CÒNDERE v.

0.1 conde, conditi, condito, cóndito.

0.2 Lat. condere

0.3 Inghilfredi, XIII sm. (lucch.): 1.

0.4 In testi tosc.: Inghilfredi, XIII sm. (lucch.); Mazz. Bell., Storia (ed. Gorra), 1333 (pist.); Cavalca, Specchio de' peccati, c. 1340 (pis.).

In testi sic.: Sposiz. Pass. s. Matteo, 1373 (sic.).

0.6 N Doc.: cit. tutti i testi.

0.7 1 Ridurre a una certa condizione (?). 2 Creare (per opera divina). 3 Sottrarre alla vista, occultare?

0.8 Anna Radaelli 25.03.2003.

1 Ridurre a una certa condizione (?). || Il successivo di avrebbe valore strumentale (l'ed. trascura di commentare).

[1] Inghilfredi, XIII sm. (lucch.), 3.32, pag. 98: Tal è 'l disio c'ho 'nde / che sì spesso mi conde / d'un agghiadato pensier crudo e resto...

2 Creare (per opera divina).

[1] Gl Cavalca, Specchio de' peccati, c. 1340 (pis.), cap. 4, pag. 32.7: Onde, come anche dice s. Gregorio, l'uomo è condito, cioè ordinato, e fatto sotto a Dio, ed allora torna egli alla qualità della sua condizione, quando se non antipone, ed hae in reverenzia l'equitade, e la giustizia del suo giudice, pogniamo che non la intenda.

[2] Cavalca, Esp. simbolo, a. 1342 (pis.), L. 1, cap. 40, vol. 2, pag. 38.9: Onde, e però anco dice: L'uomo è cóndito, e fatto da Dio, e sotto a Dio, ed allora ritorna egli alla egualità della sua condizione, quando innanzi pone al suo parere, e volere la equità del suo giudice, poniamo, che non la intenda, perchè ingiusta essere non può quella pena, o quella cosa, la quale ci permette il giusto Creatore. Poichè dunque l'uomo si conosce da Dio, dee pazientemente portare li suoi flagelli, ed a lui solo vivere, non a se.

[3] Sposiz. Pass. s. Matteo, 1373 (sic.), Prologo, cap. 8, vol. 1, pag. 32.14: comu veni kistu peccatu originali? Respondeo: Quandu Adam et Eva foru conditi, foru dotati di lu dunu di la originali iusticia; quandu ipsi peccaru, foru spuglati di la gracia et di lu dunu di la originali iusticia.

3 Sottrarre alla vista, occultare?

[1] Mazz. Bell., Storia (ed. Gorra), 1333 (pist.), pag. 454.11: Stando Paris ad Tenedon, secondo che felicemente vi si posò, la reina Elena stava con molta angoscia cogli altri prigioni secondo lo parere dele persone, perciò che continuamente bagnava la faccia e 'l petto di lagrime, piangendo e con molti singhiozzi ricordando lo marito e li fratelli e la figliuola e la patria e gli altri a lei conditi, sì che spessamente lamentandosi sanza riposo, non prendea alcuno cibo da mangiare, nè da bere.

[u.r. 20.04.2009]