0.1 choardi, chodardi, chodardo, coardi, coardo, codarda, codarde, codardi, codardo, godardo.
0.2 Fr. ant. couard (DELI 2 s.v. codardo).
0.3 Fiori di filosafi, 1271/75 (fior.): 1.
0.4 In testi tosc.: Fiori di filosafi, 1271/75 (fior.); <Egidio Romano volg., 1288 (sen.)>; Bono Giamboni, Vizi e Virtudi, a. 1292 (fior.); Conti di antichi cavalieri, XIII u.q. (aret.); Cavalca, Specchio di croce, a. 1342 (pis.).
In testi sett.: Armannino, Fiorita (07), p. 1325 (ven.); Parafr. pav. del Neminem laedi, 1342; Fontana, Rima lombarda, 1343/46 (parm.).
In testi mediani e merid.: Jacopone (ed. Contini), XIII ui.di. (tod.).
0.5 Anche s.f. (codarda).
Locuz. e fras. codardo d'animo 1.
0.7 1 Vile, che si comporta per paura in modo sleale e disonorevole (anche sost.). 1.1 [Rif. ad un'azione:] meschino, di poco conto, degno di un uomo vile. 1.2 S.f. [Con prob. sfumatura oscena]. 2 Timoroso, che ha un atteggiamento timido e titubante (nei confronti di una persona o davanti alla prospettiva di un'azione).
0.8 Elisa Guadagnini 16.12.2002.
1 Vile, che si comporta per paura in modo sleale e disonorevole (anche sost.).
[1] Fiori di filosafi, 1271/75 (fior.), pag. 181.9: Quelli è prode e di grande animo che non desidera briga come folle nè no le teme come codardo.
[2] <Egidio Romano volg., 1288 (sen.)>, L. 3, pt. 1, cap. 9, pag. 227.15: La terza cosa a che l'uomo die guardare, si è, se i vicini sono amici o nemici, e se i vicini d'intorno alla città sono codardi od arditi: ché, secondo ciò che i vicini ànno diverse condizioni, l'uomo die istabilire ed ordinare diverso numero di battaglieri...
[3] Bono Giamboni, Vizi e Virtudi, a. 1292 (fior.), cap. 12, pag. 29.7: E anche se intervenisse che le movessi da casa per questo regno conquistare, e quando fossi nella via, sí come vile e codardo, l'abandonassi per paura ch'avessi di molti nimici che si veggono d'intorno...
[4] Conti di antichi cavalieri, XIII u.q. (aret.), 7, pag. 96.10: E quando fo Pompeio andato làe, e Tolomeo, sapendo come el facto era stato da Cesare vento, come codardo e traditore, pensòe el magiure male che mai pensato o facto fosse, ciò fo d'ucidere Pompeio, a cui de servire tanto era tenuto, ed a Cesar mandare el capo suo.
[5] Monte Andrea (ed. Minetti), XIII sm. (fior.), tenz. 91.13, pag. 241: E tu, Amor, che messo m'ài in tal laccio / ch'e', pur vollesse, partir no mmi poria, / ché no la feri de l'amoroso dardo? / Poi vederai s'e' così la disamo / come tu di', o ver' te son codardo!
[6] Jacopone (ed. Contini), XIII ui.di. (tod.), 6.12, pag. 78: So' circundata da figli bastardi: / en onne mia pugna se mustra codardi. / Li miei ligitimi, spade né dardi, / lo lor coraio non era mutato.
[7] Armannino, Fiorita (07), p. 1325 (ven.), pag. 112.36: Poliniçe e Canpaneo respoxe a questo Anficaro como vile e codardo, solo per paura ch'elo à de açonçerse al campo deli nemisi, el qual el crede ch'eli sia tanto posenti che la nostra parte non posa scontrarli...
[8] Cavalca, Specchio di croce, a. 1342 (pis.), cap. 8, pag. 35.9: Noi siamo in questa vita in un campo di battaglia, nel quale il nostro capitano Cristo è morto per noi liberare. Chi adunque fugge, e non sostiene li colpi e le ferite per lui volentieri, sarà codardo cavaliere e senza gloria.
[9] Parafr. pav. del Neminem laedi, 1342, cap. 15, pag. 73.32: E chomo bastardi e bruti coardi e vilissimi ribaldi andemo dré al mondo e se semo fachij scriver a le soe banderie per lecharia del soldo ch'el dà de tre guise...
