0.1 aggrati, agrato.
0.2 Da grato 1.
0.3 Dante, Commedia, a. 1321: 1.
0.4 In testi tosc.: Dante, Commedia, a. 1321.
In testi mediani e merid.: Destr. de Troya, XIV (napol.).
0.6 N Si esclude agrato di Nicolò de' Rossi, Rime, XIV pi.di. (tosc.-ven.), son. 344.3, pag. 215, da interpretarsi come 'a grato' (cfr. Brugnolo, N. de' Rossi, vol. II, p. 201: «ço è non dir busie nì darli a grato»).
Doc. esaustiva.
0.7 1 Facile da sopportarsi, gradito (nell'espressione essere aggrato a qno).
0.8 Elena Artale 13.12.2002.
1 Facile da sopportarsi, gradito (nell'espressione essere aggrato a qno).
[1] Dante, Commedia, a. 1321, Par. 23.6, vol. 3, pag. 375: che, per veder li aspetti disïati / e per trovar lo cibo onde li pasca, / in che gravi labor li sono aggrati, / previene il tempo in su aperta frasca...
[2] Destr. de Troya, XIV (napol.), L. 5, pag. 84.21: eo l'ayo tenuta e tengo, sì che non me èy agrato per nulla maynera de volere rendere una cosa cossì preciosa e chi me l'ayo aquistata con tanto periculo de la mia persone. || Cfr. G. Colonne, Hist. dest. Tr., pag. 54: «non est ergo michi tam leve rem tam reddere preciosam».
[u.r. 30.08.2019]