CAMBIARE v.

0.1 cagnando, cagnao, cagnare, cagnata, cagnati, cagnato, cambi, cambia, cambia', cambiade, cambiadha, cambiado, cambiai, cambiale, cambia'li, cambialla, cambiàmi, cambiamo, cambian, cambiand', cambiando, cambiandola, cambiandosi, cambiandosse, cambiandoti, cambiano, cambiao, cambiar, cambiarà , cambiare, cambiari, cambiarlo, cambiarme, cambiaro, cambiarò, cambiaron, cambiarono, cambiarti, cambiaseno, cambiasi, cambiasse, cambiassero, cambiassersi, cambiassi, cambiassono, cambiasti, cambiata, cambiate, cambiati, cambiato, cambiava, cambiavan, cambiavano, cambiavaro, cambie, cambierà , cambierae, cambierai, cambierebbe, cambierebbero, cambieresti, cambieronno, cambiesevo, cambino, cambio, cambiò, cambiòe, cambiò-ghe, cambiòn, cambiorono, cambiossi, cambj', cambja, cambjao, cambje, canbia, canbiado, canbiammo, canbian, canbiando, canbiano, canbiar, canbiare, canbiargli, canbiarono, canbiata, canbiato, canbiava, canbierà , canbiò, canbioe, canbiomo, canbïone, canbiorono, canbjar, canbjasi, canç', cançare, cançare, cançate, cançi, cange, cangi, cangiando, cangiata, cangiato, cangirò, cangnare, cangnata, cangnate, cangni, cania, caniari, caniaru, caniatu, canjar, canjo, canyanduli, canyata, canyato, canyatu, chabiamoli, chabiarosi, chambiado, chambiammo, chambiamo, chambiare, chambiasti, chambiata, chambiato, chambio, chanbia, chanbià , chanbiai, chanbiammo, chanbiamo, chanbiano, chanbiar, chanbiare, chanbiarosi, chanbiasse, chanbiata, chanbiate, chanbiati, chanbiato, chanbiò, chanbiono, kanbiai, kanbiato.

0.2 Lat. tardo cambiare (DELI 2 s.v. cambiare).

0.3 Proverbia que dicuntur, XIII pi.di. (ven.): 1.1.

0.4 In testi tosc.: Doc. fior., 1272-78; Doc. sen., 1277-82; Doc. prat., 1288-90; Stat. pis., 1304; Gloss. lat.-aret., XIV m.

In testi sett.: Proverbia que dicuntur, XIII pi.di. (ven.); Patecchio, Splanamento, XIII pi.di. (crem.); Bonvesin, Volgari, XIII tu.d. (mil.); Matteo dei Libri, XIII sm. (bologn.); Belcalzer (ed. Ghinassi), 1299/1309 (mant.); Anonimo Genovese (ed. Cocito), a. 1311; Fr. Grioni, Santo Stady, a. 1321 (venez.); Parafr. pav. del Neminem laedi, 1342; Enselmino da Montebelluna, XIV pm. (trevis.); Stat. venez., 1366; Gid. da Sommacamp., Tratt., XIV sm. (ver.).

In testi mediani e merid.: Poes. an. urbin., XIII; Regimen Sanitatis, XIII (napol.); Jacopone (ed. Ageno), XIII ui.di. (tod.); Stat. perug., 1342; Neri Moscoli, Rime, XIV pm. (castell.); Buccio di Ranallo, Cronaca, c. 1362 (aquil.); Anonimo Rom., Cronica, XIV.

In testi sic.: Angelo di Capua, 1316/37 (mess.); Accurso di Cremona, 1321/37 (mess.); Stat. catan., c. 1344.

0.7 1 Rendere diverso, trasformare (un oggetto; una persona, una condizione materiale; una circostanza). 1.1 Trasformare, far evolvere, rendere diverso (un comportamento, un atteggiamento psicologico, un pensiero). 1.2 [Con valore neg.:] deteriorare, manomettere. 2 Passare da una condizione ad un'altra; trasformarsi; subire un'evoluzione fisica e materiale (anche condizionata da agenti esterni). 2.1 Subire un'evoluzione psicologica, spirituale o di pensiero. 2.2 Trascorrere, passar via, trasformarsi in nulla; andare perduto. 3 Sostituire oggetti o persone; offrire una persona o una cosa in sostituzione di un'altra; dare qsa per ottenere qsa altro con vantaggio o con svantaggio delle parti in causa. 3.1 Prendere un qsa per qsa altro, ingannandosi sulla sua identità. 3.2 Fig. Spogliarsi di qsa, sostituendolo con altro. 3.3 Sostitursi l'uno all'altro; avvicendarsi. 4 [Econ./comm.] Acquistare o vendere moneta, dando o prendendo al suo posto un'altra valuta. 4.1 Acquistare o vendere terreni o immobili dandone o prendendone altri come prezzo. 4.2 Acquistare o vendere beni o prodotti in natura, dandone o ricevendone altri come prezzo; barattare. 5 Ricompensare qno per un bene ricevuto.

