ÀQUILA s.f.

0.1 acquila, aghila, aguila, aguile, àguilla, aigla, aquil', aquila, aquile, aquili, aquilia, aquilla, ayguina.

0.2 Lat. aquila (LEI s.v. aquila).

0.3 Giacomo da Lentini, c. 1230/50 (tosc.): 1.

0.4 In testi tosc. e toscanizzati: Giacomo da Lentini, c. 1230/50 (tosc.); Restoro d'Arezzo, 1282 (aret.); Federigo Gualterotti, XIII sm. (fior.); Laude di Cortona (ed. Contini), XIII sm.; Bestiario toscano, XIII ex. (pis.); Fatti di Cesare, XIII ex. (sen.); Pietro dei Faitinelli, XIV pm. (lucch.); Ricette di Ruberto Bernardi, 1364 (fior.).

In testi sett.: Serventese romagnolo, XIII tu.d.; Elucidario, XIV in. (mil.); Jacopo della Lana, Par., 1324-28 (bologn.); Fontana, Rima lombarda, 1343/46 (parm.); Sam Gregorio in vorgà , XIV sm. (lig.).

In testi mediani e merid.: Proverbia pseudoiacop., XIII (abruzz.); Bosone da Gubbio, Capit., c. 1328 (eugub.); Stat. perug., 1342; Buccio di Ranallo, Cronaca, c. 1362 (aquil.); Anonimo Rom., Cronica, XIV; Destr. de Troya, XIV (napol.).

In testi sic.: Giovanni Campulu, 1302/37 (mess.); Accurso di Cremona, 1321/37 (mess.).

0.5 Locuz. e fras. occhio d'aquila 1.1.

0.7 1 [Zool.] Grande rapace diurno della famiglia dei Falconidi: per lo più l'aquila reale. 1.1 Fras. Occhio d'aquila (rif. alla vista acutissima dell'uccello): visione penetrante e sagace. 1.2 Fig. [Immagine poetica della donna amata]. 1.3 Fig. [Simbolo di alto ingegno, intelligenza profonda, persona eccelsa (Omero, San Bernardo...; simbolo dell'evangelista Giovanni)]. 2 Raffigurazione dell'aquila (come insegna militare delle legioni romane o simbolo della potenza imperiale di Roma antica o del Sacro romano impero medioevale, o comunque di un'autorità regale; come modulo decorativo per es. nelle stoffe, nelle bandiere, nelle armature, sulle monete). 2.1 Fig. Potere imperiale (in partic. dei Romani, o del Sacro Romano Impero); colui che lo impersona, l'imperatore stesso. 3 [Arald.] Segno ricorrente nell'arme sia di famiglie che di istituzioni, comuni, signorie, etc. 4 [Astr.] Nome di una costellazione.

0.8 Redazione interna 10.03.1998.

1 [Zool.] Grande rapace diurno della famiglia dei Falconidi: per lo più l'aquila reale.

[1] Giacomo da Lentini, c. 1230/50 (tosc.), Son. 20.8, pag. 280: così mi fere Amor là 'vunque passo, / com'aghila quand'a la caccia è giunta.

[2] Restoro d'Arezzo, 1282 (aret.), L. I, cap. 8, pag. 15.19: adonqua vultur volans non potarea significare sola una generazione d'avoltoi, anzi è mestieri de rascione ch'elli significhi molte generazioni d'avoltoi, e specialemente quelli c'hano altissimo volato; e potarease dire che l'aquila fusse de quella bailìa, e altri come so' girfalchi e falconi e altre generazioni d'avoltoi.

[3] Bestiario moralizz., XIII (tosc./aret.-castell.), 34.1, pag. 808: L'aquila lo gentile modo tene / per volere saper la diritura / se li filioli seguitano bene / lo propïo viagio e la natura. / Poneli al sole, ove ficto vene, / e va mirando lor[o] guardatura...

[4] Proverbia pseudoiacop., XIII (abruzz.), pag. 33.20: 'Ntra la cornacia e·ll'aquila ben say ki plu· mmenacça.

[5] Fatti di Cesare, XIII ex. (sen.), L. Luc. 7, cap. 29, pag. 237.20: Et in cotal modo provavano loro femine, se facevano a loro fallo di loro corpo; e li loro figliuoli provavano, come fa l'aquila de li suoi pulcini; chè s'e' pulcini dell'aquila non guardassero fisso ne' raggi del sole, sì li gitta fuore del suo nido.

