CUCIRE v.

0.1 chuciano, chucie, chucir, chucire, chucite, chucito, chuscire, chuscite, chusire, cocerò, cocita, coscire, coscita, coscito, cosciva, cosia, cosidho, cosido, cosilo, cosire, cosirlo, cosito, cosiva, coxire, cucci, cuce, cucendo, cucìa, cuciano, cucii, cucilla, cucionle, cuciono, cucionsi, cucire, cucisse, cucita, cucite, cuciti, cucito, cucivano, cusce, cusci, cuscia, cuscie, cuscile, cuscìo, cusciono, cuscir, cuscire, cuscita, cuscite, cusciti, cuscito, cuscitolo, cuscitteno, cuscivano, cuscìvi, cusía, cusilo, cusir, cusire, cusiri, cusir-lo, cusiti, cusutu, cuxire, cuxuta.

0.2 Lat. consuere (DELI 2 s.v. cucire).

0.3 Uguccione da Lodi, Libro, XIII in. (crem.): 1.

0.4 In testi tosc.: Fiori di filosafi, 1271/75 (fior.); Doc. sen., 1277-82; Doc. prat., 1293-1306; Giordano da Pisa, Pred. Genesi, 1309 (pis.); Simintendi, a. 1333 (prat.); Stat. sang., 1334; Stat. cort., a. 1345; Gloss. lat.-aret., XIV m.; Stat. lucch., 1362.

In testi sett.: Uguccione da Lodi, Libro, XIII in. (crem.); Giudizio universale, XIV in. (ver.); Jacopo della Lana, Inf., 1324-28 (bologn.); Stat. trent., c. 1340; Parafr. pav. del Neminem laedi, 1342; Stat. vicent., 1348.

In testi mediani e merid.: Stat. perug., 1342; Stat. castell., XIV pm.; Anonimo Rom., Cronica, XIV; Mascalcia L. Rusio volg., XIV ex. (sab.).

In testi sic.: Senisio, Declarus, 1348 (sic.); Sposiz. Pass. s. Matteo, 1373 (sic.).

0.7 1 Congiungere due o più pezzi di tessuto o di cuoio (o di altro materiale); confezionare capi di vestiario, calzature o altri oggetti per mezzo di ago e filo. 2 Chiudere o rinchiudere qsa per mezzo di ago e filo. 3 Fig. Stringere due o più persone in un rapporto di amicizia o amore. 4 Sost. Lo stesso che cucitura.

0.8 Pär Larson 24.09.2002.

1 Congiungere due o più pezzi di tessuto o di cuoio (o di altro materiale); confezionare capi di vestiario, calzature o altri oggetti per mezzo di ago e filo.

[1] Uguccione da Lodi, Libro, XIII in. (crem.), 415, pag. 615: De le beatetudene serà molt alegradho / quand el serà dai sainti recevut e clamadho, / de molto precïosissema vestimenta aparadho, / qe no parà qe sea tessuto né filadho, / ni per negun ençegno cosidho ni taiadho...

[2] Libro dei Sette Savi, XIII ex. (tosc.), pag. 75.8: Allora fecie fare Gienus un vestimento e 'l fecie tendere, poi vi fecie su cucire code di scheruvoli più di mille, e vi fecie fare due bestie molto fiere e molto sozze, e avevano le lingue vermiglie come fuoco; e di sopra fecie fare un grande specchio.

[3] Doc. prat., 1293-1306, pag. 184.6: le(n)çuola, lib. IIJ s. XVJ. Anche demo i(n) refe p(er) chuscire li sachoni d. IIJ.

[4] Gl Giordano da Pisa, Pred. Genesi, 1309 (pis.), 14, pag. 117.5: «[E]t aperti sunt oculi amborum. Cumque cognovissent se esse nudos consueverunt folia ficus et fecerunt sibi periçomata». Et aperti sono li occhi d'amburo. Et cognoscendo ch'elli erano nudi cuscitteno insieme le fronde del fico et fècensene coprimento.

[5] Stat. sen., 1309-10 (Gangalandi), dist. 5, cap. 272, vol. 2, pag. 348.26: alcuna altra persona, possa o vero debia ponere in pegno o vero vendere ad alcuna persona, alcuno panno di lana o vero di lino o vero bambagino o vero altra cosa qualunque, la quale data fusse a tegnere o vero coscire o vero ad altro lavorìo fare...

