0.1 ccollo, ccollu, cholli, chollo, cholo, co', cogi, coglio, col, coli, colli, collio, collo, còllo, collu, colo, cuolli, cuollo.
0.2 Lat. collum (DELI 2 s.v. collo).
0.3 Glossario di Monza, X: 1.
0.4 In testi tosc.: Andrea da Grosseto (ed. Selmi), 1268 (tosc.); Fiori di filosafi, 1271/75 (fior.); Albertano volg., 1275 (fior.); Restoro d'Arezzo, 1282 (aret.); Trattati di Albertano volg., a. 1287-88 (pis.); <Egidio Romano volg., 1288 (sen.)>; Stat. sen., 1309-10 (Gangalandi); Simintendi, a. 1333 (prat.); Mazz. Bell., Storia (ed. Gorra), 1333 (pist.); Stat. lucch., XIV pm.
In testi sett.: Glossario di Monza, X; Uguccione da Lodi, Libro, XIII in. (crem.); Pamphilus volg., c. 1250 (venez.); Bonvesin, Volgari, XIII tu.d. (mil.); Caducità , XIII (ver.); Belcalzer (ed. Ghinassi), 1299/1309 (mant.); Anonimo Genovese (ed. Cocito), a. 1311; Lio Mazor (ed. Elsheikh), 1312-14 (venez.); Jacopo della Lana, Inf. (Rb), 1324-28 (bologn.); Parafr. pav. del Neminem laedi, 1342; Enselmino da Montebelluna (ed. Andreose), XIV pm. (trevis.); Doc. spalat., 1358-59; Legg. s. Maria Egiz., 1384 (pav.); Serapiom volg., p. 1390 (padov.).
In testi mediani e merid.: Jacopone (ed. Contini), XIII ui.di. (tod.); Miracole de Roma, XIII u.q. (rom.); Annali e Cron. di Perugia, c. 1327-36 (perug.); Doc. orviet., 1339-68 [1348]; Passione cod. V.E. 477, XIV m. (castell.); Buccio di Ranallo, Cronaca, c. 1362 (aquil.); Vindicta salvatoris volg., XIV (sab.); Destr. de Troya, XIV (napol.); Stat. Montecassino, XIV (luc.); Mascalcia L. Rusio volg., XIV ex. (sab.); Cronaca volg. isidoriana, XIV ex. (abruzz.).
In testi sic.: Giovanni Campulu, c. 1315 (mess.); Accurso di Cremona, 1321/37 (mess.); Simone da Lentini, 1358 (sirac.).
0.5 Per cannella del collo > cannella 1; osso del collo > osso; imporre il giogo ai colli > giogo; porre il giogo sopra i colli > giogo.
Locuz. e fras. a collo 1.1, 1.1.1, 2.1; a collo steso 1.2; alzare il collo e la cresta 3.2; arrecarsi in collo 1.1.2; cadere nel collo 1.5; calcare il collo 1.4; collo della madre 5.3; collo della matrice 5.3; collo della serpe 4.1; collo della vescica 5.4; collo di cera 7; collo di corvo 4.2;collo di idro 4.3; con collo ritto 1.2; con collo torto 1.4; correre al collo 1.5; da collo 1.6; di collo a 2.3; drizzare il collo 3.1; far torcere il collo 1.7; fiaccare il collo 1.11.1; gettare per collo 2.1.1; gettarsi al collo 1.5; in collo 1.1, 2.1, 2.2; mettere il collo al giogo 2.4; mettere il collo sotto i propri piedi 2.4; non muovere collo 1.8; per collo 2.1; rompere il collo 1.11.1; scavezzare il collo 1.11.1; scavezzarsi il collo 1.11.2; scotolare il collo di sotto il giogo 2.5; sottomettere il collo al giogo 2.4; tirare il collo 1.9; torcere il collo 1.10; trarre il collo di sotto il giogo 2.5.
