CILEMA s.f.

0.1 cilema, cileme.

0.2 Lat. celeuma (DEI s.v. cilema).

0.3 A. Pucci, Centiloquio, a. 1388 (fior.): 2.

0.4 In testi tosc.: A. Pucci, Centiloquio, a. 1388 (fior.).

0.5 Locuz. e fras. stare in cileme 2.

0.6 N Doc. esaustiva.

0.7 1 Cantilena, tiritera. 2 Locuz. verb. Stare in cileme: oziare. 3 [Per errata interpretazione di un passo del Boezio volg.].

0.8 Elisa Guadagnini 17.10.2002.

1 Cantilena, tiritera.

[1] Sacchetti, Rime, XIV sm. (fior.), 159.200, pag. 156: Egli è bevitor sodo, / e sanza modo / viene / a mene, / e poi ne va a tene. / Or ecco belle cene / se io non gabbo! / Egli è col babbo / e con la mamma; / ed è una nuova tramma / con cilema.

2 Fras. Stare in cileme: oziare.

[1] A. Pucci, Centiloquio, a. 1388 (fior.), c. 72, terz. 63, vol. 3, pag. 304: Stando i Franceschi sanz'arme in cileme, / la forza de' Fiamminghi arditi, e magni / addosso loro in sul meriggio preme.

3 [Per errata interpretazione di un passo del Boezio volg.].

[1] Gl Paolo da Certaldo, XIV sm. (tosc.), cap. 371, pag. 236.11: Dice Boezio che quella morte è felice, cioè benavventurata, la quale non iscema i dolci anni, ciò sono gli anni de la prosperitade; e quella morte che viene ne' tempi dolorosi e fortunosi, è detta non cilema, cioè non istento. || Cfr. «Quella morte è felice, che non scema / La vita ne' dolci anni, e se chiamata / In tempi dolorosi, non cilema» in Alberto della Piagentina, 1322/32 (fior.), cit. in cilemare.

[u.r. 28.10.2020]