CATTIVEZZA s.f.

0.1 cattivezza, gattivezza.

0.2 Da cattivo 1.

0.3 Brunetto Latini, Pro Ligario, a. 1294 (fior.): 2.

0.4 In testi tosc.: Brunetto Latini, Pro Ligario, a. 1294 (fior.); Fatti di Cesare, XIII ex. (sen.).

0.7 1 Inclinazione ad agire in modo riprovevole, procurando danno o dolore agli altri. 2 Inclinazione a vivere nell'indolenza, a oziare.

0.8 Chiara Coluccia 16.01.2003.

1 Inclinazione ad agire in modo riprovevole, procurando danno o dolore agli altri.

[1] Bosone da Gubbio, Avv. Cic., a. 1333 (eugub.>fior.), L. 2, cap. 14, pag. 241.14: Ma se alcuna paura hai di biasimo, molto e più forte da temere [è] il biasimo di non seguire vertute e opere valorose che di cattivezza e di malvagitade.

[2] Ottimo, Purg., a. 1334 (fior.), c. 18, pag. 323.16: D'accidia vegnono tepiditade, mollezza e sonolenza, oziositade, indugio, tardezza, negligenzia, imperfezione, o vero imperseveranza, cattivezza, disoluzione, [tra]scuragione, pigrizia, indivozione, tristizia, fastidio di vivere, disperazione.

2 Inclinazione a vivere nell'indolenza, a oziare.

[1] Brunetto Latini, Pro Ligario, a. 1294 (fior.), pag. 180.23: Non fue ricevuto, ma non se n'andoe a Cesare per tema di suo cruccio, né non tornò a casa per cagione di non gittarsi in cattivezza, né non se n'andoe in altro paese per non parere che biasimasse la parte che avea seguitata.

[2] Fatti di Cesare, XIII ex. (sen.), Sal. L. 1, cap. 7, pag. 10.24: Assai vale meglio virtudiosamente morire, che vivere in gattivezza et in ontia.

[u.r. 03.06.2009]