0.7 1 [Anat.] Parte del corpo che unisce la testa al torace (nell'uomo e anche negli animali). 1.1 Locuz. avv. A collo, in collo (di qsa che si appende, si mette o si porta appeso): al collo, ad armacollo, a tracolla. 1.2 Locuz. avv. A collo steso: con atteggiamento altero; alteramente. 1.3 Fras. Calcare il collo: opprimere; sottomettere. 1.4 Locuz. avv. Con collo torto: con il collo piegato da un lato (per ostentare falsa umiltà); ipocritamente. 1.5 Fras. Cadere, correre, gettarsi al, nel collo di qno: correre con le braccia aperte per abbracciare; abbracciare con slancio. 1.6 Locuz. agg. Da collo: che si porta appeso al collo a mo' di pettorale o a tracolla? 1.7 Fras. Far torcere il collo: far aspettare a lungo l'esaudimento di un desiderio. 1.8 Fras. Non muovere collo: rimanere immobile. 1.9 Fras. Tirare il collo a qno: strangolare. 1.10 Fras. Torcere il collo a qno: far impiccare. 1.11 [In partic.:] osso del collo. 2 Parte posteriore del collo (dove solitamente si carica un peso), cervice. Estens. Spalle. 2.1 Locuz. avv. A, in, per collo: sulle spalle, addosso (sulla persona). 2.2 [Con partic. rif. al modo di tenere un fanciullo, o sostenere qno:] locuz. avv. In collo: in braccio, sulle ginocchia, fra le braccia. 2.3 Locuz. prep. Di collo a: dalle braccia di. 2.4 Fras. Mettere, sottomettere il collo al giogo di qno: sottomettersi, accettare la signoria di qno. 2.5 Fras. Trarre, scotolare il collo di sotto il giogo di qsa: rifiutare di osservare un impegno, una regola; disobbedire. 3 Testa, capo. 3.1 Fras. Drizzare il collo: fare attenzione; rivolgere il proprio interesse. 3.2 Fras. Alzare il collo e la cresta: insuperbire. 4 [Astr.] Parte di una costellazione zoomorfa. 4.1 [Astr.] Locuz. nom. Collo della serpe: la stella posta nel collo della costellazione chiamata 'serpe'. 4.2 [Astr.] Locuz. nom. Collo di corvo: la stella posta nel collo della costellazione chiamata 'corvo'. 4.3 [Astr.] Locuz. nom. Collo di idro: la stella posta nel collo della costellazione chiamata 'idro'. 5 [Per indicare la parte terminale assottigliata e allungata di qsa]. 5.1 Manico (della cetra o di altro strumento simile). 5.2 [Con rif. ad un recipiente]. 5.3 [Anat.] Fras. Collo della madre, della matrice: la parte inferiore dell'utero, cervice uterina. 5.4 [Anat.] Fras. Collo della vescica: la parte inferiore della vescica. 6 Parte della camicia o della veste che riveste o circonda il collo; colletto. 6.1 [Armi] Parte dell'armatura che protegge il collo. 7 Collo di cera: oggetto votivo. 8 [Derivante da errore di trad.].
0.8 Milena Piermaria; Elena Artale 17.12.2020.
1 [Anat.] Parte del corpo che unisce la testa al torace (nell'uomo e anche negli animali).
[1] Gl Glossario di Monza, X, 12, pag. 41: colo: trahilos...
[2] Uguccione da Lodi, Libro, XIII in. (crem.), 437, pag. 615: un laz li çet'al colo sì l'à encatenadho, / entro l'infern lo porta o' el fi aspetadho...
[3] Pseudo-Uguccione, Istoria, XIII pm. (lomb.), 1505, pag. 75: Al col v'à metre tal cadena, / Çamai no ensirì de pena.
[4] Pamphilus volg., c. 1250 (venez.), [La Vecchia], pag. 67.13: E quela, çoè Galatea, sì plega le soi brace atorno lo meu colo e priegame q'eu li diga le parole qe tu li mandi a dire.
[5] Fiori di filosafi, 1271/75 (fior.), pag. 117.1: Socrate [[...]] fue molto laido uomo a vedere, ch'elli era piccolo malamente [[...]] piloso il collo e li omeri...
[6] Bonvesin, Volgari, XIII tu.d. (mil.), Rationes quare Virgo tenetur diligere peccatores, 98, pag. 235: Illora l'olcellato respos al desperao: / «Met la correza in collo se tu voi ess aiao, / E 'l nom dra matre 'd Criste no fia pur anomadho.
[7] Restoro d'Arezzo, 1282 (aret.), L. I, cap. 7, pag. 13.26: Anco trovamo un'altra stella, ch'è chiamata còllo de corbo: adonqua pare che la figura del corbo abia còllo...
[8] Rainaldo e Lesengr. di Udine, XIII (ven.), 639, pag. 179, col. 1: Isigrin tost se 'n va, / lo dent a col sì li à caçà; / intranbi li mastin su levà...
[9] Giacomino da Verona, Babilonia, XIII sm. (ver.), 219, pag. 647: En terra quasi morto lo tapinel sì caço: / no ge val lo so plançro ke perçò igi lo lasso; / al col ge çeta un laço et un spago entro 'l naso...
[10] Libro della natura degli animali (B), XIII ui.di. (pis.), cap. 61, pag. 320.10: Lo serpente, vedendo una rana inverso sé venire, incontenente lassò lo collo del pastore e venne ala rana per manicarla…
[11] Jacopone (ed. Contini), XIII ui.di. (tod.), 22.29, pag. 140: all'un getti el braccio en collo, all'altro mustri el coltello...
[12] Miracole de Roma, XIII u.q. (rom.), 30, pag. 574.18: Et pro tutte le provincie de lo munno si era in Capitolio una statoa co la canpana ad collo, et incontenente ke la canpana sonava, li Romani connosceano quale provincia era rebella.
[13] Distr. Troia (ed. D'Agostino), XIII ex. (fior.), pag. 247.3: [161] le labra colorite, li denti bene ordinati, di colore d'avorio con alquanto splendore; il collo diritto, lungo e bianco come neve...
[14] Cronica deli imperadori, 1301 (venez.), pag. 181.9: e questo oxello è a modo de agoya grande, abiando una cresta in cavo e circha el collo cholor d'oro...
[15] Belcalzer (ed. Ghinassi), 1299/1309 (mant.), Tavola generale, pag. 32.11: Capitol del col.
[16] Stat. sen., 1309-10 (Gangalandi), dist. 5, cap. 235, vol. 2, pag. 332.31: Et se alcuno senese [[...]] percotarà con bracciaiuola o vero tavolaccio ne la gola o vero collo o vero da inde in su...
