CERA (2) s.f.

0.1 caira, cer', cera, cèra, çera, cere, chaira, chera, ciera, çiera, clera, ihera, zera, zhera, ziera; x: cieri.

0.2 Fr. ant. chiere (DELI 2 s.v. cera 1).

0.3 Giacomo da Lentini, c. 1230/50 (tosc.): 1.

0.4 In testi tosc. e toscanizzati: Giacomo da Lentini, c. 1230/50 (tosc.); Bonagiunta Orb. (ed. Contini), XIII m. (lucch.); Ruggieri Apugliese (ed. Contini), XIII m. (sen.); Brunetto Latini, Rettorica, c. 1260-61 (fior.); Galletto, XIII sm. (pis.); Folgóre, Semana, c. 1309 (sang.).

In testi sett.: Bonvesin, Volgari, XIII tu.d. (mil.); Giacomino da Verona, Ierusalem, XIII sm. (ver.); Memoriali bologn., 1279-1300; Poes. an. mant., XIII/XIV; Anonimo Genovese (ed. Cocito); Fr. Grioni, Santo Stady, a. 1321 (venez.); Parafr. pav. del Neminem laedi, 1342; Enselmino da Montebelluna, XIV pm. (trevis.).

In testi mediani e merid.: Poes. an. march., XIII m.; Regimen Sanitatis, XIII (napol.); Jacopone, Laud. Urbinate, XIII ui.di. (tod.); Armannino, Fiorita (13), p. 1325 (abruzz.); Cecco Nuccoli (ed. Marti), XIV pm. (perug.); Passione cod. V.E. 477, XIV m. (castell.); Buccio di Ranallo, Cronaca, c. 1362 (aquil.).

In testi sic.: Giovanni Campulu, 1302/37 (mess.); Accurso di Cremona, 1321/37 (mess.).

0.5 Locuz. e fras. a cera trista 1.2.3; avere buona cera 1.3.3; con allegra cera 1.2.4; con fresca cera 1.3.2.1; essere in cera 1.3.4; fare cera 1.2.1, 1.2.2; in cera 1.3.4; per cera 1.6.1; tenere cera 1.3.3.

0.7 1 Parte esterna del corpo umano delimitata dall'attaccatura dei capelli e dalla linea della mandibola; il volto. 1.1 Immagine. 1.2 Il messaggio più o meno volontariamente trasmesso dai movimenti, dalle espressioni e dall'apparenza del volto; questi stessi movimenti, espressioni e apparenza. 1.3 Fig. Ciò che è immediatamente visibile, l'apparenza esteriore. 1.4 Estens. Essere umano. 1.5 Estens. La parte del corpo umano posta sopra il collo, il capo. 1.6 Fig. Il luogo dove si viene visti da qno e si è alla sua presenza. 2 Signif. non accertato.

0.8 Maria Clotilde Camboni 18.09.2002.

1 Parte esterna del corpo umano delimitata dall'attaccatura dei capelli e dalla linea della mandibola; il volto.

[1] Giacomo da Lentini, c. 1230/50 (tosc.), 3.48, pag. 51: Le bellezze che 'n voi pare / mi distringe, e lo sguardare / de la cera; / la figura piacente / lo core mi diranca...

[2] Bonagiunta Orb. (ed. Contini), XIII m. (lucch.), son. 7.12, pag. 273: La dolce cera...

[3] Galletto, XIII sm. (pis.), 2.14, pag. 286: Ed eo ponendo mente / la vostra fresca cera, / ch'è bianca più che riso...

[4] Giacomino da Verona, Ierusalem, XIII sm. (ver.), 144, pag. 632: Li virgini santissimi, quella amirabel schera, / [[...]] e sovra li altri tuti sì porta la bandera / d'onor e de belleça cun resplendente clera...

[5] Jacopone, Laud. Urbinate, XIII ui.di. (tod.), 4.143, pag. 499: La blanka cera, allisa, / ke ffo de tale guisa / bactuta e flagellata...

[6] Memoriali bologn., 1279-1300, 9.18, pag. 21: Dona, com' plu sovente / vezo vostra persona / plu me fa innamorare / vostra cera placente / che tutor zoi me dona / con lo dolze sguardare.

