COMPARTIRE v.

0.1 chonpartirla, comparta, compartano, comparte, compartendo, compartendola, comparti, compartì, compartia, compartido, compartìo, compartir, compartirà , compartire, compartiscie, compartite, compartiti, compartito, compartiva, comparto, compartono, compartute, conparte, conpartido, conpartirono, conpartivi, conparto.

0.2 Lat. compartiri (DELI 2 s.v. compartire).

0.3 Andrea da Grosseto (ed. Selmi), 1268 (tosc.): 1.

0.4 In testi tosc.: Andrea da Grosseto (ed. Selmi), 1268 (tosc.); Brunetto Latini, Tesoretto, a. 1274 (fior.); <Egidio Romano volg., 1288 (sen.)>; Inghilfredi, XIII sm. (lucch.); Lunardo d. G., XIII sm. (pis.).

In testi sett.: Bonvesin, Volgari, XIII tu.d. (mil.); Jacopo della Lana, Par., 1324-28 (bologn.); Enselmino da Montebelluna, XIV pm. (trevis.); Enrico Dandolo, Cron. Venexia, 1360-62 (venez.).

In testi mediani e merid.: Anonimo Rom., Cronica, XIV; Destr. de Troya, XIV (napol.).

0.7 1 Distribuire (per lo più equamente o in modo equilibrato) gli elementi di un insieme (tra diverse persone, tra luoghi diversi, in diverse classificazioni, destinandoli a diverse destinazioni o impieghi). 1.1 Avere o tenere qsa in comune con qno, spartire. 2 Dividere qsa in parti; separare una cosa da un'altra con un confine o una linea di demarcazione. 2.1 Rivolgere una propria facoltà alternativamente a una cosa o a un'altra. 2.2 Pron. Dedicarsi, impegnarsi in un'attività. 3 Reggere, governare. 3.1 Pron. Governarsi, condursi, comportarsi. 4 Giudicare, considerare. 4.1 Disporre, decidere. 5 Pron. Avere una det. estensione; estendersi.

0.8 Gian Paolo Codebò 16.08.2003.

1 Distribuire (per lo più equamente o in modo equilibrato) gli elementi di un insieme (tra diverse persone, tra luoghi diversi, in diverse classificazioni, destinandoli a diverse destinazioni o impieghi).

[1] Andrea da Grosseto (ed. Selmi), 1268 (tosc.), L. 3, cap. 19, pag. 257.20: Et s'elli t'ama poco, non essere acceso in suo amore e in sua amistà; perciò che male compartirà l'amistà infra gli amici, quando l'un porrebbe per l'altro l'anima e 'l corpo e l'avere, e l'altro poco cura di lui.

[2] Bonvesin, Volgari, XIII tu.d. (mil.), Vulgare de elymosinis, 570, pag. 258: Vezand ke söa blava era portadha via, / Ke 'l so fïol ai poveri l'aveva compartia, / Ella se desmostrava sí grama e sí stremia...

[3] <Egidio Romano volg., 1288 (sen.)>, L. 1, pt. 2, cap. 11, pag. 40.13: uno o re, o duca, il quale in ragione delle loro virtù e dignità, gli onori e i beni gli dee compartire.

[4] Fr. da Barberino, Doc. Am., 1314 (tosc.), pt. 1, docum. 23.41, vol. 1, pag. 292: E tra llor ben comparta / lo merito e gl'incarchi...

[5] Ottimo, Par., a. 1334 (fior.), c. 13, pag. 309.10: quelle che sono intra queste due grandezze compartono, secondo maggiore e minore, per IJ, IIJ, IIIJ, V magnitudini; quelle della prima magnitudine sono XV stelle.

[6] Enrico Dandolo, Cron. Venexia, 1360-62 (venez.), pag. 293.5: Stadi per più giorni in Costantinopoli, messer lo duxe et baroni et tucti li altri deli exerciti, cum grande goglia et alegreça, de l'aver trovado, digo de moneda, fo conpartido drectamente per tucti quelli.

[7] Anonimo Rom., Cronica, XIV, cap. 27, pag. 250.21: Li capitanii allora li dunaro milli fiorini, cinqueciento per uno, in doi vorze. Quella pecunia lo tribuno compartìo alli sollati.