[17] Lio Mazor (ed. Elsheikh), 1312-14 (venez.), 3, pag. 26.25: E) en q(ue)sta lo Saracho dis: «Pousè, cu(n)pare!»; (e) levà lo rem e de'-me su lo col (e) menà-me çò p(er) lo braço, sì ch'el me lo scaveçà.
[18] Giovanni Campulu, c. 1315 (mess.), L. 3, cap. 22, pag. 106.30: Videndu zo lu larrune, lu beccu ki purtava in collu volce mictere in terra e laxarelu andare, e non putia levare la manu da lu collu soy propiu...
[19] Armannino, Fiorita (07), p. 1325 (ven.), pag. 105.22: Veçando el mostro che la man l'iera çà in tera, elo corse adoso Edipo e con l'altra man lo i strepà lo scudo dal colo e poco men ch'el non lo tirà in tera.
[20] Jacopo della Lana, Inf. (Rb), 1324-28 (bologn.), c. 5, v. 127, pag. 218.20: et infine quando i fonno a quel passo dove Lancillotto gittò 'l brazo al collo di Gianevra e baxiòlla, costor féno 'l simile insemme;
[21] Simintendi, a. 1333 (prat.), L. 1, vol. 1, pag. 29.17: Egli ragguarda' disornati capelli pendere al collo, e dice: come sarebbono belli, se fossono pettinati!
[22] Mazz. Bell., Storia (ed. Gorra), 1333 (pist.), pag. 450.7: Sì si maraviglia della colonna del collo di mostrare colore bianco, [del]lo quale la grossezza della sua grassezza mostrava una fulgore bianchissima, che pareva che ogni cosa inbiancasse...
[23] Annali e Cron. di Perugia, c. 1327-36 (perug.), pag. 152.22: agl quagle el ditto messer lo re Carllo el capo dal collo fece moçare.
[24] Accurso di Cremona, 1321/37 (mess.), L. 9, cap. 13, vol. 2, pag. 231.26: Lu quali essendu pilyatu da Furiu qui era mandatu da Antoniu ad aucidirilu, non skittu suttrassi lu collu da la spata...
[25] Parafr. pav. del Neminem laedi, 1342, cap. 5, pag. 22.29: atende e mete-te inance a gli oggi de la mente san Çuan Baptista al qual in preson fo segó via 'l colo...
[26] Stat. perug., 1342, L. 3, cap. 133, par. 20, vol. 2, pag. 187.31: Volemo ancoraké glie portante l'arme secondo la forma del presente capitolo porteno e portare deggano e siano tenute el capello en capo overo a collo derieto palesemente.
[27] Stat. lucch., XIV pm., pag. 73.46: Et se vivente sano et salvo avrae proprio et al suo maestro lo celerae et poi li sia trovata addosso, quella pecunia li sia leghata ad collo...
[28] Ricette bologn., XIV pm., pag. 268.31: Nota che questo inpiastro sì se dé pore sopra lo collo de dietro.
[29] Gl Gloss. lat.-aret., XIV m., pag. 312.10: hec baca, ce, el ferro del collo.
[30] Sam Gregorio in vorgà , XIV m. (lig.), L. 3, cap. 31, pag. 203.7: sì lo rechiuse in una streita prexum e ligàli le man e lo colo de forte caine...
[31] Atrovare del vivo e del morto, a. 1375 (emil.), III, st. 32.8, pag. 170: çascuna ha la soa pena et afano: / sicome lo peccadore l'hano portado, / l'anema con l'arte soa al colo ha ligado.
[32] Leggenda s. Galgano, XIV (tosc.), pag. 105.18: si posò la retine sopra lo collo del cavallo, e pregò Idio devotissimamente in queste parole...
[33] Vindicta salvatoris volg., XIV (sab.), pag. 58.26: fo trovato Pilato, el quale era nascosto 'n una spelunca, quello che (Cristo) sente(n)tiò, (et) quisti sì llu p(re)sero (et) fecerlu mecte(re) co(n) catene en collo (et) a le mano (et) a li piedi...
[34] Purgatorio S. Patrizio, XIV sm. (mil./com.), cap. 17, pag. 33.10: e avevano serpinti adoso ki li solasaveno per lo colo, per lo corpo, per le braze...
[35] Cronaca volg. isidoriana, XIV ex. (abruzz.), pag. 161.26: Et ciascuna provincia havea uno tintinabulo legato al collo...
1.1 Locuz. avv. A collo, in collo (di qsa che si appende, si mette o si porta appeso): al collo, ad armacollo, a tracolla.
[1] ? Tristano Ricc., XIII ex. (tosc.), App., pag. 404.25: E sappiate che per l'alta cavallaria che io sentiva di lui, non ò ardimento di portare questa spada cinta al mio costato, anzi la porto a collo, in quelle guise come voi vedete».
[2] Guido da Pisa, Fatti di Enea, a. 1337 (pis.), cap. 49, pag. 89.23: E sì tosto come la fanciulla potè fermare li piedi in terra, così tosto lo padre le pose in mano uno lanciotto, e a collo le pose l'arco e le saette, ed insegnavale lanciare e saettare.
[3] Guido da Pisa, Fatti di Enea, a. 1337 (pis.), cap. 51, pag. 94.21: e 'n collo avea un turcasso d'oro, con uno arco e con saette tutte a oro.
