vegnù caregà de formento, el corse incontenente al porto e pregàvagi che per Deo i dessen sto formento al so povolo, el qual more de fame.

2.1 Fras. Montare di carestia: salire di prezzo.

[1] Lett. fior., 1291, pag. 594.9: Sopra le saie di Luia che volemo per quest'anno v'avemo isscritto per più lettere e ancora per questa il vi ricordiamo che ssiate soleciti ad averne come avere ne potete a mercato che buon sia e ove crediate ch'uttulitade si ne possa fare, infino in quella quantitade che mandato v'avemo cheggiendo. Ben credemo noi che di costà fieno uguanno bene richeste per nostre gienti, onde in ciò tereste quella via che credeste che buona fosse perché non vi montassero troppo di carestia intra le mani, però che dottiamo che la carestia di costà non faciesse viltade di qua.

3 Ciò che acquista grande valore dall'essere raro.

[1] Gl Giordano da Pisa, Quar. fior., 1306 (pis.>fior.), 70, pag. 344.3: Però comperi tu caro il vestimento, il cavallo, il grano, perché ttu l'ami; e però si chiama carità l'amore di Dio, però ch'egli è caro, overo carestia. Non è questo mal nome in tutto, no, anzi è buono: quando il grano è caro e prezioso, e' è suo meglio; quando è vile, è per fango. Così Idio: egli è caro, anzi è carestia, cioè la più preziosa cosa che ssia, e è sì prezioso che ogn'altra cosa è vile, e l'oro, a rispetto de la sua grandezza.

[2] <Zucchero, Esp. Pater, XIV in. (fior.)>, pag. 110.23: Che un santo disse: giamai neuno maldicente non sarà chi ascoltare nol vorrà; onde i grandi e nobili debbono molto bene guardare ch'elli credono, perchè elli truovano pochi chi lor dica veritade altro che menzogne, e di ciò hanno grande mercato in lor corte, e la più carestia che sia si è verità, e lealtà. || Il passo appare corrotto.

[u.r. 09.05.2019]