A (2) prep.

N.B. Redazione provvisoria dalle origini al 1261 (Rettorica di Brunetto Latini), con citazioni occasionali da testi posteriori).

0.1 a, a·, a', ad, add, adgl', adh-ela, adh-ele, adh-eli, adl', adla, adle, adli, adlo, ag, agl, ag', agi, agl', agle, agli, aglie, agll, ah', ai, aig, ail, al, al', äl, ala, ale, algl', algli, alglie, ali, alj, all, all', alla, alle, allei, alli, allj, allo, alloro, allu, allui, ally, alo, als, alu, aly, am, ar, a-ra, at, au, 'lla.

0.2 Lat. ad, ab (LEI s.v. ad e ab). || Forse da ab per l'agente, cfr. 3.2 (non è ipotesi del tutto necessaria).

0.3 Iscr. Commodilla, IX (rom.): 8.1.2.

0.4 In testi tosc. e corsi: Doc. pis., XII pm.; Doc. trav., 1158; Doc. cors., XII; Doc. colt., XII ex.; Doc. fior., 1211; Ritmo lucchese, 1213; Doc. montier., 1219; Doc. sen., 1221; Doc. sang., 1228; Doc. aret., 1240; Ricordo d'imprese pisane, p. 1246 (tosc.mer.?); Doc. pist., 1240-50; Doc. mug., XIII m.

In testi sett.: Doc. venez., XII t.q.; Doc. savon., 1178-82; Raimb. de Vaqueiras, Contrasto, c. 1190 (gen.); Doc. ver., 1205 (?); Poes. an. ravenn., 1180/1210; Uguccione da Lodi, Libro, XIII in. (crem.); S. Francesco, Laudes, c. 1224 (assis.); Guido Faba, Parl., c. 1243 (bologn.); Parafr. Decalogo, XIII m. (?) (bergam.); Doc. imol., 1260.

In testi mediani e merid.: Iscr. Commodilla, IX (rom.); Formula di confessione umbra, 1065 (norc.); Doc. osim., 1151; Doc. molis., 1171; Doc. fabr., 1186; Ritmo cass., XIII in.; Ranieri volg., XIII pm. (viterb.); Scongiuro aquin., XIII pm.

In testi sic.: Stefano Protonotaro, XIII m. (sic.).

0.5 Le reggenze con a si ricavano dalle voci relative al lemma reggente.

Locuzioni. ed espressioni fraseologiche, trattate nelle voci relative alla parola più rilevante che contengono, sono schedate qui con rinvio (sotto ogni accezione, in ordine alfabetico della voce cui si rinvia), e con esemplificazione limitata di regola al solo esempio più antico.

Le locuz. prep. del tipo a maniera di, per es. «a maniera di sega», Tesoro volg., XIII ex. (fior.), si risolvono in locuz. avv. col poss. o col pers., per es. «a tua manera», Abate di Tivoli, c. 1230/50 (tosc.). Nelle locuz. verb. del tipo venire a meno a e nelle fras. del tipo venire alla mano di si sottintende che a meno a e alla mano di sono locuz. prep., e che il costrutto con prep. può essere sostituito dal possessivo: per es. «ke nnon venga a mmano de li troiani», St. de Troia e de Roma Amb., 1252/58 (rom.); «q(ue)llo ke verrae a lor mano», Doc. montier., 1219.

Sono schedati come locuz. avv. (in questa voce come nelle successive) anche sintagmi che a rigore sono complementi, per es. a scuola «Tu se' venuto troppo tardi a scuola», Brunetto Latini, Rettorica, c. 1260-61 (fior.), a casa «l'altro a casa non l'aspetta», Ritmo lucchese, 1213, in quanto sintagmi (relativamente) fissi di cui è opportuna una schedatura.

Locuz. e fras. a balìa di 8.1.2; a buona fede 8.1.2; a buon talento 8.1.2; a cagione di 12.1; a casa 1.1.2, 1.2.1; a casa di 1.1.2, 1.2.1; a cavallo 11.1; a certa pena 6.3; a certo 8.1.2; a certo termine 2.3.2; a colpa di 12.1; a compimento 8.1.2; a confermazione di 13; a corpo a corpo 3.1.4.1; a costume di 8.1.2; a cotal guisa 8.1.2; ad abbandono 8.1.2; ad alta voce 8.1.2; ad esempio di 8.3.1; a dì 2.1.2; a differenza di 8.3.1; a Dio 8.1.1; ad ira 8.1.2; a diritto 8.1.2; a dismisura 6.1; a dispetto di 13; ad ogni ora 2.1.2; ad onore di 13; ad onta di 13; ad orgoglio 8.1.2; a dritto 8.1.2; ad ultimo 2.1.2; ad una voce 8.1.2; ad uopo di 13; ad uso 8.1.2; ad uso di 13; ad usura 8.1.2; ad utilità di 13; ai piedi di 1.1.2; al coperto 1.2.1; a fazione di 8.3.1; a fazzone di 8.3.1; a fede 8.1.2; a fede di 8.1.2; a festa 8.1.2; a fiata 2.1.2; a figura di 8.3.1; a forza 8.1.2; a forza di 11.1; a freno stretto 8.1.2; a frezza 8.1.2; a furore 8.1.2; a giusta 9.1; a giusto 9.1; a gran baldanza 8.1.2; a grande fidanza 8.1.2; a grande furore 8.1.2; a grande inganno 8.1.2; a grande onore 8.1.2; a grande onta 8.1.2; a grande ragione 8.1.2; a gran gioia 8.1.2; a gran pena 8.1.2; a gran tormento 8.1.2; a gran torto 8.1.2; a grato 8.1.2; a guisa di 8.3.1; a ingegno 8.1.2; a lato 1.2.1; a lato a 1.2.1; a lato di 1.2.1; a lato dove 1.2.1; al buon ver dire 9.1; al capo 2.3.2; al cominciamento 2.3.2; al cominciamento di 2.3.2; al cominciare 2.3.2; al costume di 8.1.2; al dì 2.4; al dipartire 2.3.2; al finimento 2.3.2; al finire 2.3.2; al giorno 2.4; a lingua 11.1; alla bilancia 8.1.2; alla buonora 2.5; alla cominciaglia 2.3.2; alla comincianza di 2.3.2; alla cortese 8.1.2; alla derradana 2.3.2; alla distesa 8.1.2; alla fiata 2.1.2, 2.5; alla figura di 8.3.1; alla fine 2.3.2; alla mia fede 8.1.2; all'animo di 9.1; alla possa di 9.1; alla partita 2.3.2; alla presenza di 1.2.1; alla prima 2.3.2; alla stagione 2.1.2; alla stagione che 2.1.2; alla verità 8.1.2; alla volontà di 12.2.1; alla volta di 2.1.2; alle fiate 2.1.2; all'esempio di 8.3.1; all'incominciamento 2.3.2; all'incominciata 2.3.2; all'immagine di 8.3.1; all'onore di 13; all'ora che 2.1.2; al mal talento di 8.1.2; al meglio che 6.2; al meno che 6.1; al nome di 8.1.2; al parere di 9.1; al parimento 9.1; al parvente di 9.1; al piacere di 8.1.2; al piede di 1.1.2; al postutto 8.1.2; al presente 2.1.2; al servizio di 13; al tempo che 2.1.2; al tempo di 2.1.2; al tutto 8.1.2; al ver dire 9.1; a maniera di 8.3.1; a mano a mano 7, 8.1.2; a mente 11.1; a mese 2.4; a minuto 6.1; a modo 8.1.2; a modo di 8.3.1; a morte 8.1.2; andare a brevi 11.1; andare a cavallo 11.1; andare a morte 13.2; andare a tradimento 13.2; a nome di 8.1.2, 13; a ogni freno 8.1.2; a ogni patto 8.1.2; a patto 8.1.2; a pena 8.1.2; a pena che 8.1.2; a pena di 6.3; a petizione di 12.2.1; a piacenza 8.1.2; a piacere 8.1.2; a piacere di 8.1.2; a piacimento 8.1.2; a piedi di 1.1.2, 1.2.1, 11.1; a più che 6.1; a poco a poco 7; a postutto 8.1.2; appresso a 15; a presente 2.1.2; a provazione 8.1.2; a quel modo che 8.1.2; a quel tempo che 2.1.2; a ragione 6.3, 8.1.2;; a ragione di 6.3, 8.1.2; a retro 1.1.3; a rincontra a 15; a rischio di 8.1.2; a sciente di 8.1.2, 9.1; a scuola 1.1.2; a similitudine di 8.3.1; a similitudine che 8.3.1; a solo 8.1.2; a solo a solo 8.1.2; a stagione 2.1.2; a studio 8.1.2; a talento di 8.1.2; a tanto 2.1.2, 13.4.1; a tempo 2.5; a termine 2.3.2; a tormenti 8.1.2; a torto 8.1.2; a tradimento 8.1.2; a tresco 8.1.2; a tutta fiata 2.1.2; a tutte le stagioni che 2.2.1; a tutte l'ore 2.2.1; a tuttesore 2.2.1; a tuttora 2.2.1; a tuttore 2.2.1; a tutt'ore 2.2.1; avere a fare 13.5.1; avere a grado 4.1; avere a mano 1.5.2; avere a mente 1.5.2; avere luogo a 13.2; a vero 8.1.2; a vita di 2.2.1; a voce 8.1.2; a voglia di 12.2.1; a volontà 12.2.1; a volontà di 12.2.1; cioè a dire 13.6; condurre a porto 1.1.2; condurre a buon porto 1.1.2; condurre a dritto porto 1.1.2; condurre a guarigione 13.2; condurre a salvamento 13.2; contro a 15; da dosso a 15; dal capo ai piedi 1.4.1; dappresso a 15; davanti a 15; dentro a 15; dietro a 15; difino a 15; dinanzi a 15; dinnanti a 15; di sopra a 15; di sotto a 15; è a dire 13.6; entro a 15; essere a 13.3.1; essere ad armi 13.2; essere a gioco 4.1; essere a grado 4.1; essere al braccio di 1.5.2; essere al servizio di 4.1; essere al volere di 4.1; essere a mente 1.5.2; essere a noia 4.1; essere a piacere 4.1; essere a piacimento 4.1; essere a rischio di 4.1, 8.1.2; essere a tale che 13.4.1; essere a talento 4.1; essere a volontà di 4.1; essere licenza a 3.1.1; essere luogo a 13.2; essere mestiere a 3.1.1; farsi alla porta 1.1.2; fino a 15; fino al tempo che 15; fino al tempo come 15; fino a tanto che 15; gettare a niente 13.2; giungere a porto 1.1.2; guai a 3.1.1; incontro a 15; infine a 15; infine a tanto che 15; infino a 15; infino a tanto che 15; innanti a 15; innanzi a 15; insino a tanto che 15; intorno a 15; lato a lato 1.2.1; mandare a compimento 13.2; mandare a dire 13.2; menare a compimento 13.2; menare a salvazione 13.2; mettere ad abbandono 13.2; mettere a compimento 13.2; mettere a consiglio 13.2; mettere a distruzione 13.2; mettere a grave 13.2; mettere a morire 13.2; mettere a morte 13.2; mettere a non calere 13.2; mettere a tenzone 13.2; mettersi ad abbandono 13.2; mettersi a rischio 13.2; mettersi a rischio di 13.2; perdurre a morte 13.2; porre a grave 13.2; porre a mente 1.5.2; porre a ragione di 13.2; porre fine a 3.3; porre mente a 3.3; prendere al laccio 11.1; presso a 15; ridurre a memoria 13.2; rispetto a 15; seminare a grano 11.1; solo a solo 8.1.2; sonare a parlamento 13.2; sopra a 15; stare a 13.3.1; stare a gran tenzone 8.1.2; stare a guisa di 8.3.1; stare a mente 1.5.2; stare a parlamento 13.2; tanto è a dire 13.6; tenere a balia 13.2; tenere a disonore 4.1; tenere a gioco 4.1; tenere a grado 4.1; tenere a mente 1.5.2; tenere a niente 4.1; tenere a vile 4.1; togliere a mano a mano 8.1.2; tornare a danno 13.4.1; tornare a niente 13.4.1; tornare a pro 13.4.1; trarre a fine 13.2; trarre a pala 13.2; uomini a piedi 5; vale tanto a dire 13.6; vedersi a 10; venire a buon porto 1.1.2; venire a compimento 13.4.1; venire ad oste 13.2; venire a fine 13.4.1; venire a finimento 13.4.1; venire a grado 4.1; venire al finire 13.4.1; venire alla mano di 1.5.2; venire alle mani di 1.5.2; venire a mal porto 1.1.2; venire a mano di 1.5.2; venire a meno 13.4.1; venire a morte 13.4.1; viene a dire 13.6; voler bene a 3.1.1; voler male a 3.1.1.

0.6 N A causa del numero elevatissimo di att., del numero altrettanto elevato di funzioni, dell'opinabilità con la quale una qualsiasi griglia si applica all'interpretazione dei singoli esempi, la voce fornisce un regesto delle funzioni fondamentali dettato dalla lettura esaustiva dei testi più antichi, con esemplificazione limitata fondamentalmente alle prime att. di ogni provenienza linguistica e ad altre att. notevoli o date da testi notevoli, e da una lettura a maglie più larghe dei testi successivi, con esemplificazione saltuaria.

0.7 1 Esprime rapporti di spazio (anche fig.). 1.1 Forma il complemento di moto a luogo (anche fig.). 1.2 Forma il complemento di stato in luogo (anche fig.). 1.3 Esprime una distanza, un'opposizione o una contrapposizione (in correlazione con da; anche fig.). 1.4 Individua la parte di un'entità maggiore cui precisamente si riferisce il predicato. 2 Esprime rapporti di tempo. 2.1 Forma determinazioni di tempo. 2.2 Forma determinazioni di tempo durative o iterative. 2.3 Introduce il punto iniziale o quello finale di un'azione o di un processo (anche in costrutti con valore spazio-temporale, anche fig.). 2.4 Introduce l'unità di tempo in costrutti di tipo distributivo. 2.5 Forma determinazioni di tempo valutative ('al momento giusto', 'troppo presto', 'troppo tardi'). 3 Esprime il dativo. 3.1 Forma il complemento di termine. 3.2 Introduce l'agente. 3.3 Introduce l'oggetto indiretto. 4 Forma il complemento predicativo. 5 Forma i complementi di unione e di qualità. 5.1 Forma il complemento di materia. 6 Esprime relazioni di quantità o di valore. 6.1 Introduce quantificatori. 6.2 Introduce espressioni valutative. 6.3 Esprime relazioni di misura (valore, prezzo, cambio, pena). 7 Ha valore distributivo. 8 Ha valore modale. 8.1 Forma il complemento di modo o espressioni di valore modale. 8.2 Esprime la modalità in conformità a ordini, prescrizioni, leggi, norme, volontà di qno. 8.3 Esprime la modalità secondo la somiglianza o la conformità a un modello o a un termine di paragone. 9 Ha valore condizionale; forma il complemento di limitazione o introduce infinitive con valore condizionale o limitativo. 10 Ha valore circostanziale. 11 Ha valore strumentale. 12 Ha valore causale. 12.1 Locuz. e fras. 12.2 Con valore tra causale e modale, esprime la conformità a ordini, prescrizioni, leggi, norme, volontà di qno. 13 Ha valore finale o consecutivo; forma complementi che esprimono lo scopo o il risultato. 13.1 Forma costruzioni finali o consecutive implicite (a + inf., a + frase inf.). 13.2 Locuz. e fras. 13.3 [In dipendenza di verbi che esprimono l'inizio, la durata o il modo dell'azione introdotta da a (prendere, cominciare a ecc.)]. 13.4 [Con valore risultativo (venire, tornare a)]. 13.5 Con valore di necessità, opportunità, diritto. 13.6 In costruzioni fraseologiche. 14 Introduce costruzioni infinitive (a + frase inf., a + inf.). 15 Funge da connettore sintattico in locuzioni il cui valore è dato dall'elemento precedente.

0.8 Pietro G. Beltrami 10.12.2002.

1 Esprime rapporti di spazio (anche fig.).

1.1 Forma il complemento di moto a luogo (anche fig.).

[1] Doc. fabr., 1186, pag. 191.5: i.a sinaita Se(n)tinu veniente ad Sa(n)to Adpolenaru...

[2] Doc. cors., XII, pag. 122.31: qualit(er) venit Arrigo [[...]] ad S(an)c(t)o Gavino...

[3] Ritmo S. Alessio, XII sm. (march.), 82, pag. 20: Poi lu fante foe crescutu, / a la scola foe transutu...

[4] Doc. fior., 1211, pag. 36.21: Arnolfino porta seco ala Badia lib. CIII (e) s. xv di veronesi...

[5] Doc. montier., 1219, pag. 43.8: no(n) siano tenuti ke no(n) si possano richiamare a corte...

[6] Doc. pis., 1230-31, pag. 62.31: altram(en)te arrechandelo a Pisa.

[7] Guido Faba, Parl., c. 1243 (bologn.), 24 (85), pag. 247.11: Andato sono al prato d(e)la phylosophya...

[8] Ricordo d'imprese pisane, p. 1246 (tosc.mer.?), pag. 167.22: li Pisani andaro cu(m) galee c(ent)u e V e vac(checte) C a Portovener[e]...

[9] Giacomo da Lentini, c. 1230/50 (tosc.), 27.3, pag. 316: com'io potesse gire in paradiso, / al santo loco...

[10] Pseudo-Uguccione, Istoria, XIII pm. (lomb.), 1470, pag. 74: Quelui qe vol andar dal scur / Tosto se pò ferir al mur...

[11] Cielo d'Alcamo, Contrasto, 1231/50 (sic.>tosc.), 159, pag. 185: A lo letto ne gimo a la bon'ora...

[12] Doc. pist., 1240-50, framm. 7, pag. 66.5: P. s. xij qua(n)do andò a Prato.

[13] Lett. sang., a. 1253, pag. 196.28: io ne pregai Marco notaio, e a(n)damo ala corte io ed elli...

[14] Lett. sen., 1253 (2), pag. 205.2: (e) disemi che a llui conveniva andare a Cortona...

[15] Bonagiunta Orb. (ed. Parducci), XIII m. (lucch.), ball. 4.15, pag. 76: com' quel che cade al mare...

[16] Miracole de Roma, XIII m. (rom.), 6, pag. 565.29: ad tutti li genti de lo munno ke vennissero ad Roma.

[17] Parafr. Decalogo, XIII m. (?) (bergam.), 45, pag. 421: andar a la giesia a li messi e udì predic[are]...

[18] St. de Troia e de Roma Amb., 1252/58 (rom.), pag. 106.15: et fece granne cena et da cabe cenato gero a llecto.

[19] St. de Troia e de Roma Laur., 1252/58 (rom.), pag. 14.11: Cum Iason adlitasse ad lo porto de Troia...

[20] Brunetto Latini, Rettorica, c. 1260-61 (fior.), pag. 115.6: Catone e Catellina andavano da Roma a Rieti...

1.1.1 [Anche per il moto verso persona].

[1] Raimb. de Vaqueiras, Contrasto, c. 1190 (gen.), 94, pag. 167: meill varà per sant Martì, / s'andai a ser Opetì...

[2] Ritmo laurenziano, XII sm. (tosc.), 33, pag. 192: A lui ne vo [per] [di]sparesco / corridor caval pultresco.

[3] Uguccione da Lodi, Libro, XIII in. (crem.), 526, pag. 618: de mi aibe 'ndulgencia, qe a Ti son vegnuo.

[4] Patto Aleppo, 1225 (ven.), pag. 42.13: cum quelo Tomasin, ke andà a lui cum letere de meser lo duxe...

[5] Proverbia que dicuntur, XIII pi.di. (ven.), 91, pag. 527: Elena cun Parìs se 'n fuçì al re Prïamo...

[6] Giacomo da Lentini, c. 1230/50 (tosc.), 8.12, pag. 116: mort'e' fusse, dovria / a madonna tornare.

[7] Alta maiestà , 1252-53 (lucch.), 3, pag. 128: a nnoi iscendesti per ricomperare / dallo serpente...

[8] Lett. sen., 1253 (2), pag. 205.5: ci gionsero a[n]basci[a]dori di Radicofano c'andavano a d(omi)no papa...

[9] Bonagiunta Orb. (ed. Contini), XIII m. (lucch.), son. 10.6, pag. 277: ed a la nossa Donna gli ho menati...

[10] St. de Troia e de Roma Laur., 1252/58 (rom.), pag. 255.27: E Pompeius co la molie fugero per diverse insule et volea fugire ad lo rege de Parthia...

1.1.2 Locuz. e fras.

- Locuz. avv. A casa. Locuz. prep. A casa di: v. casa s.f.

[1] Uguccione da Lodi, Libro, XIII in. (crem.), 472, pag. 616: s'el pò tornar acasa...

[2] St. de Troia e de Roma Amb., 1252/58 (rom.), pag. 104.22: Enprima vennero accasa de Eironte...

- Locuz. prep. Al piede di, ai piedi di, a piedi di: v. piede s.m.

[3] St. de Troia e de Roma Amb., 1252/58 (rom.), pag. 36.18: Andromacha prese lo filio Antianasta per li capelli e puselo a lo pede de Ector...

[4] St. de Troia e de Roma Laur., 1252/58 (rom.), pag. 36.18: Andromacha prese lo filio Antianasta per li capelli e puserollo ad li pedi de Ectore...

[5] St. de Troia e de Roma Amb., 1252/58 (rom.), pag. 243.24: e volease affiectere e ponere la corona a ppiedi de Ponpeio...

- Fras. Farsi alla porta: v. porta s.f.

[6] Giac. Pugliese, Rime (ed. Panvini), XIII pm. (tosc.), 5.50, pag. 190: ca sì distretta mi tene / quelli cui Cristo confonda, / non m'auso fare a la porta...