[4] ? Tavola ritonda, XIV pm. (fior.), cap. 115, pag. 451.25: e Lancialotto va dinanzi secondo signore, e appresso andava Tristano colla spada a collo, a guisa di scudiere.
[5] Legg. s. Maria Egiz., 1384 (pav.), 207, pag. 8: et venivam tuti ben vestii, / de bon ussberghy ben furbii, / al collo aveam scue dorae, / in man falçon taglent' e spaghe...
1.1.1 [Con rif. al modo di indossare uno scudo:] a collo: signif. incerto (appeso al collo a coprire il petto oppure a tracolla?).
[1] Jacopone (ed. Contini), XIII ui.di. (tod.), 12.25, pag. 106: si me fieri a scoperto: / c'aio dui scudi a collo, / e s'io no i me ne tollo, / per secula infinita / mai non temo ferita. / El primo scudo, sinistro, / l'altro sede al deritto.
[2] Tristano Ricc., XIII ex. (tosc.), cap. 53, pag. 91.31: E a ttanto vide venire una damigiella, la quale portava uno iscudo a ccollo ed ieravi entro dipinto uno ree e una reina.
[3] Andrea Cappellano volg. (ed. Ruffini), XIV in. (fior.), L. II, cap. 32, pag. 281.13: E daké 'l Brettone s'ebbe aconcio lo scudo a collo...
[4] Tristano Veneto, XIV, cap. 439, pag. 398.8: E li .IIII. de queli era sì navradi in tal magnera qu'eli cià mai non portarà scudo al cholo.
1.1.2 Fras. Arrecarsi in collo qno: prendere in braccio.
[1] Guido da Pisa, Fiore di Italia, a. 1337 (pis.), cap. 2, pag. 21.19: lo re, veduto la sua bellezza, arrecosselo in collo e poseli la corona in capo, nella quale corona era la imagine del dio Ammone, lo quale adorava.
1.2 Locuz. avv. A collo steso: con atteggiamento altero; alteramente.
[1] Cavalca, Esp. simbolo, a. 1342 (pis.), L. 1, cap. 36, vol. 2, pag. 1.15: Onde di questo cotale dice Giobbe: Che corre contra Dio a collo steso, ed armasi contra l'onnipotente; ciò vuol dire, che gli resiste, e contraddice, e fagli guerra.
1.3 Fras. Calcare il collo: opprimere; sottomettere.
[1] Alberto della Piagentina, 1322/32 (fior.), L. 1, 5.42, pag. 34: E' costumi perversi son vincenti, / E' rei con la potenza loro estorta / Calcan de' buoni i colli pazienti.
1.4 Locuz. avv. Con collo torto: con il collo piegato da un lato (per ostentare falsa umiltà); ipocritamente.
[1] Parafr. pav. del Neminem laedi, 1342, cap. 14, pag. 70.25: O quanti chi se chiaman e tenan cristian e paran spiritual e religiosi e van a capo inchino e con colo torto seravan ben allegri contenti...
1.5 Fras. Cadere, correre, gettarsi al, nel collo di qno: correre con le braccia aperte per abbracciare; abbracciare con slancio.
[1] Boccaccio, Filocolo, 1336-38, L. 1, cap. 24, pag. 94.16: Udendo Giulia Lelio esser pur fermo nel suo proposito, più amaramente piangendo gli si gittò al collo, dicendo...
[2] Boccaccio, Filostrato, 1335-36 (?), pt. 4, ott. 44, pag. 121.24: Troiolo, tosto che veduto l'ebbe, gli corse al collo sì forte piangendo, che bene raccontarlo uom non potrebbe.
[3] Cavalca, Esp. simbolo, a. 1342 (pis.), L. 2, cap. 11, vol. 2, pag. 230.32: Se odi la voce di Cristo, che ti chiami [[...]] avvegnachè li nepoti ti si appicchino, e gettino piangendo al collo, corri...
[4] Bibbia (01), XIV-XV (tosc.), Gen 45, vol. 1, pag. 235.11: [14] E conciosia cosa ch'egli, abbracciato, cadesse nel collo di Beniamin suo fratello, pianse; e quegli ancora piagnette simigliantemente sopra lo collo suo.
1.6 Locuz. agg. Da collo: che si porta appeso al collo a mo' di pettorale o a tracolla?
[1] Storia San Gradale, XIV po.q. (fior.), cap. 195, pag. 158.16: e 'l bianco cavaliere facea quello che neun uomo no 'l potrebe credere se veduto no l'avesse: e' porta scudi da collo, egl'abatte cavalieri e cavagli, egli tagliava teste e bracia e gambe.
1.7 Fras. Far torcere il collo: far aspettare a lungo l'esaudimento di un desiderio.
[1] Guittone, Rime (ed. Egidi), a. 1294 (tosc.), son. 224.13, pag. 259: Ma ciò ch'eo dico non tener a gabbo; / se 'n digiunar mi fai torcer lo collo, / pensa pur di trovar loc'alto o cupo.
1.8 Fras. Non muovere collo: rimanere immobile.
[1] Dante, Commedia, a. 1321, Inf. 10.75, vol. 1, pag. 167: Ma quell'altro magnanimo, a cui posta / restato m'era, non mutò aspetto, / né mosse collo, né piegò sua costa...
