0.1 coccovegge, coccoveggia, coccovegia, cocovaggia, cocoveggia.
0.2 Voce onom. (DEI s.v. coccoveggia).
0.3 Stat. sen., 1309-10 (Gangalandi): 1.1.
0.4 In testi tosc.: Stat. sen., 1309-10 (Gangalandi); Simintendi, a. 1333 (prat.); Guido da Pisa, Fatti di Enea, XIV pm. (pis.); Gloss. lat.-aret., XIV m.; Ristoro Canigiani, 1363 (fior.).
In testi mediani e merid.: Gloss. lat.-eugub., XIV sm.
0.5 Locuz. e fras. fare coccoveggia 2; tenere coccoveggia 2; uccellare a coccoveggia 1.1; uccellare con coccoveggia 1.1.
0.7 1 [Zool.] Civetta (Carine noctua). 1.1 [Caccia] [Con rif. al suo uso come uccello da caccia:] fras. Uccellare con, a coccoveggia. 2 Fig. [Con rif. alla presunta stolidità dell'animale:] sciocco.
0.8 Elisa Guadagnini 18.11.2002.
1 [Zool.] Civetta (Carine noctua).
[1] Simintendi, a. 1333 (prat.), L. 2, vol. 1, pag. 82.8: Io riporto alla dia quello che si fece. Di che mi fu renduta così fatta grazia, ch'io sono cacciata dalla guardia di Minerva, e sono posta dopo la coccoveggia.
[2] Guido da Pisa, Fatti di Enea, XIV pm. (pis.), cap. 57, pag. 111.4: Ed ecco com'erano per percuotersi insieme, una coccoveggia apparve sopra il capo di Turno volando, la quale più volte coll'ale, col becco e colli piedi lo percosse nel volto.
[3] Gl Gloss. lat.-aret., XIV m., pag. 310.16: hec noctua, tue, la cocoveggia.
[4] Ristoro Canigiani, 1363 (fior.), cap. 39.108, pag. 98: Questa costuma l'uom, governa e regge / Con modi femminili, e fagli andare / La notte attorno, come coccovegge.
[5] Gl Gloss. lat.-eugub., XIV sm., pag. 109.28: Hec nitimine, nes id est la cocovaggia.
1.1 [Caccia] [Con rif. al suo uso come uccello da caccia:] fras. Uccellare con, a coccoveggia.
[1] Stat. sen., 1309-10 (Gangalandi), dist. 5, cap. 81 rubr., vol. 2, pag. 266.1: Di non ucellare con coccovegia o vero paine a li tordi, presso a la città ad otto millia.
[2] Palladio volg., XIV pm. (tosc.), L. 10, cap. 12, pag. 241.15: E agual s'apparecchia l'uccellare a coccoveggia, e ogn'altro argomento da uccellare, sicchè in calende d'ottobre poi s'uccelli.
2 Fig. [Con rif. alla presunta stolidità dell'animale:] sciocco.
[1] Poes. music., XIV (tosc., ven.), [NicPro] madr. 9.8, pag. 100: Ma se vien caso ma' ch'i' mi raveggia, / i' sarò volpe e non più coccoveggia.
- Fras. Fare coccoveggia (di qno): rendere sciocco.
[2] A. Pucci, Contrasto, a. 1388 (fior.), st. 73.6, pag. 81: Ma quella ch'ama il suo marito e sposo / Non de' render sembiante a chi vagheggia; / E quando il fa, palese o di nascoso, / Fa del marito e di sè coccoveggia.
- Fras. Tenere coccoveggia qno: ritenere sciocco qno.
[3] Poes. music., XIV (tosc., ven.), [NicPro] ball.14.9, pag. 111: Io son chiamato matto, / perch'i' fo vista pur di non vedere; / ma io mi starò quatto, / ché alcun non se ne pente per tacere. / Or dica a suo piacere / chi mi tien coccovegia, / ch'i' tempo aspetto e armo la bertesca.
[u.r. 08.06.2018]