0.1 cadin, catin, catini, catino, catinus, chatini, chatino.
0.2 Lat. catinus (DELI 2 s.v. catino).
0.3 Doc. sen., 1277-82: 1.
0.4 In testi tosc.: Doc. sen., 1277-82; Valerio Massimo, prima red., a. 1338 (fior.).
In testi sett.: San Brendano ven., XIV.
In testi mediani e merid.: Stat. perug., 1342; Anonimo Rom., Cronica, XIV; Gloss. lat.-eugub., XIV sm.
In testi sic.: Senisio, Caternu, 1371-81 (sic.).
0.6 A Doc. prat., 1296-1305: Ghatino da Pide(n)ço.
T Doc. pist., 1300-1: Mo(n)te Chatini; Annali e Cron. di Perugia, c. 1327-36 (perug.): Monte Catino de Val de Nevola; Francesco da Buti, Inf., 1385/95 (pis.): monte Catino.
0.7 1 Recipiente poco profondo e largo, tondeggiante o a forma di tronco di cono, di vario materiale e di uso domestico. 1.1 Quantità contenibile in un catino. 1.2 Estens. Recipiente profondo usato per mangiare. 2 [Anat.] Parte ossea del corpo in corrispondenza dell'addome; bacino. 3 Seggio, scanno. 4 Signif. non accertato.
0.8 Chiara Coluccia 13.05.2003.
1 Recipiente poco profondo e largo, tondeggiante o a forma di tronco di cono, di vario materiale e di uso domestico.
[1] Doc. sen., 1277-82, pag. 252.36: Ancho III sol. mezedima diecie dì di giungno ch'avemmo d'una lanpana et d'uno chatino et d'aguti che vendemmo.
[2] Stat. sen., Addizioni p. 1303, pag. 49.11: Di ciascuna soma con somaio di doghe da botti, da barili, bigonzi, scudelle, catini, aste, stili e simili cose, VJ denari; et con bestia grossa, VIIJ denari.
[3] Stat. sen./umbr., 1314/16, cap. 87, pag. 40.26: Anco statuto e ordinato si è, che qualunque persona lavassi panni [[...]] overo che in essi fonti mectessi catino, pignola, paiuolo o alcuna cosa lercia, overo abevarasse alcuna bestia in alcuna fonte, sia punito e condempnato...
[4] Stat. perug., 1342, L. 4, cap. 1, par. 15, vol. 2, pag. 335.23: E s'alcuno buglierà enn essa fonte pietra overo ferro overo leno overo altra cosa e romperà alcuna de le pietre overo alcuna de l'emmagene sculpite en essa fonte overo alcuna canella overo colonda overo catino, en cento libre de denare per nome de pena sia punito.
[5] Pegolotti, Pratica, XIV pm. (fior.), pag. 372.8: et poi che l'ai bene premuto, e tu lo metti in uno catino e stropicciali molto bene sicchè s'apra bene, e poi togli allume di feccia secco speverezzato, da once 2, e mescolalo molto bene coll'asflore sicchè compigli molto bene insieme il detto allume coll'asflore, e poi lo ristagni in terra insieme e lascialo stare insieme un pezzo.
[6] San Brendano ven., XIV, pag. 134.16: E puo'comandà ch'elo li fose aduto uno cadin mondo e balanze, perch'elo vol saver ziò che questa cosa pesa e per veder ziò che sé dentro...
[7] Anonimo Rom., Cronica, XIV, cap. 23, pag. 217.21: Empiuto che àbbero de latte uno granne catino de ariento, vennesi alla cena.
[8] Sacchetti, Trecentonovelle, XIV sm. (fior.), 98, pag. 219.34: La Benvegnuda avea subito fatta la suppa, come si fa, con le spezie e tutto; e caccia il manico del romaiolo nella pentola, trae fuori, e mette in uno catino sì subito, che avveduta non si fu di quello che era; ma subito porta a tavola quello e la suppa...
1.1 Quantità contenibile in un catino.
[1] Niccolò da Poggibonsi, p. 1345 (tosc.), cap. 237, vol. 2, pag. 174.8: E la sera tutti vennero a vederci mangiare, e a recarci uno grande catino di carne di camello, pensando che noi ne mangiassimo; e arecavalla per grande presente e novità...
[2] Sacchetti, Trecentonovelle, XIV sm. (fior.), 35, pag. 86.15: - Disse il chericone, che averebbe meglio saputo mangiare uno catino di fave: - Io lo farò.
1.2 Estens. Recipiente profondo usato per mangiare.
[1] Valerio Massimo, prima red., a. 1338 (fior.), L. 4, cap. 3, pag. 281.24: Elli sedea al fuoco in su una sedia villesca, e cenava in uno catino di legno: le quali vivande furono dimostrazione del suo apparecchiamento.
[2] Jacopo Alighieri, Io son la morte, a. 1349 (fior.), 115, pag. 100: O tu che credi stare in goderia, / Apparecchia la biada al mio ronzino / Ché presto vengo alla tua osteria, / E mangierai con meco nel catino / L'ultima tua vivanda amaricata, / Jacendo nella tomba a resupino.
[3] Cicerchia, Passione, 1364 (sen.), ott. 35.2, pag. 317: Rispose a lor Iesù signor cortese: / - Colui che nel catin con meco 'ntinge / la mano, esso è.
[4] Diatessaron, a. 1373 (fior.), cap. 155, pag. 333.8: E anche disse loro: Quelli che intigne meco la mano nel catino, questi mi tradirà.
[5] Petrarca, Disperse e attribuite, a. 1374, 212.162, pag. 267: Oh quanti nel catino / Ancor mangian con Giuda!
[6] Bibbia (09), XIV-XV (tosc.), Mt 26, vol. 9, pag. 153.5: [23] E Iesù rispose, e disse a loro: colui che pone e intinge meco la mano nel catino, quello mi tradirà.
2 [Anat.] Parte ossea del corpo in corrispondenza dell'addome; bacino.
[1] Gl Gloss. lat.-eugub., XIV sm., pag. 110.13: Hec pelvis id est lo catino.
[1] Leggenda Aurea, XIV sm. (fior.), cap. 119, S. Agostino, vol. 3, pag. 1071.8: De' quali v'avea altri che si portavano in catini chinati per terra; altri s'andavano appoggiando a' bastoni... || Cfr. Legenda aurea, CXX, 380: «Quorum quidam scampnis in terra curvi se vehentes».
[1] Doc. fior., 1356 (?), pag. 250.2: La chagione e 'l difetto si è, perchè le pietre overo marmi delle cholonne, sono state chon pogho letto e chon chatino ripiene.
[u.r. 16.10.2020]