CONTEZZA (1) s.f.

0.1 cointessa, conteça, conteçça, contessa, conteza, conteze, contezza, contezze, contieçça, cuinteza, cuyteza.

0.2 Da conto 1 agg.

0.3 Bonvesin, Volgari, XIII tu.d. (mil.): 1.

0.4 In testi tosc.: Bono Giamboni, Vizi e Virtudi, a. 1292 (fior.); Betto Mettefuoco, XIII sm. (pis.); Folgóre, Mesi, c. 1309 (sang.); Chiose Selmiane, 1321/37 (sen.).

In testi sett.: Bonvesin, Volgari, XIII tu.d. (mil.); Belcalzer (ed. Ghinassi), 1299/1309 (mant.); Jacopo della Lana, Inf., 1324-28 (bologn.).

0.5 Locuz. e fras. avere contezza 3.1; prendere contezza 1.1.

0.7 1 Rapporto di conoscenza, consuetudine, familiarità. 1.1 Fras. Prendere contezza: trovare familiarità, accoglienza. 2 Presa di conoscenza di qsa prima non noto; ciò che viene portato a conoscenza; notizia. 3 Atto del conoscere, conoscenza, cognizione. 3.1 Fras. Avere contezza: possedere conoscenza, conoscere.

0.8 Valentina Gritti 20.06.2003.

1 Rapporto di conoscenza, consuetudine, familiarità.

[1] Bonvesin, Volgari, XIII tu.d. (mil.), De anima cum corpore, 525, pag. 76: Ben vi k'eo fu al mondo sot toa poëstaria. / Ben vi quel di e quel hom k'eo hev la toa cuinteza: / La nostra compagnia tornadha è in grand dolceza.

[2] Bono Giamboni, Vizi e Virtudi, a. 1292 (fior.), cap. 65, pag. 104.14: Ben veggio che chi ritiene teco amistà, malagevolmente può perire: e questi non scampa per altro de la morte, se non perch'ebbe teco contezza alcuna volta.

[3] Fiore di rett., red. beta, a. 1292 (fior.), cap. 46, pag. 47.14: Allora gli volge, e fa vista di menarglisi a casa; e, vegnendo con loro dicendo molte parole di suo vantamento, sì gli mena ad uno bellissimo albergo d'alcuno suo conto, il quale e' sa che fa un grandissimo convito la mattina, e menagli là entro per conteza c'à con coloro della casa.

[5] Betto Mettefuoco, XIII sm. (pis.), 10, pag. 293: Molt'ho grand'allegressa / de la dolse cointessa / ch'aggio co l'avenente...

[6] Folgóre, Mesi, c. 1309 (sang.), 14.6, pag. 419: Sonet[t]o mio, a Nicolò di Nisi, / colui ch'è pien de tut[t]a gentilezza, / di' da mia parte con molt'alegrezza / che eo so' [a]concio a tut[t]i soi servisi; / e più m'è caro che no[n] val Parisi, / d'aver[e] sua amistade e contezza...

[7] Jacopo della Lana, Inf., 1324-28 (bologn.), c. 29, 109-120, pag. 699, col. 2.5: Or questo Maestro avea conteza cum uno Albaro figliolo secreto del vescovo de Sena; e questo Albaro era una persona vaga e simpla...

1.1 Locuz. verb. Prendere contezza: trovare familiarità, accoglienza.

[1] Boccaccio, Filocolo, 1336-38, L. 4, cap. 74, pag. 459.7: E così ammirandosi di ciò, si trovò tra le tre donne, le quali prima non conoscea, e con loro la sua Biancifiore parea che fosse, e prendesse maravigliosa contezza...

[2] Canzoniere del sec. XIV, a. 1369 (tosc.occ.), 1.78, pag. 8: Or te ne va', sconsolata cansone, / e in quella parte ove trovi allegressa / non prenderai contessa, / perché tu sai che ella è mia nimicha...

[3] Chiose falso Boccaccio, Purg., 1375 (fior.), c. 14, pag. 374.1: E si dicie che Merchurio inamorò d'Erse e ch'egli prese amicizia e contezza colla sirocchia, cioè con Aglauro, la quale gli promisse di fargli avere Erse.

2 Presa di conoscenza di qsa prima non noto; ciò che viene portato a conoscenza; notizia.

[1] Guittone, Rime (ed. Egidi), a. 1294 (tosc.), canz. 29.185, pag. 76: / O bono amore, o bona onni vertù, / male de voi me fu / forse contezza data, lasso!, poi / non amo e seguo voi!

[2] Poes. an. (ed. Panvini), XIII (tosc.), 22.40, pag. 513: andrò, sanza richiamo, / a le che tegno e bramo, / com'astore a pernice: / caldo e fred[d]o mi dice - fare conteze. / Per aver gioia intera / del valor non temere...

[3] Intelligenza (ed. Berisso), XIII/XIV (tosc.), 182.1, pag. 75: Or quivi son dipinte le contezze / di quegli usati e buon' combattitori, / di quegli aspri Roman' le valentezze...

[4] Fr. da Barberino, Doc. Am., 1314 (tosc.), pt. 4 Proemio.7, vol. 2, pag. 348: li primi getta e gli altri par ch'onori; / donde ci dà conteça / che sempre il meglio appreça...

3 Atto del conoscere, conoscenza, cognizione.

[1] Onesto da Bologna, XIII sm. (tosc.), 2.13, pag. 29: ed Amor m'ha dato di sé contezza, / sì ca cciò dir per voi non m'è gravezza.

[2] Trattato di virtù morali, XIII/XIV (tosc.), cap. 4, pag. 25.9: Onestade è dipartita in quattro cose, in Contezza, in Dirittura, in Fortezza, in Attemperanza.

3.1 Locuz. verb. Avere contezza: possedere conoscenza, conoscere.

[1] Belcalzer (ed. Ghinassi), 1299/1309 (mant.), pag. 164.29: No è alcuna persona a qu tant se deza de savir plu colse né meior, com' se des al princep, la cu doctrina è d'utilità a tut ey subdit. Ma que maior colse né colse meior pò savir ye princep cum' avir granda cuyteza de le colse creade da De?

[2] Dante, Commedia, a. 1321, Purg. 20.29, vol. 2, pag. 334: Queste parole m'eran sì piaciute, / ch'io mi trassi oltre per aver contezza / di quello spirto onde parean venute.

[3] Chiose Selmiane, 1321/37 (sen.), cap. 32, pag. 163.22: El detto Amfione fu molto savio e aveva conteçça e usava con grandissime donne e potenti e savie, e per loro senno si chiamavano Muse.

[u.r. 28.05.2009]