[6] Bestiario toscano, XIII ex. (pis.), cap. 35, pag. 58.11: E sì chome l'aquila che si rinovella batteggiandosi tre fiate in acqua, lo similliante diviene di tucti quelli che ssi batteggiano del sancto battesmo; che vi sono tufati tre fiate, che vi sono rinovellati in de la fede.

[7] Contr. Cristo e Satana, c. 1300 (pis.), pag. 33.13: E 'l lupo singnoreggia le pecore per forsa, et l'aguila li ucelli et l'uno pescio l'aultro. Queste sono legge natorale.

[8] Elucidario, XIV in. (mil.), L. 3, quaestio 53, pag. 200.1: vonde dixe la Scritura che «li sancti receverano penne com de ayguina» e volarano.

[9] Jacopo della Lana, Par., 1324-28 (bologn.), c. 1, 37-48, pag. 11, col. 2.12: Tutto a simele come l'aquila per força del nervo visivo sí sosten lo radiar del sole, cussí Beatrixe per simel força riguardava a cotanta chiaritade.

[10] Fazio degli Uberti, Rime pol., c. 1335-p. 1355 (tosc.), [c. 1335] 1.8, pag. 21: A dirlo qui per rima / sarebbe lungo quanto aquila vola...

[11] Boccaccio, Filostrato, 1335-36 (?), pt. 3, ott. 91.2, pag. 107: Ne' tempi delle triegue egli uccellava, / falcon, gerfalchi ed aquile tenendo, / e tal fiata con li can cacciava, / orsi, cinghiari e gran lion seguendo, / li piccioli animal tutti spregiava...

[12] Giovanni Campulu, 1302/37 (mess.), L. 4, cap. 26, pag. 148.11: E zo dixi Xristu pir si midemj: «Duvy è lu corpu, illocu si congregirannu li aquili». Pir «lu corpu» sì intisi Xristu si midemj, pir «li aquili» intisi li animj electi e pirfecti: tantu voli diri: «duvy su eu, sirrannu tucti li pirfecti animi di li justi».

[13] Accurso di Cremona, 1321/37 (mess.), L. 9, cap. 12, vol. 2, pag. 229.3: et assetausi ad unu locu herbusu et virdi, supra lu quali una aquila, purtandu una tartuca, gabbata la aquila per lu splendur di la capu, ca issu era scalvaratu, schupaunci la tartuca, credendu que fussi una petra, per tal que rutta la tartuca issa se passissi di la carni.

[14] Libri astron. Alfonso X, c. 1341 (fior.), Libro delle stelle fisse, L. 1, pag. 14.3: Altressì parleremo d'altra figura, che si chiama in latino aquila, ouero uultur uolans, e in castellano altressì due nomi, aguila, o bueytre uolante, e in fiorentino aguila, ouero auoltoio uolante...

[15] Arte Am. Ovid. (A), XIV pm. (pis.), L. I, pag. 55.19: e, sì come la tementissima torba de le colombe fugge per le aguile, e sì come la giovana pecora fugge vedendo li lupi, cusì quelle donne temetteno li omini che furiosamente e senza ordine veniano contra loro...

[16] A. Pucci, Libro, 1362 (fior.), cap. 39, pag. 282.33: Aquila vedersi sopra capo, infermità.

[17] Buccio di Ranallo, Cronaca, c. 1362 (aquil.), quart. 272, pag. 60: Et sopra li panni ruscy sedeano l'aquile bianche, / Intorno allo carro saltavano quelle briate franche...

[18] Ricette di Ruberto Bernardi, 1364 (fior.), pag. 71.13: Portala techo! Eridese è una pietra si truova nel nido de l'àguilla; ed è una pietra che n'à un'altra dentro...

[19] Malattie de' falconi, XIV (tosc.>lomb.), cap. 34, pag. 41.15: Per l'aigla dei dire questo verso: Vincit Leo de tribu Iuda, radix David, alleluia etc.

[20] Anonimo Rom., Cronica, XIV, cap. 11, pag. 88.22: Ène lo castiello bellissimo e fortissimo. Hao nome Iubaltare. Stao in una penna de preta viva aitissima. Su in quella preta l'aquile faco lo nido.

[21] Destr. de Troya, XIV (napol.), L. 30, pag. 252.38: una aquila volando per l'ayro gridando con quella soa voce sobetamente scendendo da alto e derrupandose sopre all'altaro, tucta quella 'ntrammamenta nde rapio e portaondelle colle rapace ongne soy alle nave de li Grieci.