0.8 Elena Paolini 28.06.2002.

1 Rendere diverso, trasformare (un oggetto; una persona una condizione materiale; una circostanza).

[1] Matteo dei Libri, XIII sm. (bologn.), 7, pag. 24.5: Cosa non amabele, ma amara, dura, crudele son constrecto a començare, la quale né per grandeça, né per posança, né per rikeça non se pote cambiaremutare...

[2] Neri Moscoli, Rime, XIV pm. (castell.), tenz. 4, 2.14, pag. 773: Caval non credo che sempre sia quello: / ma, in quale prima vèn, montate suso, / se non cangiato avete l'antic' uso.

[3] Gl Senisio, Declarus, 1348 (sic.), 213v, pag. 39.11: Permuto as... perfecte mutare, cambiare.

- [In contesto fig.].

[4] Parafr. pav. del Neminem laedi, 1342, cap. 23, pag. 114.13: [24] el desmostrò la soa virtue, che sì andò 'l corpo in croxe lo cel canbiò cera e devegne scuro e sul meçodì lo sol e la luna le stelle e tuto l'aere e l'universo mondo, çoè questo nostro de çá, se vestìn de negro...

1.1 Trasformare, far evolvere, rendere diverso (un comportamento, un atteggiamento psicologico, un pensiero).

[1] Proverbia que dicuntur, XIII pi.di. (ven.), 496, pag. 544: li ocli ler, vardandone, de flama çeta raio / ch'a li omini cambia lo sen' e lo coraio.

[2] Bonvesin, Volgari, XIII tu.d. (mil.), Disputatio mensium, 683, pag. 26: La toa bontá no 's cambie il nostro flevre seno, / Per nu no 't mov a ira, k'è flevre cossa e seno.

[3] Anonimo Genovese (ed. Cocito), a. 1311, 140.140, pag. 578: segondo che è lo conpagnon, / enprende esser l'omo o re' o bon: / David lo dise, chi non mente, / e tu chi l'odi te té a mente / e no creí tute parole, / che el'è usanza de fole, / ni per ognunca lenger vento / no canbjar to pensamento.

1.2 [Con valore neg.:] deteriorare, manomettere.

[1] Stat. pis., 1321, cap. 127, pag. 320.8: Et che se io vederò alcuno foretano u citadino fare malisia, u avere cambiare u magagnare ad alcuno citadino pisano, io a quelo citadino pisano u foretano del distrecto pisano, dirò e renunsierò.

[2] Stat. pis., a. 1327, L. 1, cap. 48, pag. 65.12: Ordiniamo, che tucti li personi chi faranno in Villa di Chiesa li candeli grossi per la festa de la nostra Donna Sancta Maria del mezo mese d'ogosto debbiano fare bene et lealmente, et di quella propria cera che si è data loro, et di quella cera non fraudare nè cambiare, et operare tucta la cera che li fie data.

- Stravolgere; far degenerare, snaturare; deviare dalla propria natura.

[3] Angelo di Capua, 1316/37 (mess.), L. 4, pag. 79.17: Do, dulurusa mi, ki farrò eu? Undi su eu? Qual pachia mi avi caniatu la menti! O svinturata Dido, hora ti toccanu li crudili fati!

[4] Accurso di Cremona, 1321/37 (mess.), L. 9, cap. 1, vol. 2, pag. 195.12: 8. In lu qual piccatu cussì bructu in diversi mayneri tu non saviray lu quali tu blasmi inprimamenti, oy quillu qui pensau quista corruptibili maynera, oy quilli qui suffirsiru que la lur pudicicia secutassi lu periuriu, oy quilli qui caniaru et pirmutaru la lur religiuni in stupru.

- Rendere casso; eliminare.

[5] Parafr. pav. del Neminem laedi, 1342, cap. 22, pag. 110.33: [39] lo titol de la croxe scrichio per tri lenguagii che fè sovreçonçe' Pylato a la croxe: «Yesu Naçareno rex d'i Çue'», e quî malvaxi prevei no'l pochian cambiar.