[7] ? Cecco Angiolieri, XIII ex. (sen.), 90.8, pag. 208: en la cèra tutto mi nascondo.

[8] Poes. an. mant., XIII/XIV, Çorn'e noy, 5, pag. 232: Çorn'e noy andava atorne / co li altr'innamorati, / pur pensand del vostro amore / e del vostre gran beltadi / e la vostra fresca çera / ce me dava ardiment.

[9] Accurso di Cremona, 1321/37 (mess.), L. 6, cap. 1, vol. 2, pag. 60.6: menatu que fu lu juvini a la curti tachiu perseverantimenti et non fici muttu cu la cera calata in terra et quillu sou virgugnusu silenciu valsi multu a far condannari lu tribunu.

[10] Enselmino da Montebelluna, XIV pm. (trevis.), 347, pag. 25: El vegniva chon quela aspra chorona, / la bela ziera era fata sì bruta, / che 'l chuor a dirlo quasi m'abandona.

1.1 Immagine. || (Panvini).

[1] Giacomo da Lentini, c. 1230/50 (tosc.), 12.43, pag. 167: In gran dilettanz'era, / madonna, in quello giorno / quando ti formai in cera / le bellezze d'intorno...

1.2 Il messaggio più o meno volontariamente trasmesso dai movimenti, dalle espressioni e dall'apparenza del volto; questi stessi movimenti, espressioni e apparenza.

[1] Guido delle Colonne, XIII pm. (tosc.), 4.47, pag. 105: I' allumo entro e sforzo, in far semblanza, / di no mostrar zo che lo meo cor sente. / Oi quant'è dura pena al cor dolente / estar tacente - e non far dimostranza: / ché la pesanza - a la cera consente, / e fanno vista di lor portamenti / (così son volontieri 'n acordanza) / la cera co lo core insembremente.

[2] Federico II (ed. Panvini), a. 1250 (tosc.), 2.39, pag. 160: La vostra ciera umana / mi dà conforto e facemi alegrare...

[3] Brunetto Latini, Rettorica, c. 1260-61 (fior.), pag. 78.14: 'l parliere che vuole somuovere il populo a guerra dee parlare ad alta voce per franche parole e vittoriose, et avere argoglioso advenimento di persona e niquitosa ciera contra' nemici. [[...]] Tutto altrimenti dee in fatto di pace avere umile advenimento del corpo, la ciera amorevole, la voce soave, la parola paceffica...

[4] Armannino, Fiorita (13), p. 1325 (abruzz.), pag. 31.25: Quillo autro che da poy luy vidi venire co lo capo levato et co la cera tanto fera, quello serrà Silvio Carpento fiero contra li nemicy...

[5] Giovanni Campulu, 1302/37 (mess.), L. 2, cap. 3, pag. 42.7: sanctu Benedictu cum bella chera e cum tranquillitate de mente chamau tutti chillj monachi...

[6] Cecco Nuccoli (ed. Marti), XIV pm. (perug.), 12.8, pag. 705: Sempre col fin de tuoe parole un riso / t'uscìa di bocca con allegra cèra.

[7] Passione cod. V.E. 477, XIV m. (castell.), 1258, pag. 72: Uno de li ladroni nequitoso [[...]] sì li dicea cum mala cera, / despreçando esso fortemente, / ke non fosse cusì potente...

[8] Buccio di Ranallo, Cronaca, c. 1362 (aquil.), quart. 123, pag. 24: Con bella cera alegra fo resposto de fare / Omne adjuto et soccurso che sappia adomandare.

1.2.1 Fras. Fare cera (seguito da agg.): atteggiare più o meno volontariamente il volto a un'espressione (il cui valore è determinato dall'agg.); mostrare con intenzione a qno i propri sentimenti per mezzo di atti comunicativi non verbali; fingere di provare un sentimento o di essere diversi da ciò che si è.

[1] Bonvesin, Volgari, XIII tu.d. (mil.), De quinquaginta curialitatibus ad mensam, 111, pag. 319: Ben di 't recev l'amigo e farghe bella clera / E darghe ben da spende e consolá 'l vontera.

