CARPARE v.

0.1 carpa, carpando. cfr. (0.6 N) carpate.

0.2 Lat. carpere (LEI s.v. carpere).

0.3 Dino Compagni, Rime, XIII ui.di. (fior.): 1.

0.4 In testi tosc.: Dino Compagni, Rime, XIII ui.di. (fior.).

N L'att. in Francesco da Buti è cit. dantesca.

0.6 N Nel ms. Vat. lat. 7654 (sec. XIV) del Diatessaron, in luogo di divellate, si trova la variante rom. carpate (col valore di 'cogliere, svellere': cfr. Diatessaron, a. 1373 (fior.), cap. 73, pag. 250.26 «No, acciò che cogliendo le zizanie voi non divelliate con esse il grano», e Vaccari, pp. 250, 375), segnalata anche in GDT, p. 158, s.v. carpare.

In GDT, pag. 158, s.v. carpare, si riportano gli antroponimi Carpastalla (Firenze?, 1067/8), Carpapallia (Firenze 1170, Passignano 1174) e Carpaterre (Prato, 1170), «interpretabili come soprannomi simili a quelli composti con il verbo rubare».

Doc. esaustiva.

0.7 1 Afferrare con forza; portar via. 2 Avanzare carponi arrampicandosi lungo un pendio.

0.8 Giuseppe Marrani; Mariafrancesca Giuliani 18.01.2011.

1 Afferrare con forza; portar via.

[1] Dino Compagni, Rime, XIII ui.di. (fior.), 4.1, pag. 350: Ovunque Amore in sua forza mi carpa, / Tollem'ogni poder, non mi val contra / D'ogni valor valente allor mi carpa; / E vivo in pene come in acqua lontra.

2 Avanzare carponi arrampicandosi lungo un pendio.

[1] Dante, Commedia, a. 1321, Purg. 4.50, vol. 2, pag. 59: Sì mi spronaron le parole sue, / ch'i' mi sforzai carpando appresso lui, / tanto che 'l cinghio sotto i piè mi fue.

[2] Gl Francesco da Buti, Purg., 1385/95 (pis), c. 4, 49-57. pag. 84.41: carpando; cioè andando boccone.

[u.r. 15.10.2020]