0.1 cholmo, colmi, colmo, comol, cormo, culmo, culmu.
0.2 Lat. culmen (DELI 2 s.v. colmo).
0.3 Restoro d'Arezzo, 1282 (aret.): 1.
0.4 In testi tosc.: Restoro d'Arezzo, 1282 (aret.); Monte Andrea (ed. Minetti), XIII sm. (fior.); Teperto, Lettera in prosa, XIII sm. (pis.); Conv. papa Clemente, 1308 (?) (fior.); Bind. d. Scelto (ed. Gozzi), a. 1322 (sen.).
In testi sett.: Anonimo Genovese (ed. Cocito), a. 1311; Doc. venez., 1316 (3); Jacopo della Lana, Inf., 1324-28 (bologn.); Stat. trent., c. 1340; Parafr. pav. del Neminem laedi, 1342.
In testi mediani e merid.: Doc. orviet., 1339-68, [1339]; Buccio di Ranallo, Cronaca, c. 1362 (aquil.), [c. 1340]; Gloss. lat.-eugub., XIV sm.
In testi sic.: Accurso di Cremona, 1321/37 (mess.).
0.5 Locuz. e fras. al colmo 3.1.1; dare di raso colmo 3.1.3; in colmo 2.2; tenere in colmo 2.3.4; vendere a colmo e accattare raso 3.1.2.
0.7 1 Punto più alto del tetto o del soffitto di una casa, culmine. 2 Punto più alto, di massima elevazione, vertice, culmine. 2.1 Signif. incerto (la parte superiore del cavolo?). 2.2 Locuz. avv. In colmo: in alto (?). 2.3 Fig. 3 Bordo superiore di un recipiente o contenitore. 3.1 Locuz. e fras. 3.2 Fig. Ciò che porta all'ultimo grado una situazione o circostanza negativa.
0.8 Gian Paolo Codebò 12.02.2003.
1 Punto più alto del tetto o del soffitto di una casa, culmine.
[1] Restoro d'Arezzo, 1282 (aret.), L. II, dist. 1, cap. 2, pag. 51.15: lo spazzo de la casa de rascione è meno nobele del colmo de la casa...
[2] Conv. papa Clemente, 1308 (?) (fior.), pag. 9.23: di dietro a la sedia, fu una richisima peza di sciamito vermiglio per erto, che tene dal solaio insino al colmo del tetto.
[3] Doc. orviet., 1339-68, [1339], pag. 123.8: XXX s. diedi al detto mastro Lieto p(er) VII leni di quali se ne fecie el portico dela camora e a(n)q(ue) el colmo del tetto.
[4] Ciampolo di Meo Ugurgieri, a. 1340 (sen.), L. 5, pag. 159.15: la tempesta con molta grandine suona nei colmi dei tetti...
[5] Stat. trent., c. 1340, cap. 48, pag. 40.17: Anço si deba tor la soa capa con la disciplina e sì se deba ligar al colmo de la casa nostra...
2 Punto più alto, di massima elevazione, vertice, culmine.
[1] Dante, Commedia, a. 1321, Inf. 19.128, vol. 1, pag. 328: Né si stancò d'avermi a sé distretto, / sì men portò sovra 'l colmo de l'arco / che dal quarto al quinto argine è tragetto.
[2] Bind. d. Scelto (ed. Gozzi), a. 1322 (sen.), cap. 438, pag. 463.10: Lo maestro pose la 'magine in alto e l'à assisa sopra lo colmo de la sepoltura...
[3] Jacopo della Lana, Inf., 1324-28 (bologn.), c. 21, 1-18, pag. 511, col. 2.4: elli andono suso un colmo d'uno delli rivai, lo qual partía l'una bolza dall'altra...
[4] Ottimo, Purg., a. 1334 (fior.), c. 33, pag. 592.2: Non vuole dire altro, se non che già era mezzo die, quando il Sole era di colore più fiammeggiante, e va più lentamente, però ch'è il montare al colmo dell'arco, ed il discendere.
[5] Gl Maramauro, Exp. Inf., 1369-73 (napol.>pad.-ven.), cap. 34, pag. 494.2: Qui dice ancora V. a D. como esso è gionto soto lo emisperio, idest australe, soto 'l cui colmo, idest monte e altitudine...
2.1 Signif. incerto: la parte superiore del cavolo?
[1] Gloss. lat.-eugub., XIV sm., pag. 99.2: Hic tirsus, si id est lo comol del colo.
2.2 Locuz. avv. In colmo: in alto (?).
[1] Matteo Villani, Cronica, 1348-63 (fior.), L. 4, cap. 74, vol. 1, pag. 581.1: Secondo che noi comprendiamo da coloro che conversavano intorno allo 'mperadore, la sua persona era di mezzana statura [[...]] di pelo nero, il viso larghetto, li occhi grossi, e le gote rilevate in colmo, la barba nera, e il capo calvo dinanzi.
[1] Monte Andrea (ed. Minetti), XIII sm. (fior.), canz. 10.130, pag. 109: Chi vol vera sentenza di me, or n'à: / pensando tuto ciò che frescia e orna, / a ffar valere ömmo e por[r]e al colmo / (ed ongne vertudioso be[n] n'è colmo!), / nel contrado per me ongnor si monta.
[2] Anonimo Genovese (ed. Cocito), a. 1311, 57.19, pag. 342: Ni elo creo esse movuo / de sì lonzi per dar stormo, / se no per venir in colmo / d'onor chi g'è inprometuo.
