COLASSÙ avv.

0.1 colà su, colà sù, colà suso, colassù, colassú.

0.2 Da colà e su.

0.3 Giordano da Pisa, Quar. fior., 1306 (pis.>fior.): 2.

0.4 In testi tosc.: Milione, XIV in. (tosc.); Dante, Commedia, a. 1321.

0.7 1 In quel posto (collocato a un livello spazialmente superiore a quello del parlante oppure a un livello menzionato in precedenza), lassù. 2 Fig. Nel paradiso della religione cristiana, nel cielo.

0.8 Pär Larson 06.09.2002.

1 In quel posto (collocato a un livello spazialmente superiore a quello del parlante oppure a un livello menzionato in precedenza), lassù.

[1] Milione, XIV in. (tosc.), cap. 49, pag. 67.23: Niuno uccello non vi vola, per l'alto luogo e freddo, e 'l fuoco non v'à lo colore ch'egli àe inn altre parte, né non è così cocente colà suso.

[2] Storia San Gradale, XIV po.q. (fior.), cap. 269, pag. 186.8: E coloro che sono colà su il difenderano a spade e a lance; e se così non sono presi, io no vegio come posaro esere presi sanza afamarli.

[3] Simintendi, a. 1333 (tosc.), L. 11, vol. 3, pag. 22.18: Un'alta torre era a sommo d'una rocca, piacevole luogo agli affaticati ch'uscivano del mare. Salirono colassù, e con pianto raguardano gli tori abattuti per lo lito...

[4] Boccaccio, Decameron, c. 1370, IX, 5, pag. 612.33: Così adunque Calandrino tristo e cattivo, tutto pelato e tutto graffiato, a Firenze tornatosene, più colassù non avendo ardir d'andare, il dì e la notte molestato e afflitto da' rimbrotti della moglie, a suo fervente amor pose fine...

[5] Sacchetti, Rime, XIV sm. (fior.), 209.12, pag. 248: Io mi grattai, ed io me n'ho la pena; / ma, s'io guarisco, quel tuo monacello, / piacciati riveggiamo in una cena / che è colà su nostro signor novello; / gli altri pensier vadan per una vena, / ché non ci ha meglio che empiersi il budello.

2 Fig. Nel paradiso della religione cristiana, nel cielo.

[1] Giordano da Pisa, Quar. fior., 1306 (pis.>fior.), 62, pag. 309.30: in cielo non è più santità che sia in questo mondo, onde i santi quella medesima santità hanno oggi ch'ebbero in questo mondo, né più né meno. Onde non cresce lassù, ma quella medesima c'ha qui, e che nne porti quando ti muori, quella t'hai colassù...

[2] Dante, Commedia, a. 1321, Par. 14.26, vol. 3, pag. 225: Qual si lamenta perché qui si moia / per viver colà , non vide quive / lo refrigerio de l'etterna ploia.

[3] Sacchetti, La battaglia, 1353 (fior.), IV, ott. 51.6, pag. 67: - Donne, tempo non è piú / d'abandonare Elèna che mort'è, / ma volger gli occhi si vuol colassú, / dove l'anima sua con Giove sta, / pregandol che la renda per piatá.

[4] Boccaccio, Decameron, c. 1370, IV, 2, pag. 281.26: Comare, voi siete errata: per le plaghe di Dio, egli il fa meglio che mio marido e dicemi che egli si fa anche colassù; ma, per ciò che io gli paio più bella che niuna che ne sia in cielo, s' è egli innamorato di me e viensene a star con meco bene spesso...

[5] Torini, Brieve collezzione, 1363-74 (fior.), pt. 3, cap. 24, pag. 300.17: Quanto più ci diamo a' diletti del mondo, più ci togliamo, dilungandoci, da' veri e certi di vita etterna.» Grande stoltia è dunque, per questi diletti vili e bassi di quaggiù, volere perdere li alti e nobili di colassù; però che infalibile regola è posta da Dio, che chi questi vuole, perda quelli.

[u.r. 16.03.2009]