0.1 contaminaçion, contaminazione, contaminazioni.
0.2 Lat. contaminatio, contaminationem (DELI 2 s.v. contaminare).
0.3 Ottimo, Inf., a. 1334 (fior.): 1.
0.4 In testi tosc.: Ottimo, Inf., a. 1334 (fior.); Cavalca, Atti Apostoli, a. 1342 (pis.); Teologia Mistica, 1356/67 (sen.).
0.6 N Doc.: cit. tutti i testi.
0.7 1 Atto per cui qsa è reso impuro o infetto (anche fig.; gen. in senso morale). 1.1 Sacrilegio, violazione. 2 Atto impuro, disonorevole, vergogna. 3 Offesa. disonore.
0.8 Ilaria Zamuner 09.07.2003.
1 Atto per cui qsa è reso impuro o infetto (anche fig.; gen. in senso morale).
[1] Ottimo, Inf., a. 1334 (fior.), c. 5, proemio, pag. 70.7: nel carnale diletto, dics'elli, nulla cosa v'è magnifica, nulla che si convegna alla prossimana di Dio; questa sozzura è contaminazione del corpo...
[2] Teologia Mistica, 1356/67 (sen.), cap. 2, 2, pag. 52, col. 1.10: Onde si conviene che ella inchini sì le orecchie dell'affetto a quello benignissimo padre per lo quale ella è ingenerata nella vita dell'amore, e apra sì l'occhio dell'intelletto dentro, che ella s'accosti con tanto ardore d'amore al padre spirituale e la sua magione desideri, che per suo amore ella dimentichi el paese e' parenti, e senza contaminazione di niuna cosa adornata di virginale bellezza piaccia a quello celestiale sposo...
[1] Cavalca, Atti Apostoli, a. 1342 (pis.), cap. 19, pag. 111.17: e però io giudico e ditermino, che quegli, che di stato di paganesimo si convertono a Cristo, non sieno molestati, nè sieno loro imposte altre cerimonie, se non che si scriva loro, che si astengano dalle contaminazioni de' simulacri, cioè idoli, e dalla fornicazione, e da animali suffocati, e da sangue.
[2] Bibbia (08), XIV-XV (tosc.), 1 Mc 4, vol. 8, pag. 421.21: [43] E nettarono li santuarii, e portarono le pietre della contaminazione in luogo non netto.
2 Atto impuro, disonorevole, vergogna.
[1] Apollonio di Tiro, XIV m. (tosc.-venez.), incipit, pag. 17.39: et ella lo preghava con lagrime, ch'ello non laghasse fare a quella alghuna contaminaçion ni vilania. Et chosì ello inpensando ço ch'ello devesse fare de quella çovençella, propuose de metterla in lo monistier de Dyana in lo qual erano molte muoneghe, in lo qual luogho ella osservava chastitade.
[1] Boccaccio, Decameron, c. 1370, VI, 3, pag. 413.15: Alla Nonna parve che quelle parole alquanto mordessero la sua onestà o la dovesser contaminare negli animi di coloro, che molti v'erano, che l'udirono; per che, non intendendo a purgar questa contaminazione ma a render colpo per colpo, prestamente rispose...
[u.r. 19.11.2020]