1.9 Fras. Tirare il collo a qno: strangolare.
[1] Boccaccio, Decameron, c. 1370, V, 9, pag. 388.11: E però, senza più pensare, tiratogli il collo...
[2] Sacchetti, Trecentonovelle, XIV sm. (fior.), 156, pag. 373.7: e tirati li colli a sue galline, apparecchiò ogni cosa...
1.10 Fras. Torcere il collo a qno: far impiccare.
[1] Filippo da Santa Croce, Deca prima di Tito Livio, 1323 (fior.), L. 4, cap. 53, vol. 1, pag. 435.4: Il consolo per forza di questo decreto, avendo torto il collo ad alquanti che appellavano il tribuno, gli altri della paura giuraro senza dimoro.
1.11 [In partic.:] osso del collo.
[1] Bart. da San Concordio, 1302/08 (pis.>fior.), dist. 40, cap. 8, par. 6, pag. 581.26: sicché uccisi i figliuoli, egli, cadendo di sedia, fiaccò il collo e morìo.
[2] Boccaccio, Decameron, c. 1370, IX, 6, pag. 616.12: Voi bevete tanto la sera, che poscia sognate la notte e andate in qua e in là senza sentirvi e parvi far maraviglie: egli è gran peccato che voi non vi fiaccate il collo!
[3] Destr. de Troya, XIV (napol.), L. 11, pag. 123.38: e cossì revocilando a la derropune davano in terra alle spese loro e rompeano li cuolli e lle cervice morendo crodelemente.
1.11.1 Fras. Fiaccare, rompere, scavezzare il collo: condurre alla rovina, alla perdizione.
[1] <Egidio Romano volg., 1288 (sen.)>, L. 3, pt. 2, cap. 15, pag. 257.15: perciò che molti lusingando ei signori e li amici, lor fanno ispesso fiaccare il collo...
[2] Anonimo Genovese (ed. Cocito), a. 1311, 14.213, pag. 160: Che monti son chi quelo jorno / van a rei mercai d'entorno / donde lo demonio è censar, / per far lo coloscavizar.
[3] Anonimo Genovese (ed. Cocito), a. 1311, 14.352, pag. 165: Lo quarto, peccao con le parente, / chi lo collo rompe a monte gente.
[4] Legg. sacre Mgl.II.IV.56, 1373 (fior.), Legg. di S. Ilario, pag. 59.6: e questi (era uno de' grandi prencipi dello inferno) mostrava questa santa santitade e onestà, perchè questo santo padre si fidasse, acciò che in su 'l fidare lo potesse fare cadere e ruvinare e fiaccare il collo.
1.11.2 Fras. Scavezzarsi il collo: rovinarsi, andare a rovina.
[1] Anonimo Genovese (ed. Cocito), a. 1311, 134.210, pag. 528: Per ti nixun a ben s'adriza, / ma lo collo se scaviza. / De ti me par che Saramon / conte una soza raxon: / che per la gora mor pu gente / che per jao alcun pozente.
2 Parte posteriore del collo (dove solitamente si carica un peso), cervice. Estens. Spalle.
[1] Andrea da Grosseto (ed. Selmi), 1268 (tosc.), L. 3, cap. 18, pag. 249.7: Et Ovidio disse: chente sia chel que tu ami, agguarda suttilmente, e trahe 'l collo tuo da giogo che ti de' far male...
[2] Trattati di Albertano volg., a. 1287-88 (pis.), De amore, L. II, cap. 12, pag. 303.6: Et Ovidio disse: pon mente la cosa che tu ami et soctragge li tuoi colli dali carichi che ladisceno…
[3] St. de Troia e de Roma Amb., XIII u.q. (rom.), pag. 287.18: E Nero dixe infra li senatori de strugere Galpa e li senatori ordinaro per costume de li maiuri: façamoli portare la forca in collo e legemolo e feçamolo tanto bactere con virge sì ke mora.
[4] <Zucchero, Esp. Pater, XIV in. (fior.)>, pag. 27.8: Ahi lasso! come pagherà quelli che non ha nulla se non il collo caricato dei peccati mortali?
[5] Pegolotti, Pratica, XIV pm. (fior.), pag. 14.31: Portatori in Toscana. Questi nomi vogliono dire gente che portano in sul loro collo mercantie e merce...
[6] Arte Am. Ovid. (D), a. 1388 (ven.), L. II, pag. 508.24: Io non comando ti armado montar en le selve de Menalia, né non te comando portar li redi in sul tuo collo, né non te comando dar li to' petti ale mandade saitte...
[7] Arte Am. Ovid. (D), a. 1388 (ven.), L. III, pag. 533.8: Ma io non ti viedo dar li cavelli a fir pettenadi in palese, açò che elli çasa spandudi pe li tuo' colli.
- [Del cavallo:] dorso, groppa.
[8] Palamedés pis., c. 1300, pt. 2, cap. 66, pag. 125.16: Elli levò adesso lo re da terra e miselo sopra 'l collo del suo cavallo.
2.1 Locuz. avv. A, in, per collo: sulle spalle, addosso (sulla persona).
[1] Andrea da Grosseto (ed. Selmi), 1268 (tosc.), L. 3, cap. 10, pag. 217.9: Anche per molto altre ragione è da rifiutare l'amistà de lo stolto; però che in volgare si dicie: meglio è portare lo stolto in collo, che mostra'li la via...