- [In contesto metaf.].

[22] Sam Gregorio in vorgà , XIV sm. (lig.), L. 4, cap. 22, pag. 245.17: Ma iairamenti è certo ch' ele sum anime d'alquanti iusti sì perfecti, che incontenente che elle esen de lo corpo sum recevue in cel, segundo che De' mostrà digando: «Inunqua sea lo corpo se cungreram l'aquile»; perçò che lì und' elo [è] çoè in cel, l'aquile, çoè l'anime de li omi perfecti, incontanente voram.

1.1 Fras. Occhio d'aquila (rif. alla vista acutissima dell'uccello): visione penetrante e sagace.

[1] Guittone, Lettere in prosa, a. 1294 (tosc.), lett. 1, pag. 5.1: Ché, si ben consideriamo, amico mio, non con o[c]chi di talpa, ma d'aquila o de ciervieri, gentilessa di sangue, bealtà di persona, libertà di corpo u di podere, ricchessa di terra o d'auro, e chatuna grandessa seculare...

1.2 Fig. [Immagine poetica della donna amata].

[1] Poes. music., XIV (tosc., ven.), Zaccaria ball. 4.1, pag. 311: Sol mi trafigge 'l cor l'aquila bella / per l'ardente disio di rivedella. / Non fu diamante di tanta durezza, / che più fermo non sia costei servire, / tanto m'accese l'adorna vaghezza / del dolce viso nel primo ferire.

1.3 Fig. [Simbolo di alto ingegno, intelligenza profonda, persona eccelsa (Omero, San Bernardo...; simbolo dell'evangelista Giovanni)].

[1] Laude di Cortona (ed. Contini), XIII sm., Ogn'om canti novel canto, 36, pag. 55: O Giovanni, grazia viva, / aquila contemplativa, / gaudio fusti dell'uliva / la qual portò il [ Salv[a]tore ].

[2] Bosone da Gubbio, Capit., c. 1328 (eugub.), 71, pag. 379: Poscia descrive una bella forteçça / di poetria, come un' aquila vène / nel pensier suo da la divina alteçça.

[3] Laudario Magliabech., XIV sm. (fior.), 71.8, pag. 327: Sancto Bernardo amor[o]so, / giglio aulente dilectoso. / Ançi che tu fosti nato / sì fosti prefigurato / d'amore privilegiato, / nobile predicatore. / O Bernardo, fresc'uliva, / aquila contemplativa, / della Trinità divina / fosti sommo comprenditore.

2 Raffigurazione dell'aquila (come insegna militare delle legioni romane o simbolo della potenza imperiale di Roma antica o del Sacro romano impero medioevale, o comunque di un'autorità regale; come modulo decorativo per es. nelle stoffe, nelle bandiere, nelle armature, sulle monete).

[1] Fatti di Cesare, XIII ex. (sen.), L. Luc. 1, cap. 6, pag. 78.24: E sappi certamente che io non terrò per cittadini nè per amici coloro, contra li quali io vedrò tua aquila ismuovare e tuoi corni sonare.

[2] Dino Compagni, Cronica, 1310-12 (fior.), L. 3.35, pag. 213.18: E ne' bandi loro diceano: «A onore di Santa Chiesa, e a morte del re della Magna». L'aquile levarono dalle porti, e dove erano intagliate e dipinte; ponendo pena a chi le dipignesse, o le dipinte non ne spegnesse.

[3] Doc. sen., 1325, pag. 74.20: Anco, due guanciali foderati di baldacchino. Anco, due guanciali di panno lanio ad aquile.

[4] Armannino, Fiorita (12), p. 1325 (abruzz.), pag. 536.14: quive subitamente aparvero chavalieri in grande quantitade sotto bandiere tucti piene d'aquile: fra loro costoro grande batalglia fecero.

[5] Armannino, Fiorita (13), p. 1325 (abruzz.), pag. 32.12: Questuy vende in uno grande destrero, armato era de nova manera et in capo avea uno grande cimera con uno grande confalone de aquile intalgiato sopra la testa et copria tucto.

[6] Stat. perug., 1342, L. 1, cap. 4, par. 3, vol. 1, pag. 23.5: E volemo e ordenamo che alcuno podestade overo capetanio overo giudece de la giustitia overo alcuno ofitiale del comuno de Peroscia non possa êlla citade de Peroscia arecare, né arecare fare en bandiera overo pennone overo etiandio en targia overo alcune arme overo coperte de cavalgle alcuna ensengna d'aquila de qualunche colore, piccola overo grande...

