COVARE v.

0.1 chova, chovi, coha, cova, covale, covando, covandovi, covanle, covano, covar, covare, covarle, covasse, covate, covati, cove, covi, covino, covo.

0.2 Lat. cubare (DELI 2 s.v. covare).

0.3 Parafr. Decalogo, XIII m. (?) (bergam.): 1.

0.4 In testi tosc.: Tesoro volg., XIII ex. (fior.); Bestiario toscano, XIII ex. (pis.); Gloss. lat.-aret., XIV m.; Dom. da Monticchiello, Rime, 1358 (sen.).

In testi sett.: Parafr. Decalogo, XIII m. (?) (bergam.); Belcalzer (ed. Ghinassi), 1299/1309 (mant.); Poes. ann. bologn., 1294-1339.

In testi mediani e merid.: Marino Ceccoli, XIV pm. (perug.).

0.5 Locuz. e fras. covare il fuoco 1.1.1.

0.7 1 [Di uccelli:] stare sopra un uovo per scaldarlo e permettere lo sviluppo dell'embrione. 1.1 Fig. Stare accovacciato davanti ad una fonte di calore (a somiglianza di una gallina che cova le uova). 1.2 Fig. Nascondere o alimentare qsa per farne futuro uso. 2 Stare nascosto. 3 Fig. Sovrastare, controllare da una posizione elevata. 4 Giacere, trovarsi. 5 [Di acque meteoriche:] ristagnare.

0.8 Pär Larson 10.09.2002.

1 [Di uccelli:] stare sopra un uovo per scaldarlo e permettere lo sviluppo dell'embrione.

[1] Parafr. Decalogo, XIII m. (?) (bergam.), 103, pag. 422: Quand la zigonia è vegia e no po volare, / la zigonia zoven se la met a covare, / e sì ye percaza cosse da mangiare.

[2] Bestiario moralizz., XIII (tosc./aret.-castell.), 37.5, pag. 814: De la perdice potemo pigliare / molto delicato amaiestramento; / alcuna è ke non pò filioli fare, / a la vicina gioca a tradimento: / furali l'ova, ponese a covare / finké ·lle so' venuti a nascimento...

[3] Bestiario toscano, XIII ex. (pis.), cap. 44, pag. 64.19: La pernice si è uno ucello di cutal natura che quando ella fa le vuova per covarle, se un'altra pernice le può involare, sì le l'invola e alleva quelli filliuoli...

[4] Belcalzer (ed. Ghinassi), 1299/1309 (mant.), pag. 169.13: S'el vegnerà lo thron quand coha i oxey, molt se 'n guasta dey ove, e sovenza fiada fa abortir le gravie, zo dis Aristotel.

[5] Cecco d'Ascoli, Acerba, a. 1327 (tosc./ascol.), L. 3, cap. 7.2288, pag. 267: Naturalmente de' serpi è nemica [[la cicogna]]. / Non fa col viso, ma col petto cova, / E dentro al core pur l'ova comprende / Che su lo sperma sua virtute muova.

[6] Palladio volg., XIV pm. (tosc.), L. 1, cap. 28, pag. 34.7: E se porrai l'uova della paona sotto la gallina, sicchè la paona sia scusata dal covare, farà tre volte l'anno uova.

[7] ? Gloss. lat.-aret., XIV m., pag. 309.5: H[.], per covare. [...], vel potu vel cibo recreare. || Il passo è chiaramente lacunoso.

[8] Fazio degli Uberti, Dittamondo, c. 1345-67 (tosc.), L. 5, cap. 9.26, pag. 362: Lo struzzo è pigro e però la natura / gli ha fatto sotto l'ala uno sperone / col qual si punge a cercar sua pastura. / Di giugno, l'uova copre col sabbione; / lo sol le cova e, nati, li nutrica / col fiso sguardo ch'addosso lor pone.

[9] Sacchetti, Sposizioni Vangeli, 1378-81, (fior.), Sp. 44, pag. 259.20: una figura ti vo' dare: la gallina cova l'uovo, e in pochi [dì] v'è dentro il pulcino. Onde v'entrò? Or pensa a l'onipotenza di Dio, se egli puote essere in quella ostia!

- [Di altri animali ovipari].

[10] Tesoro volg., XIII ex. (fior.), L. 5, cap. 1, pag. 78.9: E' nascono di uova, e poi che le serpi hanno fatto le uova, sì le covano sotterra, e nascono di quelle uova, sì come gli uccelli.

1.1 Fig. Stare accovacciato davanti ad una fonte di calore (a somiglianza di una gallina che cova le uova).

[1] Boccaccio, Filocolo, 1336-38, L. 3, cap. 24, pag. 291.9: ben v'era in uno de' canti un poco di cenere, nella quale riluceano due stizzi già spenti, de' quali la maggior parte una gattuccia magra covando quella occupava.

1.1.1 Trans. Fras. Covare il fuoco.

[1] Boccaccio, Corbaccio, 1354-55, parr. 401-10, pag. 111.27: E se tu, come io lo più delle mattine la vedea, veduta l'avessi con la cappellina fondata in capo e col veluzzo d'intorno alla gola, così pantanosa nel viso come ora dissi, e col mantello foderato covare il fuoco, in su le calcagna sedendosi, con l'occhiaia livida, e tossire e sputar farfalloni, io non temo punto che tutte le sue virtù dal tuo amico udite, avessero tanto potuto farti di lei innamorare...

1.2 Fig. Nascondere o alimentare qsa per farne futuro uso.

[1] Ottimo, Inf., a. 1334 (fior.), c. 16, pag. 305.30: tutta quella corda, cioè la frodolenza, per comandamento di Virgilio, cioè della ragione, quella corda diede a Virgilio, cioè quella fraudolenza e appitito carnale sottomisse alla ragione, e la ragione lo gittò ne l'VIIJ circulo, là dove la frode cova li suoi frodolenti...