[2] Caducità , XIII (ver.), 257, pag. 663: no sai tu ço, c'ogn'om leva un gran planto? / Li prèvei e le cros se meto enanço. / De terra en coll<o> te leva molto tosto: / ki ben pò andar, çà no s'à mostrar çopo; / la çento dre' sì cór a tal gualopo / ke l'un a l'altro va pestando adoso.
[3] St. de Troia e de Roma Laur., XIII u.q. (rom.), pag. 151.20: Et quanno [[Marcellus]] passao per Roma, portava in collo le vestimenta de Drodomalo rege de li Galici, quasi per una vista ka esso lo avea occiso.
[4] Fatti di Cesare, XIII ex. (sen.), Luc. L. 2, cap. 15, pag. 103.19: Vergenteo, de lignaggio d'Esne, era grande et ossuto, e teneva in collo uno mezzo governale di quercia...
[5] Giovanni Campulu, c. 1315 (mess.), L. 3, cap. 22, pag. 106.29: Videndu zo lu larrune, lu beccu ki purtava in collu volce mictere in terra e laxarelu andare, e non putia levare la manu da lu collu soy propiu...
[6] Laudario S.M. d. Scala, XIII ex./XIV po.q. (tosc.), 13.93, pag. 164: et menârti a la croce, / et preserla a gran boce, / et posertela 'n collo...
[7] Laudario S.M. d. Scala, XIII ex./XIV po.q. (tosc.), 3.72, pag. 16: «Profetiçça, Giesù: chi t'à ferito?». / Po' che Pilato a llor t'ebbe largito, / la croce grave tu a collo portasti, / ne la qual riconprasti / l'uman lignaggio da pene sì gravi.
[8] Accurso di Cremona, 1321/37 (mess.), L. 9, cap. 7, vol. 2, pag. 215.9: Luciu Equiciu [[...]] essendu menatu in publica guardia da Mariu consulu, lu quali sarchia lu quintu consulatu, lu populu ruppi la carceri et per forza ende lu strassi et purtarulu in collu con grandissima alegria d'animu.
[9] Parafr. pav. del Neminem laedi, 1342, cap. 21, pag. 98.4: «Sta su drichio in pé e leva-te 'l lechio in spala e va' a casa toa», e como dichio fachio el s'in va corrando con la lechiera in colo...
[10] Doc. orviet., 1339-68, [1348], pag. 125.30: Anq(ue) la cie(n)gna chi portava Giachettu a ccollu, <unu pupulinu> II s. VI d..
[11] Enselmino da Montebelluna (ed. Andreose), XIV pm. (trevis.), lamentatio, cap. 3.352, pag. 506: E una grande croxe in collo avea, / descalço iera e sì desfegurato / che io, toppina, apena el cognoscea.
[12] Passione cod. V.E. 477, XIV m. (castell.), 1153, pag. 69: Posarli la croce en collo, / questi disse: «Eo mo' la tollo».
[13] Simone da Lentini, 1358 (sirac.), cap. 12, pag. 55.14: Lu Conti, prisa la sella di so cavallu, chi era mortu intandu, et misila in collu...
[14] Buccio di Ranallo, Cronaca, c. 1362 (aquil.), quart. 281, pag. 61: Tucti li altri gridavano: «Ragiamo la campana!» / Su dello campanile la campana pusaro; / Baruni et cavaleri per collo la portaro...
[15] Laud. Battuti Modena, a. 1377 (emil.), 39.44, pag. 85: Plangando Maria lo fiolo chiamava, / me 'l so fiolo çà no lo trovava, / che li çudei sì lo mennava, / cum la croxe in collo amarturiava.
2.1.1 Fras. Gettare per collo qsa a qno: porre un carico, un fardello su qno. Fig. Addebitare (una pena), scaricare una colpa, una responsabilità su qno.
[1] Buccio di Ranallo, Cronaca, c. 1362 (aquil.), quart. 367, pag. 81: Colebrenciani. / Fra ipsi et Paganisci dece once ne pagaro, / Et dece oncie ad Santantia per collo li gettaro...
[2] Buccio di Ranallo, Cronaca, c. 1362 (aquil.), quart. 763, pag. 174: fo comenente intanno! / Se llo duca de Duraczo facto avea lo peccato / Et tuctavìa per collo ad altri lo à gettato, / Voleva fare punire chi non era incolpato...
[3] Buccio di Ranallo, Cronaca, c. 1362 (aquil.), quart. 971, pag. 223: O per ira o per poco sinno che foxe stato, / Corse gente ad Palaczo et hebelo derrobato; / Et quilli che la soma prisero et abero furato, / Et plu allo communo per collo fo gettato.
2.2 [Con partic. rif. al modo di tenere un fanciullo, o sostenere qno:] locuz. avv. In collo: in braccio, sulle ginocchia, fra le braccia.
[1] Disciplina Clericalis, XIII ex. (fior.), pag. 75.9: Allora quelli il si mise in casa con esso in collo e cominciollo a confortare e disse...
[2] Conti morali (ed. Zambrini), XIII ex. (sen.), 2, pag. 8.4: avenne questo miracolo; che ine dinanzi l'altare aveva una Maestà dipenta, che teneva el nostro Signore in collo...