[3] Ottimo, Inf., a. 1334 (fior.), c. 30, pag. 513.12: il mio dolore è nel co[lm]o.
[4] Accurso di Cremona, 1321/37 (mess.), L. 3, cap. 1, vol. 1, pag. 98.16: li cumenzamenti di virtuti ricuntirò et di lu animu, qui in processu di tempu divi perviniri a suvranu culmu di gloria, segundu pari per certu indiciu di futura bontati.
[5] Parafr. pav. del Neminem laedi, 1342, cap. 2, pag. 7.23: quel chi è mato e re', desconzo e malvaxo, duro e pessimo, veçan cresser e montar in le gran richeze possança e colmo d'onor...
[6] Giovanni Villani (ed. Porta), a. 1348 (fior.), L. 12, cap. 67, vol. 3, pag. 150.10: e certo in questo tempo e poco apresso fu in grande colmo e potenzia...
[7] Marchionne, Cronaca fior., 1378-85, Rubr. 726, pag. 277.22: Nel detto anno essendo la setta degli Albizi in colmo per la Chiesa e per lo Cardinale e per la lega, parve l'altra setta d'Uguccione de' Ricci dare a terra le reni...
2.3.2 [In partic. nell'espressione colmo della vita:] punto o momento culminante (della vita umana).
[1] Dante, Convivio, 1304-7, I, cap. 3, pag. 13.13: fu piacere delli cittadini della bellissima e famosissima figlia di Roma, Fiorenza, di gittarmi fuori del suo dolce seno - nel quale nato e nutrito fui in fino al colmo della vita mia...
2.3.3 [Con rif. anche esplicito all'immagine della ruota della fortuna:] momento o situazione di massima fortuna, potenza, gloria, prosperità.
[1] Teperto, Lettera in prosa, XIII sm. (pis.), pag. 434.17: come dirivati sono del colmo della ruota inn- abisso!
[2] Boccaccio, Trattatello (Toled.), 1351/55, pag. 28.15: Ma la Fortuna, volgitrice de' nostri consigli e inimica d'ogni umano stato, come che per alquanti anni nel colmo della sua rota gloriosamente, reggendo, il tenesse, assai diverso fine al principio recò a lui, in lei fidantesi di soperchio.
[3] Sacchetti, Trecentonovelle, XIV sm. (fior.), 144, pag. 321.12: Quando messer Mastino era nel colmo della rota nella città di Verona, facendo una sua festa, tutti i buffoni d'Italia, come sempre interviene, corsono a quella...
2.3.4 Fras. Tenere in colmo: mantenere integra (una proprietà).
[1] Doc. venez., 1316 (3), pag. 148.10: item voio et ordeno che se li diti mie' redi morise tuti anenti etade perfeta, che tuti li mie' beni, li qual se trovase, se debia investir in posession le qual posession no se posa ni debia poder vendre ni per algun oltro modo alienar defim che li diti mie' nevodi Polo e Çanin Dandolo no avese redi, li qual redi avese pasada perfeta etade, ma nintemen ebia li fiti dele dite posession, siando eli tegnudo de tegnir quele in colmo e in conço...
3 Bordo superiore di un recipiente o contenitore.
[1] Giovanni Villani (ed. Porta), a. 1348 (fior.), L. 13, cap. 13, vol. 3, pag. 322.22: Ancora si recò la misura dello staio, ove si facea al colmo, perché vi s'usava frode si recò a raso, crescendo il colmo nel raso, e più da libra I e mezza in II lo staio del grano...
3.1.1 [Detto di una misura di capacità:] locuz. agg. Al colmo: che utilizza come riferimento un contenitore riempito fino al bordo superiore.
[1] Giovanni Villani (ed. Porta), a. 1348 (fior.), L. 12, cap. 67, vol. 3, pag. 151.15: in Firenze valse lo staio del grano al colmo soldi VIII...
3.1.2 Fras. Vendere a colmo e accattare raso.
[1] Buccio di Ranallo, Cronaca, c. 1362 (aquil.), [c. 1340] son. 3.13, pag. 117: Et la secunda è vivere ordenato, / Mettere rascione de ciò che li va l'ando, / Et dello formento sempre stei parato. / Ma multi son colloro che no llo fanno, / Ché vendo ad culmo et accatano raso, / Et infine quisti ne ao plu danno. || Il senso di queste espressioni fraseologiche si spiega in base a 3.1.1 e a espressioni come vendere a moggio colmo per le quali v. colmo (2) agg.
3.1.3 Fras. Dare di raso colmo.
[1] Anonimo Genovese (ed. Cocito), a. 1311, 140.224, pag. 582: con gran vigor gi va d'entorno / per dargi ben de raso colmo. || 'Per dargli ciò che si merita, per colmargli la misura' (Cocito); il senso preciso di queste espressioni fraseologiche si spiega in base al sign. 3.1.1 e a espressioni come vendere a moggio colmo per le quali v. colmo (2) agg.
3.2 Fig. Ciò che porta all'ultimo grado una situazione o circostanza negativa.
[1] Parafr. pav. del Neminem laedi, 1342, cap. 8, pag. 38.7: e po' ghe ven tante malatie de diverse mainere, e van e po' tornan chomo gle avie al vasel, e dapo' per un colmo e per sovreçongia de tuti gli altri mai ghe ven le peanne e ghote a le man...
[u.r. 06.11.2020]