STERCO s.m.

0.1 istercho, isterco, sterchi, stercho, sterco, stercora, stercu, stercula, sterku, stirco.

0.2 Lat. stercus (DELI 2 s.v. sterco).

0.3 Guittone, Lettere in prosa, a. 1294 (tosc.): 1.1.

0.4 In testi tosc.: Guittone, Lettere in prosa, a. 1294 (tosc.); <Tesoro volg. (ed. Gaiter), XIII ex. (fior.)>; Bestiario toscano, XIII ex. (pis.); Zucchero, Santà , 1310 (fior.); Chiose Selmiane, 1321/37 (sen.).

In testi sett.: Zibaldone da Canal, 1310/30 (venez.); Parafr. pav. del Neminem laedi, 1342; Ricette bologn., XIV pm.

In testi mediani e merid.: Stat. perug., 1342; Anonimo Rom., Cronica, XIV; Cronaca volg. isidoriana, XIV ex. (abruzz.); Mascalcia L. Rusio volg., XIV ex. (sab.).

In testi sic.: Mascalcia G. Ruffo volg., a. 1368 (sic.).

0.5 Locuz. e fras. sterco nella tua bocca 1.2.

0.7 1 Escremento umano o animale. 1.1 [Come termine di paragone per indicare una cosa vile o peccaminosa]. 1.2 [Espressione di scherno o sfida:] fras. Sterco nella tua bocca. 2 Ammasso di materiali fecali liquidi.

0.8 Pär Larson 03.04.2003.

1 Escremento umano o animale.

[1] Bestiario moralizz., XIII (tosc./aret.-castell.), 48.3, pag. 836: La luppica bellissima è di fore, / con belle penne sì fa portamento; / de sterco è nata, e in esso vive e more, / de quello cibo piglia nutrimento.

[2] <Tesoro volg. (ed. Gaiter), XIII ex. (fior.)>, L. 1, cap. 54, vol. 1, pag. 136.2: Egli seppelliva li morti con le sue mani. Poi acciecò per sterco di rondine, che gli venne negli occhi; ma in fine Dio gli rendè la veduta, da ivi a dieci anni, e diègli grande ricchezza.

[3] Bestiario toscano, XIII ex. (pis.), cap. 81, pag. 92.24: e per tale engegno enganna la volpe lo tasso e tolleglie la sua tana, cioè che ella glie soça la sua tana collo suo sterco e colla sua urina, la quale si è molto puççulente, e per tal modo la toglie la volpe al tasso, però che ll'abandona.

[4] Zucchero, Santà , 1310 (fior.), Pt. 2, [cap. 1], pag. 124.30: Se voi li volete inbiancare togliete isterco di rondine, seme di raffano e un poco di zolfo, e spolverezate, e stenperate in acieto con fiele di vacha, e ungnietene i chapelli; ma sieno affumati inprima con fumo di zolffo.

[5] Zibaldone da Canal, 1310/30 (venez.), pag. 97.6: tuo' lo sugo de la foia del perer e l'axedo e la cllara de l'ovo e la tera blancha de li pilliçeri e la farina che volla per lo parer de li mollini e llo stercho de l'axeno, tute queste cosse mestega ben insenbre e metille sovra lo pllano del cavo e sovra lo fronte e tenillo cossì sovra IJ ore o IIJ e lo sangue se stagnerà ben.

[6] Parafr. pav. del Neminem laedi, 1342, cap. 29, pag. 141.3: Lo stercho de le bestie si è utel e bon da ingrassar le terre, ma el no starave ben mete'-lo in descho.

[7] Stat. perug., 1342, L. 3, cap. 92, par. 1, vol. 2, pag. 146.3: ordenamo ke quignunque mecterà sterco overo altra turpitudene en la bocca d'alcuno overo buglierà sterco overo altra turpitudene en la faccia d'alcuno, sì ke ad esso la faccia socçerà, paghe per nome de pena al comuno de Peroscia per ciascuna fiada doiecento libre de denare.

[8] Bestiario Tesoro volg., XIV pm. (sen.), cap. 80, pag. 339.18: Se delo sterco delo alifante sufumicherai la casa dove sieno pulci, tutte morranno incontanente.

[9] Ricette bologn., XIV pm., pag. 268.25: Empiastro che [...] facto per misere Biancho da Bollogna che ne le postema in lo cerebro e çovolli perfectamente. Toi stercho de collunbo, senape polveriçato sotilamente de çascaduna unça meça, cantarelle bene polveriçate drama j, mele che basti.

[10] Piero Ubertino da Brescia, p. 1361 (tosc.), pag. 15, col. 2.24: Item al panno e a ongni macchia grossa e ungula: R(ecipe) salgemmo, osso di seppia, istercho di fanciullo vergine an., e chatuno ardi in forno o testo o pentola di terra...

[11] Mascalcia G. Ruffo volg., a. 1368 (sic.), cap. 13, pag. 584.40: Et una altra infirmitati aveni a lu cavallu, la quali dessicca li interiuri e lu corpu smagrixi, e getta lu cavallu lu sterku fitenti, e puti comu stercu di l'omu e plui, e falli naxiri vermi in lu fundamentu, quandu russi quandu blanki...

[12] Maramauro, Exp. Inf., 1369-73 (napol.>pad.-ven.), cap. 13, pag. 244.25: Enea fugendo de Troia, con le sue nave gionsero ne l'isola de le Scrofade e, stando a mangiare, de subito li sopravenero queste Arpie volando, e dederse sopra la tavola e guastoli tute le vidande e tute le alordaro de sterco.

