CILICIO (1) s.m.

0.1 celicio, celiço, celizo, cellice, ciellicio, cilicci, ciliccio, cilice, cilici.

0.2 Lat. cilicium (DELI 2 s.v. cilicio).

0.3 Uguccione da Lodi, Libro, XIII in. (crem.): 2.

0.4 In testi tosc.: Bono Giamboni, Vegezio, a. 1292 (fior.); Giordano da Pisa, Prediche, 1309 (pis.); Chiose Selmiane, 1321/37 (sen.).

In testi sett.: Uguccione da Lodi, Libro, XIII in. (crem.); Guido Faba, Parl., c. 1243 (bologn.); Anonimo Genovese (ed. Cocito), a. 1311; Parafr. pav. del Neminem laedi, 1342.

In testi mediani e merid.: Jacopone (ed. Ageno), XIII ui.di. (tod.); Dom. Scolari (ed. Follini), 1355 (perug.).

In testi sic.: Sposiz. Pass. s. Matteo, 1373 (sic.).

0.5 Locuz. e fras. cenere e cilicio 1.2; nero come un sacco di cilicio 1.1.

0.7 1 [Tess.] Tessuto di pelo di capra estremamente rigido e ruvido. 1.1 Fras. [Per traduzione dell'Apocalisse:] nero come un sacco di cilicio. 1.2 Fras. Cenere e cilicio: (ad indicare uno stato di mortificazione corporea). 2 Indumento di tessuto ruvido portato per mortificare la carne. 3 Fig. Il vestire indumenti di cilicio, il mortificare la carne per penitenza.

0.8 Elisa Guadagnini 21.10.2002.

1 [Tess.] Tessuto di pelo di capra estremamente rigido e ruvido.

[1] Guido Faba, Parl., c. 1243 (bologn.), 23 (84), pag. 246.25: Noi Ca(r)nelvare, rege d(e)i re, p(ren)cepo dela t(er)ra, no diamo salute a tie, Quaresima topina, ch'èi plena d(e) pla(n)to e d'o(n)ne mis(eri)e [[...]]. Le toe vare e grise scì è cenere, sacchi e cilici, li toi cibi sono legome bistiale...

[2] Pseudo-Uguccione, Istoria, XIII pm. (lomb.), 815, pag. 56: De vistimenta molto devosta / Serem vestidhi a la fin, / Mai no de vair né l'armelin, / Mo de stamegna o de celiço / Ponçente com un pel de riço.

[3] Bono Giamboni, Vegezio, a. 1292 (fior.), L. 4, cap. 6, pag. 152.9: Dubitasi che per le saette de' nemici, spaventati i difenditori delle bertesche, e postovi le scale, il muro non si pigli; contra i quali molti della cittade debbono avere scudi, e catafratte, cioè corazze, e poscia doppie bertesche, sopra le quali si tendano pezze di ciliccio, le quali rifrenano il furore delle saette...

[4] Cavalca, Dialogo S. Greg., a. 1342 (pis.), L. 3, cap. 31, pag. 193.5: E così legato lo re Ermenegildo, dispregiando il regno terreno e arditamente desiderando lo celestiale, giaceva in cilicio e stava in orazione e confortavasi lodando Dio...

[5] Gl Matteo Corsini, 1373 (fior.), cap. 84, pag. 106.9: fate che tutta la gente di questa città, e grandi e piccoli, si vestano di ciliccio; cioè di sacco.

[6] Sam Gregorio in vorgà , XIV sm. (lig.), L. 3, cap. 31, pag. 203.8: E così ligao lo re Eminigaldo, despresando lo regno terren e ardiamenti desirando lo celestrià, iaxea in ciliço e stava in oratium e confortandose lodando Dee.

1.1 Fras. [Per traduzione dell'Apocalisse:] nero come un sacco di cilicio.

[1] Leggenda Aurea, XIV sm. (fior.), cap. 1, L'Avvento, vol. 1, pag. 13.1: I tre primi segni si diterminano ne lo Apocalissi. «Il sole, ciò dice, è fatto nero sì come sacco di cilicio, e la luna è fatta sangue, e caddero le stelle del cielo».

1.2 Fras. Cenere e cilicio (ad indicare uno stato di mortificazione corporea).

[1] Parafr. pav. del Neminem laedi, 1342, cap. 30, pag. 148.34: lo murir su la paglia in cenere e in cilicio, lo lavar lo cusir quando 'l corpo è morto [[...]]: tuto è ordenao a far inpir la çente del sancto amor de De' e del proximo.

[2] Diatessaron, a. 1373 (fior.), cap. 66, pag. 246.16: Guai a te Corezai! e guai a te, Bessaida! inperciò che, se in Tiro e in Sidone fossero fatti i segni che sono fatti in voi, avrebbero fatto penitenzia in cilicio e in cenere.

[3] Sposiz. Pass. s. Matteo, 1373 (sic.), cap. 7, par. 22, vol. 1, pag. 149.10: Similiter, in Iona propheta si dichi ki li homini di Ninnive fichiru penitencia cum chinniri et ciliciu, et inperzò Deu li perdunau...

