CATTIVELLA s.f.

0.1 cativella, cattivella, cattivelle.

0.2 Da cattivo 1.

0.3 Nicolò de' Rossi, Rime, XIV pi.di. (tosc.-ven.): 1.

0.4 In testi tosc.: Cavalca, Specchio di croce, a. 1342 (pis.); Boccaccio, Decameron, c. 1370.

0.6 N Doc. esaustiva.

0.7 1 [Con valore attenuato:] colei che è infelice, che vive in condizioni misere.

0.8 Chiara Coluccia 14.01.2003.

1 [Con valore attenuato:] colei che è infelice, che vive in condizioni misere.

[1] Nicolò de' Rossi, Rime, XIV pi.di. (tosc.-ven.), son. 62.10, pag. 58: Or ti reçça - quardandoti sì bella, / cativella, - che non pöy pensarti / che a befarti - lo mondo çe vene, / e sì te tene - simplice citella, / soperba, fella, - soça da tocarti: / però lunçarti - multo ti convene.

[2] Cavalca, Specchio di croce, a. 1342 (pis.), cap. 14, pag. 66.7: E però dice Iddio all'anima peccatrice per lo Profeta: Guarda, cattivella, come sei diventata vile ricadendo nei peccati.

[3] Cavalca, Ep. Eustochio, a. 1342 (pis.), cap. 9, pag. 411.16: Queste tali femmine, come avvocate del diavolo, sogliono dire alle giovani, che veggono disposte a fare aspra vita: Cattivella, non ti lasciar morire: fatti bene, mentre che puoi.

[4] Boccaccio, Decameron, c. 1370, VII, 5, pag. 464.27: Alla qual cosa fare niente i gelosi consentono, anzi quegli dì che a tutte l'altre son lieti fanno a esse, più serrate e più rinchiuse tenendole, esser più miseri e più dolenti: il che quanto e qual consumamento sia delle cattivelle quelle sole il sanno che l'hanno provato.

[u.r. 19.01.2009]