[7] Fiorio e Biancifiore, 1343 (ven.>tosc.), st. 59.4, pag. 94: E trenta muli d'oro caricati / feciono venire imantenente, / mille scudi d'agiurro lavorati / ad aquile ed a leoni certamente...

[8] Guido da Pisa, Fiore di Italia, XIV pm. (pis.), cap. 58, pag. 136.25: Onde, credendo che questa aquila li fusse mandata da cielo in suo adiutorio, incontanente fece fare uno confalone ad aquila, secondo che scrive santo Isidoro nel decimo ottavo libro dell'etimologie.

2.1 Fig. Potere imperiale (in partic. dei Romani, o del Sacro Romano Impero); colui che lo impersona, l'imperatore stesso.

[1] Federigo Gualterotti, XIII sm. (fior.), 97.4.14, pag. 250: Sentenza, ['n] rima tua, nonn ag[g]io colta, / perch'e', per certo, or l'aquil'à colta.

[2] Serventese romagnolo, XIII tu.d., 37, pag. 881: L'aquila è salita e[n] trono e tornò lo nido / e vol esere onida da tal ch'è ne lo sidu; / per Deo dia vita a l'altu conte Guido / de Montefeltro.

[3] Dante, Commedia, a. 1321, Par. c. 6.1, vol. 3, pag. 83: «Poscia che Costantin l'aquila volse / contr'al corso del ciel, ch'ella seguio / dietro a l'antico che Lavina tolse, / cento e cent'anni e più l'uccel di Dio / ne lo stremo d'Europa si ritenne...

[4] Ottimo, Par., a. 1334 (fior.), c. 6, pag. 122.23: che Pallante, figliuolo di Evandro re, morìe per la mano di Turno, il quale era venuto in aiutorio d'Enea per dare, dice, il regno d'Italia all'aquila.

[6] Fontana, Rima lombarda, 1343/46 (parm.), 276, pag. 34: Sempre han cerchato trovar so' rebelli / et hano tochi color de le chiae / e quelli da li zigi e so' tropelli, / e sum secuti come che se vanna / l'aquila grande et imperiale, / de l'altri no li cura due fave.

[7] Fazio degli Uberti, Rime pol., c. 1335-p. 1355 (tosc.), [p. 1343] 3.31, pag. 28: Deh, apri l'ale al volo; / non sofferir più il danno e la vergogna / e fa che splenda l'aquila ne l'oro, / sì che tremin coloro / c'hanno usurpato e che usurpan quello / che acquistò Roma nel suo viver bello.

[8] Pietro dei Faitinelli, XIV pm. (lucch.), 8.11, pag. 428: Stïasi pur en Napoli o en Aversa, / en Capüa, Teano o vòl in Calvi: / ché l'aquila ha ghermito già San Salvi.

3 [Arald.] Segno ricorrente nell'arme sia di famiglie che di istituzioni, comuni, signorie, etc.

[1] Chiose Selmiane, 1321/37 (sen.), cap. 27, pag. 130.27: Ora dicie el testo che così mughiava questa fiamma. Dicie, che Ravenna sta in pacie, e che la decta Ravenna signoreggiano e signori da Polenta, e quali hanno ell'arme loro ad aquila.

[2] Giovanni Villani (ed. Porta), a. 1348 (fior.), L. II, cap. 3, vol. 1, pag. 64.22: i Fiorentini per lo nome di Fiorino e della città v'agiunsono per intrasegna il giglio bianco, e ' Perugini talora il grifone bianco, e Viterbo il campo rosso, e li Orbitani l'aquila bianca. Ben'è vero che ' signori romani, consoli e dittatori, dapoi che l'aguglia per agurio aparve sopra Tarpea, cioè sopra la camera del tesoro di Campidoglio, come Tito Livio fa menzione, si presono l'arme in loro insegne ad aquila...

[3] Chiose falso Boccaccio, Inf., 1375 (fior.), c. 27, pag. 215.23: Anche dicie ch'ella tiene Ciervia sotto le sue alie. E questo pone perché l'arme del signiore di Ravenna è una aquila ghuelfa.

4 [Astr.] Nome di una costellazione.

[1] Libri astron. Alfonso X, c. 1341 (fior.), Libro delle stelle fisse, L. 1, pag. 80.42: E questa è la figura secondo che appare nella spera. E chiamasi in latino aquila, e in fiorentino aguila, e in arabico alocab alnaçr altayr.

[u.r. 26.04.2018]