[3] Paolino Pieri, Merlino (ed. Cursietti), p. 1310- a. 1330 (fior.), 7, pag. 10.13: E non potendo sapere niente, se non quello che la balia gli avea detto, levollosi in collo e cominciò molto piatosamente a piagnere, dicendo: «Figliuol mio...
[4] Cavalca, Dialogo S. Greg., a. 1330 (pis.), L. 1, cap. 2, pag. 14.7: E andando si scontrò in una femina tutta addolorata, la quale in collo portava un suo figliolo morto...
[5] Cavalca, Dialogo S. Greg., a. 1330 (pis.), L. 4, cap. 12, pag. 243.13: E tenendolo uno giorno lo padre in collo, secondo che dicono quelli che vi furono presenti, vide venire verso di sè le demonia...
2.3 Locuz. prep. Di collo a: dalle braccia di.
[1] Ranieri Sardo, 1354-99 (pis.), pag. 152.7: Di che, avendolo la madre in braccio, lo dicto Bindaccio chon furia gli andò addosso, et choloro che cho' llui erano in sua chonpangnia levorono il decto fancullo di chollo alla madre per forza et dierolo al decto Bindaccio.
2.4 Fras. Mettere, sottomettere il collo al giogo di qno: sottomettersi, accettare la signoria di qno.
[1] %VSP Cavalca, Vite SS. Padri (ed. Delcorno), XIV t.d. (tosc.occ.), pt. 1, cap. 20, Antonio, pag. 588.5: e se non potete, e io lo potroe cacciare in del nome di Cristo, confessatevi vinti e sottomettete 'l collo al iugo di Cristo -.
[2] Parafr. pav. del Neminem laedi, 1342, cap. 25, pag. 123.25: e con la virtue del so' sancto nome fè de' lovi agnelli e convertì hi lion a mete' 'l colo al çovo leger e soave del bon Yesu Criste...
- Fras. Mettere il collo (di qno) sotto i propri piedi: sottomettere, far accettare la propria signoria.
[3] Ceffi, Pistole di Ovidio Nasone, c. 1325 (fior.), ep. 9 [Deianira ad Ercole], pag. 506.5: [11] Veramente Venus dea d'amore t'àe più offeso che la dea Giuno, la quale per sue ingiurie non t'àe potuto sottomettere, ma costei per li suoi lusinghevoli dilecti àe messo il tuo collo sotto li suoi piedi.
2.5 Fras. Trarre, scotolare il collo di sotto il giogo di qsa: rifiutare di osservare un impegno, una regola; disobbedire.
[1] Albertano volg., 1275 (fior.), L. II, cap. 19, pag. 131.9: [4] Ed Ovidio disse: «Poni me(n)te che(n)te sia la cosa che tu ame; e s'ella è ria, trai lo collo di sotto quello iogo».
[2] Stat. Montecassino, XIV (luc.), pag. 127.24: (et) non scutulare lu collo de supto lu iugo de la regula, la quale sub tanta longa deliberacione ly fo licitu voy r(e)cusare voy pilgiare.
[1] Poes. an. fior., a. 1347, Chinate i cholli, 1, pag. 206: Chinate i cholli, gente iniqua e prava; / non pure errar per la malvagia via, / ove qual più s'allegia più s'aggrava.
[2] Ingiurie lucch., 1330-84, 179 [1360], pag. 54.16: Tu se' pappaculo di mogliata (e) co(r)na a collo...
3.1 Fras. Drizzare il collo: fare attenzione; rivolgere il proprio interesse.
[1] Dante, Rime, a. 1321, 47.60, pag. 177: E poi che prese l'uno e l'altro dardo, / disse: «Drizzate i colli: / ecco l'armi ch'io volli; / per non usar, vedete, son turbate.
[2] Dante, Commedia, a. 1321, Par. 2.10, vol. 3, pag. 22: Voialtri pochi che drizzaste il collo / per tempo al pan de li angeli, del quale / vivesi qui ma non sen vien satollo...
3.2 Fras. Alzare il collo e la cresta: insuperbire.
[1] Contemptu mundi (II), XIV sm. (tosc.), L. 2, cap. 30, pag. 72.10: Quelli che sono priori non degnono gli amici, non sa quegli che sono noti, dispreza e compagni di fuora, spreza gli antichi amici, si volge in là, inalza gli ochi e 'l vedere, alza el collo e la cresta, dimostra la superbia, parla cose grandi, pensa le cose alte...
4 [Astr.] Parte di una costellazione zoomorfa.
[1] Libri astron. Alfonso X, c. 1341 (fior.), Libro delle stelle fisse, L. 1, pag. 79.12: E la prima di queste che sono nella forma si è in mezzo del capo. La seconda è quella che si fa innanzi a questa, ed è nel chollo.
4.1 [Astr.] Locuz. nom. Collo della serpe: la stella posta nel collo della costellazione chiamata 'serpe'.
[1] Libri astron. Alfonso X, c. 1341 (fior.), Libro delle stelle fisse, L. 1, pag. 70.19: La VIJ è a parte del rivolgimento primo del collo. E chiamasi in arabico hoonc alhaue, che vuol dire 'il collo della serpe'.
4.2 [Astr.] Locuz. nom. Collo di corvo: la stella posta nel collo della costellazione chiamata 'corvo'.