2 Passare da una condizione ad un'altra; trasformarsi; subire un'evoluzione fisica e materiale (anche condizionata da agenti esterni).

[1] Bonvesin, Volgari, XIII tu.d. (mil.), De anima cum corpore, 479, pag. 73: Gram ti e grama mi, cambiao è 'l nostro verso, / Mo fi 't guïerdonao de zo ke't fuss perverso.»

[2] Poes. an. urbin., XIII, 22.76, pag. 587: Però, fillo, non se cangni / la parola tia».

[3] Belcalzer (ed. Ghinassi), 1299/1309 (mant.), pag. 166.14: Quest è y seng de quest humor melanconic segnoreçant in alcun corp: in prima che 'l calor de la codega se cambia in negreça e in livedeça, e ila boca ey sent savor acid...

[4] Garzo, Proverbi, XIII sm. (fior.), 447, pag. 311: 216. Tempo si cambia / a palafreno ch'ambia.

- [Rif. a viso].

[5] Fr. Grioni, Santo Stady, a. 1321 (venez.), 3299, pag. 136: Lo vixo chanbia di color / Oldando la pena e llo mal, / Che lli avenne cossí mortal.

- [In senso meteorologico].

[6] Tavola ritonda, XIV pm. (fior.), cap. 121, pag. 472.32: E dimorando eglino in tale maniera, il tempo si cominciò a cambiare, e venne uno vento, con una grandissima calura, tanto arzente, che tutti quelli di là entro pensavano morire.

- Metaf. Cambiare il verso: mutare una situazione, un destino. || «Espressione metaforica fondata sul lessico tecnico poetico» (L.C. Rossi, Il Fiore, p. 36).

[7] Fiore, XIII u.q. (fior.), 26.12, pag. 54: A[h]i lasso, c[h]'or mi fu cambiato il verso! / In poca d'or sì 'l fatto mi bistorna / Che d'abate tornai men ch'a converso.

2.1 Subire un'evoluzione psicologica, spirituale o di pensiero.

[1] Fatti di Cesare, XIII ex. (sen.), Sal. L. 1, cap. 30, pag. 39.26: Vennero molti romani a dispogliare li morti: qui si cambiava l'alegrezza in pianto, chè l'uomo trovava morto lo nemico a lato a l'amico, e trovava morto lo fratello a lato al zio.

[2] Parafr. pav. del Neminem laedi, 1342, cap. 21, pag. 104.3: [47] Ma stê fermi e franchi e no dubitassi de niente né ve movissi né ve cambiassi né ve brotassi né ve lanteassi da la fé mea viva e vraxa, che ve prometto d'esser sempre con vu tanfin a la fine de'sto misero mondo e no v'abandonerò mae per alcun tenpo.

2.1.1 Sconvolgersi; turbarsi.

[1] Andrea Cappellano volg. (ed. Ruffini), XIV in. (fior.), L. I, cap. 15, pag. 87.2: Quand'io l'udi', oltremodo ebbi paura e cambiàmi tutto e l'ossa mi cominciaro tutte a smuovere..

[2] Boccaccio, Decameron, c. 1370, X, 3, pag. 647.24: Natan, udendo il ragionare e il fiero proponimento di Mitridanes, in sé tutto si cambiò, ma senza troppo stare, con forte animo e con fermo viso gli rispose...

2.2 Trascorrere, passar via, trasformarsi in nulla; andare perduto.

[1] Anonimo Genovese (ed. Cocito), a. 1311, 139.24, pag. 571: Vita e richeze segorar / no son se no strapasamento, / e quax[i] tuto zo che par / se cambja e fuze como vento, / per che dé omo temente star, / justo e lear, sempre vegante, / e in lo mondo no se fiar, / ché cascaun è via-andante.

[2] Parafr. pav. del Neminem laedi, 1342, cap. 16, pag. 77.8: Perçò fè-'l tanti cerchij in cel chomo un relorio de diverse roe, e fan tute so' corsso ordenaamente e mae no falam sençça contrapexo, fan la nochie e 'l dì e cambian lo tempo: la 'stae e l'inverno...

[3] Bibbia (08), XIV-XV (tosc.), 1 Mc 1, vol. 8, pag. 387.13: e la bellezza delle donne si cambiò. [28] E ogni marito si lamentava...

3 Sostituire oggetti o persone; offrire una persona o una cosa in sostituzione di un'altra; dare qualcosa per ottenere qualcos'altro con vantaggio o con svantaggio delle parti in causa, scambiare.