[10] Fontana, Rima lombarda, 1343/46 (parm.), 316, pag. 36: E po' che semmo a parlar lo vero / dirove per vulgar senza latino / de quel segnor de mo lo so calmero, / ciò è del glorios' messer Luchino / chi per bataia liberò Lombardi / ch'a li Thodeschi non facesse inchino, / li qualli se tenia sì gaiardi / che se pensava vincer per paura / dicendo «li Lombardi sum coardi».
[11] Giovanni Colombini, a. 1367 (sen.), 71, pag. 185.5: E però, carissime figliuole di Jesù Cristo benedetto, non siamo nigrigenti, nè pigari, nè codardi, ma velocemente ci facciamo rincontra al dono grande di Dio colla smisurata carità, con uno amore che senta del pazzo, col desiderio della santa povertà, con amore fra voi, con festa, con giubilo e canto...
[12] Libro di Sidrach, a. 1383 (fior.), cap. 166, pag. 206.4: Altra gente sono, che si chiamano codardi, e sono vantatori; e lo giorno vanno saviamente tra la gente, e la notte si devisano, e vanno per le ville, come arditi, perché sono sicuri non saranno conosciuti.
[13] Tristano Veneto, XIV, cap. 288, pag. 260.15: «Sapié che tuta Cornovaya sè vergognada et vituperada, e chussì tuti li chavalieri li qual sè qua como li plui malvasi e li plui choardi cavalieri e li plui tristi che sia al mondo».
- Fras. Codardo d'animo.
[14] Paolo da Certaldo, XIV sm. (tosc.), cap. 306, pag. 175.1: Molto ti guarda di non essere vile né codardod'animo; e mai, in niuno fatto ch'abbi a fare, non t' abbandonare né non ti lasciare vincere al peccato de l' accidia...
1.1 [Rif. ad un'azione:] meschino, di poco conto, degno di un uomo vile.
[1] Sacchetti, La battaglia, 1353 (fior.), II, ott. 59.3, pag. 36: Chi l'Adovarda guarda lá dov'arde / il gran valor che suo biltá dimostra, / tosto dispregia l'opere codarde, / uscendo fuor de la mondana chiostra; / e di tanta virtú nel cor riarde / che spande el nome suo da borea a l' ostra...
1.2 S.f. [Con prob. sfumatura oscena].
[1] Sacchetti, Rime, XIV sm. (fior.), 159.329, pag. 160: Corre la bertazza / la ciutazza / e la fiorina pazza, / la filacca e la zambracca / e la mingarda / e la sogliarda / e la codarda / e la Tromberta, / e caricangli la Berta / e danogli un cimbotto, / e sotto ciascuna lu' buratta. || Cfr. Ageno, Sacchetti, Rime, p. 213 commenta: «non semplicemente 'vile', ma in più stretta connessione con coda»: cfr. coda.
2 Timoroso, che ha un atteggiamento timido e titubante (nei confronti di una persona o davanti alla prospettiva di un'azione).
[1] Sonn. ann. Vat.Lat. 3793, XIII/XIV (tosc.), 16.8, pag. 65: Come candela ha pic[c]iola chiartate / a gra·lumera, quando apresso l'arde, / così l'altre vi sono asomigliate: / però di starvi apresso son codarde.
[2] Pistole di Seneca, a. 1325? (fior.), 77, pag. 200.24: Confessa, che né per amore del Senato, né della Corte, né per desiderio della natura delle cose, tu non diventi, né se' più codardo a morire.
[3] Guido da Pisa, Fatti di Enea, XIV pm. (pis.), cap. 50, pag. 93.19: «Che paura è questa, o dolorosi Toscani? che codardia è questa ch' avete nelli vostri cuori? una femina, o sciagurati uomini, ha messo in volta tutte le vostre ischiere? a che portate li ferri in mano, a che l' arme in dosso? voi non sete così vili nè così codardi al mangiare e al bere e alle battaglie del letto».
[4] Boccaccio, Rime, a. 1375, pt. I, 29.6, pag. 30: S'io ti vedessi, Amor, pur una volta / l'arco tirare e saettar costei, / forse ch'alcuna speme prenderei / di pace ancor, della mia pena molta; / ma perché baldanzosa, lieta e sciolta / la veggio e te codardo inver di lei, / non so ben da qual parte i dolor miei / s'aspettin fine, o l'anima ricolta.
[u.r. 04.11.2020]