CONCLUSIONE s.f.

0.1 chonclusione, conchiusione, conchiusioni, conclusio, conclusion, conclusïon, conclusione, conclusioni, conclusiuni, concluxiom, concluxione, concluzione, concrusione, conglusioni.

0.2 Lat. conclusio, conclusionem (DELI 2 s.v. concludere).

0.3 Brunetto Latini, Rettorica, c. 1260-61 (fior.): 1.

0.4 In testi tosc.: Brunetto Latini, Rettorica, c. 1260-61 (fior.); Trattati di Albertano volg., a. 1287-88 (pis.); Folgóre, Mesi, c. 1309 (sang.); Giovanni Colombini, a. 1367 (sen.).

In testi sett.: Jacopo della Lana, Purg., 1324-28 (bologn.).

In testi mediani e merid.: Stat. assis., 1329; Neri Moscoli, Rime, XIV pm. (castell.).

0.5 Locuz. e fras. fare conclusione 4.5; in conclusione 4.4; per conclusione 4.4; prendere conclusione 4.2.

0.7 1 Ciò che si scrive come chiusa, considerazione finale (di un'argomentazione, di un discorso, di un'opera). 1.1 [Ret.] L'ultima delle parti in cui si divide il discorso secondo la retorica. 1.2 Versi finali di un componimento poetico, commiato, congedo. 2 Conseguenza logica che deriva da una serie di argomenti; dimostrazione, deduzione. 2.1 [Filos.] Proposizione terminale del sillogismo. 2.2 [Generic.:] conclusione che si trae da ragionamenti, esperienze, avvenimenti. 3 Fine ultimo, scopo. 4 Termine, compimento (di un evento, di un'azione), risultato finale; risoluzione, scelta. 4.1 [Detto della morte:] ciò che sancisce la fine dei beni mondani. 4.2 Locuz. verb. Prendere conclusione: venire a capo, finire. 4.3 [Detto di un accordo:] stipulazione. 4.4 Locuz. avv. In, per conclusione: infine, insomma, per concludere. 4.5 Locuz. verb. Fare conclusione: smettere, porre fine a qsa; concludere.

0.8 Sara Ravani 29.09.2003.

1 Ciò che si scrive come chiusa, considerazione finale (di un'argomentazione, di un discorso, di un'opera).

[1] Brunetto Latini, Rettorica, c. 1260-61 (fior.), pag. 37.17: Et qui si parte il conto e fae un'ultima conclusione in questo modo: Tullio conclude in somma.

[2] Bono Giamboni, Trattato, a. 1292 (fior.), cap. 33 rubr., pag. 155.7: Concrusione di questo Trattato, e come, dopo il consiglio dato, la Filosofia si partì dal figliuolo.

[3] Guittone, Rime (ed. Egidi), a. 1294 (tosc.), son. 251 rubr., pag. 274.22: Conclusione per la qual se conclude come l'amante solamente per le sovraditte figure e sposizione si dovrebbe fuggendo partir da l'Amore.

[4] Fr. da Barberino, Rime, a. 1314 (tosc.), 3.107, pag. 239: E questa non può già ben veder pura / conclusïon d'esto mio dir, se crede, / leggendo quel che vede, / poter trovar da dolor infinito / di certo fin alcun sermon fornito.

[5] Stat. fior., c. 1324, cap. 25 rubr., pag. 56.1: De la generale conclusione ed osservagione de' detti Ordinamenti de la Giustizia.

[6] Stat. assis., 1329, rubr., pag. 178.37: La conclusione de tucte i dicte statute.

- [Come personificazione].

[7] Fr. da Barberino, Regg., 1318-20 (tosc.), pt. 20, cap. 1.9, pag. 419: Vedete qui Conclusion, che siede: / Una matura donna in ferma veste, / C'à volta al pome la punta alla spada.

1.1 [Ret.] L'ultima delle parti in cui si divide il discorso secondo la retorica.