[6] Doc. fior., 1306-25, pag. 92.28: E deono avere, dì XVIJ d'ottobre CCCVIIJ, p(er) vestire d'Albizo, saia altopascina, (e) IJ foderi, (e) cuscire un farseto, lb. XJ s. XIJ.

[7] Jacopo della Lana, Inf., 1324-28 (bologn.), c. 20, 115-123, pag. 507, col. 2.7: Asdente. Questi fo uno callegaro che cusía scarpe ab anticho; divenne àugure e predixea de futuris e disse molte volte de grande veritade...

[8] Simintendi, a. 1333 (prat.), L. 3, vol. 1, pag. 122.2: Lo fanciullo non compiuto fue levato dal ventre della madre, e tenero fue cuscito al pettignone del padre; [[...]] e compieo i tempi della madre.

[9] Stat. sang., 1334, 30, pag. 115.22: E se lo sarto rendesse e panni sença licença di colui che avesse venduto lo panno, debbiasi divietare per coloro della detta arte, e non darli a chuscire nè mostrarli niuno panno.

[10] Stat. trent., c. 1340, cap. 48, pag. 40.18: Anço si deba tor la soa capa con la disciplina e sì se deba ligar al colmo de la casa nostra, sì che ognomo la veça, e sì se de' scriver in una carta el so nome, e cosirlo su la dita capa digando: questo sì è sta deschaçà de la fraternita de li batuy per li soy grandi defeti, e malicie.

[11] Stat. perug., 1342, L. 3, cap. 234, par. 5, vol. 2, pag. 314.11: E nullo sartore overo orfo overo merciaio overo alcun'altra persona possa overo degga, so' la dicta pena, esse entrecciature, corone overo fregiature overo fornementa overo pangne cuscire fare overo lavorare overo apiciare overo ponere, so' la dicta pena.

[12] Stat. vicent., 1348, pag. 22.4: Item ... che nissun mercadante debba tagliare, nè cuxire sotto la botega de la mercandaria, nè lassar tagliare alcun sartore in pena de X soldi de denari veronesi piccoli per ciaschedun e ciascheduna volta.

[13] Gl Senisio, Declarus, 1348 (sic.), 28r, pag. 54.24: Assuo is... valde suere, cusiri.

[14] Stat. castell., XIV pm., pag. 210.9: Bende et legature de seta non usino, et avere debiano pelli solamente aineline, borscie de coio et coregie senpicimente semça seta cuscite, et none altre debbiano avere li frati et le sore...

[15] Gl Gloss. lat.-aret., XIV m., pag. 304.6: suo, is, per cuscire.

[16] Stat. lucch., 1362, cap. 15, pag. 94.34: E nessun costore o costrice, o alcuna altra persona di qualunqua condictione sia, ardisca o presumma talliare, cucire o lavorare, o talliare o cucire o lavorare fare per sè o per altra persona in dela città di Lucha, borghi o sobborghi, contado, distrecto o forsa di quella, a alcuna persona alcuni panni o vestimenti di sopra vietati per la forma de' soprascritti capitoli...

[17] Anonimo Rom., Cronica, XIV, cap. 18, pag. 183.14: A ciò respuse lo tribuno e disse: «Toa cappa salva ène». Mannao per panni. In quello stante li fece tagliare e cosire ricca cappa de quello panno de quello colore.

[18] Mascalcia L. Rusio volg., XIV ex. (sab.), cap. 159, pag. 307.12: Quando lu n(er)vu s(er)rane tagliato piglia l'unu et l'aut(r)o capo d(e) lu nervu et cusilo co la seta et poi ce pui li lisculi, ch(e) ce t(ro)va e(n) no letame, fricti en ne l'oliu d(e) la uliva.

2 Chiudere o rinchiudere qsa per mezzo di ago e filo.

[1] Bono Giamboni, Orosio, a. 1292 (fior.), L. 5, cap. 15, pag. 313.14: E ancora Publicio Malleolo con suoi servi fece uccidere la madre; e condannato del maleficio, con gallo e con serpe in uno cuoio fue cuscito, e in mare gittato.

