CESSAMENTO s.m.

0.1 cessamenti, cessamento.

0.2 Da cessare.

0.3 Restoro d'Arezzo, 1282 (aret.): 1.

0.4 In testi tosc.: Restoro d'Arezzo, 1282 (aret.); Stat. pis., a. 1327; Giovanni Villani (ed. Porta), a. 1348 (fior.); Giovanni Colombini, a. 1367 (sen.).

0.5 Locuz. e fras. senza cessamento 2.2; senza grande cessamento 2.2.

0.7 1 [Astr.] Allontanamento di un corpo celeste da un settore del cielo (a causa del movimento lungo la propria traiettoria). 2 Il finire di un'azione o di una situazione. 2.1 La mancanza o il venir meno di qsa. 2.2 Locuz. avv. Senza cessamento, senza grande cessamento: senza sosta.

0.8 Francesca Faleri 08.07.2002.

1 [Astr.] Allontanamento di un corpo celeste da un settore del cielo (a causa del movimento lungo la propria traiettoria).

[1] Restoro d'Arezzo, 1282 (aret.), L. II, dist. 7, cap. 2, pag. 179.17: E vedemo per lo tempo del verno cadere magiurmente la neve che la grande; e la casione de questo si è per lo cessamento del sole, ch'è debilitato lo calore e·l'aere ' e·la terra...

2 Il finire di un'azione o di una situazione.

[1] Stat. pis., a. 1327, L. 3, cap. 86, pag. 177.18: Ordiniamo, che per lo megliore stato et per molti cessamenti di mali che si commicteno in dell'argentiera, di vene et di furti di vene che si fanno...

2.1 La mancanza o il venir meno di qsa.

[1] Giovanni Colombini, a. 1367 (sen.), 28, pag. 103.28: E se io non vi scrivo l'amorose lettare e con quelle parole che Cristo sa dire, pregovi che no lo imputiate da non volere, nè da cessamento di carità.

2.2 Locuz. avv. Senza (grande) cessamento: senza sosta.

[1] Giovanni Villani (ed. Moutier) a. 1348 (fior.), L. 11, cap. 3, vol. 6, pag. 26.31: Noi sostenemo, dice san Gregorio, pestilenzie sanza cessamento, avvegnachè prima che Italia fosse conceduta ad esser fedita dal coltello de' pagani, io vidi in cielo schiere di fuoco, e vidi colui medesimo splendiente di splendori al modo del balenare, il quale poi isparse il sangue umano. || L'ed. Porta legge: «Noi sostenemo», dice santo Gregorio, «sanza cessamento»: cfr. Giovanni Villani (ed. Porta), a. 1348 (fior.), L. XII, cap. 3, vol. 3, pag. 28.3.

[2] Giovanni Colombini, a. 1367 (sen.), 111, pag. 253.24: conviene che inanzi che essa possa fare perfettamente buon frutto, essa sia mortificata, sostenendo tutte le ingiurie e tutte le persecuzioni e tutte le infamie, e ciò che avvenire gli può, portando con una sodezza di pazienzia senza grande cessamento; e allora quando saremo così mortificati sì faremo gran frutto, et il nostro frutto permarrà in eterno.

[u.r. 14.09.2010]