2 Indumento di tessuto ruvido portato per mortificare la carne.

[1] Uguccione da Lodi, Libro, XIII in. (crem.), 534, pag. 619: En un celicio firà 'l corpo metuo, / tuto 'l plui vil qe ge firà venduo, / e quel medessemo serà assai perduo.

[2] Jacopone (ed. Ageno), XIII ui.di. (tod.), 3.27, pag. 10: «La camiscia espògliate e veste esto celizo: / la penetenza vètate che non agi delizo...

[3] Giordano da Pisa, Prediche, 1309 (pis.), 2, pag. 15.26: In della natività sua nacque picciolo un palmo et nudo, unde sottile fue quando nacque. Dall'altro capo è aguto et sottile, cioè in della morte, perciò che nudo con uno ciliccio è facto sepellire et nulla porta seco di tutte le cose del mondo.

[4] <Zucchero, Esp. Pater, XIV in. (fior.)>, pag. 91.33: perciò ch'ella amava castitade, e voleala guardare tutto il tempo della sua vita, ella vestiva il ciliccio a sue carni, e digiunava ogni die, salvo le feste principali...

[5] Anonimo Genovese (ed. Cocito), a. 1311, 12.290, pag. 136: Quaxi dixoto agni avea, / monto bellixima parea: / dentro vestia celicio, / de fora porpora e naxicio.

[6] Vita di S. Petronio, 1287-1330 (bologn.), cap. 1, pag. 6.15: Ello era sostiegno e colona, misericordioxo in omne ovra de pietade, spendando tuto lo so texoro a tuti li poveri per amore de Cristo, sempre vivando in grande astinentia del so corpo, martiriçandose cum deçunii, portando sempre a la carne soa aspro ciliço, diandose desciplina al so corpo solo per lo dolçe amore de Dio...

[7] Dom. Scolari (ed. Follini), 1355 (perug.), par. 110.44, pag. 10: La barba grande fino a le mamelle / Avea ciascuna che passava el petto, / E una veste de pelosa pelle. / De vil cilizio alchuna avea suo assetto.

[8] Jacopo Passavanti, Tratt. superb., c. 1355 (fior.), cap. 7, pag. 232.11: Iscrive Severo, ch'e' fu uno grande uomo il quale tutti gl'indemoniati curava; e non solamente essendo egli presente, ma eziandio essendo assente, mandando egli il ciliccio suo, o alcuna scritta di sua mano; le quali cose toccando gl'invasati, con esse erano fatti sani...

[9] Giovanni Colombini, a. 1367 (sen.), 4, pag. 15.15: E socci molte donne, che si terrebbero beate se potessero abandonare i loro mariti e figliuoli, et àcci dugento donne e uomini, che portano asprissimi cilicci e fanno tante e tagli cose ch'è una maraviglia...

[10] Legg. sacre Mgl. XXXVIII.110, XIV sm. (sett.), 17, pag. 65.8: Onda un gran tempo, fina ch'el fo sapiudo, el portà un cilicio a la carne, et alò como el fo sapiù, lo metè çòe.

3 Fig. Il vestire indumenti di cilicio, il mortificare la carne per penitenza.

[1] Giordano da Pisa, Quar. fior., 1306 (pis.>fior.), 15, pag. 74.3: Operazione chiamo tutte l'opere che fa l'uomo santo, sì come digiuni, cilicci, limosine, albergare, rivestire, visitare, pelegrinaggi, e tutte l'opere e servigi santi...

[2] Bosone da Gubbio, Avv. Cic., a. 1333 (eugub.>fior.), L. 2, osservazioni, pag. 304.5: «Giona, il popolo ha fatto i tuoi comandamenti, e dicoti che in cilicci, digiuni, penitenzie con gravi discipline e con limosine hanno fatto, e però l'ira nostra è loro dimessa, e perdonato è loro pe' loro meriti le gravi offese.»

[3] Chiose Selmiane, 1321/37 (sen.), cap. 23, pag. 112.25: Nota, lectore, che questa colpa è dell'ipocresia e falsamente mostrare quello che non è, e rende più in vanagloria che in offensione altrui, mostrando huomo spirituale e di Dio, e none essare; mostrando vili vestimenta e cilicci e digiuni e simili cose nel palese, e nel segreto tutto el contrario.

[4] Jacopo Passavanti, Specchio, c. 1355 (fior.), dist. 2, cap. 6, pag. 31.26: Dee ancora la penitenzia essere continova insino alla morte: e se non quanto all'atto di fuori, come il digiuno, ciliccio, lagrime, discipline e simili cose che fanno coloro che stanno in penitenzia...

[5] Leggenda Aurea, XIV sm. (fior.), cap. 29, S. Paola, vol. 1, pag. 272.17: Dopo il monasterio de' maschi, lo quale ella avea dato a governare a uomini, molte vergini le quali ella avea raunate di diverse province sì de le gentili, come de mezzane e di bassa mano, sì le divise in tre schiere e monasteri, in tal modo che in operazione e in cilicio erano sceverate, ma in salmi e in orazioni si congiugnevano insieme.

[u.r. 28.10.2020]