[1] Lett. fior., 1291, pag. 597.16: La sella vecchia ch'era costà Ugolino la ca(m)biò a una nuova e quella si ne rechoe.

[2] Regimen Sanitatis, XIII (napol.), 188, pag. 568: ma quando avisse amendole, per nuce no· lle cange...

[3] Stat. pis., 1304, cap. 39, pag. 678.27: Et che alcuna persona dell'arte non cambi nè cambiare faccia stame, nè lana, nè boldroni, nè pesse; cioè prendendo li altrui per li suoi...

[4] Accurso di Cremona, 1321/37 (mess.), L. 4, cap. 6, vol. 1, pag. 179.5: O rigi di Tessalia, livandini di lu peccatu di lu crudili et duru factu dampnatu sutta gran judici! Lu quali sustinnisti di caniari la morti di tua mulyeri per la tua.

[5] Stat. perug., 1342, L. 1, cap. 47, par. 26, vol. 1, pag. 171.7: ciascuno el quale averà avuto brisciolo de eleggere possa e a luie sia licito gle electe cagnare e mutare cho' vorrà e piacerà a esso.

[6] Enselmino da Montebelluna, XIV pm. (trevis.), 918, pag. 59: O misera, dolente, chomo io chado / del lato destro nel lato sinistro, / e de nobilitate in baso grado. / Dando per lo disipulo el maistro, / dando el mio fio e tuor lo mio parente, / dando el Signor e tuor lo so ministro! / O quanto io chambio dolorosamente!

[7] Buccio di Ranallo, Cronaca, c. 1362 (aquil.), quart. 1101, pag. 256: Li medici li dixero: «Signore, non gire, / Ca, se cangnate agero, como è nostro sapire, / In pericolo de morte porrete vui cadire!».

[8] Destr. de Troya, XIV (napol.), L. 22, pag. 198.5: Muorto adunqua Hector, e lo suo cuorpo trasutonde in Troya, grandissimo pyanto nde faceano universalemente li citadini, e certamente nullo de quilli citadini forria stato intre lloro che volentiere non avesse canyato lo suo figlyo pre recattare Hector da morte a vita, se li Diey loro lo avessero permiso per la lloro salveze.

[9] Anonimo Rom., Cronica, XIV, cap. 3, pag. 17.11: Là se pare chi ène figlio de bona mamma. Sciarra della Colonna forte conforta soa iente e fece una notabile cosa, che la soa sopravesta cagnao in poca ora.

[10] Gid. da Sommacamp., Tratt., XIV sm. (ver.), cap. 10, parr. 2-6, pag. 159.6: E nota che bestiço èe quando alguna vocale, osia pluxore vocale, sono cambiate in una dictione, sempre remanendo ferme tutte le lettere consonante dela ditta dictione con lo suo primo accento.

- Sost. L'atto di sostituire, di porre un oggetto in luogo di un altro.

[11] Parafr. pav. del Neminem laedi, 1342, cap. 22, pag. 107.2: [11] La comunion del to' corpo e sangue e lo cambiar l'un testamento in l'altro, lo vegio in lo novo, e in logo de l'agnel nassuo de pegora dar-ghe l'agnel de De' nassuo de Maria per vraxa memoria!

[12] Tristano Cors., XIV ex. (ven.), pag. 120.3: Si m'aÿ Dio» ciò dixe Palamides «io son Palamides» «Palamides» ciò dise miser Tristan: «de mala ora vuj cambiasi vostre arme per mi, che 'l vostro canbiar de le arme fato m'à anchuo gran contrario, che, se vuj non fossi stado, io averia l'aversa partia sbaratada».

3.1 Prendere un qsa per qsa altro, ingannandosi sulla sua identità.

[1] Chiose Selmiane, 1321/37 (sen.), cap. 28, pag. 144.20: E li capegli suoi erano sì belli, che si cambiavano a oro, e esso ne faceva una treccia; e per questa sua vanità morì, chè 'l fecie rimanere attacchato all'alboro.

3.2 Fig. Spogliarsi di qsa, sostituendolo con altro.

[1] Patecchio, Splanamento, XIII pi.di. (crem.), 511, pag. 580: Quel om qe del so senno no se vol cambïar, / perqué col savï' omo se vai-lo conseiar? / q'el tien lo savio mato, per ço q'el no i crerà, / e 'l savio perd quel senno e 'l conseg qe 'g darà...