- Fras. Giungere, venire, essere, condurre a porto, a buon porto, a mal porto, a dritto porto (frequentemente fig.): v. porto s.m.

[7] Proverbia que dicuntur, XIII pi.di. (ven.), 227, pag. 532: Però li amor de femene amal port' è venuti...

[8] Rinaldo d'Aquino (ed. Panvini), XIII pm. (tosc.), 5.3, pag. 105: Le navi son giute a porto...

[9] Pseudo-Uguccione, Istoria, XIII pm. (lomb.), 963, pag. 60: poqi tien per quela via / Qe lo conduga a dreto porto...

[10] Bonagiunta Orb. (ed. Parducci), XIII m. (lucch.), canz. 6.4, pag. 57: rason è chi venir vòle a bon porto / de la sua desianza / che in amoranza metta lo suo core...

[11] Chiaro Davanzati, XIII sm. (fior.), canz. 55.60, pag. 189: [i]sperando con gioia essere a porto.

- Locuz. avv. A scuola: v. scuola s.f.

[12] Brunetto Latini, Rettorica, c. 1260-61 (fior.), pag. 90.6: Dice uno scolaio contra ad un altro: «Tu se' venuto troppo tardi a scuola».

1.1.3 Indica la direzione di un movimento (anche fig.).

[1] Miracole de Roma, XIII m. (rom.), 44, pag. 581.33: la quale guarda ad la via Pompeiana voi Palestrina...

- Locuz. avv. A retro: v. arretro avv./prep./agg.

[2] Elegia giudeo-it., XIII in. (it. mediano), 98, pag. 41: Santo Dio nostro Signore, / reton' a reto lo Too forore...

1.1.4 [In correlazione con da] indica il secondo punto di una correlazione spaziale. || Cfr. 2.3.3 per l'equivalente temporale.

[1] Brunetto Latini, Rettorica, c. 1260-61 (fior.), pag. 85.13: Od è questione d'azione, cioè viene a dire che contiene questione la quale procede di ciò, c'alcuna azione si muta d'un luogo ad altro e d'un tempo ad altro.

1.2 Forma il complemento di stato in luogo (anche fig.).

[1] Doc. trav., 1158, pag. 8.10: Io de presi pane e vino p(er) li maccioni a T(r)avale.

[2] Ritmo laurenziano, XII sm. (tosc.), 26, pag. 192: Lo vescovo Grimaldesco, / cento cavaler'a desco / d'in un tenpo no lli 'ncrescono...

[3] Doc. colt., XII ex. (2), pag. 16.2: la quale t(er)ra èt posta a Loto...

[4] Uguccione da Lodi, Libro, XIII in. (crem.), 562, pag. 620: Marcé, dolce Segnor, no me lassar al campo!

[5] Ritmo cass., XIII in., 76, pag. 13: En qualecumqua causa delectamo, / tutt'a quella binja lo trobamo...

[6] Doc. fior., 1211, pag. 29.23: Angiolino galigaio <dib> no die dare lib. xl p(er) bulo(n)gnini ke i de(m)mo a Bolo(n)gna...

[7] Ritmo lucchese, 1213, 29, pag. 47: che a lLuca sempre sia schifato...

[8] Doc. montier., 1219, pag. 47.29: né ordinare ke altra co(m)pagna debia essar facta a Mo(n)tieli...

[9] Doc. sen., 1221, pag. 54.24: Ite(m) uno peço al Kagio.

[10] Doc. sang., 1228, pag. 60.4: Ite(m) ali Piane una peça di terra...

[11] Proverbia que dicuntur, XIII pi.di. (ven.), 343, pag. 537: qé molti n'ave deporti a çardini et a feste...

[12] Giacomo da Lentini, c. 1230/50 (tosc.), 2.30, pag. 31: com'om che ten lo foco / a lo suo seno ascoso...

[13] Jacopo Mostacci (ed. Panvini), XIII pm. (tosc.), 4.31, pag. 153: per zo che più fine ene / ca nulla gioi c'a esto mondo sia...

[14] re Giovanni (ed. Panvini), XIII pm. (tosc.), [disc.], 63, pag. 87: [[Tristano]] altro far non ne potia, / c'a la nave li fui dato / onde ciò li dovenia [[il filtro]].

[15] Cielo d'Alcamo, Contrasto, 1231/50 (sic.>tosc.), 123, pag. 183: [e da] poi c'anegàs[s]eti, trobàrati a la rena...

[16] Doc. pist., 1240-50, framm. 6, pag. 65.5: Aboli dato l. xv e s. v a Prato.

[17] Parafr. Decalogo, XIII m. (?) (bergam.), 88 pag. 422: Ol pader era vegio, stasiva al sole...

[18] St. de Troia e de Roma Laur., 1252/58 (rom.), pag. 305.31: e morio ad una soa villa propria...

[19] St. de Troia e de Roma Laur., 1252/58 (rom.), pag. 312.27: Et fo da li cavalieri soi occiso ad Verona...

[20] Lett. sen., 1260, pag. 268.25: p(er)ciò che Mino Pieri è nel'oste a Monte Pulciano...

[21] Brunetto Latini, Rettorica, c. 1260-61 (fior.), pag. 177.9: se noi fossimo essuti alla confessione dell'accusatore.

1.2.1 Locuz. e fras.

- Locuz. avv. A casa. Locuz. prep. A casa di: v. casa s.f.

[1] Ritmo lucchese, 1213, 42, pag. 48: Dell'un faccia tal vendetta, / l'altro acasa non l'aspetta.

[2] Pietro da Bescapè, 1274 (lomb.), 1114, pag. 52: Com eso lu ve n'andarí / E acasa soa demorarí...

- Locuz. avv. Al coperto: v. coperto agg./s.m.

[3] Pseudo-Uguccione, Istoria, XIII pm. (lomb.), 953, pag. 60: E tal cuita esser al coverto / Q'è cento miia en lo deserto...

- Locuz. avv. A lato. Locuz. prep. A lato, a lato a, a lato di. Locuz. cong. A lato dove. Locuz. avv. Lato a lato: v. lato prep. (anche per allato).

[4] Uguccione da Lodi, Libro, XIII in. (crem.), 398, pag. 614: Mostrano doi camini, qe molt è lad a ladho...

[5] Miracole de Roma, XIII m. (rom.), 17, pag. 571.6: et ad lato kello sonno li caballi marmorei.

[6] Miracole de Roma, XIII m. (rom.), 4, pag. 563.29: Ad lato ad essa fo lo Teribintho de Nero...

[7] Miracole de Roma, XIII m. (rom.), 7, pag. 566.9: Ad lato de Pantheon fo templum Minerve Calcidie.

[8] Miracole de Roma, XIII m. (rom.), 4, pag. 563.33: Et quello Terebynto fo adlato dove fo crucifixo santo Pietro apostolo...

- Locuz. prep. A piedi di: v. piede s.m.

[9] Miracole de Roma, XIII m. (rom.), 32, pag. 576.14: et vide lo rege adpiedi de uno arbore ad fare suo ascio...

- Locuz. prep. Alla presenza di: v. presenza s.f.

[10] Cielo d'Alcamo, Contrasto, 1231/50 (sic.>tosc.), 157, pag. 185: Sono ala tua presenz[ï]a, da voi non mi difenno. || Fig., 'in tua balìa'.

1.2.2 Esprime prossimità.

[1] Doc. sen., 1221, pag. 54.20: Ite(m) aveva uno peço di t(er)ra a Cuna a strada...

[2] Giac. Pugliese, Rime (ed. Panvini), XIII pm. (tosc.), 4.35, pag. 188: in dolze terra dimoranza face / madonna, c'a lo Fiore sta vicino.

[3] Miracole de Roma, XIII m. (rom.), 6, pag. 565.16: Ad porta Flamminea Octabiano fece fare uno castiello lo quale clamao Agoste...

[4] St. de Troia e de Roma Laur., 1252/58 (rom.), pag. 290.13: fo da Oddo occiso per tradimento ad lo laco de la citate de Creta.

1.2.2.1 [In toponimi].

[1] Doc. sen., 1231-32, pag. 70.27: Ranieri Giova(n)ni dala Pieve a Sa(n) Felici xviii s..

[2] Doc. sen., 1235, pag. 85.13: Giova(n)ni Brache da Sa(n) Giorgio a Popegiano iiii s..

[3] Doc. mug., XIII m., pag. 192.30: L'abate da Santa Rip(ar)ata d. iiii p(er) la casa da S(an)c(t)'Andrea a Vezzano.

1.2.3 Indica un elemento naturale (sole, vento) come contesto dell'azione.

[1] Proverbia que dicuntur, XIII pi.di. (ven.), 749, pag. 554: Lo gavinelo en le aire bate le ale al vento...

[2] Federico II (ed. Panvini), a. 1250 (tosc.), 2.51, pag. 161: a l[o] sole riguardo / lo vostro bello viso...

1.2.4 Indica il luogo in quanto contesto formale o istituzionale.

[1] Brunetto Latini, Rettorica, c. 1260-61 (fior.), pag. 147.1: In questi et in molti altri exempli si puote assai bene intendere che lla rettorica di Tullio non è pure ad insegnare piategiare alle corti di ragione...

1.3 Esprime una distanza, un'opposizione o una contrapposizione (in correlazione con da; anche fig.).

[1] Uguccione da Lodi, Libro, XIII in. (crem.), 62, pag. 602: Quel qe fosse segnore dal levant al ponente...

[2] Proverbia que dicuntur, XIII pi.di. (ven.), 19, pag. 523: da l'una a l'autra femena sì è gran diferença, / plui qe no è dal Trigris a lo flume de Rença.

[3] Proverbia que dicuntur, XIII pi.di. (ven.), 403, pag. 540: contrario è 'l fred al caldo, no se covien nïente.

[4] Brunetto Latini, Rettorica, c. 1260-61 (fior.), pag. 52.19: Et per mostrare bene che è l'officio e che è il fine e che divisamento àe dall'uno all'altro...

1.3.1 Introduce la misura di una distanza.

[1] Lett. sen., 1260, pag. 271.18: (e) andaro ardendo (e) abrusciando i[n]sino apresso a Fiorença a quatro miglia.

1.3.2 Indica il punto finale di un'estensione nello spazio. || Cfr. 2.3.

[1] Doc. venez., 1253, pag. 6.4: segondo cho' li perten dele vigne et bradie en chi ala via de Bruxacan...

1.3.3 Indica un estremo di una serie (in correlazione con da).

[1] Lett. sen., 1260, pag. 270.14: che tuti cheli di Monte Pulciano giuraro la fedeltà del detto re, a uno a uno, chome ordinato era di fare, da quatordici a setanta anni...

1.4 Individua la parte di un'entità maggiore cui precisamente si riferisce il predicato.

[1] St. de Troia e de Roma Amb., 1252/58 (rom.), pag. 242.28: e dico alcuni ka Fornas lassao ponere le scale a le mura de la citade...

1.4.1 Individua la parte del corpo cui precisamente si riferisce il predicato, con valore sia di stato, sia di moto (anche fig., con valore psicologico: al cuore).

[1] Ritmo S. Alessio, XII sm. (march.), 157, pag. 24: Lu patriciu se levao / e lu filiu letamente sì clamao, / a la reccla li favellao...

[2] Uguccione da Lodi, Libro, XIII in. (crem.), 498, pag. 617: en profondo de mar anci fos eu zitaa / com una mola al colo fortementre ligaa...

[3] Giacomo da Lentini, c. 1230/50 (tosc.), 16.16, pag. 206: ca tu m'ài 'namorata, / a lo cor m'ài lanciata...

[4] Giacomo da Lentini, c. 1230/50 (tosc.), D[ubbie] 1.3, pag. 386: c'a piè baciando i' vi diceva «a Deo»...

[5] Pseudo-Uguccione, Istoria, XIII pm. (lomb.), 1505, pag. 75: Al col v'à metre tal cadena, / Çamai no ensirì de pena.

[6] Cielo d'Alcamo, Contrasto, 1231/50 (sic.>tosc.), 30, pag. 178: toc[c]are me non pòteri a la mano...

[7] Ruggieri d'Amici (ed. Vitale), XIII pm. (tosc.), 11, pag. 184: E l'angoscia m'aucidia [[...]] al core sofria gram pene.

[8] Pamphilus volg., c. 1250 (venez.), [Panfilo], pag. 81.7: Et en cotal mesura elo li geta braç' a colo.

[9] Miracole de Roma, XIII m. (rom.), 30, pag. 574.18: Et pro tutte le provincie de lo munno si era in Capitolio una statoa co la canpana ad collo...

[10] St. de Troia e de Roma Laur., 1252/58 (rom.), pag. 150.22: et tutte le fible ke aveano ad canna, tutte le fece tollere...

- Locuz. avv. Dal capo ai piedi.

[11] Pseudo-Uguccione, Istoria, XIII pm. (lomb.), 1382, pag. 72: Mai quel qe vol plaser a Dié / Lavar se de' dal caf ai pié...

1.4.2 Forma costrutti locativi avverbiali (frequentemente fig.) in cui il 'luogo' è una parte del corpo (umano o di un animale) o una facoltà umana.

[1] St. de Troia e de Roma Laur., 1252/58 (rom.), pag. 30.17: con quella centura Ector fo legato in canna e Acilles lo strascinao ad coda de lo cavallo.

- Fras. Essere al braccio di: v. braccio s.m.

[2] Giac. Pugliese, Rime (ed. Panvini), XIII pm. (tosc.), 7.30, pag. 194: membrando ch'èite a lo mio brazo...

- Fras. Avere a mano, venire a mano, alla mano, alle mani di: v. mano s.f.

[3] Doc. montier., 1219, pag. 46.27: It. sì iurano [[...]] q(ue)llo ke verrae a lor mano di quel del comune, di spendarlo p(er) utilità del comune...

[4] Doc. montier., 1219, pag. 46.20: It. [[...]] sì iurano tutte quelle cose ke infra la lor signoria verrano ale lor mani di quel dela co(m)pagnia di rendare...

[5] Patecchio, Splanamento, XIII pi.di. (crem.), 473, pag. 579: Mal fai qi dis q'el à poqe riqece aman...

[6] St. de Troia e de Roma Laur., 1252/58 (rom.), pag. 25.25: Teni bene lo regno, ke non venga ad mano de li Troiani...

[7] Lett. sen., 1260, pag. 266.20: P(er)ciò neuno denaio che tu richolgi o che ti venga ale mani...

- Fras. Essere, avere, porre, stare, tenere a mente: v. mente s.f.

[8] Ritmo cass., XIII in., 27, pag. 10: Ergo poneteb'a mente / la scriptura como sente...

[9] Ritmo lucchese, 1213, 28, pag. 47: Stiano a mente, ben lo dico...

[10] Proverbia que dicuntur, XIII pi.di. (ven.), 129, pag. 528: E per cason d'Embrisia, leçemo et est' a mente, / ociso fo Achile, lo nobele e sacente...

[11] Ugo di Perso, XIII pi.di. (crem.), 3.50, pag. 593: parola qual eu no ·m tegn a ment.

[12] Poes. an. cass., XIII pm., 3, pag. 412: nillu teu regnu agime a mmente...

2 Esprime rapporti di tempo.

2.1 Forma determinazioni di tempo.

[1] Uguccione da Lodi, Libro, XIII in. (crem.), 346, pag. 612: A lo dì del çudisio li serà meritadhe...

[2] Patto Aleppo, 1225 (ven.), pag. 41.18: apud Alapo, a doex dì de lo mese de septembre.

[3] Proverbia que dicuntur, XIII pi.di. (ven.), 53, pag. 525: Levaime una maitina a la stela dïana...

[4] Cielo d'Alcamo, Contrasto, 1231/50 (sic.>tosc.), 137, pag. 184: Lèvati suso e vatene, tornaci a lo matino.

[5] Doc. pist., 1240-50, framm. 1, pag. 61.3: Debo dare a mese Miliore l. lxiiij, che mi prestò x dì ala '[n]trata d'ogosto.

[6] Lett. sen., 1253 (2), pag. 205.5: (E) stando ine in Peroscia, il deto giovidì a sera sì ci gionsero a[n]basci[a]dori di Radicofano...

[7] Lett. sen., 1253 (3), pag. 210.6: i q(ua)li mosero p(er) venire a Siena lunidì a terça...

[8] St. de Troia e de Roma Amb., 1252/58 (rom.), pag. 82.21: Decimo kal. madii, .xj. dii infra apbrile, ora post .vj. nanti tertia a la luna piena començao le fundamenta...

[9] St. de Troia e de Roma Amb., 1252/58 (rom.), pag. 105.27: All'altra nocte Ayrons se mosse solo con uno scoderi...

[10] Brunetto Latini, Rettorica, c. 1260-61 (fior.), pag. 110.15: trovò il fiume di Rodano sì malamente cresciuto che non poteo passare né essere al termine che era ordinato.

[11] Brunetto Latini, Favolello, 1260/66 (fior.), 82, pag. 281: Così face l'augello / ch'al tempo dolce e bello / con noi gaio dimora...

2.1.1 Introduce la data.

[1] Doc. imol., 1260, pag. 686.6: Ugholino di Guliano de Boncio ne dee da lb. IIIJ s. X bon. a tre dì usiente magio...

2.1.2 Locuz. e fras.

- Locuz. avv. A dì (per introdurre la data): cfr. addì avv.

[1] Doc. imol., 1260, pag. 683.15: Mateo d'Alberto Brocardi ne deono dare s. XXIJ bon.: prestamogli a IIII intrante febraio...

- Locuz. avv. A fiata 'al tempo stesso'?, 'sùbito'?: v. fiata s.f.

[2] Patecchio, Splanamento, XIII pi.di. (crem.), 522, pag. 580: Mateç' è a guardar l'omo trop entre 'l viso, / m'a fladha guard e lase, s'el no vol fir represo.

[3] Jacopone (ed. Ageno), XIII ui.di. (tod.), 67.68, pag. 280: Quanno niuna cosa ad alcuno è prestata, / e non glie dà en trasatto, non déi esser blasmata, / si la tolle a fiata...

- Locuz. avv. Alla fiata, alle fiate 'talvolta'; a tutta fiata 'immediatamente': v. fiata s.f.

[4] Giacomo da Lentini, c. 1230/50 (tosc.), 25.14, pag. 304: però lo faccio, non siate blasmata, / che l'omo si diletta più di dire / lo male che lo bene ala fïata.

[5] Abate di Tivoli, c. 1230/50 (tosc.), 18c.2, pag. 256: Qual om riprende altrù' ispessamente, / a le rampogne vene a le fïate...

[6] Pietro da Bescapè, 1274 (lomb.), 1703, pag. 61: Quand'ave ço dito a tuta fiada / Sí fo in terra strangosada.

- Locuz. avv. Alla fiata 'al momento': v. fiata s.f.

[7] Pamphilus volg., c. 1250 (venez.), [Venus], pag. 37.16: açò q'eli dibia alafiada e sempremai reportar bone parole de ti ala toa amiga...

- Locuz. avv. Ad ogni ora: v. ognora s.f.

[8] Giacomo da Lentini, c. 1230/50 (tosc.), 2.3, pag. 30: Meravigliosa-mente / un amor mi distringe / e mi tene ad ogn'ora.

- Locuz. cong. All'ora che: v. ora s.f.

[9] Abate di Tivoli, c. 1230/50 (tosc.), 18e.14, pag. 261: se 'nver' di voi trovai detti noiosi, / riposomende a l'ora c'a voi piaccia.

- Locuz. avv. A presente, al presente 'ora': v. presente agg./s.m.

[10] Dante, Vita nuova, c. 1292-93, cap. 25 parr. 1-10, pag. 112.8: A cotale cosa dichiarare, secondo che è buono a presente, prima è da intendere...

[11] San Brendano tosc., XIV (ven.>tosc.), pag. 177.17: ché noi non abbiamo al presente forza di fagli niuno tormento...

- Locuz. avv. A presente 'sùbito, immediatamente': v. presente agg./s.m.

[12] Pseudo-Uguccione, Istoria, XIII pm. (lomb.), 1768, pag. 83: Çuan lo dis, Marc e Matheu / E Luca desipol de Deu / Qe 'l re de gloria à apellar / Et a presente demandar / Quig qe serà da man senestra...

- Locuz. avv. A stagione 'al momento opportuno', alla stagione 'talvolta'. Locuz. cong. Alla stagione che: v. stagione s.f.

[13] Jacopo Mostacci (ed. Panvini), XIII pm. (tosc.), 3.40, pag. 151: c'a tal segnoria / mi son servato, ca bon guidardone / averagio per zo che no[n] obria / lo ben servent' e merita a stagione.

[14] Guido delle Colonne, XIII pm. (tosc.), 1.44, pag. 98: Ordunque vale - meglio poco avere / che ben sentire - troppo a la stagione...

[15] Federico II (ed. Panvini), a. 1250 (tosc.), 1.7, pag. 157: chè m'à data fermanza / com'io possa compire / [lu meu placire] - senza ogne cagione, / ala stagione - ch'io l'averò ['n] possanza.

- Locuz. avv. A tanto 'a questo punto': v. tanto indef.

[16] Guittone, Lettere in prosa, a. 1294 (tosc.), 16, pag. 212.15: Tenpo ò di taciere; tacciomi atanto...

- Locuz. cong. Al tempo che, a quel tempo che. Locuz. prep. Al tempo di: v. tempo s.m.

[17] Doc. pist., 1240-50, framm. 1, pag. 60.12: Pagati s. xxij Iacopo Ambrusi alte[m]po che andò nel'oste.

[18] Brunetto Latini, Rettorica, c. 1260-61 (fior.), pag. 34.24: e dice che fecior questo a quel tempo che eloquenzia avea più grande bisogno...