[2] Trattato de' falconi, XIV in. (tosc.), cap. 7, pag. 19.3: E da che sarà bene usato alla mano, e reddirà bene, abbie una gazza prima che tu gli mostri alcuno altro uccello, e cuscile gli occhi; e polla in terra; e valle collo sparviere appresso sì che la pigli...

[3] Giudizio universale, XIV in. (ver.), 66, pag. 58: sovra el corpo morto / de longo tempo n'è çitaa la sorto, / ke la peçor vesta k'en la ca' sia / viaçamentro entorno g'è cosia, / e sença demorança e triga alcuna / el fi portà e mes en sepoltura...

[4] Dante, Commedia, a. 1321, Purg. 13.71, vol. 2, pag. 216: E come a li orbi non approda il sole, / così a l'ombre quivi, ond'io parlo ora, / luce del ciel di sé largir non vole; / ché a tutti un fil di ferro i cigli fóra / e cusce sì, come a sparvier selvaggio / si fa però che queto non dimora.

[5] Parafr. pav. del Neminem laedi, 1342, cap. 24, pag. 116.7: quel bon Nichodemo chi vegne consego e portòn un drapo de lin sutilissimo bel e biancho e un nobel sudario e quaxi cento lire de mirra e d'aloes, e tuto conperòn per vegnir a onçer quel precioso corpo e cusir-lo e fassar-lo e sepelir-lo segondo la lor uxançça.

[6] Pegolotti, Pratica, XIV pm. (fior.), pag. 309.23: si chiamano poi una coppia di zucchero, Zucchero musciatto perchè sono grandi pani s'aconciano pure a uno a uno, e mettesi nel suo cappello di palma e coperchiato col suo coperchio di palma in questo modo: [[...]] e si cuce e s'invoglia di canovaccio di sopra dal cappello della palma come dice di sopra pure a pane a pane.

[7] Doc. fior., XIV sm. (3), pag. 23.19: fu piato fato in vescovado per dare la parola al deto frate Ghuido di potere vendere e piato fato in Palagio e simile carte, come frate Guido era procuratore di Santa Maria Nuova; tute le dete carte sono chucite in uno vilume e abiamo ogni carta di Francesco del Chiaro che s'apartiene.

3 Fig. Stringere due o più persone in un rapporto di amicizia o amore.

[1] Fiori di filosafi, 1271/75 (fior.), pag. 148.3: Cato disse: «L'amistade ch'è cuscita disavedutamente col folle è da druscire anzi che da squarciare. Molto è meglio d'aliquanti averli a iscoperti nemici, che averli ad amici, perché si mostran dolci, ciò son li lusinghieri».

[2] <Zucchero, Esp. Pater, XIV in. (fior.)>, pag. 103.35: Lo dono di sapienzia che 'l Santo Spirito mette nel cuore perfettamente, il purga, e netta di tutta ordura di peccato, e lieva sì lo spirito dell'uomo, ch'elli s'aggiugne, e appicca, e cusce con Dio per una colla d'amore, sicch'elli è tutto uno con esso Dio...

[3] Sacchetti, Sposizioni Vangeli, 1378-81, (fior.), Sp. 48, pag. 279.18: Così si vestì Cristo di schiavina, vestendo la divinità con l'umanità. Apiccossi la scarsella e mìsevi refe: questo fu la carità che cuce e lega; l'ago fu la penitenza che fece; la moneta de l'ariento, la grazia; e la moneta de l'oro, la gloria.

4 Sost. Lo stesso che cucitura.

[1] Doc. sen., 1277-82, pag. 272.16: Ancho XVII sol. nel dì a Neri di Verde per fattura di quatro argaldi et rimendatura i manichoni chon tre soldi che ne demo a Cienne del Campana per achonciatura una ventallia del zendado et per lo chusire.

[2] Jacopo della Lana, Inf., 1324-28 (bologn.), c. 20, 115-123, pag. 507, col. 2.10: Le triste. Qui fa menzione, senza exprimere per nome, d'alcune femene le quali lasono lo cusire e 'l filare e 'l tessere che sono...

[3] Parafr. pav. del Neminem laedi, 1342, cap. 30, pag. 148.34: l'oncion sancta de l'olio sancto per tuti quî loghi che 'l nostro corpo pecca, lo recomandar l'annima, lo murir su la paglia in cenere e in cilicio, lo lavar lo cusir quando 'l corpo è morto...

[u.r. 02.12.2020]