[1] Restoro d'Arezzo, 1282 (aret.), L. I, cap. 7, pag. 13.25: Anco trovamo un'altra stella, ch'è chiamata còllo de corbo...
4.3 [Astr.] Locuz. nom. Collo di idro: la stella posta nel collo della costellazione chiamata 'idro'.
[1] Libri astron. Alfonso X, c. 1341 (fior.), Libro delle stelle fisse, L. 3, pag. 189.1: E chiamasi altressì in arabico hoonc siuah, che vuol dire 'il collo di ydro'.
5 [Per indicare la parte terminale assottigliata e allungata di qsa].
5.1 Manico (della cetra o di altro strumento simile).
[1] Dante, Commedia, a. 1321, Par. 20.22, vol. 3, pag. 329: E come suono al collo de la cetra / prende sua forma...
[2] Ottimo, Par., a. 1334 (fior.)>, c. 20, pag. 453.10: sì come il suono prende forma e distinzione di tuono e semituono, acuto o grave, al collo di quello strumento che con le dita si suona, siccome è cetera, chitarra, o leuto.
5.2 [Con rif. ad un recipiente].
[1] Pegolotti, Pratica, XIV pm. (fior.), pag. 39.16: e la giarra dè essere piena insino al collo, e se fusse scema sì la riempie...
[2] Metaura volg., XIV m. (fior.), L. 1, cap. 20, ch., pag. 208.24: «Chi ponesse uno vasello di vetro pieno d'acqua, come una ampolla o una guastada, in uno altro vasello pieno d'acqua, come in una conca o in una secchia, sì che 'l collo de la guastada piena d'acqua stesse ne la conca piena d'acqua...
5.3 [Anat.] Fras. Collo della madre, della matrice: la parte inferiore dell'utero, collo dell'utero.
[1] Almansore volg., XIV po.q. (fior.), L. I, cap. 27, pag. 95.17: E ancora il collode la matrice si porge e vae a la natura dinançi de la femina, il quale è ne la fenmina sì come la vergha nelli huomini.
[2] Bestiario Tesoro volg., XIV pm. (sen.), cap. 39, pag. 298.14: La sugna del'oca et lo succhio del porro configi insieme et ungi lo collo dela matrice dipo la mestrua: la contratta et ristretta matrice apre et mollifica.
[3] Serapiom volg., p. 1390 (padov.), Erbario, cap. 26, pag. 30.15: E çoa a le ulceracion putride che ven in lo collo de la marixe e a le ulceracion del ventre, quando el se ne fa crestiero de questo legno.
[4] Serapiom volg., p. 1390 (padov.), Erbario, cap. 35, pag. 42.18: E çoa a le piage de li nervi e de le çençive e a le ulceracion in lo collo de la mare.
[5] Thes. pauper. volg. (ed. Rapisarda), XIV (sic.), cap. 153, pag. 79.11: Si la natura di la fimmina fussi troppu aperta ki lu collu di la matri vaxillassi, per quali cosa la conceptioni si impedica.
5.4 [Anat.] Fras. Collo della vescica: la parte inferiore della vescica.
[1] Almansore volg., XIV po.q. (fior.), L. I, cap. 3, pag. 48.18: Et è uno il quale il collode la vescica costringne acciò ke ll'orina nonn escha sanza nostra volontade.
- [Rif. ad animali].
[2] Libro della natura degli animali (C), XIII ui.di. (pis.), cap. 106, pag. 378.5: Molti sono che [[…]]·prendono dele vesciche deli animali, e quello empieno del sangue del castorio e alquanto di pepe, perché paia più forte, poi legano insieme li collidele vesciche perché paia quello vero nerbo che decto avemo di sopra.
[3] Mascalcia L. Rusio volg., XIV ex. (sab.), cap. 148, pag. 289.2: Et alcuna fiata alli c(aval)li difficultate d(e) fare urina p(er) li grossi humo(r)i currenti alla vescica atturanti lu capo et lu collo d(e) la vescica, un(de) se nega l'uscire d(e) la urina…
6 Parte della camicia o della veste che riveste o circonda il collo; colletto.
[1] Doc. aret., 1349-60, pag. 174.6: J paio de panni açurrini, ghonella e guarnaccia collo vaio spicchato e con fresgiatura de bottoncini da collo e a le maneche...
6.1 [Armi] Parte dell'armatura che protegge il collo.
[1] Reg. milizie, 1337 (fior.>lucch.), pag. 511.28: le quali si debbiano tòrre ad loro et ad ciascuno di loro per lo Comune di Firenze per catuna volta et ad catuno di loro, cioè: colli, sporoni, gamberuoli, cosciali, corazze con maniche di ferro...
7 Collo di cera: oggetto votivo.
[1] Doc. spalat., 1358-59, pag. 80.5: Item coli IIII de çera l. VIII s. XIII p. IIII. C.
8 [Derivante da errore di trad.].
[1] Ciampolo di Meo Ugurgieri (ed. Lagomarsini), 1315/21 (sen.), L. 5, pag. 299.15: Il mare, rivolto da le braccia tratte, schiuma, ed ugualmente fendono l'onde, e tutto s'apre il mare rotto da' remi e dai c[o]lli stridenti de le navi. || Cfr. Verg., Aen., V, 143: «convolsum remis rostrisque tridentibus aequor».
[u.r. 17.12.2020]