CITTADINANZA s.f.

0.1 cidanança, citadinança, citadinançe, citadinanza, cittadinança, cittadinanza.

0.2 Da cittadino.

0.3 Bono Giamboni, Vizi e Virtudi, a. 1292 (fior.): 1.

0.4 In testi tosc.: Bono Giamboni, Vizi e Virtudi, a. 1292 (fior.); Fatti di Cesare, XIII ex. (sen.); Doc. pist., XIV in.; Stat. sen., 1309-10 (Gangalandi); Guido da Pisa, Fiore di Italia, XIV pm. (pis.); Lett. volt., 1348-53.

In testi sett.: Jacopo della Lana, Par., 1324-28 (bologn.).

In testi mediani e merid.: Stat. perug., 1342.

0.5 Locuz. e fras. novella cittadinanza 1.1; ricevere alla cittadinanza 1.1; ricevere in cittadinanza 1.1.

0.7 1 Appartenenza di un individuo ad una comunità cittadina, il partecipare alla società umana organizzata in una città. 1.1 [Dir.] Riconoscimento legale dell'appartenenza di un individuo ad una comunità, implicante un insieme di diritti. 2 L'insieme degli abitanti di una città. 3 Il vivere civile, l'organizzazione di una comunità in una struttura cittadina e secondo norme e leggi condivise da tutti.

0.8 Elisa Guadagnini 11.04.2003.

1 Appartenenza di un individuo ad una comunità cittadina, il partecipare alla società umana organizzata in una città.

[1] Bono Giamboni, Vizi e Virtudi, a. 1292 (fior.), cap. 4, pag. 10.6: Solo un dono della Ventura m'è rimaso, cioè la cittadinanza, esser conosciuto da le genti; e questo è solamente per mio danno, ché sono piú beffato e schernito...

[2] Fiore di rett., red. alfa, a. 1292 (fior.>bologn.), cap. 82, pag. 127.7: E da le cose che son fuor del corpo, cioè da' ben de la ventura, de sette, sì come: gentileza, richeza, segnorie, onori, amistadi, citadinanza, esser ben custumato.

[3] Ottimo, Inf., a. 1334 (fior.), c. 10, pag. 178.6: la quale amistade si creò in loro per similitudine d'abito scientifico, e per similitudine di costumi, e di passioni d'animo, e di vita, e di parzialitade, e di cittadinanza...

[4] Giovanni Villani (ed. Porta), a. 1348 (fior.), L. 9, cap. 8, vol. 2, pag. 25.14: E nota che questo è grande esemplo a que' cittadini che sono a venire, di guardarsi di non volere essere signori di loro cittadini né troppo presuntuosi, ma istare contenti a la comune cittadinanza...

- Appartenenza alla medesima città.

[5] Lett. volt., 1348-53, pag. 199.27: E semo certi che Petrino è sì diricto e leale huomo che nè in questo nè in alcuno altro facto che gli fusse rimesso in mano non prenderebbe alcuna parte nè farebbe altro che dovere e ragione, ma se parte venisse a prendere, per la cittadinança e amore antico prenderebbe più tosto la parte di Cristofano che la nostra.

1.1 [Dir.] Riconoscimento legale dell'appartenenza di un individuo ad una comunità, implicante un insieme di diritti.

[1] Doc. pist., XIV in., pag. 312.9: Sappie che ' cho(n)soli nuovi sono chiamati [[...]], sie che mess(er) Ranaldo (e) Va(n)ni credano che -l fatto dela cidana(n)ça si farà bene...

[2] Stat. sen., 1309-10 (Gangalandi), dist. 4, cap. 53, vol. 2, pag. 174.12: Anco, statuto et ordinato è, che se saranno più fratelli carnali et alcuno di loro diventarà cittadino et ne la città di Siena continuamente abitarà, la sua abitatione et cittadinanza a' fratelli e' quali rimangono nel contado, non possa fare pro...

[3] Stat. perug., 1342, L. 1, cap. 101, par. 7, vol. 1, pag. 334.3: E che niuno contadino facto citadino possa avere l'ofitio del priorato overo del camorlengato êlla citade de Peroscia, dal dì de la sua recectione overo citadinança a diece angne de lì prossemamente susequente...

- Fras. Novella cittadinanza: [con rif. allo stato legale di un individuo:] recente riconoscimento legale di tale appartenenza.

[4] Matteo Villani, Cronica, 1348-63 (fior.), L. 2, cap. 2, vol. 1, pag. 195.21: e così li altri cittadini di leggere intendimento e di novella cittadinanza, i quali per grande procaccio, e doni e spesa, si fanno a temporali di tre in tre anni alli squittini del Comune insaccare...

- Fras. Ricevere alla, in cittadinanza qno: riconoscere qno come membro della propria comunità.

[5] Fatti dei Romani, 1313 (fior.), pag. 211.25: Che podere o che terra avranno elli, da ch'elli ànno tanto conquiso? Deborlli anzi avere li ladroni di mare, i quali tu Ponpeo ài ricievuto ala cittadina[n]za di Roma, e a' quali tu ài donate terre e posessioni...

[6] Matteo Villani, Cronica, 1348-63 (fior.), L. 1, cap. 27, vol. 1, pag. 52.17: E fatti i patti, e fermi a Firenze, dierono la rocca libera al Comune di Firenze: e 'l Comune presa la fede del saramento promesso, li ricevette in amicizia e cittadinanza, e ordinarono loro la provigione promessa...

2 L'insieme degli abitanti di una città.

[1] Fatti di Cesare, XIII ex. (sen.), Luc. L. 7, cap. 13, pag. 214.23: Qui cominciò a ferire l'un fratello l'altro, lo padre el figliuolo, el cugino el cugino, el vicino l'altro vicino: qui era la nobile cittadinanza di Roma.

[2] Dante, Commedia, a. 1321, Par. 16.49, vol. 3, pag. 263: Tutti color ch'a quel tempo eran ivi / da poter arme tra Marte e 'l Batista, / erano il quinto di quei ch'or son vivi. / Ma la cittadinanza, ch'è or mista / di Campi, di Certaldo e di Fegghine, / pura vediesi ne l'ultimo artista.

[3] Doc. fior., 1311-50, 43 [1344], pag. 651.4: Alla quale cosa si puote liberamente rispondere che niuna novità è facta loro per questa cagione, né niuna gravecza, quantunque per così manifesta utilità della cittadinanza vogla la ragione che debbiano contribuire.

[4] Boccaccio, Esposizioni, 1373-74, c. XV, par. 39, pag. 673.13: il popolo, secondo il romano costume, è universalmente tutta la cittadinanza di qualunque città...

3 Il vivere civile, l'organizzazione di una comunità in una struttura cittadina e secondo norme e leggi condivise da tutti.

[1] Jacopo della Lana, Par., 1324-28 (bologn.), c. 8, 115-126, pag. 198, col. 1.3: 'serave lo meio che non fosse cittadinança al mundo o peço per l'umana natura?'.

[2] Guido da Pisa, Fiore di Italia, XIV pm. (pis.), cap. 1, pag. 10.18: In quel tempo gli uomini erano grossi e fuori d'ogni cittadinanza e nudi di costumi cittadineschi e non aveano case se non di legname e di frasche e stavano sparti per le montagne...

[u.r. 16.03.2009]