[13] Anonimo Rom., Cronica, XIV, cap. 12, pag. 98.23: Alquanti dìe se tenne lo duca renchiuso con soa iente in quello palazzo. Alla fine lo fetore dello sterco e della orina granne era. Meglio veniva de morire che morire de fetore. Non potevano campare.

[14] Thes. pauper. volg. (ed. Rapisarda), XIV (sic.), cap. 21, pag. 32.17: [3] Item facti fari unu bangnu dundi mecti tucti li stercula ki poi atrovari: maraviglusamenti risolvirà omni vintositati. || Cfr. Thes. pauper., XII, 5: «balneum, in quo ponantur diversa stercora...».

[15] Cronaca volg. isidoriana, XIV ex. (abruzz.), pag. 123.27: V Camera Ne la quinta camera se gectavano tucti li sterchi et immunditie delli ditti animali, et questa ultima camera se chiamava sentina.

[16] Mascalcia L. Rusio volg., XIV ex. (sab.), cap. 138, pag. 270.1: CXXXVIII. Mo(l)te fiate advene allo cavallo mangnante lu corpo et siccantelo dent(ro) <a lu c.>; et fa multo fete(re) lo ste(r)co como ste(r)co humanu, et plù ch(e) q(ue)llo dello quale se sole criare li ne(r)vi russi voi bla(n)ci...

1.1 [Come termine di paragone per indicare una cosa vile o peccaminosa].

[1] Guittone, Lettere in prosa, a. 1294 (tosc.), 10, pag. 131.8: Quanto donque, quanto guardare dovete bono tanto e tale, per cui grasiose tanto e presiose, e fôr cui donna è vile come in via è sterco?

[2] Cavalca, Esp. simbolo, a. 1342 (pis.), L. 2, cap. 20, vol. 2, pag. 322.9: E per questo rispetto li peccatori son chiamati per la Scrittura or cani, or porci, or giumenti, or puzza, or sterco, e per altri nomi vituperosi.

[3] Jacopo Passavanti, Tratt. superb., c. 1355 (fior.), cap. 7, pag. 229.8: Onde la Scrittura dice, che la vita nostra è più vile che 'l fango; anzi, uno sacco di sterco e di sozzurra.

[4] Teologia Mistica, 1356/67 (sen.), cap. 3, 1, pag. 61, col. 1.20: In questo adunque regno signoreggia l'anima quando con superni desiderii si stende, cercando altrove riposo, dicendo con l'Apostolo: tutte le cose riputai come sterco acciò ch'io guadagnasse Cristo. || Cfr., nella Bibbia, Phil. 3.8: «omnia detrimentum feci et arbitror ut stercora ut Christum lucri faciam».

[5] Giovanni Colombini, a. 1367 (sen.), 6, pag. 23.7: pregovi che nuovamente, di nuovo e maggiore amore, con piena e perfetta fede voi vi raccendiate all'amore e fuoco del dilettoso Jesù Cristo, di lui tutte vi rivestite, tutte in lui vi trasformiate. Sapete bene, dilette mie, ch'egli è ogni bene e ogni diletto, e ciò ch'è senza lui, si è peggio che sterco puzzolente.

[6] Maramauro, Exp. Inf., 1369-73 (napol.>pad.-ven.), cap. 18, pag. 309.23: L'alegoria de costoro che se puniscono in questo sterco putrido è questa: che l'omo il qual ha la mente viciosa è come sterco invechiato che, fin che sta ascoso a la privata, non ne vene tanta puza, né se pò cognoscere per vista.

[7] Leggenda Aurea, XIV sm. (fior.), cap. 115, S. Bernardo, vol. 3, pag. 1012.11: Veggendo quella che neuno de' fratelli non le si faceva innanzi, anzi da uno de' monaci, che era allora portinaio, fu chiamata sterco imbrattato, tutta quanta si risolvette in lagrime, e disse: «Se io sono peccatrice, per cotali morìo Cristo...

1.2 [Espressione di scherno o sfida:] fras. Sterco nella tua bocca.

[1] Arrighetto (ed. Bonaventura), XIV (tosc.), pag. 183.30: E doppia morte m'è a non avere morte, la quale io lieto ricievo quando Iddio me la darà; e dopo questa morte, isterconella tua bocca. || Cfr. Arrigo da Settimello, Elegia, II, 84:«Post hanc stercus in ore tuo».

2 Ammasso di materiali fecali liquidi.

[1] Dante, Commedia, a. 1321, Inf. 18.113, vol. 1, pag. 309: Quivi venimmo; e quindi giù nel fosso / vidi gente attuffata in uno sterco / che da li uman privadi parea mosso. / E mentre ch'io là giù con l'occhio cerco, / vidi un col capo sì di merda lordo, / che non parëa s'era laico o cherco.

[2] Chiose Selmiane, 1321/37 (sen.), cap. 18, pag. 93.16: Nota, lectore, ch'è un'altra gieneratione di ruffiani che ingannano le femine con lusinghe, e poi a tradimento le conducono in obbrobrio, e di ciò essi ruffiani si reggono e conduchono, e sì come di vili cose e vittuperevoli si condussero e vissero, così in questo stercho con puçça e con fastiggio e lordura si tormentano.

[3] Boccaccio, Argomenti, 1353/72 (?), Inf. 147, pag. 239: E quindi Alesso Interminelli / in uno sterco vide assai palese / pianger le sue lusinghe; e quindi quelli / che sottosopra in terra son commessi / per simonia; e lí par che favelli / con un papa Nicola...

[u.r. 10.03.2022; doc. parzialm. aggiorn.]