0.1 conservi, conservo, cunservi.
0.2 Lat. conservus (DEI s.v. conservo).
0.3 Guittone, Rime (ed. Egidi), a. 1294 (tosc.): 1.
0.4 In testi tosc.: Guittone, Rime (ed. Egidi), a. 1294 (tosc.); Lapo Gianni, XIII ex./1328 (fior.); Cavalca, Dialogo S. Greg., a. 1342 (pis.).
In testi sett.: Sam Gregorio in vorgà , XIV sm. (lig.).
In testi sic.: Sposiz. Pass. s. Matteo, 1373 (sic.).
0.5 Locuz. e fras. in conservo 2.
0.7 1 Chi è con altri al servizio della stessa persona. 1.1 Fig. Chi è con altri soggetto a una autorità, materiale o spirituale. 2 Locuz. avv. In conservo: [detto di navi che procedono in convoglio mantenendo la stessa rotta].
0.8 Ilaria Zamuner 28.04.2003.
1 Chi è con altri al servizio della stessa persona.
[1] Guittone, Rime (ed. Egidi), a. 1294 (tosc.), son. 184.14, pag. 239: oh, quanti alteri son d'esti vil servi! / Piò che di bassi trovamo, se cerco. / Ma quanto è maggio tal più, se ragioni, / servo piò vil de' servi è de' conservi.
[2] Cavalca, Vite eremiti, 1321-30 (pis.>fior.), Vita di Malco, cap. 1, pag. 189.21: Furommi date a guardare le pecore, e fra i molti miei mali questo m'era gran sollazzo, che rade volte vedeva li miei signori e conservi, per cagione che mi convenia stare alla pastura colle pecore.
[3] Cavalca, Esp. simbolo, a. 1342 (pis.), L. 1, cap. 12, vol. 1, pag. 93.6: Ve' sappi, che sono tuo conservo, cioè pari, e non maggiore di te.
[4] Sposiz. Pass. s. Matteo, 1373 (sic.), Prologo, cap. 16, vol. 1, pag. 50.30: Deu cumanda a nui ki nui remictamu a li proximi nostri li debiti nostri, li quali non simu iudichi cumpetenti di li nostri cunservi, et cumanda: - Non iudicari lu to debituri, ka non si so iudichi cumpetenti, ma lassa lu iudiciu a Deu.
1.1 Fig. Chi è con altri soggetto a una autorità, materiale o spirituale.
[1] Dante, Commedia, a. 1321, Purg. 19.134, vol. 2, pag. 328: non errar: conservo sono / teco e con li altri ad una podestate. / Se mai quel santo evangelico suono / che dice 'Neque nubent' intendesti, / ben puoi veder perch'io così ragiono.
[2] Ottimo, Purg., a. 1334 (fior.), c. 19, pag. 350.30: 133. Drizza le gambe ec. Questo testo è assai chiaro, nel quale il detto Adriano dice a l'Autore, che stia diritto, non ginocchione; però ch'elli non è ora signore spirituale, com'elli era quando, vicario di Cristo in terra, avea podere d'asolvere e di legare, ma è conservo con l'Autore. Conserv[i] sono coloro, che hanno uno medesimo signore.
[3] Sam Gregorio in vorgà , XIV sm. (lig.), L. 4, cap. 22, pag. 246.2: «Daito [è] a iascum um bello vestimento bianco e èli dito ch'eli reposen e aspeten ancora um poco a receive' la lor perfecta gloria, tam fin che se compia lo numero de li lor conservi e fraeli, chi dén esse' morti cum' fun elli».
- [Nel linguaggio poetico:] chi è con altri soggiogato dall'amore.
[4] Petrarca, Trionfi, 1351(?)-74, T. Cupidinis III.6, pag. 209: Io, ch'era più salvatico che i cervi, / Ratto domesticato fui, con tutti / I miei infelici e miseri conservi; / E le fatiche lor vidi, e i lor frutti, / Per che torti sentieri, e con qual arte / A l'amorosa greggia eran condutti.
2 Locuz. avv. In conservo: [detto di navi che procedono in convoglio mantenendo la stessa rotta]. || Da mettere in relazione con il s.f. conserva (2).
[1] Fr. Ismera Beccanugi, Per gran, XIV pm. (fior.), 73, pag. 62: A che diritto, Amor, son vostro servo / Dirò in parvenza, perchè addobli e cresca / A ciascun che d'amar ha voglia fresca / Fermo coraggio, e soffrir non spaventi, / Galee armate vedere in conservo, / Donne e donzelle in danza gire a tresca...
[u.r. 18.11.2020]