CONTRAPASSO s.m.

0.1 contrapasso.

0.2 Lat. mediev. contrapassum.

0.3 Dante, Commedia, a. 1321: 1.

0.4 In testi tosc.: Dante, Commedia, a. 1321.

0.6 N Att. solo in Dante e in commenti alla Commedia.

Doc.: cit. tutti i testi.

0.7 1 Corrispondenza tra la colpa e la pena.

0.8 Valentina Gritti 23.08.2003.

1 Corrispondenza tra la colpa e la pena.

[1] Dante, Commedia, a. 1321, Inf. 28.142, vol. 1, pag. 488: Perch'io parti' così giunte persone, / partito porto il mio cerebro, lasso!, / dal suo principio ch'è in questo troncone. / Così s'osserva in me lo contrapasso».

[2] Gl Jacopo Alighieri, Inf. (ed. Bellomo), 1321-22 (fior.), 28, pag. 200.21: Onde figurativamente qui sanza il capo il suo busto si pone, a dimostrare che, cosí come partí la congionzione del padre al figliuolo che tanto è unita, che cosí da sè partito proceda. La qual giustizia, anticamente in ciascun malefizio cosí nel mondo osservata, 'contrapasso' volgarmente era detta.

[3] Gl Maramauro, Exp. Inf., 1369-73 (napol.>pad.-ven.), cap. 28, pag. 426.23: Questo miser Beltramo rende la ragione de la sua pena, como chiaro appare. E però dice lo contrapasso, quasi dicat: «A quel modo ch'io pecai, a quel modo la divina iustitia me ha punito».

[4] Francesco da Buti, Inf., 1385/95 (pis.), c. 28, 127-142, pag. 732.11: Così si osserva in me lo contrapasso; cioè com'io passai contra lo debito della ragione, facendo tale divisione...

[u.r. 28.05.2009]