CATTIVA s.f.

0.1 captiva, cativa, cative, cattiva, cattive, gattive.

0.2 V. cattivo 1.

0.3 Fatti di Cesare, XIII ex. (sen.): 2.

0.4 In testi tosc.: Fatti di Cesare, XIII ex. (sen.); Paolino Pieri, Merlino (ed. Cursietti), p. 1310-a. 1330 (fior.).

In testi sett.: Anonimo Genovese (ed. Cocito), a. 1311.

0.7 1 Donna che vive nel peccato, che conduce una vita moralmente riprovevole. 1.1 Donna di facili costumi o prostituta. 2 Donna che vive in una condizione o in uno stato di infelicità. 3 Prigioniera.

0.8 Chiara Coluccia; Elisa Guadagnini 25.09.2009.

1 Donna che vive nel peccato, che conduce una vita moralmente riprovevole.

[1] Tratao peccai mortali, XIII ex.-XIV m. (gen.), De lo discreto vestire, vol. 1, pag. 217.5: E Sam Poro dixe che le femene se dem parar cu(m) mesura e sobrietae, zoè a dir sego(n)do lo so stao che l'omo e la femena àm. Certo li cativi e le cative, chi tanto metem in torno al co(r)po pim de vermi, che XXX poveri se sosteream tuto l'ano; e a dar um dinar si criam e brondoram. Ma te(n)po verà che elli se ne pentiram, e che ava(n)ti voreva(m) tuto te(n)po esser sta' nudi e a freydo e a cado.

1.1 Donna di facili costumi o prostituta.

[1] Tratao peccai mortali, XIII ex.-XIV m. (gen.), De la luxuria, vol. 1, pag. 105.10: E le cative, p(er) parè megio, sì s'adornam e li musardi sì p(er)dem lo so tempo, e si pensem che elle no pechem, ma certo elle peche grevementi, e p(er) lor caxom se fan monti may e perixam monti homi e monte done, sicomo dixe lo proverbio: dona de bello aconço è barestra d'atorno...

[2] Boccaccio, Decameron, c. 1370, IX, 7, pag. 618.12: Disse allora Talano: «Io [[...]] te ne consiglio che tu oggi ti stea in casa o almeno ti guardi d'andare nel nostro bosco.» La donna disse: «Bene, io il farò», e poi seco stessa cominciò a dire: «Hai veduto come costui maliziosamente si crede avermi messa paura d'andare oggi al bosco nostro? là dove egli per certo dee aver data posta a qualche cattiva, e non vuole che io il vi truovi.

[3] Leggenda Aurea, XIV sm. (fior.), cap. 115, S. Bernardo, vol. 3, pag. 1005.13: per opera del diavolo, dormendo elli nel letto, sì si trovò a lato una pulcella ignuda, la quale elli sentendo, con tutta pace e silenzio, le lasciò quella parte del letto ch'ella aveva preso, e rivolsesi a dormire ne l'altro lato. Ma quella cattiva, [[...]] toccandolo e puntellandolo, a la perfine vedendo che pure stava fermo, quella, avvegna che fosse isvergognatissima, sì ebbe un poco di vergogna, e, per lo grande errore e maraviglia, sì si levò di letto e fuggìo.

2 Donna che vive in una condizione o in uno stato di infelicità.

[1] Fatti di Cesare, XIII ex. (sen.), Luc. L. 2, cap. 1, pag. 86.16: Le donne [[...]] andavano di tempio in tempio, scapelliate e piangenti [[...]] Una ve n'aveva che andava scapelliata gridando e dicendo: "gattive, che fate? battetevi li petti, rompetevi le reni, mentre che la cosa è in dottanza; chè sì tosto come l'uno dei duca caderà, li Dii ci potranno tornare a gioia."

[2] Anonimo Genovese (ed. Cocito), a. 1311, 16.153, pag. 186: O doze fijor, guai a mi, / chi te vego cossì morir! / Ché no posso e' morí per ti? / Guarda in ver' esta cativa / pina de szheso e de dolor; / no laxà de poi ti viva, / che no te dexe morir sor; / o morte, no me perdonar!

[3] Paolino Pieri, Merlino (ed. Cursietti), p. 1310-a. 1330 (fior.), 4, pag. 7.5: Una maladetta vecchia, per volere guadagnare da uno giovane bello della persona, il quale era vago della minore di quelle sirocchie e voleale gran bene, si venne più volte a costoro [[...]] tanto l'andò dintorno con tante parole che questa cattiva le credette e incominciògli a volere bene.

- [Come personificazione].

[4] Buccio d'Aldobr., XIV ui.di. (tosc./orviet.), 36, pag. 438: Ella è chiamata mon[n]a Povertade; / e' suo' parenti, dolze mio amico, / son questi ch' io te dico: / ser Tristo, ser Dolente, Poco-Adosso, / messer Topim, ser Pianto ed Om-Mendico, / mon[n]a Cat[t]iva e mon[n]a Estremitade...

3 Prigioniera.

[1] Deca prima di Tito Livio, XIV pm. (fior.), L. 1, cap. 39, vol. 1, pag. 71.3: quando la città di Cornicolo fu presa, il principe della città (che fu chiamato Servio Tullio), morìo alla battaglia, e rimase la sua donna gravida, la quale fu menata poi a Roma cogli altri prigioni [[...]] e quivi partorì [[...]] molte genti credettono che fosse figliuolo di serva, però che la sua madre fu presa intra l'altre cattive.

[u.r. 16.10.2020]