3.3 Sostitursi l'uno all'altro; avvicendarsi.

[1] Ottimo, Purg., a. 1334 (fior.), c. 8, pag. 109.7: Alla notte si cambiano i venti da quelli che sono stati il die, o quelli tragono più forte.

[2] Deca prima di Tito Livio, XIV pm. (fior.), L. 4, cap. 5, vol. 1, pag. 371.14: e se a valenti uomini si dona speranza e via d'avere onore; e se voi sofferite ch'elli siano compagni e partefici della republica, e s'egli lece d'avere una volta signoria, l'altra ubbidire a' magistrati, i quali d'anno in anno si cambiano, secondo che l'iguale libertade richiede.

4 [Econ./comm.] Acquistare o vendere moneta, dando o prendendo al suo posto un'altra valuta.

[1] Doc. sen., 1277-82, pag. 347.7: Ancho XII den. nel dì i qualli denari perdemo in otto fiorini d'oro che canbiammo.

[2] <Egidio Romano volg., 1288 (sen.)>, L. 2, pt. 3, cap. 8, pag. 200.6: E questa maniera fu trovata primamente perciò che in diversi reami ed in diverse provincie, sono diversi signori e diverse genti, e' quali non usano quelli denari o quelle monete l'uno che l'altro, dond'elli conviene denari d'una terra o d'uno reame cambiare a' denari d'alcuna altra terra....

[3] Doc. prat., 1288-90, pag. 164.24: Ebbi [[...]] dì XXVIIJ di giungno otta(n)ta otto, ke (n)ne fuoro lb. settece(n)to tor. piccioli e lb. cinquece(n)to kie(r)mo(n)tesi e scucelli, ke lli ca(m)biai a d. sei livra...

[4] Gl Gloss. lat.-aret., XIV m., pag. 311.12: cambio, bis, per cambiare.

[5] Stat. venez., 1366, cap. 174, pag. 88.23: Presa no possa aver over tegnire sule so taule algun de quelli i quali è usadi d'eser cavi de taule, né alguna oltra persona per nome de coloro a cambiar moneda né a recever scripta de diposito, sotto pena de libre V per çascun...

4.1 Acquistare o vendere terreni o immobili dandone o prendendone altri come prezzo.

[1] Doc. fior., 1272-78, pag. 461.30: E quessto diie medesimo cha(n)biamo quessta terra cho(n) Cha(n)ci Siminetti di Visdomino a cinqua[n]tacinque isstaiora di terra che ci diede...

[2] Stat. perug., 1342, L. 4, cap. 138, par. 1, vol. 2, pag. 507.6: volemo che s'oserve che le comunançe generale degl casteglle e de le ville e de le uneversetade del contado e del destretto de Peroscia, [[...]] pervenire deggano e liberamente pervenute s'entendano en lo comuno de Peroscia e del comuno de Peroscia siano, sì che più ennante non se possano vendere, né donare, permutare overo cottomare, cagnare overo alienare overo enn altro modo concedere ad alcuna persona...

4.2 Acquistare o vendere beni o prodotti in natura, dandone o ricevendone altri come prezzo; barattare.

[1] Stat. pis., 1304, cap. 39, pag. 679.2: Et chi contra facesse, paghi per pena al comuno dell'arte, per ongna volta, soldi XX denari; cioè che non s'intenda chi volesse cambiare l'uno coll'altro per loro volondade...

[2] Stat. catan., c. 1344, cap. 7, pag. 37.12: Et per kisti cosi e per tucti li autri necessitati poça vindiri e caniari di tucti li fructi di lu monasteriu...

- Fig.

[3] Jacopone (ed. Ageno), XIII ui.di. (tod.), 65.137, pag. 270: de cielo abi ricato tesauro, per cagnare / vita con gloriare per morte d'amareza...

5 Ricompensare qno per un bene ricevuto.

[1] Jacopone (ed. Ageno), XIII ui.di. (tod.), 65.85, pag. 268: Chi dona, vol vedere de che fosse cagnato, / amando com'è amato da lo suo amadore.

[2] Cavalca, Esp. simbolo, a. 1342 (pis.), L. 2, cap. 5, vol. 2, pag. 180.7: Onde in verità male è cambiato Cristo da noi, perciocch' egli tanto ci ama, che reputa a se la ingiuria, e la grazia fatta a noi, e noi nè del suo onore godiamo, nè delle sue ingiurie ci conturbiamo.

[u.r. 19.04.2023; doc. parzialm. aggiorn.]