[19] Brunetto Latini, Rettorica, c. 1260-61 (fior.), pag. 10.9: e fue altempo di Catellina, di Pompeio e di Julio...

- Locuz. avv. Ad ultimo: v. ultimo agg.

[20] St. de Troia e de Roma Laur., 1252/58 (rom.), pag. 238.21: Et commenzaro la vattalia et ad ultimo fo vicquo Tigranes...

- Locuz. prep. Alla volta di: v. volta s.f. || Doc. esaustiva.

[21] Doc. montier., 1219, pag. 43.13: sì come [?] tutte l'altre compagnie ke fatte fussero poscia ke -l comune si racordoe, alavolta di poscia u di prima, salva la compagnia del comune.

[22] Doc. montier., 1219, pag. 43.23: It. sì iurano, se neun omo di Montieli poscia ke Ald(obrandino) Orrabile (e) Maffeo Ugorazi fuero consuli, alavolta di poscia k'el fuero co(n)suli, à facto veruna co(m)pagna...

2.2 Forma determinazioni di tempo durative o iterative.

[1] Patto Aleppo, 1207-1208 (ven.), pag. 22.11: et farve honor et aplaser a tuto lo tempo nostro...

[2] Proverbia que dicuntur, XIII pi.di. (ven.), 295, pag. 535: cui dé 'nsegnar a scaqi e tas a ogno trato, / ben par q'elo li plaqua audire scaco mato.

[3] Giacomo da Lentini, c. 1230/50 (tosc.), 2.40, pag. 32: andando, ad ogni passo / getto uno gran sospiro...

2.2.1 Locuz. e fras.

- Locuz. cong.: A tutte le stagioni che: v. stagione s.f.

[1] Lett. sen., 1260, pag. 266.6: sì p(er)ché noi i posiamo riavere a tutte le stagioni che mistiere ne fusse...

- Locuz. avv. A tuttora, a tuttore, a tutt'ore, a tutte l'ore, a tuttesore: v. tuttora avv.

[2] Ritmo S. Alessio, XII sm. (march.), 96, pag. 21: Ma Cristu Deu atuttesore / sì li stai custoditore...

[3] Poes. an. ravenn., XIII in., 4, pag. 39: El m'aucit' e confunde atute l'ure, / sì ce [m]ai poso né note né die.

[4] Ruggieri d'Amici (ed. Panvini), a. 1246 (tosc.), canz., 29, pag. 62: per ch'io li possa atuttora piacire...

[5] Giacomo da Lentini, c. 1230/50 (tosc.), 8.46, pag. 118: disïando vedere / madonna mia a tuttore...

[6] Giac. Pugliese, Rime (ed. Panvini), XIII pm. (tosc.), 3.40, pag. 185: voi siete la mia donna a tut[t]'ore...

- Locuz. prep. A vita di: v. vita s.f.

[7] Rinaldo d'Aquino (ed. Panvini), XIII pm. (tosc.), 4.16, pag. 103: per ch'io non falseragio al mio vivente. / A vita mia falsando / non por[r]ia, ciò mi pare...

2.3 Introduce il punto iniziale o quello finale di un'azione o di un processo (anche in costrutti con valore spazio-temporale, anche fig.). || Cfr. 1.3.2.

[1] Doc. march., 1193, pag. 202.17: (Et) isti denari .xx. libras deole Ioh(ann)es ad Plandeo ad oienantio da q(ui)stu Sami[k]eli prossimu ad .iii. ann(i) co(m)pliti...

[2] Giacomo da Lentini, c. 1230/50 (tosc.), 16.38, pag. 207: Dio li mandi dolore, / unqua non vegna a maggio...

[3] Doc. pist., 1240-50, framm. 1, pag. 61.3: Debo dare a mese Miliore l. lxiiij, che mi prestò x dì ala '[n]trata d'ogosto.

[4] Brunetto Latini, Rettorica, c. 1260-61 (fior.), pag. 82.10: Et appellasi causa tutta la diceria e la contenzione cominciando al prolago e finiendo alla conclusione...

2.3.1 [In correlazione con da].

[1] Doc. montier., 1219, pag. 51.11: It. sì iura il signore u co(n)suli ke sara(n)no p(er) te(m)porale, da inde ad u(n) mese poscia k'avarae ricevuta la signoria u co(n)sulato di p(ro)vedere...

[2] Pseudo-Uguccione, Istoria, XIII pm. (lomb.), 1546, pag. 76: Quelui c'à ben a Deu servir, / Da qui a la fine permagnir, / Molt avrà rico guëerdone...

2.3.2 Locuz. e fras.

- Locuz. avv. Al capo: v. capo s.m.

[1] Proverbia que dicuntur, XIII pi.di. (ven.), 368, pag. 538: unca n'audì' parlare de persona sì conta [[...]] ch'al cav' o a la fin no 'nd'avés qualqe onta.

- Locuz. avv. Alla cominciaglia: v. cominciaglia s.f.

[2] Stefano Protonotaro, XIII m. (tosc.), canz. 2.55, pag. 136: così m'aven com'ala cominzaglia: / ch'io creo aver vinto, ancor so' a la bat[t]aglia.

- Locuz. avv. Al cominciamento. Locuz. prep. Al cominciamento di: v. cominciamento s.m.

[3] Pamphilus volg., c. 1250 (venez.), [Venus], pag. 35.15: E se per la ventura ela refuda alocomençamento lo to servisio...

[4] Brunetto Latini, Rettorica, c. 1260-61 (fior.), pag. 150.5: sì come promise alcominciamento di questo libro.

- Locuz. prep. Alla comincianza di: v. comincianza s.f.

[5] Brunetto Latini, Rettorica, c. 1260-61 (fior.), pag. 166.20: quando il parlieri o 'l dittatore quasi incontanente alla comincianza del suo dire [[...]] fa l'animo dell'uditore benvolente a llui et alla sua causa...

- Locuz. avv. Al cominciare: v. cominciare v.

[6] Giacomo da Lentini, c. 1230/50 (tosc.), 32.7, pag. 342: che sed alcominciar mostr'amarore, / porase render dolce al finimento.

- Locuz. avv. Alla derradana 'alla fine': cfr. deretano agg./avv.

[7] St. de Troia e de Roma Amb., 1252/58 (rom.), pag. 316.17: A la derradana [[...]]] così Aureliano fo occiso...

- Locuz. avv. Al dipartire: v. dipartire v.

[8] Uguccione da Lodi, Libro, XIII in. (crem.), 619, pag. 621: Aldepartir reu comïad avrà.

- Locuz. avv. Alla fine: v. fine s.f.

[9] Proverbia que dicuntur, XIII pi.di. (ven.), 368, pag. 538: unca n'audì' parlare de persona sì conta [[...]] ch'al cav' o a la fin no 'nd'avés qualqe onta.

- Locuz. avv. Al finimento: v. finimento s.m.

[10] Giacomo da Lentini, c. 1230/50 (tosc.), 32.8, pag. 342: che sed al cominciar mostr'amarore, / porase render dolce al finimento.

- Locuz. avv. Al finire: v. finire v.

[11] Proverbia que dicuntur, XIII pi.di. (ven.), 738, pag. 554: Li homini son 'legri al començar de l'arte, / e poi grami e dolentri al fenir, quand se parte.

- Locuz. avv. All'incominciamento di: v. incominciamento s.m.

[12] Andrea da Grosseto (ed. Segre), 1268 (tosc.), L. 1, intr., pag. 139.6: Alo 'ncomi[n]zamento ed al mezzo ed a la fine del mio trattato sia presente la grazia del santo Spirito.

- Locuz. prep. All'incominciata di: v. incominciata s.f.

[13] Brunetto Latini, Rettorica, c. 1260-61 (fior.), pag. 192.11: se io nel mio exordio, alla 'ncuminciata della mia aringhiera, tocco un poco del fatto sopra 'l quale io dicerò...

- Locuz. avv. Alla partita: v. partita s.f.

[14] Cielo d'Alcamo, Contrasto, 1231/50 (sic.>tosc.), 20, pag. 178: Como ti seppe bona la venuta, / consiglio che ti guardi a la partuta...

- Locuz. avv. Alla prima: v. primo agg.

[15] Brunetto Latini, Rettorica, c. 1260-61 (fior.), pag. 21.18: et inducendo loro a ssapere le cose utili et oneste, tutto che allaprima paresse loro gravi per loro disusanza, poi l'udiro studiosamente...

- Locuz. avv. A termine, a certo termine: v. termine s.m.

[16] Doc. fior., 1211, pag. 23.12: Buonessegnia Falkoni ci à dato li. xl: rekò Iakopo atermine.

[17] Doc. montier., 1219, pag. 45.20: di coma(n)dare a cului ke l'àe a dare p(er) seram(en)to ke -l paghi a certo termine...

2.3.3 [In correlazione con da] indica il secondo punto di una correlazione temporale. || Cfr. 1.1.4 per l'equivalente spaziale.

[1] Brunetto Latini, Rettorica, c. 1260-61 (fior.), pag. 85.14: Od è questione d'azione, cioè viene a dire che contiene questione la quale procede di ciò, c'alcuna azione si muta d'un luogo ad altro e d'un tempo ad altro.

2.3.4 Definisce la collocazione di un evento in una serie cronologica.

[1] St. de Troia e de Roma Laur., 1252/58 (rom.), pag. 223.14: Et poi Archelaus recommatteo con Silla e Silla ne la prima vattalia occise Diogenem filio de Archelao e xv.m cavalieri et ad la secunna vattalia quasi tutta l'oste occise.

2.4 Introduce l'unità di tempo in costrutti di tipo distributivo. || Per il valore distributivo di a cfr. 7.

[1] Stat. sen., 1280-97, par. 172, pag. 50.2: Item, statuimo che qualunque omo tiene alcuno forestiere ora a dì ora a semmana ora a mese, se richiamo fusse fatto di chello forestiere, che la corte sia tenut[a] di farlo pagare incontanente, senza alcuno termine.

- Locuz. avv. Al dì: v. s.m.

[1] Uguccione da Lodi, Libro, XIII in. (crem.), 443, pag. 615: de grand forcon de ferro speso firà tocadho, / cento fïadhe al per lo corpo foradho.

- Locuz. avv. Al giorno: v. giorno s.m.

[2] Proverbia que dicuntur, XIII pi.di. (ven.), 595, pag. 548: ké mile volte alçorno a le[r] se mua talenti...

- Locuz. avv. A mese: v. mese s.m.

[3] Doc. pist., 1240-50, framm. 7, pag. 66.1: I(nco)ni[n]ciò Genovese i(n) k. magio a co[n]ciare: a mese de 'vere s. xx. P. s. iiii tra tri vo[l]te...

2.5 Forma determinazioni di tempo valutative ('al momento giusto', 'troppo presto', 'troppo tardi').

- Locuz. avv. Alla fiata 'una buona volta': v. fiata s.f.

[1] Giacomo da Lentini, c. 1230/50 (tosc.), 16.18, pag. 206: rimembriti a la fiata / quand'io t'ebi abrazzata / a li dolzi baciari.

- Locuz. avv. Alla buonora 'finalmente, una buona volta': v. ora s.f.

[2] Cielo d'Alcamo, Contrasto, 1231/50 (sic.>tosc.), 159, pag. 185: A lo letto ne gimo ala bon'ora...

- Locuz. avv. A tempo: v. tempo s.m.

[3] Patecchio, Splanamento, XIII pi.di. (crem.), 246, pag. 570: Parola d'omo mato sempre fi reprovada, / q'el no la dis a tempo, né sa com'ela vadha.

[4] Pamphilus volg., c. 1250 (venez.), [La Vecchia], pag. 51.9: Qé lo don qe vien dad a tenpo sì fai far lo servisio plenamentre...

3 Esprime il dativo.

3.1 Forma il complemento di termine. || Si include nella nozione di 'termine' anche il complemento 'di vantaggio o svantaggio'.

[1] Formula di confessione umbra, 1065 (norc.), pag. 86.3: C(on)fessu so ad mesenio(r) D(omi)nideu.

[2] Doc. pis., XII pm., pag. 5.1: A Bonacio sol. xx.

[3] Doc. venez., XII t.q., pag. 88.23: Griti (et) d(omi)no pat(er) meus debet pagare lo naulo at Venecia(m)...

[4] Doc. savon., 1178-82, pag. 173.31: Et) ei Paxia dedit ad viro m(e)o Ioh(ann)es libr. .v....

[5] Doc. fabr., 1186, pag. 191.15: adre(n)derimu ad vui admicavelem(en)te...

[6] Poes. an. ravenn., 1180/1210, 7, pag. 615: Non [r]espus'a vui di[ritamen]te...

[7] Uguccione da Lodi, Libro, XIII in. (crem.), 261, pag. 609: ço qe digo a voi, a mi consenta far.

[8] Ritmo cass., XIII in., 95, pag. 13: ma quantumqu'a Deu petite / tuttu lo 'm balia tenete...

[9] Doc. fior., 1211, pag. 23.19: A mesere Ka(n)ciellieri p(re)sta(m)mo s. ii i(n) sua mano...

[10] Ritmo lucchese, 1213, 40, pag. 48: Punisca in prima li cittadini / ka metta mano ai contadini!

[11] Doc. montier., 1219, pag. 44.19: esettato ke sia licito a catauno di poter far co(m)pagnia di merca(n)tia...

[12] Proverbia que dicuntur, XIII pi.di. (ven.), 581, pag. 547: Poné ment a le bestie...

[13] Doc. sang., 1235, pag. 78.22: Michele balitore <a> da Uiano à dato a Ricoma(n)no chamarli[n]go tra grano ( e) orço (e) denari ta(n)to...

[14] Guido Faba, Parl., c. 1243 (bologn.), 19 (74), pag. 243.28: quando alcuna p(re)su(m)ptio(n)e humana tole d(e) t(er)ra la creat(ur)a alo so creatore.

[15] Ricordo d'imprese pisane, p. 1246 (tosc.mer.?), pag. 167.20: Sia manifesto a nnoi (e) al più dele p(er)sone che...

[16] Giacomo da Lentini, c. 1230/50 (tosc.), 1.66, pag. 15: Assai mi son mostrato / a voi, donna spietata...

[17] Pseudo-Uguccione, Istoria, XIII pm. (lomb.), 1164, pag. 66: Lo Dives ave molt aver / Mai pur a ssi lo vols gauder...

[18] Ranieri volg., XIII pm. (viterb.), pag. 225.15: Misser Raniari, dima(n)date a misser Guido s'elli vo p(ro)mette secondu ke aio dectu.

[19] Doc. pist., 1240-50, framm. 1, pag. 60.5: Pagati a La(n)dre Buuli l. iiij e s. iii e dr. vj di pani.

[20] Pamphilus volg., c. 1250 (venez.), [Panfilo], pag. 29.3: e cotidianamentre cresse a mi la plaga e lo dolore, çoè l'amor.

[21] Lett. sen., 1253, pag. 200.10: Co(n)tio sia a voi che Gerardone (e) Angnelone di Spoleto...

[22] Bonagiunta Orb. (ed. Contini), XIII m. (lucch.), canz. 2.36, pag. 264: seraggio fore de la condissione / ch'a li amadori è fort' e crudera.

[23] Miracole de Roma, XIII m. (rom.), 30, pag. 574.24: Et quello respuse ka non potea tanto fatigare, petìo indutia ad li senatori iij dies.

[24] Parafr. Decalogo, XIII m. (?) (bergam.), 4, pag. 420: i quay dè De pader omnipotent / a Moyses per salvar la zent...

[25] Esercizi padov., XIII m., A[1], pag. 43.3: A mi desdese la toa co(m)pagia...

[26] Doc. fior., 1256, pag. 257.4: li quali dn. pagò a me p(re)ite Kiarito i(n) sull'avello dei Folliarini...

[27] St. de Troia e de Roma Laur., 1252/58 (rom.), pag. 14.13: fo nuntiato a Laumedonte, rege de Troia, ka era una nave venuta...

[28] Lett. sen., 1260, pag. 269.24: (e) sapi che a noi chostarà asai ala borsa...

[29] Brunetto Latini, Rettorica, c. 1260-61 (fior.), pag. 127.15: Io comando che colui ch'è mia reda dia a Cassandro cento vaselli d'oro...

[30] Brunetto Latini, Rettorica, c. 1260-61 (fior.), pag. 14.19: questo mi pare uomo e cittadino utilissimo ed amicissimo alle sue et alle publiche ragioni.

[31] Doc. ver., 1266, pag. 257.31: P(r)ima ijij s. a Bonefine not(ario) p(er) ij comisione fate a mes(er) Zacaria...

3.1.1 Locuz. e fras.

- Locuz. verb. Voler bene a: v. bene s.m.

[1] Tomaso di Sasso (ed. Panvini), XIII pm. (tosc.), canz..4, pag. 67: com'io già lungiamente / a l'avenente - ò tanto ben voluto... || Cfr. precedentemente Patecchio, Splanamento, XIII pi.di. (crem.), 241, pag. 570: Set dì se planz un mort da quig qe li vol ben...

- Locuz. escl. Guai a: v. guai escl.

[2] Uguccione da Lodi, Libro, XIII in. (crem.), 246, pag. 609: Guai a quelor qe molt entende a fornicar...

[3] S. Francesco, Laudes, c. 1224 (assis.), 29, pag. 34: guai a·cquelli ke morrano ne le peccata mortali...

- Locuz. verb. Esser licenza a: v. licenza s.f.

[4] Miracole de Roma, XIII m. (rom.), 33, pag. 577.14: De celo deo venire lo rege de lo munno, se licentia forse ad ti de vederelo.

- Locuz. verb. Esser mestiere a: v. mestiere s.m.

[5] Pamphilus volg., c. 1250 (venez.), [Panfilo], pag. 29.14: Mai enperçò ke molte caose nose a mi, mester m'è a veder et a cercar molte caose...

- Locuz. verb. Voler male a: v. male s.m.

[6] Brunetto Latini, Rettorica, c. 1260-61 (fior.), pag. 185.13: Cesare volle alcuna fiata male a Tullio, ma tutta volta lo ritenne in sua corte...

3.1.2 [In dipendenza da appartenere, avvenire 'avvenire' e 'convenire', convenire, divenire 'avvenire', pertenere, toccare 'spettare'].

[1] Doc. osim., 1151, pag. 151.10: q(ue) a lui p(er)tine v(e)l p(er)tinere debet...

[2] Proverbia que dicuntur, XIII pi.di. (ven.), 683, pag. 552: Com'a la nave devenili ch'a reu arbor se liga...

[3] Patecchio, Splanamento, XIII pi.di. (crem.), 10, pag. 560: com'a le done coven boni costumi aver...

[4] Patecchio, Splanamento, XIII pi.di. (crem.), 79, pag. 563: Cossì avien a tuti...

[5] Guido Faba, Parl., c. 1243 (bologn.), 6 (21), pag. 235.18: e bene se (con)verave al patre mutare volu(n)tà...

[6] Giacomo da Lentini, c. 1230/50 (tosc.), 37.14, pag. 366: sì com'avene - a la cità romana.

[7] Pamphilus volg., c. 1250 (venez.), [Venus], pag. 37.8: qé grande aventura sì avene alo piçol omo per la soa arte e per lo so ençegno.

[8] Lett. sen., 1253 (2), pag. 205.2: (e) disemi che a llui conveniva andare a Cortona...

[9] Doc. venez., 1253, pag. 6.12: Ancora perten al dito casal pecia J de terra da çascun ladi dela nostra raxon...

[10] Bonagiunta Orb. (ed. Contini), XIII m. (lucch.), canz. 1.29, pag. 261: O Deo, ché non m'avene / com'al leon selvaggio...

[11] Parafr. Decalogo, XIII m. (?) (bergam.), 72, pag. 421: Questi comandamenti pertene a Deo padre...

[12] St. de Troia e de Roma Amb., 1252/58 (rom.), pag. 330.25: Fone molto forte più ke non se convenia ad inperatore...

[13] Brunetto Latini, Rettorica, c. 1260-61 (fior.), pag. 69.10: e così toccherebbe bene a llui trattare di quelle questioni...

3.1.3 Introduce il soggetto logico di un giudizio o di una sensazione (parere, sembrare, piacere, dispiacere, calere a qno).

[1] Ritmo S. Alessio, XII sm. (march.), 187, pag. 25: argentu et auru assai tollea, / quomo et quantu ad lue placea...

[2] Poes. an. ravenn., 1180/1210, 12, pag. 615: Null'om non cunsillo de penare / contra quel ke plas'al so signore...

[3] Doc. montier., 1219, pag. 48.13: u qua(n)to a loro piacesse d'alongare u menovare t(er)mine...

[4] Proverbia que dicuntur, XIII pi.di. (ven.), 329, pag. 537: Certo ad elle no cale qi tra pene o se struçe...

[5] Patecchio, Splanamento, XIII pi.di. (crem.), 32, pag. 561: quand à dit quant el vol, en tut desplas a altrui.

[6] Guido Faba, Parl., c. 1243 (bologn.), 4 (13), pag. 234.23: pare a me i(n) verità che l'amistà nostra reflorisca...

[7] Giacomo da Lentini, c. 1230/50 (tosc.), 4.45, pag. 66: s'a voi paresse / altro ch'esser non dovesse...

[8] Guido delle Colonne, XIII pm. (tosc.), 1.31, pag. 98: Poi ch'a lei piace, a me ben de' piacere...

[9] Pamphilus volg., c. 1250 (venez.), [Panfilo], pag. 31.7: Eu disi no grande cause, et a mi misero par-ele tropo grande...

[10] Bonagiunta Orb. (ed. Parducci), XIII m. (lucch.), canz. 4.10, pag. 55: Ca primamente amai / per ben piacere al vostro signoragio / d'aver fermo coragio...

