CATTIVARE v.

0.1 captivati, captivau, cativado, cattiva, cattivando, cattivare, cattivaro, cattivato, gattivandu, gattivati.

0.2 Lat. tardo captivare (DELI 2 s.v. cattivo).

0.3 Elegia giudeo-it., XIII in. (it. mediano): 1.

0.4 In testi tosc.: Dino Compagni, Cronica, 1310-12 (fior.).

In testi mediani e merid.: Elegia giudeo-it., XIII in. (it. mediano).

In testi sic.: Sposiz. Pass. s. Matteo, 1373 (sic.).

0.7 1 Fare prigioniero, sottomettere. 1.1 Fig. 2 Sperimentare la propria miseria e infelicità. Andare cattivando.

0.8 Chiara Coluccia 18.12.2002.

1 Fare prigioniero, sottomettere.

[1] Elegia giudeo-it., XIII in. (it. mediano), 51, pag. 39: Ki bole aodire gran crudeletate / ke addevenni de sore e frate, / ki 'n quilla ora foro gattivati?

[2] Ottimo, Par., a. 1334 (fior.), c. 8, pag. 204.11: e poco tempo passando [d]alla sommossa de' Palermitani, si rubellòe Messina e tutte l'altre terre di Sicilia; e tutta la gente, che v'era per lo detto re, uccisero e cattivaro.

[3] Piero Alighieri, 1364 (fior.), La vostra sete, 14, pag. 89: Questi secondi da natura han zelo / o bono o no, com'all'arbitrio arriva, / che liberi ne fa e ne cattiva.

[4] Sposiz. Pass. s. Matteo, 1373 (sic.), cap. 28, par. 10, vol. 2, pag. 192.11: Et di killi X tribù per loru peccati foru captivati, et iammai non riturnaru per kista caxuni, novissime captivati li dui tribù, set per la divina misericordia liberati.

- [Con rif. alla prigionia del popolo ebraico in Babilonia].

[5] Sposiz. Pass. s. Matteo, 1373 (sic.), cap. 7, par. 22, vol. 1, pag. 150.24: Item, cui esti killu saiu homu ki dica ki li lacrimi di Manasses foru bastanti a sturbari li soi peccata; ki li lacrimi di killu, lu quali destrussi Ierusalem et captivau lu populu santu, fussiru bastanti a sturbari li soi tali et tanti gravusi peccati?

1.1 Fig.

[1] Ottimo, Purg., a. 1334 (fior.), c. 9, pag. 146.7: Spezzòe le porti, dalle quali [ha] tratti pondi d'oro IIIJ.M CXXV, e d'argento poco meno che DCCCC migliaia; della quale spogliatura essa porta molto si [d]olse, però che col suo si doveano dilacerare, ed uccidere li cari cittadini, e carcerare la libertà, cattivare virtude, o mandare in essilio, e li vizi deducere in plubico.

2 Sperimentare la propria miseria e infelicità. Andare cattivando.

[1] Elegia giudeo-it., XIII in. (it. mediano), 6, pag. 37: Taupina, male so' condutta / em manu de lo nemicu ke m'ao strutta». / La notti e la die sta plorando, / li soi grandezi remembrando, / e mo pe lo mundu vao gattivandu. || Contini: «vive in schiavitù (termine giudaico tecnico)».

[2] Dino Compagni, Cronica, 1310-12 (fior.), L. 3.29, pag. 207.9: Messer Tibaldo, che dallo Imperadore fu beneficiato, perchè prima andava cattivando per Lonbardia, povero, co' suoi seguaci, e da lui fu rimesso nella città, il tradì. || Del Lungo, p. 373, n. 6: «"andava come cattivo", nel senso di Tapino, Meschino, Miserabile».

[u.r. 16.10.2020]