[2] Poes. an. (ed. Panvini), XIII (tosc.), 11.7, pag. 487: Amor non saccio a cui mi richiami, / sì laido m'ài feruto, / se non a quelli cui domostri c'ami / fidando il tuo aiuto; / che si degia guardare / né già mai non fidare / a la ciera che fai 'n prima plagente...

[3] Chiaro Davanzati, XIII sm. (fior.), canz. 43.15, pag. 153: quegli è[n], che de l'afanno / alegra cera fanno, / e 'l mal punto non pare.

[4] Fiore, XIII u.q. (fior.), 194.10, pag. 390: Di Mala-Bocca, che già era morto, / Nessun di lor non facea lada ciera, / Ché chi l'amasse sì faria gran torto...

[5] Libro dei Sette Savi, XIII ex. (tosc.), Explicit, pag. 101.5: quand'eglino si furono coricati nel letto, ella gli cominciò a fare mala ciera.

[6] Trattato di virtù morali, XIII/XIV (tosc.), cap. 11, pag. 39.4: se altri dimanda loro alcuna cosa, sì fanno laida cera, e volgono la faccia in altre parte, e mostrano ch'elli abbiano altro a fare.

[7] Paolino Pieri, Merlino (ed. Cursietti), p. 1310-a. 1330 (fior.), 22, pag. 23.7: quando lo vostro marito venne inverso voi, voi gli facesti laida cera; e poi la notte e l'altro dì. Ed egli fu angosciato di sapere la cagione per che voi eravate così crucciata e domandòvene più volte...

[8] Bind. d. Scelto (ed. Gorra), a. 1322 (sen.), cap. 357, pag. 421.28: tanto come può la dama riguardare, elli non si muove e quand'elli non la può più vedere, elli fa molto ladia cera e molto pensosa e molto matta.

1.2.2 Fras. Fare cera: mostrare all'esterno (i propri sentimenti ed emozioni).

[1] Conti morali (ed. Segre), XIII ex. (sen.), 11, pag. 505.11: incresce a molte genti di molte cose unde già non ne farannocera né sembiante.

1.2.3 Locuz. avv. A cera trista: di malavoglia.

[1] <Zucchero, Esp. Pater, XIV in. (fior.)>, pag. 73.21: piace a Dio alcuna volta una medaglia che 'l povero uomo doni lietamente per Dio, che se un ricco uomo donasse cento marche a cera trista, e con tristo cuore.

1.2.4 Locuz. avv. Con allegra cera: volentieri (?).

[1] A. Pucci, Centiloquio, a. 1388 (fior.), c. 52, terz. 79, vol. 3, pag. 86: Ma l'oste degli usciti, che 'ntorno era, / crebbe di molta gente d'ogni lato, / e fecer lega con allegra cera / col Sir Costantinopoli pregiato, / e con Don Federigo, e co' Pisani, / e con Castruccio, e quel di Monferrato.

1.3 Fig. Ciò che è immediatamente visibile, l'apparenza esteriore.

[1] Bono Giamboni, Orosio, a. 1292 (fior.), L. 5, cap. 19, pag. 327.6: Mario fuggendo [[...]] nelle paludi di Minturnese si nascose, delle quali malavventuratamente del fango tutto convolto tratto, e sozzo guardamento di se dando, menato a Minturna, e messo in carcere, mandatovi colui che l'uccidesse, colla cera del suo volto lo spaventò.

[2] Bestiario moralizz., XIII (tosc./aret.-castell.), 54.7, pag. 848: Pare ke tenga simile mainera / la creatura a l'omo peccatore: / colla beleça de l'ornata cera / lo lega a terribile encendore.

[3] Regimen Sanitatis, XIII (napol.), 70, pag. 565: Per certo l'airo mutase de vierno in primavera, / in estate similiter muta la sua manera, / in autunno removese de la sua via primera; / quactro volte si varia e muta la sua cera...

[4] Parafr. pav. del Neminem laedi, 1342, cap. 23, pag. 114.13: sì andò 'l corpo in croxe lo cel canbiò cera e devegne scuro...

[5] Deca prima di Tito Livio, XIV pm. (fior.), L. 9, cap. 7, vol. 2, pag. 299.15: entraro al tardi con abito e con cera di prigioni...