[11] St. de Troia e de Roma Amb., 1252/58 (rom.), pag. 40.26: Eccuba dice sì, se piace a Priamo...

[12] St. de Troia e de Roma Laur., 1252/58 (rom.), pag. 38.28: la quale cosa sappe molto rio ad Acilles.

[13] Brunetto Latini, Rettorica, c. 1260-61 (fior.), pag. 9.5: in prima dice che pare a llui di sapienzia...

3.1.4 Esprime una relazione (spesso equivalente a 'con', 'in relazione con', 'in rapporto con', 'nei confronti di', 'quanto a').

[1] Proverbia que dicuntur, XIII pi.di. (ven.), 211, pag. 532: de l'alta marqesana qe fo de Monferato: / çugav' a lo marì spesor con falso dato...

[2] Patecchio, Splanamento, XIII pi.di. (crem.), 11, pag. 560: com' un amig a l'autro dé andar dretamente...

[3] Giacomo da Lentini, c. 1230/50 (tosc.), 11.36, pag. 148: e ritorna in disdutto / (a ciò non dotto) - tal speranz'a porto.

[4] Tomaso di Sasso (ed. Panvini), XIII pm. (tosc.), canz., 47, pag. 69: a zo ch'i' avere soglio / de la vostra belleza, / Amor mi dia certanza...

[5] Bonagiunta Orb. (ed. Contini), XIII m. (lucch.), son. 9-2.4, pag. 276: qualunqu'è quei ch'avanti a voi si pari, / è pari - com'è rame a l'oro mondo.

[6] St. de Troia e de Roma Amb., 1252/58 (rom.), pag. 272.21: et era fidele a li soi amici...

[7] Brunetto Latini, Rettorica, c. 1260-61 (fior.), pag. 122.4: La città di Corinto non stava ubidiente a Roma...

3.1.4.1 Con valore di 'contro'.

[1] St. de Troia e de Roma Amb., 1252/58 (rom.), pag. 245.15: Et Yrcano deo la citade a Pponpeio e Ponpeio assidiao lo tenpio, ma per la pregaria de Yrcano, ke per volontate se deo a li romani, non deo la vactalgia a lo tenpio.

- Locuz. avv. A corpo a corpo, corpo a corpo: v. corpo s.m.

[2] St. de Troia e de Roma Amb., 1252/58 (rom.), pag. 184.25: e con Scipio commacteo uno yspano cuorpo a ccorpo e vicquelo.

[3] St. de Troia e de Roma Laur., 1252/58 (rom.> tosc.), pag. 67.23: E Eneas se commatteo con Turno ad corpo ad corpo e fecerosse molte ferute.

3.1.5 Introduce il termine di un rapporto di somiglianza (tipi 'essere, considerare, rendere simile a'; 'paragonare a') o di appropriatezza (tipo 'appropriato a').

[1] Guido Faba, Parl., c. 1243 (bologn.), 8 (29), pag. 236.21: voglo mie assimblare al m(er)cata(n)te d(e)l quale dice la scriptura...

[2] Giacomo da Lentini, c. 1230/50 (tosc.), 22.7, pag. 291: ma voglio lei a lumera asomigliare, / e gli ochi mei al vetro ove si pone.

[3] Rinaldo d'Aquino (ed. Contini), XIII pm. (tosc.), 24, pag. 113: Dunqua, senza fallire, / a la mia gioi null'altra gioi si 'ntenza...

[4] Bonagiunta Orb. (ed. Parducci), XIII m. (lucch.), canz. 7.8, pag. 59: E non è alcun paragio, / che a l'ubidir si possa asimigliare...

[5] Poes. an. march., XIII m., 12, pag. 9: ben se semella a Julio Cessare u a Pilato.

[6] St. de Troia e de Roma Laur., 1252/58 (rom.), pag. 293.17: et Vespasianus dixe, ka quella similiava ad lo rege de Persida...

[7] Brunetto Latini, Rettorica, c. 1260-61 (fior.), pag. 157.7: noi dovemo mandare tali parole che ssiano accordanti alle persone et allo stato loro.

3.1.6 Esprime possesso (introduce il possessore).

[1] Pamphilus volg., c. 1250 (venez.), [Panfilo], pag. 29.13: cumçoseacaosa ke nesuna abundança de conseglo sea a mi.

[2] Pamphilus volg., c. 1250 (venez.), [Panfilo], pag. 45.17: Mai per la ventura ancor vignirà dì e tempo en lo qual se mostrarà se algun amigo serà a ti, e se algun te vorà ben.

[3] St. de Troia e de Roma Laur., 1252/58 (rom.), pag. 107.22: et Levino era fratre consobrino ad Tarquinio Superbo...

3.2 Introduce l'agente.

[1] Proverbia que dicuntur, XIII pi.di. (ven.), 186, pag. 531: E qi d'isti proverbii de legeri à entenduto, / se ma[i] [se] las' a femena sedure, serà destruto...

[2] Giacomo da Lentini, c. 1230/50 (tosc.), 7.32, pag. 106: câ contare - audivi a molta gente / che lo lëone este di tale usato...

[3] Pamphilus volg., c. 1250 (venez.), [Galatea], pag. 85.28: et enpermordeçò, o Panfilo, questo fato fo no cognosudo a mi mai sì ala vetrana...

[4] St. de Troia e de Roma Amb., 1252/58 (rom.), pag. 304.15: ke molte fiate pregava li famuli soi ke llo occidessero per le molte piage, oi lo lassassero occidere ad esso medesmo.

3.2.1 [In costruzioni agentive rette da fare ecc.].

[1] Doc. montier., 1219, pag. 46.2: e -l signori siano tenuti di far iurare a tre omini ke -l ponano al mellio ke Dio lo darae a co(n)gnoscere a bona fede sanza frode...

[2] Patecchio, Splanamento, XIII pi.di. (crem.), 186, pag. 567: trova qualqe rampogne per far dir a la çente: / «Cognosent om è questo»...

[3] St. de Troia e de Roma Amb., 1252/58 (rom.), pag. 102.27: Airons lo menore suo filio, trovao consilio como sapio homo e nudo se fece bactere a li servi soi.

[4] St. de Troia e de Roma Amb., 1252/58 (rom.), pag. 208.13: Inprima Gigurta fece occidere Iecçalem a li cavalieri soi...

3.3 Introduce l'oggetto indiretto.

[1] Uguccione da Lodi, Libro, XIII in. (crem.), 86, pag. 603: qi vol servir a Deu, no dé tropo dormir.

[2] Doc. montier., 1219, pag. 42.36: Tutti quell'omini ke a questo breve iurano sì iurano di guardare (e) di salvare tutti quell'omini...

[3] Audite, poverelle, 1225 (umbr.), 5, pag. 6: Non guardate a la vita de fora, / ka quella dello spirito è migliora.

[4] Proverbia que dicuntur, XIII pi.di. (ven.), 187, pag. 531: qu[ando] [l]'om cred' a femena, en tal afar è duto, / qe meio li seria q'el fosse sordo o muto.

[5] Patecchio, Splanamento, XIII pi.di. (crem.), 85, pag. 563: Li catif qe l'ascolta se pensa, e sta muti, / q'el dis mal d'un de lor e po 'l dirà de tuti, / e guarda l'un a l'autro, qe diga q'el tasese...

[6] Guido Faba, Parl., c. 1243 (bologn.), 2 (5), pag. 233.19: Ma lo riccho fo facto p(er) subvenire alo povero, e llo povero p(er) s(er)vire alo ricco...

[7] Guido Faba, Gemma, 1239/48 (bologn.), pag. 8.14: e s'ello no responde, u no vole satisfare a le adomandasone...

[8] Giacomo da Lentini, c. 1230/50 (tosc.), 26.1, pag. 309: A l'aire claro ò vista ploggia dare, / ed a lo scuro rendere clarore...

[9] Tomaso di Sasso (ed. Contini), XIII pm. (tosc.), canz., 59, pag. 93: ché gran follia mi pare / omo inorare - a sì folle segnore...

[10] Rinaldo d'Aquino (ed. Panvini), XIII pm. (tosc.), 6.29, pag. 110: Or ti rimembri, bella, a quello punto / ched io ti presi ad amare [a] coragio...

[11] Pseudo-Uguccione, Istoria, XIII pm. (lomb.), 1126, pag. 65: E 'l pover unca no favela / Qé molt atende a la scüela.

[12] Ranieri volg., XIII pm. (viterb.), pag. 228.18: renu(n)çando in q(ue)stu factu ad onde aiutoriu di lege (e) a q(ue)lunqua rasone (e) actio(n)e ke tu avie in q(ue)sta cosa...

[13] Pamphilus volg., c. 1250 (venez.), [Panfilo], pag. 39.13: Qé la mea mente e la mea volontade varda solamentre ad ella...

[14] Pamphilus volg., c. 1250 (venez.), [La Vecchia], pag. 77.23: O Galathea», dise la vetrana, «perdona ala toa çonventùe, et abraça le alegrece dela vita!

[15] Bonagiunta Orb. (ed. Contini), XIII m. (lucch.), canz.tta 3.6, pag. 265: stava 'nde com'om dotoso, / da che meritatamente / non serve a chi l'ha onorato.

[16] Parafr. Decalogo, XIII m. (?) (bergam.), 56, pag. 421: Ceschaduna dona che va desonestamente / alla offende a Cristo omnipotente...

[17] St. de Troia e de Roma Amb., 1252/58 (rom.), pag. 128.14: Po la destructione de Venevento li romani començaro a ccommactere con quelli de Taranto, ke aveano aiutato a Benevento.

[18] Brunetto Latini, Rettorica, c. 1260-61 (fior.), pag. 91.13: Non rispondo a questa pena, perciò che non tocca a questo peccato».

- Locuz. verb. Porre fine a: v. fine s.f.

[19] Brunetto Latini, Rettorica, c. 1260-61 (fior.), pag. 39.16: e così pone fine al suo prolago e viene al fatto...

- Locuz. verb. Porre mente a: v. mente s.f.

[20] Giacomo da Lentini, c. 1230/50 (tosc.), 11.38, pag. 148: E se alcun torto mi vedete, / ponete mente a voi, / che bella piu[i] - per orgoglio siete...

3.3.1 Introduce il complemento oggetto personale.

[1] Cielo d'Alcamo, Contrasto, 1231/50 (sic.>tosc.), 111, pag. 183: «A meve non aìtano amici né parenti...

[2] St. de Troia e de Roma Laur., 1252/58 (rom.), pag. 274.18: e quello cavalieri fo addemannato da un altro cavalieri: «Perké guardi così ad Octabiano?»

3.3.2 Introduce il soggetto personale di un'infinitiva oggettiva.

[1] Stefano Protonotaro, XIII m. (sic.), 59, pag. 132: ca ho vistu adess' a bon suffirituri / vinciri prova et aquistari unuri.

4 Forma il complemento predicativo.

[1] Doc. march., 1193, pag. 203.7: ke la t(er)ra sia loro a p(ro)p(r)ietate.

[2] Uguccione da Lodi, Libro, XIII in. (crem.), 65, pag. 602: le vile e li casteli aves en tenimente, / le citad e li borg[h]i al so comandamente...

[3] Doc. montier., 1219, pag. 49.17: ud elli none fusse a comandam(en)to del signore...

[4] Proverbia que dicuntur, XIII pi.di. (ven.), 755, pag. 555: e poria al so comando aver qual voles' ella...

[5] Guido Faba, Parl., c. 1243 (bologn.), 11 (42), pag. 238.25: et è da tignire fo(r)te a plaxere qua(n)do la cità d(e) multe p(er)sone allege l'una...

[6] Giacomo da Lentini, c. 1230/50 (tosc.), 1.8, pag. 11: lo meo core, / che 'n tante pene è miso / che vive quando more / per bene amare, e teneselo a vita.

[7] Giac. Pugliese, Rime (ed. Panvini), XIII pm. (tosc.), 5.68, pag. 191: Poi che m'ài al tuo dimino, / piglia di me tal ve[n]gianza...

[8] Pseudo-Uguccione, Istoria, XIII pm. (lomb.), 1273, pag. 69: Mai sì 'l terraf om a bausia...

[9] Cielo d'Alcamo, Contrasto, 1231/50 (sic.>tosc.), 118, pag. 183: S'a le Va[n]gele jùrimi che mi sï' a marito...

[10] St. de Troia e de Roma Laur., 1252/58 (rom.), pag. 40.23: Acilles mannao uno suo fedele ad Heccuba, se ad esso volea dare Polixena ad molge...

4.1 Locuz. e fras.

- Fras. Tenere a disonore: v. disonore s.m.

[1] Parafr. Decalogo, XIII m. (?) (bergam.), 66, pag. 421: Li so dodes fradey s'ol ten a desenore...

- Fras. Essere, tenere a gioco: v. gioco s.m.

[2] Giacomo da Lentini, c. 1230/50 (tosc.), 33.6, pag. 348: pensando tal chiarura - sï' a gioco...

[3] Bonagiunta Orb. (ed. Contini), XIII m. (lucch.), son. 7.7, pag. 272: e voi, madonna, lo tenete agioco...

- Fras. Essere, avere, tenere, venire a grado (a grato): v. grado s.m.

[4] Proverbia que dicuntur, XIII pi.di. (ven.), 395, pag. 540: çà no starà cela[to] / k'eu no diga oimai ço qe me ven a gra[to]...

[5] Proverbia que dicuntur, XIII pi.di. (ven.), 542, pag. 546: Çà no dota le femene en dito ni en fato / far quelo ch'atalentali e qe li est' a grato...

[6] Brunetto Latini, Tesoretto, a. 1274 (fior.), 1736, pag. 236: Ben dico, se 'n ben fare / sia l'uno e l'altro pare, / quelli ch'è meglio nato / è tenuto più a grato...

[7] Bonvesin, Volgari, XIII tu.d. (mil.), Vita beati Alexii, 27, pag. 291: Molt han a grao ke Criste, per soa grand pïetá, / Sí g'á compio d'eredhex la söa voluntá.

- Fras. Tenere a niente: v. niente s.m.

[8] Brunetto Latini, Rettorica, c. 1260-61 (fior.), pag. 183.10: Noi potemo mettere i nostri adversarii in dispetto degli uditori, cioè farli tenere a vile et aneente...

- Fras. Essere a noia: v. noia s.f.

[9] Patecchio, Frotula, XIII pi.di. (crem.), 51, pag. 587: A noia m'è ancor sovra tuto / om[o] vil qe vol esser mesclero...

- Fras. Essere a piacere: v. piacere s.m.

[10] Guido Faba, Parl., c. 1243 (bologn.), 10 (38), pag. 238.15: e gr(ati)a d(e) fare senpre le cose ch'a voi sciano a placere...

- Fras. Essere a piacimento: v. piacimento s.m.

[11] Ruggieri d'Amici (ed. Panvini), a. 1246 (tosc.), canz., 46, pag. 63: e voglio ben servire / in tutto 'l suo talento, / che le sia a piacimento...

- Fras. Essere a rischio di (qno, che sopporta il rischio): v. rischio s.m.

[12] Doc. march., 1193, pag. 203.1: ke la mitade se ne fose ad resicu de Ioh(ann)i de tuctu, (et) la mitade de Plandideo...

- Fras. Essere al servizio di: v. servizio s.m.

[13] Guido Faba, Gemma, 1239/48 (bologn.), pag. 8.17: Sì como eo son tenudo, onne tempo voglio essere al vostro servisio...

- Fras. Essere a talento: v. talento s.m.

[14] Proverbia que dicuntur, XIII pi.di. (ven.), 751, pag. 554: elo poria avere qual li fose a talento...

- Fras. Tenere a vile: v. vile agg./s.m.

[15] Brunetto Latini, Rettorica, c. 1260-61 (fior.), pag. 183.10: Noi potemo mettere i nostri adversarii in dispetto degli uditori, cioè farli tenere a vile et a neente...

- Fras. Essere al volere di: v. volere s.m.

[16] Giac. Pugliese, Morte, XIII pm. (tosc.), 51, pag. 148: Se fosse al meo voler, donna, di voi...

- Fras. Essere a volontà di: v. volontà s.f.

[17] Cielo d'Alcamo, Contrasto, 1231/50 (sic.>tosc.), 3, pag. 177: tràgemi d'este focora, se t'este a bolontate...

5 Forma i complementi di unione e di qualità.

[1] Lett. sen., 1253 (3), pag. 210.9: Le nomina dei q(ua)li i' ò iscriti p(er) carta, (e) p(er) carta la paga che l'è fata; i[n]tra i quali die avere tre[n]ta (e) sei chavalieri a chavali coverti, (e) li atri sono a u· chavallo, (e) debono es.re armati di tute arme.

[2] Guittone, Lettere in versi, a. 1294 (tosc.), 12.18, pag. 137: Vostra visïone, diteme, foe / che donna una a mirabil fazione / porgea voi un falcone...

[3] Brunetto Latini, Rettorica, c. 1260-61 (fior.), pag. 182.9: se noi contiamo la forza del corpo e dell'animo loro ad arme e senza arme...

- [Milit.] Locuz. nom. Uomini a piedi: v. piede s.m.

[4] St. de Troia e de Roma Laur., 1252/58 (rom.), pag. 154.22: venne in Ytalia con tutta l'oste soa bene con lxxx.m homini ad piedi et con x.m cavalieri...

5.1 Forma il complemento di materia.

[1] St. de Troia e de Roma Laur., 1252/58 (rom.), pag. 257.23: Et Tholomeo fo da lo mare iectato ad lito et fo da li soi recognoscuto, inperzoké avea in testa uno ermo ad auro.

6 Esprime relazioni di quantità o di valore.

6.1 Introduce quantificatori.

- Locuz. avv. A dismisura: v. dismisura s.f.

[1] Jacopo Mostacci (ed. Panvini), XIII pm. (tosc.), 1.32, pag. 146: e contolomi in gran bona ventura / si v'amo a dismisura...

- Locuz. cong. Al meno che: v. meno avv.

[2] Proverbia que dicuntur, XIII pi.di. (ven.), 740, pag. 554: Perçò 'maïstr' eu l'omo qe leçe queste carte / qe a lo men q'el pò con femen' aça parte.

- Locuz. avv. A minuto: v. minuto agg./s.m.

[3] Doc. pist., 1240-50, framm. 1, pag. 61.7: Abo dato a Vitali Iacopi lib. lx m(eno) s. v e dr. vj p(er) mesere Miliore, che li ave pagati Vitali a minuto nele spese dela casa da piè dela torre...

- Locuz. avv. A più che: v. più avv.

[4] Pamphilus volg., c. 1250 (venez.), [Galatea], pag. 61.14: Mai eu te digo qe tu dibie celar questa causa a plu qe tu poi...

6.2 Introduce espressioni valutative.

- Locuz. cong. Al meglio che: v. meglio avv.

[1] Doc. montier., 1219, pag. 46.2: e -l signori siano tenuti di far iurare a tre omini ke -l ponano al mellio ke Dio lo darae a co(n)gnoscere a bona fede sanza frode...

6.3 Esprime relazioni di misura (valore, prezzo, cambio, pena).

[1] Doc. colt., XII ex., pag. 12.1: Finello uno mezo staio ad staio senese.

[2] Doc. fior., 1211, pag. 23.8: e) dio(no) pagare <per 1/2 giugnio> tredici dì a(n)zi k. luglio; se più sta(n)no, a iiii d. lib. il mese qua(n)to fosse nostra volo(n)tade.

[3] Proverbia que dicuntur, XIII pi.di. (ven.), 16, pag. 523: cui tal trovar poësela ogno çorno de l'ano, / se a fin auro pesasela, no 'nde avrïa dano.

[4] Doc. sang., a. 1238, pag. 158.24: Ite(m) de dare Galigaio i modio di grano a rasieri p(er) se[m]e...

[5] Doc. aret., 1240, pag. 159.21: Gionta de Ragneri viij st. fr(umenti) alo staio dal ficto.

[6] Doc. venez., 1253, pag. 2.5: che fo mesuradori dela dita possession a pertega de X pe', a pe del vescovado de Ferera...

[7] Doc. mug., XIII m., pag. 193.3: s. (e) un mogio di grano facto a staio diricto p(er) la co(m)p(er)a di Malacresta.

[8] Lett. sen., 1260, pag. 267.21: isterlino, inp(er)ciò che vale tro(p)po meglio p(er) noi, avendoli noi a chello chosto i p(ro)ve. che tu li ài ogi, che no varebe a vendare lo sterlino...

- Locuz. prep. A pena di. Locuz. avv. A certa pena: v. pena s.f.

[7] Doc. cors., 1220, pag. 241.18: Et) guadia li dede di guare(n)tarli ista ve(n)ditione p(er) tutti te(m)pi ad pena di lib(re) x.

[8] Brunetto Latini, Rettorica, c. 1260-61 (fior.), pag. 110.13: Un mercatante caursino avea inprontato da uno francesco una quantità di pecunia a pagare in Parigi a certo termine et a certa pena.

- Locuz. avv. A ragione: v. ragione s.f.

[9] Doc. pist., 1240-50, framm. 6, pag. 65.17: Lo Copia da Prato co(m)però da Benei(n)casa, guado, ce(n)tinaia xiiij ... a rasione.

- Locuz. prep. A ragione di: v. ragione s.f.

[10] Doc. fior., 1211, pag. 23.6: Aldobra(n)dino Petri (e) Buonessegnia Falkoni no dio(no) dare katuno i(n) tuto lib. lii p(er) livre diciotto d'i(m)p(eriali) mezani, arrascio(ne) di tre(n)ta (e) ci(n)que m(eno) terza, ke de(m)mo loro tredici dì a(n)zi k. luglio...

