0.1 abbominabile, abbominabili, abhominabili, abomenabele, abominabel, abominabele, abominabile, abominabili, abominabole, abominaboli.
0.2 Lat. abominabilis (DEI s.v. abominare).
0.3 Bestiario moralizz., XIII (tosc./aret.-castell.): 1.1.
0.4 In testi tosc.: Andrea Cappellano volg. (ed. Ruffini), XIV in. (fior.); <Cavalca, Disc. Spir., a. 1342 (pis.)>; Bestiario Tesoro volg., XIV pm. (sen.).
In testi sett.: Matteo dei Libri, XIII sm. (bologn.); Paolino Minorita, 1313/15 (venez.); Dondi dall'Orologio, Rime, XIV (padov.).
In testi mediani e merid.: Stat. cass., XIV; Destr. de Troya, XIV (napol.).
In testi sic.: Accurso di Cremona, 1321/37 (mess.).
0.7 1 Degno di abominazione, orribile, esecrabile; contrario alle leggi divine o umane. 1.1 Fras. Abominabile a, appo, appresso Dio. 2 Nauseabondo, ributtante.
0.8 Pär Larson 26.03.2003.
1 Degno di abominazione, orribile, esecrabile; contrario alle leggi divine o umane.
[1] Paolino Minorita, 1313/15 (venez.), cap. 27, pag. 33.19: Toncha empensa co de' esser abominabile cosa al cristian questo çogo, per lo qual l'omo perde Dio, perde li parenti e li amisi, perde l'anema e la robba, la qual co gran fadiga è acquistada da li avi e da li soi antecessori.
[2] Ottimo, Inf., a. 1334 (fior.), c. 9, pag. 156.30: E così queste tre Furie rapresentano la [e]retica malizia, della quale nulla n'è più grave, nè tanta, il cui pensamento è Aletto, cioè tempestoso; il parlare Tesifone, cioè malvagio, e abominabile...
[3] Accurso di Cremona, 1321/37 (mess.), L. 7, cap. 6, vol. 2, pag. 131.17: Eciandeu li amarissimi ligi et li crudilissimi imperij di la abhominabili necessitati constrinsiru la nostra citati, et eciandeu l'altra genti strania, a patiri multi cosi gravusi non skictu ad intendiri, ma eciandeu ad audirli sulamenti.
[4] Boccaccio, Esposizioni, 1373-74, c. IV (i), par. 325, pag. 250.26: Orfeo [[...]] avendo comandato questi sacrifici farsi da' cori delle Menade, cioè delle femine le quali quel natural difetto patissono, del quale esse ogni mese sono, almeno una volta, impedite, e questo aveva fatto a fine di torle in quel tempo dalle commistioni degli uomini, con ciò sia cosa che non solamente sia abominabile, ma ancora dannoso agli uomini...
[5] Gl Stat. cass., XIV, pag. 17.21: «Corrupti sunt et abhominabiles facti sunt [in] voluntatibus suis». et de capu q(ua)n(do) noy avemo paure de quilla cosa, quale ène dicto de li negligenti: «Innelle voluntate, illo sone corrupti et sone facti abhominabili».
[6] Destr. de Troya, XIV (napol.), L. 22, pag. 198.34: E veracemente li lloro planti e li smesurati tormienti dello gran tribulare, chi elle facevano per la morte de Hector, erano sì orribeli che forria cosa non utele e quase abomenabele a voleresse particularemente narrare.
1.1 Fras. Abominabile a, appo, appresso Dio.
[1] Bestiario moralizz., XIII (tosc./aret.-castell.), 42.11, pag. 824: Così fa l'omo, misero, dolente, / ke se delecta a fare li peccati / ke sono abominabiliappo Deo.
[2] Matteo dei Libri, XIII sm. (bologn.), 23, pag. 74.1: Ancora dice quel savio: «Ki face iusto quel k'è impio e reo [e] condempna lo iusto, e l'uno e l'altre è abominabelea Deo».
[3] Andrea Cappellano volg. (ed. Ruffini), XIV in. (fior.), L. III, cap. 33, pag. 305.34: neanche a Dio cotal natione piace, sì come apertamente n'amaestra la Scrittura santa, la quale dice: «Quellino che nascono d'avolterio sono abominaboliapo Idio».
[4] <Cavalca, Disc. Spir., a. 1342 (pis.)>, cap. 1, pag. 8.18: Onde, siccome il cibo rigettato è di più schifezza, e più abominabile, che qualunque altro cibo freddo, e dispiacevole; così l'uomo tiepido, e freddo è più abominabile appresso Dio, che quale altra si voglia maniera di peccatori.
[1] <Cavalca, Disc. Spir., a. 1342 (pis.)>, cap. 1, pag. 8.15: il cibo rigettato è di più schifezza, e più abominabile, che qualunque altro cibo freddo, e dispiacevole...
[2] Bestiario Tesoro volg., XIV pm. (sen.), cap. 80, pag. 339.9: La sua carne ène frigida, ponderosa et grassa abominabile.
[3] Gregorio d'Arezzo (?), Fiori di med., 1340/60 (tosc.), pag. 55.1: uno animale ch'èe appellato lepus marino, et rana velenosa, cioè bocta; e questo si conosce perché fae uscire di bocca molto abominabole sapore et puççolente odore et gran molestia ne' veleni, peroe che le corrompe, oppilando le vie con sua grosseçça.
[4] Dondi dall'Orologio, Rime, XIV (padov.), 7.1, pag. 23: O puzza abominabel de' costumi, / o maleditti dì de nostra etade, / o gente human[a] senza humanitade, / più che senza splendor li obscuri fumi!
[5] Contemptu mundi (II), XIV sm. (tosc.), cap. 18, pag. 68.32: La gola richiede uno caro tributo, ma lo rende vilissimo, però che, quanto piú dolci sono e cibi, tanto piú puzzolente sterco manda fuora, e bruttamente manda dentro dalla parte di sopra, e di sotto exprimendo orribil fiato e mandando fuora suono abominabile.
[u.r. 07.03.2022; doc. parzialm. aggiorn.]