CATTIVEGGIARE v.

0.1 cativeggiando, cattiveggiando, cattiveggiar.

0.2 Da cattivo 1.

0.3 Cecco Angiolieri, XIII ex. (sen.): 1.

0.4 In testi tosc.: Cecco Angiolieri, XIII ex. (sen.); Pistole di Seneca, a. 1325? (fior.).

0.7 1 Vivere nell'indolenza, oziare. Perdere il tempo in ozio lamentoso.

0.8 Chiara Coluccia 18.12.2002.

1 Vivere nell'indolenza, oziare. Perdere il tempo in ozio lamentoso. || Con sfumatura più prossima a oziare o a lamentarsi non sempre ben determinabile.

[1] Cecco Angiolieri, XIII ex. (sen.), 57.1, pag. 175: Me' mi so cattiveggiar su 'n un letto, / che neun om, che vada 'n su duo piei: / ché 'n prima fo degli altru' danar miei...

[2] Pistole di Seneca, a. 1325? (fior.), 55, pag. 119.18: Ma veramente e' si sapea amiserare cattiveggiando, ma non vivere. Grande differenza è in tra vita oziosa, e vita pigra.

[3] Velluti, Cronica, 1367-70 (fior.), pag. 297.2: Paolo, figliuolo della detta monna Ginevera, diè vista d'essere buono garzone, stando al fondaco de' Covoni e faccendo bene: poi à seguíto femmine e di non fare nulla, e così cattiveggiando perdè il tempo suo.

[4] Torini, Brieve collezzione, 1363-74 (fior.), pt. 2, cap. 18, pag. 268.25: Li uomini miseri, col chiudere le finestre, collo imporre alla sua casa silenzio, col rimuovere ogni cosa che impedimento porgesse, invitandolo, non solo aspettano il nuovo sole, ma la terza e quarta ora dormendo del dì, anzi cativeggiando, spesse volte trapassa, d'alcuna opportuna e onesta cura sentendo, e se pure la sente, quella al tutto, misero, pospone.

[u.r. 20.02.2009]