[1] Brunetto Latini, Rettorica, c. 1260-61 (fior.), pag. 82.11: l'altre parti della diceria, le quali [[...]] che siano sei: Exordio, narrazione, partigione, confermamento, riprensione e conclusione.

[2] Brunetto Latini, Rettorica, c. 1260-61 (fior.), pag. 152.19: Ma tuttavolta, di qualunque materia sia, nelle tre di queste sei parti s'accorda bene la pistola colla diceria, cioè nello exordio, narrazione e nella conclusione...

[3] Gl Andrea da Grosseto (ed. Selmi), 1268 (tosc.), L. 1, cap. 7, pag. 37.14: E se tu volessi parlare per pistola, cioè per alcuna lettera che tu mandassi, imprima de' ponere la salutazione, poi l'esordio cioè alcuna similitudine, e poi la narrazione cioè che quel tu manderai a dire, e poi la pitizione cioè si tu voli addomandare alcuna cosa, e poi la concluzione cioè inponere fine al detto tuo.

[4] Trattati di Albertano volg., a. 1287-88 (pis.), De doctrina, cap. 6: Se verame(n)te di pistule tracterai, primame(n)te pone la salute, in del s(e)c(on)do luogo l'exordio, cioè lo inconi(n)ciame(n)to dipo la salute, terso lo dicto, quarto lo dima(n)do, qui(n)to la co(n)clusione.

[5] Gl Fiore di rett., red. beta, a. 1292 (fior.), cap. 31, pag. 29.5: È un altro ornamento che s'appella conclusione, il quale à luogo quando, di quello ch'è detto o fatto, per brievi argomenti quel che di necessità si seguita si conchiude...

[6] Gl Fiore di rett., red. beta, a. 1292 (fior.), cap. 65, pag. 70.14: Conclusione è la sesta parte della diceria...

[7] Gl <Tesoro volg. (ed. Gaiter), XIII ex. (fior.)>, L. 8, cap. 16, vol. 4, pag. 68.1: Conclusione è la diretana parte, e la confermazione del conto. Queste sono le sei parti del conto, secondo la sentenza di Tullio.

1.2 Versi finali di un componimento poetico, commiato, congedo.

[1] Folgóre, Mesi, c. 1309 (sang.), 14 tit..1, pag. 419: La conclusione. / Sonet[t]o mio, a Nicolò di Nisi,colui ch'è pien de tut[t]a gentilezza,di' da mia parte con molt'alegrezza che eo so' [a]concio a tut[t]i soi servisi...

2 Conseguenza logica che deriva da una serie di argomenti; dimostrazione, deduzione.

[1] Questioni filosofiche, p. 1298 (tosc. sud-or.), L. I, pt. 2, cap. 3, pag. 38.20: La seconda via per la quale se demostra ke non è rationale ène considerando ke cosa ène rationale in sé, ke non è altro ke virtude intellectiva discursiva d'alcuni principii ad alcuna conclusione vera descendente d'alcuni principii veri...

[2] Jacopo della Lana, Purg., 1324-28 (bologn.), c. 15, 64-81, pag. 293, col. 2.12: Çoè, questa è una rasone formada da exempio naturale, ma theología forma soe conclusiuni per auctorità de' Santi...

[3] Libro Jacopo da Cessole, XIV m. (tosc.), III, cap. 5, pag. 92.12: conviene sapere la lettera della grammatica, le proposizioni e le conclusioni della dieletica, et il bello parlare della rettorica...

2.1 [Filos.] Proposizione terminale del sillogismo.

[1] Dante, Convivio, 1304-7, IV, cap. 15, pag. 362.9: ché sono molti di sì lieve fantasia, che in tutte le loro ragioni transvanno, e anzi che silogizzino hanno conchiuso, e di quella conclusione vanno transvolando nell'altra...