[11] Doc. pist., 1240-50, framm. 6, pag. 64.19: Tebaldino da Prato de avere lib. viij e s. v e dr. viiij p(er) vj ce[n]tinaia e l. lxiij di guado a rasione di s. ve(n)ti e ci[n]que lo ce[n]tinaio.

[12] Lett. sen., 1260, pag. 269.9: (e) vendemoli a raçone di trenta e tre s. la doçina...

7 Ha valore distributivo. || Cfr. anche 2.4.

[1] Pseudo-Uguccione, Istoria, XIII pm. (lomb.), 798, pag. 56: No lassa 'l magro per lo grasso, / Né quel q'è savio per lo fole, / Ad un ad un tuti s'ig tole.

[2] Ruggieri Apugliese (ed. Contini), XIII m. (sen.), 3.16, pag. 903: egli erano cento ed ankora piùe, / ke si consegliavano a due a due.

[3] Lett. sen., 1260, pag. 270.7: (e) di giurare la fedeltà ciascuno di Monte Pulciano, p(er) bocha a uno a uno, da quatordici anni i[n]sino a setanta...

- Locuz. avv. A mano a mano 'un poco alla volta': v. mano s.f.

[4] Brunetto Latini, Rettorica, c. 1260-61 (fior.), pag. 120.13: perciò ch'allotta sarà più chiara la ragione d'argomentare, quando l'exemplo si potrà amano a mano aconciare al genere della causa.

- Locuz. avv. A poco a poco: v. poco s.m.

[5] Rinaldo d'Aquino (ed. Panvini), XIII pm. (tosc.), 6.26, pag. 110: vor[r]ia, - bella, apoco a poco / con voi rintrare in gioco...

8 Ha valore modale.

8.1 Forma il complemento di modo o espressioni di valore modale.

[1] Doc. montier., 1219, pag. 50.38: A cotal guisa, ke -l signore sì debia chiamare tre omini de la co(m)pagnia sanza malitia...

[2] Rinaldo d'Aquino (ed. Panvini), XIII pm. (tosc.), 4.8, pag. 103: di quella rimembrando / c'altra più bella, [o] pare, / non por[r]ia rinformare / natur'a suo podire...

[3] Brunetto Latini, Rettorica, c. 1260-61 (fior.), pag. 67.13: Questione apella quella che àe in sé controversia posta in dicere sanza interposizione di certe persone, a questo modo...

[4] Brunetto Latini, Rettorica, c. 1260-61 (fior.), pag. 12.15: acciò che prima si raunaro gli uomini insieme a vivere ad una ragione et a buoni costumi...

8.1.1 [In formule di invocazione]. || Cfr. 8.1.2 Locuz. prep. A nome, al nome di.

[1] Cielo d'Alcamo, Contrasto, 1231/50 (sic.>tosc.), 118, pag. 183: S'a le Va[n]gele jùrimi che mi sï' a marito...

[2] Pamphilus volg., c. 1250 (venez.), [Venus], pag. 37.30: Comença, ala sperança de Deu, ke lo tempo darà a ti tute le cause con meioramento...

- Locuz. escl. A Dio: v. addio escl.

[1] Giacomo da Lentini, c. 1230/50 (tosc.), D[ubbie] 1.3, pag. 386: c'a piè baciando i' vi diceva «a Deo»...

8.1.2 Locuz. e fras.

- Locuz. avv. Ad abbandono: v. abbandono s.m.

[1] Uguccione da Lodi, Libro, XIII in. (crem.), 220, pag. 608: et a Longì faìssi verasïo perdon, / qe de la lança Te ferì a bandon...

- Locuz. avv. A pena: v. appena avv. Locuz. cong. A pena che: v. appena cong.

[2] Patecchio, Splanamento, XIII pi.di. (crem.), 68, pag. 563: L'om ch'usa dir pur mal, e 'l ben e l'onor sciva, / a pena se'n partrà tro q'en 'sto mondo viva.

[3] Bonvesin, Volgari, XIII tu.d. (mil.), De quindecim miraculis..., 12, pag. 192: Intant ki foss in riva e el voless guardá, / A pena k'el la possa vedher e remirá.

- Locuz. avv. A gran baldanza: v. baldanza s.f.

[4] Ruggieri Apugliese (ed. Contini), XIII m. (sen.), 1.57, pag. 888: e favello agran baldanza...

- Locuz. prep. A balìa di: v. balìa s.f.

[5] Patto Aleppo, 1207-1208 (ven.), pag. 22.38: a bailia de questo argento de' comparar ogna marcadantia...

- Locuz. avv. Alla bilancia: v. bilancia s.f.

[6] Pseudo-Uguccione, Istoria, XIII pm. (lomb.), 1448, pag. 74: Segondo l'ovra e la sperança / Serà pagad a la balança.

- Locuz. avv. A certo: v. certo agg./s.m.

[7] Brunetto Latini, Rettorica, c. 1260-61 (fior.), pag. 149.9: Et ben dice tutto acerto che lle parole che non si dicono per tencione d'una parte incontra un'altra non sono per forma né per arte di rettorica.

- Locuz. avv. A compimento 'compiutamente, del tutto': v. compimento s.m.

[8] Patecchio, Frotula, XIII pi.di. (crem.), 48, pag. 587: quand drudha m'ençegna acompliment...

- Locuz. avv. Alla cortese: v. cortese agg.

[9] Giacomo da Lentini, c. 1230/50 (tosc.), 38.10, pag. 371: Ma molti creden tenere amistade / sol per pelare altrui a la cortese...

- Locuz. prep. A costume di, al costume di: v. costume s.m.

[10] Miracole de Roma, XIII m. (rom.), 32, pag. 576.17: et secava la herba co la falce la quale portava legata nanti de sì ad custume de scudieri.

[11] St. de Troia e de Roma Laur., 1252/58 (rom.), pag. 193.21: e li Romani adlo custume loro presero ad commattere...

- Locuz. avv. A diritto, a dritto: v. diritto s.m./ agg.

[12] Jacopo Mostacci (ed. Panvini), XIII pm. (tosc.), 4.28, pag. 153: ché buon tacere adritto no è blasmato.

[13] Brunetto Latini, Rettorica, c. 1260-61 (fior.), pag. 99.22: e così deliberamento e dimostramento non possono essere a diritto tenute parti d'alcuno genere di causa.

- Locuz. avv. Alla distesa: v. distesa s.f.

[14] Cielo d'Alcamo, Contrasto, 1231/50 (sic.>tosc.), 38, pag. 179: [A]ersera passàstici, cor[r]enno a la distesa.

- Locuz. avv. A fede, a buona fede. Locuz. prep. A fede di: v. fede s.f.

[15] Uguccione da Lodi, Libro, XIII in. (crem.), 342, pag. 612: La lemosen' è quela per cui serà salvadhe / quelor ch'a bona fe la dà en caritadhe...

[16] Giacomo da Lentini, c. 1230/50 (tosc.), 32.13, pag. 342: qual più ti serve a, quel men ài caro...

[17] Andrea da Grosseto (ed. Selmi), 1268 (tosc.), L. 4, cap. 19, pag. 341.20: mal si fa [quello che si fa] a fede de la ventura...

- Locuz. escl. Alla mia fede: v. fede s.f.

[18] Pamphilus volg., c. 1250 (venez.), [Galatea], pag. 81.23: Et ala mia fe'», dise Galathea, «da mo' enanti eu no permagnirò plui con ti en questo logo ni en autro...

- Locuz. avv. A festa: v. festa s.f.

[19] Ruggieri Apugliese (ed. Contini), XIII m. (sen.), 2.108, pag. 895: e sommi solazzare afesta...

- Locuz. avv. A grande fidanza: v. fidanza s.f.

[20] Guido Faba, Parl., c. 1243 (bologn.), 7 (25), pag. 236.7: Et enp(er)çò a grandi fidança dato avemo op(er)a in tale guisa...

- Locuz. avv. A forza: v. forza s.f.

[21] Giac. Pugliese, Rime (ed. Panvini), XIII pm. (tosc.), 5.46, pag. 190: Meo sire, a forza m'aviene / ch'io m'apiatti od asconda...

- Locuz. avv. A freno stretto, a ogni freno: v. freno s.m.

[22] Giacomo da Lentini, c. 1230/50 (tosc.), 17.96, pag. 228: E no ·m porta - amor che [s]porta / e tira a ogne freno...

[23] Guido delle Colonne, XIII pm. (tosc.), 4.2, pag. 104: Amor, che lungiamente m'hai menato / a freno stretto senza riposanza...

- Locuz. avv. A frezza: v. frezza s.f.

[24] Patecchio, Splanamento, XIII pi.di. (crem.), 409, pag. 576: Qi tol le cose altrui per enriqir afreça, / usur' à coventada, e ço qe l'om coreça...

- Locuz. avv. A furore, a grande furore: v. furore s.m.

[25] Parafr. Decalogo, XIII m. (?) (bergam.), 176, pag. 424: Ali ulzis Amon ad ira et afurore / e posa contro el padre se revoltaye.

[26] Parafr. Decalogo, XIII m. (?) (bergam.), 67, pag. 421: Li so dodes fradey s'ol ten a desenore / e li piò la zitade a grando forore...

- Locuz. avv. A gran gioia: v. gioia s.f.

[27] Rinaldo d'Aquino (ed. Panvini), XIII pm. (tosc.), 7.52, pag. 113: Lo sollazo non avesse / se non di voi lo sembiante / con parlamento isguardare / a gran gioi quando volesse...

- Locuz. avv. A grato: v. grado s.m.

[28] Rinaldo d'Aquino (ed. Panvini), XIII pm. (tosc.), 1.13, pag. 95: ma sia piacente / sì che piaccia a li boni e serva a grato...

- Locuz. cong. A cotal guisa che: v. guisa s.f.

[29] Doc. montier., 1219, pag. 50.38: A cotal guisa, ke -l signore sì debia chiamare tre omini de la co(m)pagnia sanza malitia...

- Locuz. avv. A grande inganno: v. inganno s.m.

[30] Bonagiunta Orb. (ed. Parducci), XIII m. (lucch.), son. 11.2, pag. 84: Ne l'amoroso foco molti stanno / a grande 'nganno per la vanitate...

- Locuz. avv. A ingegno: v. ingegno s.m.

[31] Bonagiunta Orb. (ed. Parducci), XIII m. (lucch.), son. 12.14, pag. 85: Chi vive a 'ngegna pèra di cordoglio!

- Locuz. avv. Ad ira: v. ira s.f.

[32] Parafr. Decalogo, XIII m. (?) (bergam.), 176, pag. 424: Ali ulzis Amon adira et a furore...

- Locuz. avv. A mano a mano 'per mano': v. mano s.f.

[33] Pseudo-Uguccione, Istoria, XIII pm. (lomb.), 1044, pag. 63: Del paradis delicïaro / Ensì entranbi a man a mano.

- Locuz. verb. Togliere a mano a mano 'afferrare': v. mano s.f.

[34] Pietro da Bescapè, 1274 (lomb.), 1540, pag. 59: Ili perdonón a Barabán / E tolen Christe a man a man...

- Locuz. avv. A modo. Locuz. cong. A quel modo che: v. modo s.m.

[35] Pamphilus volg., c. 1250 (venez.), [La Vecchia], pag. 89.3: Elo coviene qe voi dibiai tenprar le vostre aventure a muodho con lo vostro savere...

[36] Lett. sen., 1260, pag. 266.28: p(er) tante volte el metaremo ne· libro achello modo che noi tenemo...

- Locuz. avv. A morte: v. morte s.f.

[37] Guido delle Colonne, XIII pm. (tosc.), 5.37, pag. 108: ma parm'esser sicuro / che molti altri amanti / per amor tutti quanti / funo perduti amorte...

[38] St. de Troia e de Roma Laur., 1252/58 (rom.), pag. 21.18: e Pari vedenno essa incontenente fo preso a morte de lo amore de Helena.

- Locuz. prep. A nome, al nome di, in formule di invocazione: v. nome s.m.

[39] Uguccione da Lodi, Libro, XIII in. (crem.), 1, pag. 600: Al To nome començo, pare Deu creator...

[40] Patecchio, Splanamento, XIII pi.di. (crem.), 598, pag. 583: L'altisemo Re de gloria ne preg, lo Signor meu, / al cui nom començai et al cui finisc eu...

[41] Parafr. Decalogo, XIII m. (?) (bergam.), 1, pag. 420: A nomo sia de Crist ol dì present / d' i des comandameti alegramente...

[42] Libro Guelfo, 1276-79 (fior.), pag. 177.9: A nome di mess(er) Domenedio e di mado(n)na santa Maria, e di guadangno ke Dio ci dea, quest'è i· libro di mess(er) Leone e di co(m)pangni.

- Locuz. prep. A nome di (designante il tipo legale di un contratto): v. nome s.m.

[43] Ranieri volg., XIII pm. (viterb.), pag. 229.25: e ll'atra mesa peça sì lli co(n)cedi annome di libellu p(ro) indiviso...

- Locuz. avv. A grande onore: v. onore s.m.

[44] Parafr. Decalogo, XIII m. (?) (bergam.), 83, pag. 422: unde no posemo stare agrando honore.

[45] Bono Giamboni, Vizi e Virtudi, a. 1292 (fior.), cap. 55, pag. 92.2: E cosie le vennero menando a grande onore e con sí grandissima festa infin nell'oste...

- Locuz. avv. A grande onta: v. onta s.f.

[46] Pseudo-Uguccione, Istoria, XIII pm. (lomb.), 1045, pag. 63: Agrand onta fo fora spenti, / N[o] damandai s'ig fo dolentri.

- Locuz. avv. Ad orgoglio: v. orgoglio s.m.

[47] Patecchio, Splanamento, XIII pi.di. (crem.), 40, pag. 562: Ki respont umelmentre, ira no se ie tien, / mai qi favel' a orgoio, s'ela no 'nd' è, sì vien.

- Locuz. avv. A patto, a ogni patto: v. patto s.m.

[48] Brunetto Latini, Favolello, 1260/66 (fior.), 58, pag. 280: In amico m'abatto / che m'ama pur a patto...

[49] Brunetto Latini, Favolello, 1260/66 (fior.), 118, pag. 282: Ma l'amico di fatto / è teco a ogne patto...

- Locuz. avv. A gran pena: v. pena s.f.

[50] Proverbia que dicuntur, XIII pi.di. (ven.), 353, pag. 538: Qui è sorpres d'amor agran pena ne scampa...

- Locuz. avv. A piacenza: v. piacenza s.f.

[51] Giacomo da Lentini, c. 1230/50 (tosc.), 17.91, pag. 227: La vostra benvolenza / mi dona canoscenza / di servire a chiasenza / quella che più m'agenza...

- Locuz. avv. A piacere. Locuz. prep. A piacere di, al piacere di: v. piacere s.m.

[52] Giacomo da Lentini, c. 1230/50 (tosc.), 15.10, pag. 191: Sofferente seraggio also piacere...

[53] re Giovanni (ed. Panvini), XIII pm. (tosc.), [disc.], 99, pag. 88: Tosto tosto vada fore / chi non ama di bon core / a piacere.

[54] Federico II (ed. Panvini), a. 1250 (tosc.), 2.27, pag. 160: ed ò fidanza ne lo meo servire / a piacire - di voi che siete fiore / sor l'altre donn' e avete più valore.

- Locuz. avv. A piacimento: piacimento s.m.

[55] Giacomo da Lentini, c. 1230/50 (tosc.), 11.9, pag. 147: Vorria servire apiacimento / là 'v'è tutto piacere...

- Locuz. avv. A postutto, al postutto: v. postutto s.m.

[56] Ugo di Perso, XIII pi.di. (crem.), 2.55, pag. 591: om[o] qi à torto alpostuto / s'el me prova plui qe veritero...

[57] St. de Troia e de Roma Laur., 1252/58 (rom.), pag. 145.23: et adpostutto Regulus retornao ad Cartagine.

- Locuz. avv. A provazione: v. provazione s.f.

[58] Rinaldo d'Aquino (ed. Panvini), XIII pm. (tosc.), 9.17, pag. 116: e 'l canto de li auselli; [[...]] sento li dolci amori / e li versi novelli, / ché fan sì dolci e belli - e divisati / lor trovati - aprovasione...

- Locuz. avv. A ragione, a grande ragione 'giustamente': v. ragione s.f.

[59] Bonagiunta Orb. (ed. Parducci), XIII m. (lucch.), canz. 11.49, pag. 66: Dunque m'allegro certo a gran rasione...

[60] Brunetto Latini, Rettorica, c. 1260-61 (fior.), pag. 116.10: Dice Tullio che riferire il peccato è allora quando l'accusato dice ch'elli àe fatto aragione quello di che elli è accusato...

- Locuz. avv. A ragione 'secondo ragione'.

[61] Brunetto Latini, Rettorica, c. 1260-61 (fior.), pag. 13.9: Cittade èe uno raunamento di gente fatto per vivere a ragione...

- Locuz. prep. A ragione di (con valore giuridico): v. ragione s.f.

[62] Ranieri volg., XIII pm. (viterb.), pag. 229.30: la mesa peça oie questu die sì lli darai a rraçone di p(ropri)u p(er) p(re)çu di xx l. ...

- Locuz. prep. A rischio di. Fras. Essere a rischio di (qsa, che qno rischia): v. rischio s.m.

[63] Doc. venez. (>pis.-lucch.), 1263, pag. 29.14: Ed ancho lasso a questo ser Giorgio piena bailia e podestade di vendere, di baratare, d'i[n]vestire, d'alogare e de conduciere queste cose i· mano del bailo di Venesia in Achan arischo e aventura de questa avere.

[64] Guido Cavalcanti (ed. Contini), 1270-1300 (fior.), 51.12, pag. 566: tu non avresti niquità sì forte / né saresti angoscioso sì d'amore / né sì involto di malinconia, / che tu non fossi a rischio de la morte / di tanto rider che farebbe 'l core...

- Locuz. prep. A sciente di 'consapevolmente' e 'per consapevole volontà di': v. sciente agg./avv./ s.m.

[65] Bonvesin, Volgari, XIII tu.d. (mil.), De falsis excusationibus, 109, pag. 180: Tu mang, ati scïente, atossegao condugio...

[66] Monte Andrea (ed. Minetti), XIII sm. (fior.), son. 15.8, pag. 136: E chi vòle esser di me conoscente, / al mi' scïente, - tuto il saveranno...

- Locuz. avv. A solo, solo a solo, a solo a solo: v. solo agg. || Cfr. anche Locuz. avv. assolo assolo. v. assolo avv.

[67] Guido delle Colonne, XIII pm. (tosc.), 2.47, pag. 100: quando con voi asol mi sto, avenente, / ogn'altra gioi mi pare che sia nente.

[68] Fiore, XIII u.q. (fior.), 160.1, pag. 322: «E quando sol'a sol con lui sarai...

[69] Fatti di Cesare, XIII ex. (sen.), [Svet.] L. 7, cap. 61, pag. 294.20: lo popolo sarebbe di lunga da l'una parte e dall'altra del ponte, ove elli passarebbe con noi a solo a solo.

- Locuz. avv. A studio: v. studio s.m.

[70] St. de Troia e de Roma Laur., 1252/58 (rom.), pag. 266.22: addestudio se vestio de le plu belle vestimenta ke avea...

- Locuz. avv. A buon talento. Locuz. prep. A talento di, al mal talento di: v. talento s.m.

[71] Brunetto Latini, Tesoretto, a. 1274 (fior.), 320, pag. 187: Esso dispose il mondo, / e io poscia secondo / lo Suo comandamento / lo guido aSuo talento.

[72] Bonvesin, Volgari, XIII tu.d. (mil.), Disputatio mensium, 135, pag. 7: Sot pe ne vol tenir amal nostro talento...

[73] Guittone (ed. Leonardi), a. 1294 (tosc.), 6.2, pag. 18: Deo!, como pote adimorar piacere / o amistate alcuna, a bon talento, / en me...

- Fras. Stare a gran tenzone: v. tenzone s.f.

[74] Rinaldo d'Aquino (ed. Panvini), XIII pm. (tosc.), 9.18, pag. 116: [[gli uccelli canori]] a gran tenzone - stan per li arbuscelli.

- Locuz. avv. A tormenti, a gran tormento: v. tormento s.m.

[75] Giacomo da Lentini, c. 1230/50 (tosc.), 17.18, pag. 224: ben m'aucideria, / e non viverï' a - tormenti.

[76] Arrigo di Castiglia, 1267/68 (tosc.), 11, pag. 208: onde languir convene agran tormento / la spietata ventura c'or ò vista...

- Locuz. avv. A torto, a gran torto: v. torto s.m.

[77] Ritmo lucchese, 1213, 16, pag. 47: Prese a torto confalone, / ka Luca 'l trasse di prescione...

[78] Giacomo da Lentini, c. 1230/50 (tosc.), 6.17, pag. 90: E chi a torto batte o fa increscenza, / di far plagenza - penza, poi si pente...

[79] Guido delle Colonne, XIII pm. (tosc.), 1.13, pag. 97: Certo a gran torto lo mal blasmeria...

- Locuz. avv. A tradimento: v. tradimento s.m.

[80] Pietro da Bescapè, 1274 (lomb.), 931, pag. 49: A traimento et a grande torto / Pur voleno far sí ke 'l sia morto...

- Locuz. avv. A tresco: v. tresca s.f. (tresco s.m.).

[81] Ritmo laurenziano, XII sm. (tosc.), 35, pag. 192: Li arcador ne vann'atresco...

- Locuz. avv. Al tutto: v. tutto indef.

[82] Cielo d'Alcamo, Contrasto, 1231/50 (sic.>tosc.), 129, pag. 184: Morta si [è] la femina a lo 'ntutto...

