CUCINARE v.

0.1 chucinare, cucinano, cucinare, cucinava, cusinar.

0.2 Da cucina.

0.3 Guittone, Rime (ed. Contini), a. 1294 (tosc.): 1.1.

0.4 In testi tosc.: Guittone, Rime (ed. Contini), a. 1294 (tosc.); Valerio Massimo, prima red., a. 1338 (fior.); Stat. lucch., XIV pm.

In testi sett.: Stat. bologn., 1294; San Brendano ven., XIV.

In testi mediani e merid.: Regimen Sanitatis, XIII (napol.); Anonimo Rom., Cronica, XIV.

0.6 N Doc. esaustiva.

0.7 1 Preparare tramite cottura il cibo per la consumazione. 1.1 Fig. 2 Sost. Attività, arte del preparare e cuocere il cibo.

0.8 Pär Larson 02.01.2003.

1 Preparare tramite cottura il cibo per la consumazione.

[1] Stat. bologn., 1294, pag. 1.17: nè alcuna altra persona che da mo enanze osa, o vero presuma per alcuno modo andare a cucinare ad alcuna delle dette nozze, o vero corriede, si enprima ei non seranno appresentate denanzi ai detti notari del fango e dare e porgere en scripto el suo nome e sopranome ed el nome di quelle persone onde anderanno a cucinare a la pena de un bolognino d'oro a ciascheduno e per ciascheduna volta che contrafacessero.

[2] Regimen Sanitatis, XIII (napol.), 352, pag. 573: La grua è malenconica, ma se la voi mangiare, / de prendere poi caloe te digi remembrare, / et ancora consigllote dui giorni ademurare / poi che la fai aucidere; fa po' la cucinare; / co multi specie calde la manduca / e vino puro e buono la conduca.

[3] Valerio Massimo, prima red., a. 1338 (fior.), L. 9, cap. 1, pag. 608.5: Da quella parte li pesci tratti da li lidi del mare Oceano con ghiotti preparamenti si cucinano, da quell'altra parte per li maestri e archicuochi trovato si è il desiderio di mangiare e di bere.

[4] Simone Fidati, Regola, a. 1348 (tosc.), pt. III, pag. 239.27: Ma se alcuno tuo domestico o buona persona abbisognasse, provvedilo secondo lo suo bisogno e la tua possibilità per altrui mano occultamente. Non apparecchiare in tua casa nè cucinare per niuna persona di fuori di casa.

[5] San Brendano ven., XIV, pag. 50.21: puo' mese entro la spensaria de XL dì per aver che manzar e che ber, e sì mese borito per manzar e altre cose per cusinar de far quelo che li à luogo a le persone.

[6] Anonimo Rom., Cronica, XIV, cap. 11, pag. 82.7: XL milia corpora de Saracini fuoro presi, maschi e femine, li quali fine nello dìe de oie staco siervi de Spagnuoli. Zappano, arano, filano, tiesso, cucinano e aitri mestieri secunno le connizioni. Onne artificio faco.

1.1 Fig.

[1] Guittone, Rime (ed. Contini), a. 1294 (tosc.), Canz. 11.13, pag. 232: Oh che crudele ed amaroso amaro / ne la perdita tua gustar dea core / che gustò lo dolzore / dei dolci e veri tuoi magni condutti, / che, pascendo bon' ghiotti, / lo valente valor tuo cucinava! / e pascea e sanava / catun mondan ver gusto e viso chiaro, / sentendo d'essi ben la bonitate.

2 Sost. Attività, arte del preparare e cuocere il cibo.

[1] Fr. da Barberino, Regg., 1318-20 (tosc.), pt. 1, cap. 11.69, pag. 39: Li mangiar che lle donne / Con sua nettezza fanno / Solglion molto piagier ai lor congiunti, / Ed anco tal fiata / In caso e tenpo di necisità: / Lodo sed ella inprenderà da donna / O altra servigiale / Ciaschuno comune e sottil chucinare.

[2] Fr. da Barberino, Regg., 1318-20 (tosc.), pt. 12, cap. 1.31, pag. 302: In chucinare ed inn altre ovre sue / Netta sia quantunque più puote.

[u.r. 31.08.2009]