[6] Malattie de' falconi, XIV (tosc.>lomb.), cap. 41, pag. 45.2: Quando tu vidi che le ungule de li piedi e la cera del becco diventano bianche, alotta déi cognosscere che àe lo male, chi si chiama gotta fillara.

- Laida cera: losco figuro. || (Contini).

[7] Poes. an. tosc., XIII, 1.35, pag. 168: mostramisi guerrera, / ma non è per sua voglia; / a lo cor n'ho gran doglia; / per una laida cera / perdo sua benvoglienza.

1.3.1 L'aspetto abituale di una persona.

[1] Ell Dio d'amore, 1310/30 (venez.), 110, pag. 115: Ma çerto la dona mia quella era / che era sì cançata, insuta de la çera, / che nulla chognosança in nulla mainera / o dio mente.

1.3.2 Fras. Avere buona cera: avere l'apparenza di chi è in buone condizioni fisiche.

[1] <Egidio Romano volg., 1288 (sen.)>, L. 3, pt. 3, cap. 3, pag. 285.33: quando noi vedemo che l'uomo à buoni occhi ed aperti ed alta fronte e buona cera, [[...]] e gli altri segni che noi avemo detti di sopra, noi dovemo dire e pensare che quelli cotali sieno convenevoli a combattere...

1.3.2.1 Con fresca cera: di bell'aspetto, con aspetto gagliardo.

[1] Ruggieri Apugliese (ed. Contini), XIII m. (sen.), 2.236, pag. 901: Lo mio nome è dimezzato; / per metade so' chiamato; / l'altra metade è, dal suo lato, / lo leone incoronato / con fresca cera; / cui di me vuol, paraul'à intera.

1.3.3 Fras. Tenere cera: avere l'apparenza di, sembrare.

[1] Poes. an. march., XIII m., 9, pag. 9: Veçam or qon'ell'è fabricato: / q'è nigro e fosco / comu fuse nato en bosco, / cera ten dell'orso encatenato.

1.3.4 Locuz. avv. In cera: a disposizione? Fras. Essere in cera: essere a disposizione?

[1] x Jac. Garatori, XIV in. (imol.>tosc.), pag. 162: Ma per tuto ch'io non sia sì manieri / Come voi dite, non voglio cielare / El mio breve poder, che senpre in cieri / Serà ad ogni vostro domandare...

1.4 Estens. Essere umano.

[1] Guglielmo Beroardi, Rime, a. 1282 (fior.), 1.26, pag. 86: S'Amor m'incende e stringe / e facemi languire, / lo meo disire - conforta mia spera, / che 'ntra lo cor mi pinge / la gioia che del martire / al meo reddire - la gioiosa cera / mi darà diportando, / quell'a cui m'acomando - notte e dia.

[2] Chiaro Davanzati, XIII sm. (fior.), canz. 40.13, pag. 144: E io, abrac[c]iando l'amorosa cera / baciando dolzemente le parlai...

[3] Chiaro Davanzati, XIII sm. (fior.), canz. 53.74, pag. 184: però de' provedere / vostra nobilità ver' la mia cera, / che ·n ci è alcuna fera / che, pur servendo lei, doni dolore...

1.5 Estens. La parte del corpo umano posta sopra il collo, il capo.

[1] Anonimo Genovese (ed. Cocito), a. 1311, 146.35, pag. 642: Ché l'un de lor, chi ben pin era, / comenzá l'atro de befar, / contra lui crolar la zera, / vojandolo desprexiar...

1.6 Fig. Il luogo dove si viene visti da qno e si è alla sua presenza.

[1] Parafr. pav. del Neminem laedi, 1342, cap. 34, pag. 167.25: como hi fon mandai e menai via da la cera del re a fir arssi inte 'l fogo...

1.6.1 Locuz. avv. Per cera: di persona.

[1] Parafr. pav. del Neminem laedi, 1342, cap. 16, pag. 77.22: naturalmente l'omo quando el veçe alcuna bella ovra o bella penchiura domanda e vol saver lo nome de maestre da chi l'è insia e mete-ghe amor e dexira de cognosser-lo, e volonter lo veçerave per cera s'el poese...

[u.r. 20.10.2020]