[83] Parafr. Decalogo, XIII m. (?) (bergam.), 141, pag. 423: Se in questo mondo penetencia non faraye, / l'amor de Cristo al tuto perderaye.

- Locuz. avv. Ad uso: v. uso s.m.

[84] Ritmo cass., XIII in., 47, pag. 11: ca multu fora colejusu / tïa fabellare adusu.

- Locuz. avv. Ad usura: v. usura s.f.

[85] Uguccione da Lodi, Libro, XIII in. (crem.), 142, pag. 605: Qi pò aver dinari de livrar adusura...

- Locuz. avv. Alla verità : v. verità s.f.

[86] St. de Troia e de Roma Amb., 1252/58 (rom.), pag. 181.22: quanto ala veritate non sapete ka li romani lo loro rege non pote essere vicquo mai da fore de la patria loro.

- Locuz. avv. A vero: v. vero s.m.

[87] Pseudo-Uguccione, Istoria, XIII pm. (lomb.), 1386, pag. 72: Ki penetencia vol aver, / Eu li la mostro ben a ver...

- Locuz. avv. A voce, ad alta voce, ad una voce, a gran voce (a grandi voci): v. voce s.f.

[88] Iscr. Commodilla, IX (rom.), pag. 31.14: Non dicere ille secrita a bboce.

[89] Ritmo S. Alessio, XII sm. (march.), 120, pag. 22: tutti gianu cantando ad alta voce.

[90] Pseudo-Uguccione, Istoria, XIII pm. (lomb.), 1751, pag. 82: Dirà li iusti ad una vose / Là o' serà la vera crose...

[91] Brunetto Latini, Rettorica, c. 1260-61 (fior.), pag. 33.4: gridavano e garriano agrandi boci...

8.2 Esprime la modalità in conformità a ordini, prescrizioni, leggi, norme, volontà di qno. || Può oscillare tra valore modale e causale: v. 12.2.

[1] Doc. fabr., 1186, pag. 191.16: sia(n)ne toltu ad dictu de set Rigu scretiu...

[2] Patecchio, Splanamento, XIII pi.di. (crem.), 333, pag. 573: C'al sen de rëa femena se reçe, ogn'om ge meto, / con Deu non avrà parte êl So reng beneeto.

[3] Ranieri volg., XIII pm. (viterb.), pag. 230.7: Ser Piatru, voi sì daite C l. di senesi a Martinu a cotal pactu (e) a ttal lege...

[4] Ranieri volg., XIII pm. (viterb.), pag. 230.13: (E) p(er)ké voi vo co(n)fessate vivare a lege romana...

[5] Pier della Vigna (ed. Contini), a. 1249 (tosc.), 1.40, pag. 122: e s[ed] io ver' lei feci alcuno torto, / donimi penitenza al suo volire.

[6] Ruggieri Apugliese (ed. Contini), XIII m. (sen.), 1.62, pag. 888: Legato son, non pos' fug[g]ire / i[n] nulla parte al meo disire...

[7] St. de Troia e de Roma Laur., 1252/58 (rom.), pag. 302.29: forme et era dato ad le vitia ad lo suo arbitrio.

[8] Brunetto Latini, Rettorica, c. 1260-61 (fior.), pag. 91.1: O non muove questione a quella lege che ssi conviene.

8.3 Esprime la modalità secondo la somiglianza o la conformità a un modello o a un termine di paragone.

[1] Brunetto Latini, Rettorica, c. 1260-61 (fior.), pag. 40.18: A questa somiglianza, per dire più in volgare, si puote intendere genere cioè la schiatta...

[2] Brunetto Latini, Rettorica, c. 1260-61 (fior.), pag. 138.10: Et certo nell'altre constituzioni si truovano giudicamenti a questo medesimo modo...

8.3.1 Locuz. e fras.

- Locuz. prep. Ad esempio di, all'esempio di: v. esempio s.m.

[1] Bonagiunta Orb. (ed. Parducci), XIII m. (lucch.), ball. 5.28, pag. 77: non siate adirati / ad esempro di serpenti...

[2] Bono Giamboni, Vegezio, a. 1292 (fior.), L. 2, cap. 2, pag. 39.22: È una generazione di cavalieri che s'appellano legionarj, perchè sono colle legioni congiunti, all'esemplo delle quali sonosi fatti cavalieri ordinati.

- Locuz. prep. A differenza di: v. differenza s.f.

[3] Miracole de Roma, XIII m. (rom.), 44, pag. 581.34: la quale via ene alta et spatiosa, addifferentia de quella ke ene la menore...

- Locuz. prep. A fazione di, a fazzone di: v. fazione / fazzone (2) s.f.

[4] Abate di Tivoli, c. 1230/50 (tosc.), 18a.4, pag. 250: aggio cavelli e barba atua fazzone...

- Locuz. prep. A figura di, alla figura di: v. figura s.f.

[5] Uguccione da Lodi, Libro, XIII in. (crem.), 137, pag. 605: Ben savì que ve dise la divina scritura: / tuti semo formadhi a la Söa figura.

- Locuz. prep. A guisa di. Locuz. verb. Stare a guisa di: v. guisa s.f.

[6] Pseudo-Uguccione, Istoria, XIII pm. (lomb.), 1086, pag. 64: L'anema vol far bona vita / E star a guisa de remita...

[7] Bonagiunta Orb. (ed. Parducci), XIII m. (lucch.), canz. 3.76, pag. 54: Se l'onor vi parlasse, / signor, ch'andate / e cavalcate / aguisa di maggiori, / non srìa chi l'aspettasse...

- Locuz. prep. All'immagine di: v. immagine s.f.

[8] Parafr. Decalogo, XIII m. (?) (bergam.), 13, pag. 420: Per zo che a la sua ymagen al n'à formato...

[9] Tesoro volg., XIII ex. (fior.), L. 3, cap. 4, pag. 39.1: chè l'anima è creata allaimagine ed alla similitudine di Dio...

- Locuz. prep. A maniera di: v. maniera s.f.

[10] Abate di Tivoli, c. 1230/50 (tosc.), 18a.3, pag. 250: cad io son tutto fatto atua manera...

- Locuz. prep. A modo di: v. modo s.m.

[11] Andrea da Grosseto (ed. Selmi), 1268 (tosc.), L. 3, cap. 9, pag. 204.18: Et sappi che l'amor nascie ad modo del cristallo che si ghiaccia e si stringne e si cola e convertisi in massa...

- Locuz. prep. A similitudine di. Locuz. cong. A similitudine che: v. similitudine s.f.

[12] Miracole de Roma, XIII m. (rom.), 34, pag. 578.6: doi caballi nudi li quali calcano la terra, ad similitudine de li potenti principi de questo munno.

[13] Miracole de Roma, XIII m. (rom.), 34, pag. 578.11 e 15: Et como le braza alte et stese et replicate le deta ad similitudine ke numeravano quelle cose ke deveano venire.

9 Ha valore condizionale; forma il complemento di limitazione o introduce infinitive con valore condizionale o limitativo.

[1] Ritmo S. Alessio, XII sm. (march.), 51, pag. 19: ad soi posse [...] pregava...

[2] Uguccione da Lodi, Libro, XIII in. (crem.), 595, pag. 621: Mai sì me par greve cosa a pensar / q'eu me devese dal Segnor desperar...

[3] Doc. montier., 1219, pag. 47.24: siano tenuti di kiamare tre omini de la co(m)pa(n)gnia del co(m)mune, boni (e) leali ala lor conoscenzia...

[4] Proverbia que dicuntur, XIII pi.di. (ven.), 373, pag. 539: Questo no è amore, a lo meu esïente, / qe per aver acàtase e per aver somente.

[5] Guido Faba, Parl., c. 1243 (bologn.), 7 (25), pag. 236.11: Un(de) te p(re)gemo che se tu no è' sufficiente al dicto honore...

[6] Giacomo da Lentini, c. 1230/50 (tosc.), 10.53, pag. 134: non adovegna con' al mio temere / (vergogna è a dire), / che sicuranza ormai nulla no 'nd'aia.

[7] Guido delle Colonne, XIII pm. (tosc.), 5.84, pag. 110: Ancor che calamita petra sia, / l'altre petre neenti / non son cusì potenti / a traier...

[8] Pseudo-Uguccione, Istoria, XIII pm. (lomb.), 766, pag. 55: Lo merito q'ela devrà aver / Serà cruël pur a veder...

[9] Federico II, Dolze meo, a. 1250 (tosc.), 6, pag. 51: Lassa, la vita m'è noia, / dolze la morte a vedere...

[10] Bonagiunta Orb. (ed. Parducci), XIII m. (lucch.), canz. 5.28, pag. 57: così è ben partita / ch'a dir non serìa finita.

[11] St. de Troia e de Roma Amb., 1252/58 (rom.), pag. 299.29: e fo piano a li citadini de Roma e largo a rrelevare la citade.

[12] St. de Troia e de Roma Laur., 1252/58 (rom.), pag. 286.19: Et compliti v anni poi fece tante sozure, ke bergonia ene a ddicere...

[13] Lett. sen., 1260, pag. 266.2: P(er) la q(ua)le chosa ti pregiamo te che tu istiei inteso (e) siei solecido a fare (e) adoparare bene ciò che tu ài a fare...

[14] Lett. sen., 1260, pag. 269.24: (e) sapi che a noi chostarà asai ala borsa...

[15] Brunetto Latini, Rettorica, c. 1260-61 (fior.), pag. 37.6: Et altressì molto bene n'aviene alle comunanze per eloquenzia, a questa condizione...

[16] Brunetto Latini, Rettorica, c. 1260-61 (fior.), pag. 132.14: Et perciò che la scusa dell'accusato, a dire pur così semplicemente: «Io feci ragione», non vale neente...

[17] Brunetto Latini, Rettorica, c. 1260-61 (fior.), pag. 94.8: Et dall'altra parte Aiaces era uno cavaliere franco e prode all'arme...

9.1 Locuz. e fras.

- Locuz. prep. All'animo di: v. animo s.m.

[1] Brunetto Latini, Rettorica, c. 1260-61 (fior.), pag. 36.10: non rimane pertanto che ll'uomo non debbia studiare in eloquenzia, al mio animo (cioè per mia sentenza)...

- Locuz. prep. A giusta, a giusto: v. giusta prep.

[2] Doc. montier., 1219, pag. 44.29: d'aitar lui p(er) forzia ad iusta la sua possa...

[3] Stat. fior., 1280-98, par. 61, pag. 70.11: e di non sostenere che i lloro nascha turbaçione alcuna, a giusto lor podere.

- Locuz. prep. Al parere di: v. parere s.m.

[4] Ruggieri d'Amici (ed. Panvini), a. 1246 (tosc.), canz., 41, pag. 62: ché m'à donato a quella ched è flore / di tutte l'altre donne al meo parire...

- Locuz. prep. Al parimento di: v. parimento s.m.

[5] Giacomo da Lentini, c. 1230/50 (tosc.), 16.3, pag. 206: canto per la più fina / che sia, al mio parimento, / d'Agri infino in Mesina...

- Locuz. prep. Al parvente di: v. parvente agg./ s.m.

[6] Rinaldo d'Aquino (ed. Panvini), XIII pm. (tosc.), 1.40, pag. 96: c'almio parvente / i[o] non por[r]ia d'affanno es[s]er gravato...

- Locuz. prep. Alla possa di: v. possa s.f.

[7] Doc. montier., 1219, pag. 47.20: It. li vechi co(n)suli e -l nuovi siano tenuti di far fare queste seram(en)ta a tuti l'omini di Montieli ala lor possa a bona fé sanza frode.

- Locuz. prep. A sciente di: v. sciente agg./avv./ s.m.

[8] Poes. an. (ed. Panvini), XIII (tosc.), 39.14, pag. 550: canto per la più avenente / ch[e] unque sia al mio sciente...

- Locuz. avv. Al ver dire, al buon ver dire: v. vero s.m.

[9] Jacopo Mostacci (ed. Contini), XIII pm. (tosc.), 18, pag. 142: ch'eo non fui allegro mai né confortato / se da voi no 'm venisse, a lo ver dire...

[10] Ruggieri Apugliese (ed. Contini), XIII m. (sen.), 1.67, pag. 888: giovane, albuono ver dire, / se madonna volesse.

10 Ha valore circostanziale.

[1] Uguccione da Lodi, Libro, XIII in. (crem.), 339, pag. 612: e no fad como quele qe fo dementegadhe, / qe non ave al besogno le soi lampe adornadhe...

[2] Doc. montier., 1219, pag. 50.10: ala morte sua tutto l'altro sì debia avere q(ue)lla p(er)sona a cui elli -l iudicasse...

[3] Proverbia que dicuntur, XIII pi.di. (ven.), 410, pag. 540: Nui' omo savio lassa bon figo per reu pero: / a [lo] mançar par dolce, a lo glotir è fiero.

[4] Patecchio, Splanamento, XIII pi.di. (crem.), 515, pag. 580: onorar se dé 'l medhego ch'a la necesitad / scampa l'omo qe 'g cre de grand enfirmitad.

[5] Ugo di Perso, XIII pi.di. (crem.), 3.27, pag. 593: calçadhura q'è streta a l'entradha... || 'ad entrare', 'quando la si deve calzare'.

[6] Pseudo-Uguccione, Istoria, XIII pm. (lomb.), 1502, pag. 75: Guardai qe no seai trovai / Al grand besogno desarmai...

[7] Pseudo-Uguccione, Istoria, XIII pm. (lomb.), 1644, pag. 79: La grand soperbia qe tu porte / Porai cognoser a la morte...

[8] St. de Troia e de Roma Laur., 1252/58 (rom.), pag. 38.25: e ad la sepultura fece fare iocora de morte.

[9] St. de Troia e de Roma Laur., 1252/58 (rom.), pag. 82.21: prese a ffare Roma x kal. madii xj infra aprile ora post sexta, ne la terza ad luna plena fece le fonnamenta...

[10] St. de Troia e de Roma Laur., 1252/58 (rom.), pag. 200.24: e Gaio Gracco e Marco Fulvio molto adiutaro la republica ad la guerra de Cartagine...

- Locuz. verb. Vedersi a: v. vedere v.

[11] Brunetto Latini, Rettorica, c. 1260-61 (fior.), pag. 178.19: Pompeio, vegiendosi alla pugna della mortal guerra di Cesare, confortando i suoi di battaglia disse...

11 Ha valore strumentale.

[1] Patto Aleppo, 1207-1208 (ven.), pag. 22.37: E lo argente que volé de bater a la çeca, pagarì...

[2] Proverbia que dicuntur, XIII pi.di. (ven.), 138, pag. 529: como sain Pero la note se scaldav' ale prone...

[3] Patecchio, Splanamento, XIII pi.di. (crem.), 269, pag. 571: Ai ogli, quando i leva, se cognos en presente / la grant part de le femene...

[4] Patecchio, Frotula, XIII pi.di. (crem.), 35, pag. 586: qi a pedon me tol lo cavalero...

[5] Guido Faba, Parl., c. 1243 (bologn.), 6 (21), pag. 235.19: c'al facto, da ch'el à bono (con)plem(en)to, al signore se dà l'onore...

[6] Pier della Vigna (ed. Contini), a. 1249 (tosc.), 1.32, pag. 122: e prendo porto là ove si riposa / lo meo core a l[o] vostro insegnamento.

[7] Guido delle Colonne, XIII pm. (tosc.), 3.3, pag. 102: anzi distrug[g]o come al foco cera...

[8] Giac. Pugliese, Rime (ed. Panvini), XIII pm. (tosc.), 3.34, pag. 184: or m'abraza / a tuo' braza...

[9] Pseudo-Uguccione, Istoria, XIII pm. (lomb.), 1124, pag. 65: «Eu lo cognosco a lo senblante».

[10] Cielo d'Alcamo, Contrasto, 1231/50 (sic.>tosc.), 135, pag. 184: Ancora tu no m'ami, molto t'amo, / sì m'hai preso come lo pesce a l'amo.

[11] Bonagiunta Orb. (ed. Contini), XIII m. (lucch.), canz. 1.15, pag. 260: La gioi' ch'eo perdo e lasso, / mi strugg'e mi consunma / como candela ch'al foco s'accende.

[12] Bonagiunta Orb. (ed. Parducci), XIII m. (lucch.), canz. 3.45, pag. 53: A la sua signoria / si regge cortezia...

[13] Bonagiunta Orb. (ed. Parducci), XIII m. (lucch.), son. 3.2, pag. 80: Feruto sono e chi di me è ferente / guardi che non m'alcida al disferare...

[14] Ruggieri Apugliese (ed. Contini), XIII m. (sen.), 2.83, pag. 894: e piglio uccelli a le civette...

[15] Miracole de Roma, XIII m. (rom.), 19, pag. 572.10: in questa citate de Roma foro, sicomo legemo ne le storie antique, et ad li nostri oculi lo vedemo...

[16] Parafr. Decalogo, XIII m. (?) (bergam.), 112, pag. 422: «Chi de a giadi fere, a giadi perisse».

[17] Brunetto Latini, Favolello, 1260/66 (fior.), 145, pag. 283: ché la gran conoscenza / che 'n te fa risedenza / fermat' a lunga usanza, / mi dona sicuranza...

- [In costrutti in cui a introduce il nome o gli strumenti di un gioco].

[18] Uguccione da Lodi, Libro, XIII in. (crem.), 245, pag. 608: no vol çugar a scaqi, a taole né ad açar.

[19] Ruggieri Apugliese (ed. Contini), XIII m. (sen.), 2.52, pag. 892: A taule giuoco et a zariere...

11.1 Locuz. e fras.

- Fras. Andare a brevi: v. breve s.m.

[1] Guido Faba, Parl., c. 1243 (bologn.), 26 (88), pag. 249.5: sciamo raunati i(n) p(re)senti p(er) aleçere podestà (e) andare a brevi segundo nostra usança.

- Locuz. avv. A cavallo: v. cavallo s.m.

[2] St. de Troia e de Roma Laur., 1252/58 (rom.), pag. 193.27: Et Scipio co li Romani ordinao da quella inanti non commatessero ad cavallo...

- Locuz. prep. A forza di: v. forza s.f.

[3] Brunetto Latini, Rettorica, c. 1260-61 (fior.), pag. 123.1: I Romani vinsero aforza d'arme la cittade di Cartagine...

- Fras. Seminare a grano: v. grano s.m.

[4] St. de Troia e de Roma Amb., 1252/58 (rom.), pag. 270.24: et quelle terre fece tucte semminare a grano...

[5] St. de Troia e de Roma Laur., 1252/58 (rom.), pag. 270.24: Et Octabianus de quelle acque fece fare uno capo e uno flume, lo quale ao nome Nilus et poi lo fece seminare ad grano...

- Fras. Prendere al laccio: v. laccio s.m.

[6] Bonagiunta Orb. (ed. Parducci), XIII m. (lucch.), ball. 4.8, pag. 76: Così son presa al laccio / per la stranianza nostra imprumera, / come la fèra amorosa di tutta la gente.

- Locuz. avv. A lingua: v. lingua s.f.

[7] Giacomo da Lentini, c. 1230/50 (tosc.), 2.53, pag. 32: sacciatelo per singa / zo ch'eo no dico a linga...

- Locuz. avv. A mente: v. mente s.f.

[8] Pseudo-Uguccione, Istoria, XIII pm. (lomb.), 876, pag. 58: Qe stava al mondo sì altamente / Q'eu no 'l savrïa dir a mente.

- Locuz. avv. A piedi: v. piede s.m.

[9] Pamphilus volg., c. 1250 (venez.), [Venus], pag. 35.12: e quelo qe soleva andar ape', sì va mo' a cavalo per autorio del'arte.

[10] St. de Troia e de Roma Laur., 1252/58 (rom.), pag. 185.28: et tanto fo de forte natura, avenno cutanti anni, ad piedi senza capiello per la maiure calla de l'anno per mitade de Libia annava xx milia.

12 Ha valore causale.

[1] Giacomo da Lentini, c. 1230/50 (tosc.), 11.26, pag. 148: ch'eo non so in veritate / che voi sacciate - lo ben ch'eo vi voglio: / a ciò mi doglio...

[2] Tomaso di Sasso (ed. Panvini), XIII pm. (tosc.), canz., 9, pag. 67: A ciò mi riconforto / e merzede le chero...

12.1 Locuz. e fras.

- Locuz. prep. A cagione di: v. cagione s.f.

[1] Lett. sen., 1253 (2), pag. 205.6: il deto giovidì a sera sì ci gionsero a[n]basci[a]dori di Radicofano c'andavano a d(omi)no papa a cascione dela p(re)da che tolta l'avete.

[2] Brunetto Latini, Rettorica, c. 1260-61 (fior.), pag. 13.21: e dice «giusto amore» perché non sia a cagione di luxuria o d'altre laide opere...

- Locuz. prep. A colpa di: v. colpa s.f.

[3] Jacopo Mostacci (ed. Panvini), XIII pm. (tosc.), 4.37, pag. 153: se vene in pala perde sua vertute / medesmamente a colpa de l'amante.

12.2 Con valore tra causale e modale, esprime la conformità a ordini, prescrizioni, leggi, norme, volontà di qno.

12.2.1 Locuz. e fras.

- Locuz. prep. A petizione di: v. petizione s.f.

[1] St. de Troia e de Roma Amb., 1252/58 (rom.> tosc.), pag. 328.21: et trassende co le soe mano la terra e portaola sopre le soe spalle .xij. conphini in honore de li .xij. apostoli, a ppetitione de sancto Silvestro.

- Locuz. prep. A voglia di: v. voglia s.f.

[2] St. de Troia e de Roma Amb., 1252/58 (rom.), pag. 271.20: Casternas e popolo getarum concordaoli e per loro volontate Attaviano li tulçe stai e feceve regi assoa volgia sopre essi.