[2] Pistole di Seneca, a. 1325? (fior.), 48, pag. 102.17: Tu mi muti, e volgi le parole, e contimi le sillabe, e s'i' non ti fo quistioni, e soffismi sottili, e per falsa conclusione t'affermo la bugia...

[3] Alberto della Piagentina, 1322/32 (fior.), L. 4, cap. 4, pag. 150.20: ragionevole cosa è che dimostri, o vero alcuna cosa esser falsa dinanzi andata, o ver la conferenza delle proposizioni non essere alla conclusione efficace...

[4] Ottimo, Par., a. 1334 (fior.), c. 24, pag. 532.18: È sillogismo ec., cioè le proposizioni e conclusioni...

2.2 [Generic.:] conclusione che si trae da ragionamenti, esperienze, avvenimenti.

[1] Boccaccio, Decameron, c. 1370, VIII, 1, pag. 507.13: La donna, dopo molte novelle, venne a questa conclusione, che ella era presta di far ciò che Gulfardo volesse dove due cose ne dovesser seguire...

3 Fine ultimo, scopo.

[1] Neri Moscoli, Rime, XIV pm. (castell.), 103.8, pag. 648: entender pòi ormai, non se' de legno, / la conclusion che vòl questo seguire.

4 Termine, compimento (di un evento, di un'azione), risultato finale; risoluzione, scelta.

[1] Giovanni Colombini, a. 1367 (sen.), 91, pag. 221.7: Io gli notificai il più breve ch'io seppi che ci mosse, e che vita tenevamo, e dimandava, e io rispondeva [[...]] e puoi disse a uno che ci vestisse; e la conchiusione si fu che noi eravamo alla sua ubidienza...

4.1 [Detto della morte:] ciò che sancisce la fine dei beni mondani.

[1] Jacopo Passavanti, Specchio, c. 1355 (fior.), dist. 3, cap. 2, pag. 45.19: Io lascio alle rane il gracidare e a' corvi il crocitare, e le cose vane del mondo agli uomini vani; e io me ne vado a tale loica, che non teme la conclusione della morte: cioè alla santa Religione.

4.2 Locuz. verb. Prendere conclusione: venire a capo, finire.

[1] Matteo Villani, Cronica, 1348-63 (fior.), L. 9, cap. 74, vol. 2, pag. 391.22: lla convegna era perprendere tosto conclusione, e temendo forte che ciò non venisse fatto...

4.3 [Detto di un accordo:] stipulazione.

[1] Doc. sen., 1367, 6, pag. 144.27: Li ambasciadori de lo 'mperadore et del re d'Ongaria sono anco qui: dicesi che aspectaranno la conchiusione di questa lega.

4.4 Locuz. avv. In, per conclusione: infine, insomma, per concludere.

[1] Cavalca, Ep. Eustochio, a. 1342 (pis.), cap. 10, pag. 419.7: onde lasso di più parlarne, ma voglioti dire per conclusione quello, che addivenne nella contrada di Nitria.

[2] Doc. fior., 1372-75, pag. 41.17: Sicchè in chonclusione noi rafermiamo questa conpangnia co' medesimi patti e modi e condizioni che è stata la passata scritta di patti.

[3] A. Pucci, Arte del dire, a. 1388 (fior.), 12.12, pag. 303: E per conclusion tanto t'aggiungo, / che s' tu non fussi ingegnoso e provviso, / ciò che t'ò scritto non varrebbe un fungo.

[4] Sacchetti, Trecentonovelle, XIV sm. (fior.), 189, pag. 470.27: ché in conclusione Lorenzo durò grandissima fatica circa d'un mese, e mai non poteo fare scendere li mille, né salire li cinquecento.

4.5 Locuz. verb. Fare conclusione: smettere, porre fine a qsa; concludere.

[1] Sacchetti, Trecentonovelle, XIV sm. (fior.), 133, pag. 294.16: Ed era sì infiammato, che Uberto non potea fare conclusione al suo dire...

[u.r. 13.11.2020]