[2] Poes. ann. bologn., 1294-1339, [1339] No me despiace, 5, pag. 54: No me despiace che talvolta hom provi / l'amaritudine del tempo eversso, / però che tutor non par solaço né schersso, / ançi è più poncente che rovj. / Or se dia pace ch'il dolor non chovi, / prosperità sperando da traversso, / che la ventura no sta puro in un versso, / ançi se muta d'acidenti novi.

[3] Petrarca, Canzoniere, a. 1374, 136.5, pag. 191: nido di tradimenti, in cui si cova / quanto mal per lo mondo oggi si spande, / de vin serva, di lecti et di vivande, / in cui Luxuria fa l'ultima prova.

2 Stare nascosto.

[1] <Zucchero, Esp. Pater, XIV in. (fior.)>, pag. 20.40: Levatevi di vostre truffe, e vostri gabbi, che a tale cova la morte sotto suoi drappi, che si crede essere forte e sano.

[2] Fazio degli Uberti, Dittamondo, c. 1345-67 (tosc.), L. 4, cap. 7.34, pag. 273: Lupo né volpe alcuna ci cova, / nottol né serpe e, s'alcun ci si porta, / come pesce senz'acqua ci fa prova.

3 Fig. Sovrastare, controllare da una posizione elevata.

[1] Dante, Commedia, a. 1321, Inf. 27.41, vol. 1, pag. 458: Ravenna sta come stata è molt'anni: / l'aguglia da Polenta la si cova, / sì che Cervia ricuopre co' suoi vanni. || Cfr. Francesco da Buti, Inf., 1385/95 (pis.), p. 695: «L'aquila da Polenta la si cova; questo dice, perché signoreggia».

[2] Giovanni Villani (ed. Porta), a. 1348 (fior.), L. XIII, cap. 33, vol. 3, pag. 377.13: così s'arendé Fronzole al conte Simone, salve le persone, a dì XXIIII d'agosto del detto anno, che ffu un bello aquisto al conte, però ch'è de' più forti castelli e rocca di Toscana, e cova e soprasta a Poppi, al di sopra poco più d'uno miglio.

[3] Marino Ceccoli, XIV pm. (perug.), 19.2, pag. 681: O voi che sète post'en alto colle, / el qual da lugne par ch'el mondo cove: / e par ch'ogne deletto ve se trove, / fuor d'uno, el qual la Teverina tolle...

[4] Fazio degli Uberti, Dittamondo, c. 1345-67 (tosc.), L. 3, cap. 15.78, pag. 227: «per li superbi e indomi / pelaghi, venti e scogli, che l'uom trova / da Pisa al Corso, in fin ch'al Sardo tomi, / Leone è detto, e poi par che si mova / da Liguria il Ligur [[scil. mare]], la cui pendice / tien quanto mare il Genovese cova.

4 Giacere, trovarsi.

[1] Pieraccio Tedaldi, XIV pm. (fior.), 25.13, pag. 741: E chi può far vendetta ed ha temenza, / e chi ne la pregion dimora e cova, / e chi del male altrui fa penitenza.

[2] Dom. da Monticchiello, Rime, 1358 (sen.), 1.11, pag. 33: I' veggio i tori già domati al giovo / e del serpente già nascere i denti / in quella parte ov'al presente covo: / i' veggio fecundare i bianchi armenti, / i' veggio che 'l pastor teme dell'ovo, / e veggio e cavalier suoi esser venti.

[3] Fazio degli Uberti, Dittamondo, c. 1345-67 (tosc.), L. 3, cap. 2.75, pag. 188: Passammo un fiume, che per sole e piova / fellon diventa, il qual Risan si dice, / e Istria vidi come nel mar cova.

[4] Fazio degli Uberti, Dittamondo, c. 1345-67 (tosc.), L. 4, cap. 8.41, pag. 276: Vidi Paros e il veder mi piacque / per lo nobile marmo che vi cova; / Paros fu detto quando Minoia tacque.

[5] Neri Pagliaresi, XIV sm. (sen.), pt. 7, 13.8, pag. 88: e io per me fatto ho un gran fascione, / là dov'io dormo su quando son l'otte, / ed è di fien coperto e sotto rovi, / e lì mio corpo vo' che sempre covi.

[6] Sacchetti, Rime, XIV sm. (fior.), 77.5, pag. 77: La grazia, che dal ciel<o> par che in voi piova, / infin di qua per fama sempre spica, / come lo 'ngegno vostro s'affatica / dove vertù nel suo valor rinova; / onde lo immaginar, che dentro cova / nel mio pensiero, a gli occhi fa tal brica / che la lor luce tegnon per mendica, / se vostra vista già non la riprova.

5 [Di acque meteoriche:] ristagnare.

[1] Palladio volg., XIV pm. (tosc.), L. 1, cap. 5, pag. 11.16: Ma isguardando a tutte queste condizioni, sempre la mezzolana agguaglianza del sito è utile; e 'l campo aperto, e ritratto da umore delle piove, che non vi covino...

[2] Palladio volg., XIV pm. (tosc.), L. 5, cap. 3, pag. 179.13: Da mezzo questo mese in là si fendano i campi grassi, e là dove l'acqua suol covare: e così s'uccide ogni erba nociva, e che ancora non hanno fermo il lor seme in maturitade.

[3] A. Pucci, Centiloquio, a. 1388 (fior.), c. 50, terz. 83, vol. 3, pag. 64: Attanto sopravvenne sì gran piova, / che valicar non poteva il carreggio / del Re, per l'acqua, che tanto vi cova.

[u.r. 30.11.2020]