[3] St. de Troia e de Roma Laur., 1252/58 (rom.> tosc.), pag. 200.29: et presero ad sollecitare e ad fare hodio infra lo populo e li granni et la vita de lo populo ad loro volia tractare.

- Locuz. avv. A volontà . Locuz. prep. A volontà di, alla volontà di: v. volontà s.f.

[4] Guido Faba, Parl., c. 1243 (bologn.), 25 (86), pag. 247.29: A voi [[...]] lo signore Deo ne dia [[...]] longeça d(e) vita i(n) onne allegra[n]ça alla vostra volu(n)tà .

[5] Lett. sen., 1253 (2), pag. 204.26: cotali, ch'elino vi deono servire avostra volontà di dì e di note...

[6] Fiori di filosafi, 1271/75 (fior.), pag. 132.10: se vivi secondo oppinione e avolontà , non serai mai ricco.

13 Ha valore finale o consecutivo; forma complementi che esprimono lo scopo o il risultato.

[1] Formula di confessione umbra, 1065 (norc.), pag. 101.24: S(e) (t)tou iudiciu ène ke tu ad altra penit(entia) n(on) poze accor(r)ere...

[2] Doc. molis., 1171, pag. 166.8: quilli iurni li quali no(n) gisseru a llabore.

[3] Poes. an. ravenn., 1180/1210, 9, pag. 615: k'eu fithança non avea niente / de vinire ad unu cun la çente...

[4] Uguccione da Lodi, Libro, XIII in. (crem.), 525, pag. 618: A Toa marcé, Segnor, eu son renduo...

[5] Patecchio, Splanamento, XIII pi.di. (crem.), 270, pag. 571: la grant part de le femene q'a luxurïa tende.

[6] Patecchio, Frotula, XIII pi.di. (crem.), 65, pag. 587: e a luitan alberg andar a cena...

[7] Doc. aret., 1240, pag. 160.8: Questo sì ène el ficto el quale noi recolliemo en Quarata ( e) en Galogniano [[...]]. Gualtieri vj sta. al ficto.

[8] Guido Faba, Parl., c. 1243 (bologn.), 7 (25), pag. 236.8: che nova m(en)te èi electo a cutale officio i(n) lo n(ost)ro (Com)muno...

[9] Giacomo da Lentini, c. 1230/50 (tosc.), 27.9, pag. 316: Ma no lo dico a tale intendimento, / perch'io pecato ci volesse fare...

[10] Giacomo da Lentini, c. 1230/50 (tosc.), 1.77, pag. 15: c'Amore a tal l'adusse / ca, se vipera i fusse, / natura perderia...

[11] Abate di Tivoli, c. 1230/50 (tosc.), 18a.8, pag. 250: son ben[e] nato atua isperagione.

[12] Giac. Pugliese, Rime (ed. Panvini), XIII pm. (tosc.), 6.36, pag. 193: donastemi per amanza / una trecc[i]a d'auro ponita / ed io la porto a membranza.

[13] Tomaso di Sasso (ed. Panvini), XIII pm. (tosc.), canz., 52, pag. 69: Non mi siate più fera, / mettendomi a le pene / onde m'à sormontato con valenza!

[14] Rinaldo d'Aquino (ed. Panvini), XIII pm. (tosc.), 5.55, pag. 109: [Oi] padre criatore, / a porto le conduci, / ché vanno a servidore / de la santa cruci. || a servidore di per a servire può anche essere considerato un predicativo.

[15] Pamphilus volg., c. 1250 (venez.), [La Vecchia], pag. 61.26: qé noi avemo tropo tardo clamada Galatea alo nostro aiotorio...

[16] Ruggieri Apugliese (ed. Contini), XIII m. (sen.), 1.59, pag. 888: Ma non son nato a quel ch'io penzo fare, / se madonna non mi degnasse [amare].

[17] Parafr. Decalogo, XIII m. (?) (bergam.), 126, pag. 423: Quando l'omo è amalato el ven a confessione...

[18] Miracole de Roma, XIII m. (rom.), 34, pag. 577.29: Li caballi marmorei ad que foro facti?

[19] St. de Troia e de Roma Laur., 1252/58 (rom.), pag. 113.24: li doi Consoli sconzaro e legero x homini ad lo regimento de la citate.

[20] Brunetto Latini, Rettorica, c. 1260-61 (fior.), pag. 178.11: Altressì Julio Cesare, vedendosi in perillio di guerra, contò i mali c'a llui poteano advenire, per confortare i suoi a battaglia, e disse...

[21] Doc. ver., 1266, pag. 257.36: s'el de' fir dà te(r)meno a p(ro)varo <a mes(er)> ce lla canpanella era sonà...

- Locuz. prep. A confermazione di: v. confermazione s.f.

[22] Guido Faba, Parl., c. 1243 (bologn.), 17 (66), pag. 242.26: Un(de), adco(n)fermaxo(n)e dela nostra amistà e p(er) lo vostro hono(r)e e p(er) quello che la iusticia l'adama(n)da, de questa robbaria voglà i(n)chedere...

- Locuz. prep. A dispetto di: v. dispetto s.m.

[23] Parafr. Decalogo, XIII m. (?) (bergam.), 42, pag. 421: ol damoni aso dispegio de brazo i lo tola[va].

- Locuz. prep. A nome di 'in rappresentanza, in sostituzione, al posto, per conto di': v. nome s.m.

[24] Ranieri volg., XIII pm. (viterb.), pag. 225.2: La qual cosa voi tenete (e) possidete a sso nome fin a ttantu ke la tenuta elli e(n)trarà corporalm(en)te...

- Locuz. prep. Ad onore di, all'onore di: v. onore s.m.

[25] Doc. montier., 1219, pag. 42.31: A l'onore di Dio (e) del'eclesia S(an)c(t)e Marie di Vulterra (e) del vescovo Pagano...

[26] Miracole de Roma, XIII m. (rom.), 30, pag. 575.3: et fece quello templo, et fecelo dedicare ad honore de Cybeles matre de tutti li dei...

[27] Miracole de Roma, XIII m. (rom.), 1, pag. 562.22: Et quella memoria fo facta adlo suo honore, sicomo la dicta memoria appare.

- Locuz. prep. Ad onta di: v. onta s.f.

[28] Bonagiunta Orb. (ed. Contini), XIII m. (lucch.), ball. 4.61, pag. 269: Bal[l]ata, in cortesia, / ad onta de' noiosi, / conforta li amorosi...

- Locuz. prep. Al servizio di: v. servizio s.m.

[29] Lett. sen., 1253, pag. 200.13: p(er) avere i cavaieri di SpOLETO (E) DELA contrada che vengono al nostro serviçio.

- Locuz. prep. Ad uopo di: v. uopo s.m.

[30] Doc. montier., 1219, pag. 50.17: di no· rico(m)parare q(ue)lla cosa dala curte i(n) neuna guisa, (e) di no· racattarla se non ad uopo di cului a cui iudicata fusse...

- Locuz. prep. Ad uso di: v. uso s.m.

[31] Doc. fabr., 1186, pag. 192.4: post abeatis et teneatis et lugratis ad uso de bonu pi(n)gnu...

- Locuz. prep. Ad utilità di: v. utilità s.f.

[32] Doc. montier., 1219, pag. 47.26: cui ellino facciano iurare di riveder lo co(n)stituto (e) d'amendarlo a bona fede senza frode ad honore (e) utilità de tutto -l comune...

[33] Parafr. Decalogo, XIII m. (?) (bergam.), 15, pag. 420: tute li cosi anostra ultilitad li à creati...

13.1 Forma costruzioni finali o consecutive implicite (a + inf., a + frase inf.).

[1] Doc. trav., 1158, pag. 8.34: et amplius no(n) tornò mai a far guaita...

[2] Ritmo S. Alessio, XII sm. (march.), 111, pag. 22: Mai quando la geo ad arrare, / quello vo volio recetare.

[3] Doc. ver., 1205 (?), pag. 97.37: Ite(m) xxx ovre a remenare lo meio.

[4] Uguccione da Lodi, Libro, XIII in. (crem.), 82, pag. 603: Le vostre vanitadhe v'à condur a perir.

[5] Doc. montier., 1219, pag. 49.25: (e) d'aitareli a co(n)s(er)vare lo suo seram(en)to.

[6] Doc. fior., 1236, pag. 146.23: Ite(m) de(m)mo ad u· messo s. ii, ke ve(n)ne a dare i fruti Dietifecie.

[7] Ruggieri d'Amici (ed. Panvini), a. 1246 (tosc.), canz., 22, pag. 62: e dato m'à a tenere / più ricca gioia mai non fue visato.

[8] Rinaldo d'Aquino (ed. Panvini), XIII pm. (tosc.), 2.8, pag. 99: e lo gran bene, ch'eo ne trovo a dire, / mi me fa sofretoso...

[9] Rinaldo d'Aquino (ed. Panvini), XIII pm. (tosc.), 2.18, pag. 100: perch'eo mi peno a laudar so diritto...

[10] Ranieri volg., XIII pm. (viterb.), pag. 229.36: Sì illi de e con[ce]di al dectu Martinu (e) ale sue redi ad habere, tene(re) (e) possidere...

[11] Cielo d'Alcamo, Contrasto, 1231/50 (sic.>tosc.), 58, pag. 180: Geso Cristo l'altissimo del tut[t]o m'è airato: / concepìstimi a abàttare in omo blestiemato.

[12] Doc. pist., 1240-50, framm. 1, pag. 61.10: Debo dare anche a mese Miliore li. viij, che rimasoro a dare della rasione vechia.

[13] Pamphilus volg., c. 1250 (venez.), [La Vecchia], pag. 73.16: Enperçò q'eu cerniva tute le cause sì con' eu enstesa voleva a fir fate...

[14] Lett. sang., a. 1253, pag. 196.17: Coi[n]to vi sia ched io no(n) sono potuto a(n)dare a stare co(n) ser p(re)ite Ve(n)tura...

[15] Bonagiunta Orb. (ed. Parducci), XIII m. (lucch.), canz. 11.36, pag. 66: s'egli è villano in cortesia lo muta, / di scarso largo a divenir lo aiuta.

[16] Ruggieri Apugliese (ed. Contini), XIII m. (sen.), 3.38, pag. 904: Omo di mia arte non si puòe iscusare, / ki lo 'nvita, ke non vada a mangiare...

[17] Parafr. Decalogo, XIII m. (?) (bergam.), 122, pag. 422: Volentera ol damoni tel consent a fare...

[18] Doc. fior., 1256, pag. 257.7: marzo, ( e) p(re)ite Kiarito sì a(n)dò c(on) questo se(r) Ca(m)bio a co(m)p(er)are questa mezina dell'olio da Pegolocto...

[19] St. de Troia e de Roma Laur., 1252/58 (rom.), pag. 17.22: Et in Grecia mannao Antenor ad sapere e ademannare ad li Greci la soro...

[20] Lett. sen., 1260, pag. 269.8: che noi aviamo venduti cento sei li. di p(ro)ve. a Iachamo Ubertini chanbiatore, a pagare nela fiera di San Giovanni, anno sesanta...

[21] Brunetto Latini, Rettorica, c. 1260-61 (fior.), pag. 110.12: Un mercatante caursino avea inprontato da uno francesco una quantità di pecunia a pagare in Parigi a certo termine et a certa pena.

- [a + gerundio = gerundivo lat.].

[22] Doc. osim., 1151, pag. 151.8: dedimus et tradedimus nos tibi [[...]] i(n) p(er)petuu(m) a poside(n)du(m)...

[23] Doc. folign., c. 1230, pag. 176.23: infra queste latora ave XVI puilli de terra, ad incensu ad rendendo I luc. anno domini MCXCIIII, pretium XII l. et XV s., Iohannes iudes.

[24] Doc. cors., 1248, pag. 151.7: (et) dede a Vilanello di Avo(r)tica (et) a la rede di Iani di Amico lo clauso di Ca(m)po Iacono (et) la vinia a pastine(n)do in tali vero tenore: a re(n)de(n)do [lo] [me]ço vino (et) di la decima la meza di tute some(n)çalie q(ui) vi seminasi...

[25] St. de Troia e de Roma Laur., 1252/58 (rom.), pag. 24.15: Agamenon mannao Acilles e Cascas filio de Nestore ad avenno responso da dio Apolline...

[26] Doc. cors., 1260, pag. 59.20: et dedit uno pezo di t(er)ra que e(st) in loco ubi dicit(ur) Vigna [..] a pastinendo ad uso di pastinamento...

13.2 Locuz. e fras. || Riferibili a 13 e a 13.1.

- Fras. Mettere, mettersi ad abbandono: v. abbandono s.m.

[1] Pseudo-Uguccione, Istoria, XIII pm. (lomb.), 1564, pag. 77: Mai quig qe se met a bandon, / Qe no vol far confesïon, / Q[u]ig andarà en perdicion...

[2] Bonvesin, Volgari, XIII tu.d. (mil.), Laudes de Virgine Maria, 286, pag. 222: Stagand la fantineta in quella grand citá, / Lo corp met a bandon per soa malvasitá...

- Fras. Essere ad armi: v. arma / arme s.f.

[3] St. de Troia e de Roma Laur., 1252/58 (rom.), pag. 88.14: Le vicinanze intorno odenno quello male facto, tutti foro ad arme incontra de Romulo...

- Fras. Tenere a balia: v. balia s.f.

[4] Doc. pist., 1240-50, framm. 4, pag. 64.6: Burneto da Seravalle de avere s. v lo mese p(er) la fa[n]cila che tine a balie...

- Fras. Mettere a non calere: v. calere v.

[5] Proverbia que dicuntur, XIII pi.di. (ven.), 524, pag. 545: s'ela [pò la] [pecu]nia a si trar e tenire, / se l'om[o] ['nd'è] destruto, met-lo a no-calere.

- Fras. Mandare, menare, mettere a compimento: v. compimento s.m.

[6] Guido Faba, Parl., c. 1243 (bologn.), 13 (50), pag. 240.3: (E) è la vicenda tale ch'el v(ost)ro savere la de audire voluntera e ma(n)dare a (com)plem(en)to...

[7] St. de Troia e de Roma Laur., 1252/58 (rom.), pag. 277.22: et li Senatori non pottero menare ad complimento de destrugere Octabiano.

[8] Brunetto Latini, Rettorica, c. 1260-61 (fior.), pag. 12.11: però che sapienzia dà volontade di bene fare et eloquenzia il mette a compimento.

- Fras. Mettere a consiglio: v. consiglio s.m.

[9] Brunetto Latini, Rettorica, c. 1260-61 (fior.), pag. 122.5: onde i consoli di Roma misero a consiglio se paresse loro di mandare oste a fare la battaglia contra loro, o no.

- Fras. Mandare a dire: v. mandare v.

[10] Giacomo da Lentini, c. 1230/50 (tosc.), 17.171, pag. 231: Ormai risponda - mandatemi a dire, / voi che martiri - per me sofferite...

[11] Pier della Vigna (ed. Contini), a. 1249 (tosc.), 1.37, pag. 122: e mandimi per suo messag[g]io a dire / com'io conforti l'amor chi lei porto...

- Fras. Mettere a distruzione: v. distruzione s.f.

[12] Brunetto Latini, Rettorica, c. 1260-61 (fior.), pag. 137.10: così avea ella conceputo d'uccidere me [[...]] e mettere il nostro regno adistruzione...

- Fras. Trarre a fine: v. fine s.f.

[13] Proverbia que dicuntur, XIII pi.di. (ven.), 499, pag. 544: Fol è qi prende prova qe afin no pò trare...

- Fras. Mettere, porre a grave: v. grave s.m.

[14] Giacomo da Lentini, c. 1230/50 (tosc.), 3.42, pag. 51: se non è bene apreso, / nodruto ed insegnato, / da ogn'omo 'nd'è ripreso, / orruto e dispregiato - e posto a grave.

[15] Guinizzelli (ed. Contini), a. 1276 (tosc.), 2.20, pag. 454: ed eo, che son di tale amor sorpriso, / tegnom'a grave miso...

- Fras. Condurre a guarigione: v. guarigione s.f.

[16] Uguccione da Lodi, Libro, XIII in. (crem.), 666, pag. 623: Tu me condù a vera guarison / per penetencia e per confessïon...

- Locuz. verb. Avere luogo a, essere luogo a: v. luogo s.m.

[17] Pamphilus volg., c. 1250 (venez.), [Galatea], pag. 73.27: e se noi ben la volesamo fare, no poresamo noi aver logo a çò...

[18] Pamphilus volg., c. 1250 (venez.), [Galatea], pag. 85.10: quando questo to Panfilo fo enanti le porte, e q'elo fo logo a queste visende...

- Fras. Ridurre a memoria: v. memoria s.f.

[19] Miracole de Roma, XIII m. (rom.), 19, pag. 572.14: Queste et molte altre templa et palaza de li imperatori [[...]] sì avemo scripto ad quelli ke nollo saco, lo melio ke potemo reducemo a memoria.

[20] Brunetto Latini, Rettorica, c. 1260-61 (fior.), pag. 77.7: La naturale è quella forza dell'anima per la quale noi sapemo ritenere a memoria quello che noi aprendemo per alcuno senno del corpo.

- Fras. Mettere a morire: v. morire s.m.

[21] Giacomo da Lentini, c. 1230/50 (tosc.), D[ubbie] 3.4, pag. 400: e l'aspido, serpente invidïoso, / che per ingegno mette altrui a morire...

- Fras. Mettere a morte, perdurre a morte, andare a morte: v. morte s.f.

[22] Stefano Protonotaro, XIII m. (tosc.), canz. 3.42, pag. 138: sì ch'amorte mi mise / como lo badalisco / ch'aucide che gli è dato...

[23] Giacomo da Lentini, c. 1230/50 (tosc.), D[ubbie] 2.10, pag. 394: A ttai nature sentom'abenuto, / c'a morte vado allegro a le bellezze...

[24] St. de Troia e de Roma Amb., 1252/58 (rom.), pag. 230.23: E lo filio de Maurio fugio a Ppellestrina, lo filio de Maurio perduxe a morte.

- Fras. Gettare a niente: v. niente s.m.

[25] Patecchio, Splanamento, XIII pi.di. (crem.), 34, pag. 561: k'el tien lo mal per peço e 'l ben çet' a nïente.

- Fras. Venire ad oste: v. oste s.m./s.f.

[26] Brunetto Latini, Rettorica, c. 1260-61 (fior.), pag. 124.4: et in quello medesimo tempo attendeano alla guerra d'Anibal, che venia contra loro adoste.

- Fras. Trarre a pala 'palesare': v. pala avv.

[27] St. de Troia e de Roma Laur., 1252/58 (rom.), pag. 318.28: fi tanto ke la puza de lo corpo de Numeriano trasse ad pala lo male.

- Fras. Sonare a parlamento: v. parlamento s.m.

[28] Doc. montier., 1219, pag. 48.26: It. iurano qua(n)do il signore u co(n)suli [[...]] fara(n)no sonare ad parlam(en)to [[...]], el vi andara(n)no...

- Fras. Stare a parlamento: v. parlamento s.m.

[29] Ugo di Perso, XIII pi.di. (crem.), 2.48, pag. 590: om qe per poc me sta a parlament...

- Fras. [Econ./comm.] Porre a ragione di 'mettere nel conto di qno': v. ragione s.f.

[30] Doc. pist., 1240-50, framm. 12, pag. 69.6: Iacopo Maneti de avere p(er) sé l. x, che li abo posti a sua rasio[ne] la u.

- Fras. Mettersi a rischio, mettersi a rischio di: v. rischio s.m.

[31] Fr. da Barberino, Regg., 1318-20 (tosc.), pt. 9 cap. 6.94, pag. 284: Ma credo ben che non sie già gran cosa, / Se tu ti metti a rischio ed affanno.

- Fras. Condurre a salvamento: v. salvamento s.m.

[32] Patto Aleppo, 1207-1208 (ven.), pag. 22.32: et de poi ordenamolo a far de tuti li marcadanti de Venesia - co(n)dugili Deo a salvamento -...

- Fras. Menare a salvazione: v. salvazione s.f.

[33] Ruggieri Apugliese (ed. Contini), XIII m. (sen.), 4.93, pag. 911: [Mena] a salvazïone / i savi canosce[nti] / lo dritto ogne istagione / malgrado dei maldicenti. || Mena è congetturale.

- Fras. Mettere a tenzone: v. tenzone s.f.

[34] Proverbia que dicuntur, XIII pi.di. (ven.), 139, pag. 529: como sain Pero la note se scaldav' ale prone; / acusà 'l una femena e meselo a tençone...

- Fras. Andare a tradimento: v. tradimento s.m.

[35] St. de Troia e de Roma Laur., 1252/58 (rom.), pag. 13.15: Pelias avenno pagura de Iasone suo nepote, ke era molto sapio e ardito, sotrasselo e gioli ad tradimento komo devesse morire.

13.3 [In dipendenza di verbi che esprimono l'inizio, la durata o il modo dell'azione introdotta da a (prendere, cominciare a ecc.)].

[1] Ritmo S. Alessio, XII sm. (march.), 165, pag. 24: or la prese ad predicare et non dao resta.

[2] Uguccione da Lodi, Libro, XIII in. (crem.), 249, pag. 609: Per amor Deu, segnori, meté-ve a castigar...

[3] Ritmo cass., XIII in., 86, pag. 13: Se tu sai judicare, / tebe stissu metto a llaudare...

[4] Proverbia que dicuntur, XIII pi.di. (ven.), 311, pag. 536: de ço ch'ai pres' a dire se ne fese sparagna...

[5] Ruggieri d'Amici (ed. Panvini), a. 1246 (tosc.), canz., 26, pag. 62: a tal segnore preso agio a servire...

[6] Giacomo da Lentini, c. 1230/50 (tosc.), 6.20, pag. 90: c'Amor comenza - prim'a dar tormente...

[7] Guido delle Colonne, XIII pm. (tosc.), 3.6, pag. 102: e sono incuminciato ad infollire...

[8] Doc. pist., 1240-50, framm. 4, pag. 64.7: Burneto da Seravalle de avere s. v lo mese p(er) la fa[n]cila che tine a balie: (co)ni[n]ciò x dì ala sita di febraio a tenerla...

[9] Pamphilus volg., c. 1250 (venez.), [Galatea], pag. 61.16: Mai enpermordeçò tu no començaras a parlar da questa rasone.

[10] Ruggieri Apugliese (ed. Contini), XIII m. (sen.), 3.34, pag. 904: Ed io presi a favellare...

[11] Miracole de Roma, XIII m. (rom.), 8, pag. 566.22: Capitolio [[...]] dove stavano li consoli et li senatori ad regere tutto lo munno.

[12] Miracole de Roma, XIII m. (rom.), 12, pag. 568.16: et tutti quelli ke sedeano ad iudicare vedeano l'uno l'altro.

[13] Parafr. Decalogo, XIII m. (?) (bergam.), 103, pag. 422: Quand la zigonia è vegia e no po volare, / la zigonia zoven se la met a covare...

[14] St. de Troia e de Roma Amb., 1252/58 (rom.), pag. 293.28: et assiduamente stava a llegere...

[15] Lett. sen., 1260, pag. 270.3: Unde el Montepulcianese vide che noi li eravamo indosso (e) guastavàlo, inchominciò a tenere mene di choncia...

[16] Brunetto Latini, Rettorica, c. 1260-61 (fior.), pag. 35.4: ma dimoraro fermi a consigliare et a difendere il comune da' garritori folli arditi...

13.3.1 Locuz. verb. Essere, stare a: essere sul punto di, in procinto di, nella situazione di.

[1] Giacomo da Lentini, c. 1230/50 (tosc.), 8.15, pag. 116: Ca s'io sono alungato, / a null'om non afesi / quant'a me solo, ed i' ne so' al perire...

[2] Giacomo da Lentini, c. 1230/50 (tosc.), 15.19, pag. 192: Spessamente disïo e sto al morire...

- Essere a + sost.: essere nella situazione di ricorrere a.

[3] Giacomo da Lentini, c. 1230/50 (tosc.), 6.38, pag. 91: Melan'a lo carroccio par che sia...

13.4 [Con valore risultativo (venire, tornare a)].

[1] Uguccione da Lodi, Libro, XIII in. (crem.), 517, pag. 618: et el e le soi ovre tornarà a nïente.

[2] Uguccione da Lodi, Libro, XIII in. (crem.), 561, pag. 620: e pur con Ti, ver Deu, son remagnù a tanto.

[3] Patto Aleppo, 1225 (ven.), pag. 42.6: E se vignirà a morir, si pò ordenar le soe cose a cui elo vorrà.

[4] Patecchio, Splanamento, XIII pi.di. (crem.), 162, pag. 567: Non è bona umeltat taser lo sen, qi 'l sa, / anz torn' a gran mateça, qi no 'l dis quando luogo [à].

[5] Guido Faba, Parl., c. 1243 (bologn.), 1, pag. 233.9: scì che la candela facta dala manu d(e)la vostro pietà n(on) vegna ad (con)su(m)ptio(n)e...

[6] Giacomo da Lentini, c. 1230/50 (tosc.), 32.6, pag. 342: Così poria venire ['n] grande onore / e a bon fin de lo so reggimento...

[7] Abate di Tivoli, c. 1230/50 (tosc.), 18c.2, pag. 256: Qual om riprende altrù' ispessamente, / a le rampogne vene a le fïate...

[8] Guido delle Colonne, XIII pm. (tosc.), 1.17, pag. 97: ag[g]io visto [[...]] un grand'afare - tornare a neiente...

[9] Pseudo-Uguccione, Istoria, XIII pm. (lomb.), 1481, pag. 75: E tuta l'ovra qe facemo / Torna pur a vanitate / Se no servir la maiestate...

13.4.1 Locuz. e fras.

- Fras. Venire a compimento 'giungere a fare (qsa)': v. compimento s.m.

[1] Federico II (ed. Panvini), a. 1250 (tosc.), 2.4, pag. 159: Poi ch'a voi piace, amore, / che eo degia trovare, / faronde mia possanza / ch'io vegna a compimento.

- Fras. Tornare a danno: v. danno s.m.

[2] Federico II (ed. Panvini), a. 1250 (tosc.), 1.33, pag. 158: Da la ria gente aprise / da lor non si stornasse, / che mi tornasse - a danno chi gli ò offiso...

- Fras. Venire a fine: v. fine s.f.

[3] Pseudo-Uguccione, Istoria, XIII pm. (lomb.), 739, pag. 54: Çamai no avrà remissïon, / Longa serà soa passïon, / Né mai a fin no de' vegnir...

- Fras. Venire a finimento: v. finimento s.m.

[4] Brunetto Latini, Tesoretto, a. 1274 (fior.), 282, pag. 186: E vidi in sua fattura / ched ogne creatura / ch'avea cominciamento, / venï' a finimento.

- Fras. Venire al finire: v. finire v.

[5] Uguccione da Lodi, Libro, XIII in. (crem.), 120, pag. 604: ké, s'el s'atende tanto q'el viegna al fenir [[...]] quig qe 'l so dé gauder tosto l'à sepelir...

- Locuz. verb. Venire a meno a 'far mancare il proprio sostegno a'. Locuz. verb. Venire al meno 'andare in rovina': v. meno avv./s.m.

[6] Patecchio, Splanamento, XIII pi.di. (crem.), 385, pag. 575: L'om dé servir l'amigo, no i dé venir a men...

[7] Bonvesin, Volgari, XIII tu.d. (mil.), Disputatio mensium, 274, pag. 12: Ki sgiva lo lavor e guarda ai altrú man, / Degn è k'el venia al men e k'el ge mancha 'l pan.

- Fras. Venire a morte: v. morte s.f.

[8] Jacopo Mostacci (ed. Panvini), XIII pm. (tosc.), 4.27, pag. 153: ond'io infratanto / celare lo vo', c'a morte no venisse, / ché buon tacere a dritto no è blasmato.

- Fras. Tornare a niente, tornare al niente: v. niente s.m.

[9] Uguccione da Lodi, Libro, XIII in. (crem.), 517, pag. 618: et el e le soi ovre tornarà a nïente.

[10] Bonagiunta Orb. (ed. Contini), XIII m. (lucch.), ball. 4.3, pag. 267: Molto si fa brasmare / chi loda lo su' affare / e poi torn'al neiente.

- Fras. Tornare a pro: v. pro s.m.

[11] Pamphilus volg., c. 1250 (venez.), [Venus], pag. 37.11: E crede a mi qe alguante fiade torna a pro' a molti omini le bausie e le lusenge...

- Locuz. verb. Essere a tale che: v. tale indef.

[12] Ruggieri Apugliese (ed. Contini), XIII m. (sen.), 2.148, pag. 897: li fraudelenti sieno a tale / ke sentenza i vegna mortale...

[13] St. de Troia e de Roma Laur., 1252/58 (rom.), pag. 286.19: et era ad tale venuto ke né soa vergonia, né de neguno non dava niente.

- Locuz. avv. A tanto: v. tanto indef.

[14] Uguccione da Lodi, Libro, XIII in. (crem.), 561, pag. 620: e pur con Ti, ver Deu, son remagnù a tanto.

13.5 Con valore di necessità, opportunità, diritto.

[1] Doc. montier., 1219, pag. 45.13: It., se verun omo dela co(m)pagnia avesse a dare altrui dela co(m)pa(n)gnia alcuno avere (e) no· li li desse...

[2] Patecchio, Splanamento, XIII pi.di. (crem.), 520, pag. 580: Lo sen dig antis omini dé 'g savi demandar, / qé faraf ço q'è fato, s'el fos ancor a far.

[3] Doc. sang., a. 1238, pag. 158.22: Ite(m) abeo a recepere x lib. di grugo, e quali cho[m]peroa Galigaio.

[4] Guido Faba, Parl., c. 1243 (bologn.), 23 (84), pag. 247.3: Un(de), i(n) p(er) quello che noi avemo a fare via luntana...

[5] Pamphilus volg., c. 1250 (venez.), [Galatea], pag. 43.31: ké çascadun omo sì à per rasone ad andar et a vignir per la sua via.

[6] Doc. sen., XIII m. (2), pag. 179.15: Chesto (è) -l daçio ch'è a choliare dai foretani dei l d. p(er) centinaio dela lib. di Chalçolaria...

[7] Lett. sen., 1260, pag. 266.3: (e) siei solecido a fare (e) adoparare bene ciò che tu ài a fare...

[8] Brunetto Latini, Rettorica, c. 1260-61 (fior.), pag. 39.5: Ma anzi che noi diciamo ciò che ssi comanda in rettorica, pare che sia a trattare del genere d'essa arte...

13.5.1 Locuz. verb. Avere a fare (con): v. fare v.

- Avere rapporti (d'affari o d'altro).

[1] Lett. sen., 1262, pag. 282.19: choi (chon)sorti q(ue) v'àno a fare cho· noi.

- Avere un rapporto sessuale, rapporti sessuali.

[2] St. de Troia e de Roma Laur., 1252/58 (rom.), pag. 106.20: Et per forsa abbe a fare con essa. || 'La violentò'.

13.6 In costruzioni fraseologiche.

[1] Giacomo da Lentini, c. 1230/50 (tosc.), 10.49, pag. 133: Per ciò vorria ch'eo l'avesse ad avere, / ed a vedere...

[2] Giacomo da Lentini, c. 1230/50 (tosc.), 36.12, pag. 361: e credo ben, se Dio l'avesse a fare, / non vi metrebbe sì su' 'ntendimento...

[3] Tomaso di Sasso (ed. Panvini), XIII pm. (tosc.), canz., 42, pag. 68: pregate Dio che m'agia a perdonare.

[4] Rinaldo d'Aquino (ed. Panvini), XIII pm. (tosc.), 4.23, pag. 104: lo suo viso mostrare / mi fa sovente stare / di gioi arisbaldire.

[5] Jacopo Mostacci (ed. Antonelli), XIII pm. (tosc.), 19a.3, pag. 271: un dubio che mi misi ad avere, / a voi lo mando per determinare.

[6] St. de Troia e de Roma Laur., 1252/58 (rom.), pag. 104.23: e videro la molie stare ad bevere et ad mannicare co le puttane...

[7] Brunetto Latini, Rettorica, c. 1260-61 (fior.), pag. 77.17: sicché noi ci 'nde ricordiamo quando siemo a dire.

[8] Brunetto Latini, Rettorica, c. 1260-61 (fior.), pag. 188.7: sì che vogliano achetare i loro animi e stare a udire la nostra diceria...

[9] Doc. ver., 1266, pag. 258.38: It(em) iiij dr. a B(er)tolameo andaoro ce fè j sovrascrito coma(n)damento da pa(r)to d(e) mes(er) Ma(r)cesì al sindico d(e) Valeço c'el foxo a oir la se(n)te(n)çia.

- Locuz. verb. Cioè a dire, è a dire, tanto è a dire, vale tanto a dire, viene a dire: v. dire v.

[10] St. de Troia e de Roma Amb., 1252/58 (rom.), pag. 297.18: E per molta çoçura k'avea in sí Domitianus, quelli de Grecia lo chiamavano Crinopale e era a dicere adulteratore.

[11] St. de Troia e de Roma Laur., 1252/58 (rom.> tosc.), pag. 289.23: et onne homo lo clamava pedagogus e tanto era a ddicere quanto gran roditore.

[12] Brunetto Latini, Rettorica, c. 1260-61 (fior.), pag. 41.19: il primo nome si è phylos, e vale tanto a dire quanto «amore»...

[13] Brunetto Latini, Rettorica, c. 1260-61 (fior.), pag. 4.11: ciò viene a dire come si debbia fare lo exordio e la narrazione...

[14] Brunetto Latini, Rettorica, c. 1260-61 (fior.), pag. 73.16: cioè argomenti necessarii - e nota «necessarii», cioè a dire che conviene che pure così sia - ...

14 Introduce costruzioni infinitive (a + frase inf., a + inf.).

[1] Uguccione da Lodi, Libro, XIII in. (crem.), 588, pag. 620: marcé Te clamo, pur q'el Te plaça a far, / qe Tu me degne secorrer et aidar...

[2] Proverbia que dicuntur, XIII pi.di. (ven.), 743, pag. 554: S' tu li donasi un regno e a portar corona, / enfïar no porisete en la söa persona.

[3] Patecchio, Splanamento, XIII pi.di. (crem.), 219, pag. 569: A dir l'om q'el sea mato, non è sen rasonadho...

[4] Patecchio, Splanamento, XIII pi.di. (crem.), 480, pag. 579: Oimai comunalmentre d'ogna cosa dixemo, / de ço q'è ben a far e qe lassar devemo.

[5] Pseudo-Uguccione, Istoria, XIII pm. (lomb.), 937, pag. 60: A nui no serà contradito / Lo so regno a poseder...

[6] Pamphilus volg., c. 1250 (venez.), [Panfilo], pag. 31.8: enpermordeçò a dar tu a mi queste cause non è a ti grande causa.

[7] Pamphilus volg., c. 1250 (venez.), [Panfilo], pag. 33.2: çoè k'ela è così bela e così çentil e così rica, me veda maiormentre a dir a lei la mea volontade.

[8] Pamphilus volg., c. 1250 (venez.), [Panfilo], pag. 43.6: e sea licencia dada a mi a dir a voi, madona mea, poke cause.

[9] Pamphilus volg., c. 1250 (venez.), [Galatea], pag. 45.5: Tu demande noi eser ensenbre asol asol, et eu refudo ben ad esser con ti asol asol en negun logo...

[10] Bonagiunta Orb. (ed. Parducci), XIII m. (lucch.), canz. 6.21, pag. 58: Ma fallimento fôra a conquistare / senza affanare così gran dilettanza...

[11] Parafr. Decalogo, XIII m. (?) (bergam.), 123, pag. 422: Volentera ol damoni tel consent a fare, / a tò l'altrù per forza et a robare...

[12] St. de Troia e de Roma Amb., 1252/58 (rom.), pag. 221.18: E li romani li mandaro dicendo ke appostucto non gissi in Bithinia, né a ccomactere con Niccomedo e sse non, spectassi romani a ccommactere con essi.

[13] Lett. sen., 1260, pag. 267.22: inp(er)ciò che vale tro(p)po meglio p(er) noi, avendoli noi a chello chosto i p(ro)ve. che tu li ài ogi, che no varebe a vendare lo sterlino nè a 'nprontare chagiuso...

[14] Brunetto Latini, Rettorica, c. 1260-61 (fior.), pag. 155.16: talora si mandano altre parole che portano più incarnamento e giuoco che non fa a dire pur salute.

15 Funge da connettore sintattico in locuzioni il cui valore è dato dall'elemento precedente.

- Locuz. prep. Appresso a: v. appresso prep.

[1] St. de Troia e de Roma Amb., 1252/58 (rom.), pag. 150.16: e dixe ch'io serraio appostucto tanto appriesso a Ccampitolgio, quanto porraio portare co lo balestro.

- Locuz. prep. Contro a: v. contro prep.

[2] Giacomo da Lentini, c. 1230/50 (tosc.), 6.3, pag. 89: poi benvoglienza - orgoglio m'è rendente / di voi, madonna, contr'a mia soffrenza...

- Locuz. prep. Dappresso a: v. dappresso prep.

[3] St. de Troia e de Roma Amb., 1252/58 (rom.), pag. 166.19: et vende .iij. m. da priesso a Rroma...

- Locuz. prep. Davanti a: v. davanti prep.

[4] Giacomo da Lentini, c. 1230/50 (tosc.), 2.58, pag. 33: lèvati da maitino / davanti a la più bella...

- Locuz. prep. Dentro a: v. dentro prep.

[5] Giacomo da Lentini, c. 1230/50 (tosc.), 5.2, pag. 76: La 'namoranza - disïosa / che dentro a l[o] mi' cor è nata...

- Locuz. prep. Dietro a: v. dietro prep.

[6] Miracole de Roma, XIII m. (rom.), 14, pag. 569.16: Et in quello loco, dereto ad la altare, era penta la figura de dio...

- Locuz. prep. Difino a: v. difino prep.

[7] Pietro da Bescapè, 1274 (lomb.), 1734, pag. 61: Ked elo sí fo pro e forte / Et obediente de fin ala morte.

- Locuz. prep. Dinanzi a: v. dinanzi prep.

[8] Doc. pis., 1230-31, pag. 63.8: Et debialo dire dina(n)si alo populo suo...

- Locuz. prep. Dinnanti a: v. dinnanti prep.

[9] Miracole de Roma, XIII m. (rom.), 6, pag. 565.26: et de nanti ad esso li sacerdoti faceano le sacrificia.

- Locuz. prep. Da dosso a: v. dosso s.m./avv.

[10] Brunetto Latini, Rettorica, c. 1260-61 (fior.), pag. 176.22: se noi ne leviamo da dosso a noi et a' nostri le colpe e le disoneste sospeccioni...

- Locuz. prep. Entro a: v. entro prep.

[11] Doc. montier., 1219, pag. 47.16: debiano essar tenuti d'osservare tutte q(ue)lle cose ke -l vechi lo 'nporra(n)no col lor co(n)sillio p(er) utilità de la co(m)pagnia intro ala vilia di kl. ian(uarii)...

- Locuz. prep. Fino a: v. fino prep.

[12] Patecchio, Splanamento, XIII pi.di. (crem.), 388, pag. 575: Rari è quig amisi qe sì bona fe porte, / se dura un an o doi, qe dur fin a la morte.

- Locuz. prep. Incontro a: v. incontro prep.

[13] St. de Troia e de Roma Amb., 1252/58 (rom.), pag. 33.16: Ector e Eneas li vennero encontra a li greci.

- Locuz. prep. Infino a: v. infino prep.

[14] Lett. sang., a. 1253, pag. 197.8: e no· le vule vendere i(n)fine ala vossa tornata...

[15] Doc. venez., 1253, pag. 7.7: et va de longo XXXV pertege infina alo casal del Fito...

- Locuz. prep. Innanti a: v. innanti prep.

[16] Miracole de Roma, XIII m. (rom.), 32, pag. 576.22: presero ad gridare ke esso se levasse de la via nanti ad lo rege.

- Locuz. prep. Innanzi a: v. innanzi prep.

[17] Ranieri volg., XIII pm. (viterb.), pag. 225.5: namçi a llui (e) ale sue redi oi a ccui elli la desse da ond'omo legitima m(en)te difendare...

- Locuz. prep. Intorno a: v. intorno prep.

[18] Miracole de Roma, XIII m. (rom.), 3, pag. 563.13: Et abbe intorno ad sì de plaza xx pedi...

- Locuz. prep. Presso a: v. presso prep.

[19] Ruggieri d'Amici (ed. Panvini), a. 1246 (tosc.), canz..12, pag. 61: ca presso a l'aire par ch'eo sia montato.

- Locuz. prep. A rincontra a: v. rincontra prep.

[20] Andrea da Grosseto (ed. Selmi), 1268 (tosc.), L. 2, cap. 32, pag. 110.19: Addunque, secondo 'l detto loro, si conviene a rincontra a la discordia ponere la concordia, et incontra a la guerra poner la pacie.

- Locuz. prep. Rispetto a: v. rispetto prep.

[21] Bonagiunta Orb. (ed. Parducci), XIII m. (lucch.), canz. 11.62, pag. 66: Considerando tutto quel ch'è detto / a quel ch'è a dir rispetto, / è l'ombra, al meo parere...

- Locuz. prep. Sopra a, di sopra a: v. sopra prep.

[22] Miracole de Roma, XIII m. (rom.), 1, pag. 562.18: Et de sopre ad lo melo, dove iace l'ossa de Cesare, fo adhornato de auro...

[23] St. de Troia e de Roma Amb., 1252/58 (rom.), pag. 46.15: Allora dicea Accilles a li greci ke tucti devessero essere sopre a Troylus...

[24] Lett. sen., 1260, pag. 268.7: nè no potavate trare se noi no vi mandasimo lettara da chorte di p(a)pa sopra a llui.

- Locuz. prep. Di sotto a: v. sotto prep.

[25] Miracole de Roma, XIII m. (rom.), 18, pag. 572.1: De sotto ad lo monte Ianniculo templum Gorgonis.

- Locuz. cong. Fino a tanto che: v. tanto indef.

[26] Ranieri volg., XIII pm. (viterb.), pag. 229.38: La qual cosa tu tiani e possedi a sso nome fin a tantu k'elli entrarà dela tenuta (e) dopo.

- Locuz. cong. Infino, infine, insino a tanto che: v. tanto indef.

[27] Uguccione da Lodi, Libro, XIII in. (crem.), 521, pag. 618: enfin a tanto q'eu son veglo canuo...

[28] Brunetto Latini, Rettorica, c. 1260-61 (fior.), pag. 185.16: insin a tanto che Cesare non li rendeo sua grazia.

[29] Doc. pis., 1264 (3), pag. 387.17: gente, (et) debbiano essere aiutati da loro sensa prescio alchuno, infine a ta(n)to che ispedicati fusseno quelli de la s(oprascrip)ta nave ut legno.

- Locuz. cong. Fino al tempo co 'quando': v. tempo s.m.

[30] Doc. fabr., 1186, pag. 192.4: et lugratis ad uso de bonu pi(n)gnu fine ad te(n)pu co isto pi(n)gnu arcoltu(m) fuis...

[u.r. 26.03.2024; doc. parzialm. aggiorn.]