[8] Destr. de Troya, XIV (napol.), L. 17, pag. 172.37: E da la parte de li Troyani vennero tutti quilli ri li quali erano stati venuti in soccurso de Troya e de lo re Priamo co la multetudene de la gente loro, insembla coll'altre schere, le quale avea ordenate e compartute Hector per la vattaglya de quillo iuorno de li cavalieri e dell'altra gente de Troya.

1.1 Avere o tenere qsa in comune con qno, spartire.

[1] Poes. an. tosc. occ., XIII, 34, pag. 442: Fin tuto mi parto / cho· lor non conparto / perché tuttor disparto / lo mio, per mala via. / Perch'è ta[l] lor usansa...

[2] Jacopo della Lana, Par., 1324-28 (bologn.), c. 27, 16-27, pag. 596, col. 1.2: La provedenza, çoè Deo retore de quel beato coro, il quale cun so ordene comparte soa gloria, e dispensa come li piace.

[3] Enselmino da Montebelluna, XIV pm. (trevis.), 73, pag. 6: chossì de la mia pena amara e grande / me serà plu restoro a chonpartirla / chon zaschadun fedel che la domande.

[4] Gradenigo, Quatro Evangelii, 1399 (tosc.-ven.), c. 38.277, pag. 265: Et già me parto / da questo mondo tristo plen de mali / et vengo ad te, col qual tutto conparto.

2 Dividere qsa in parti; separare una cosa da un'altra con un confine o una linea di demarcazione.

[1] Brunetto Latini, Tesoretto, a. 1274 (fior.), 1090, pag. 214: Da questo mar si parte / lo mar che non comparte, / là v'è la regïone / di Vinegia e d'Ancone: / così ogn'altro mare / che per la terra pare / di traverso e d'intorno, / si move e fa ritorno / in questo mar pisano / ov'è 'l mare Occïano. || Contini: 'non si divide ulteriormente in parti'.

[2] Jacopo Alighieri, Inf. (ed. Bellomo), 1321-22 (fior.), 3, pag. 101.6: la essenza di tutta la qualità rea figurativamente in forma d'una ritonda fossa in su l'ambito della terrestre spera immaginata si pone, ampia di sopra per circunferenza di [...] miglia e apuntata di sotto, la quale punta il centro dell'universo in sé ritegna; compartendola in nove parti, cioè gradi, l'uno sotto l'altro circustantemente degradando...

[3] Ventura Monachi (ed. Corsi), a. 1348 (fior.), Ben ha Giove.6, pag. 72: il sito ch'è piú degno / ne l'emisperio ch'Apenin comparte...

2.1 Rivolgere una propria facoltà alternativamente a una cosa o a un'altra.

[1] Dante, Commedia, a. 1321, Purg. 25.126, vol. 2, pag. 439: per ch'io guardava a loro e a' miei passi, / compartendo la vista a quando a quando.

2.1.1 Alternare due diverse attività. Dividere il proprio tempo tra due differenti attività.

[1] Fazio degli Uberti, Dittamondo, c. 1345-67 (tosc.), L. 3, cap. 19.7, pag. 237: feci come uom, che volentier comparte / l'andar con le parole, per men noia / e per trar frutto del suo dire in parte.

2.2 Pron. Dedicarsi, impegnarsi in un'attività.

[1] ? Inghilfredi, XIII sm. (lucch.), 2.24, pag. 89: Ciascuno 'n tal mistieri si comparte: / lo meo cor parte - vedendo regnare / folli' ed orgoglio.

3 Reggere, governare.

[1] Fazio degli Uberti, Rime varie, a. 1367 (tosc.), 6.3, pag. 47: io giuro per Colui, che 'l ciel comparte, / che mai col cor da voi lontan non fui.

[2] Gradenigo, Quatro Evangelii, 1399 (tosc.-ven.), c. 34.2, pag. 231: Mille et mille mercede, et più de mille / de laude rendo a cui tutto conparte, / perché ognor più se acce(n)de mee faville.

3.1 Pron Governarsi, condursi, comportarsi.

[1] Lunardo d. G., XIII sm. (pis.), 41, pag. 291: mant'ha di male palpe; / chi bon senn'ha rifallo, / e chi ben si comparte / vive come 'n mar salpe.

4 Giudicare, considerare.

[1] Monte Andrea (ed. Minetti), XIII sm. (fior.), tenz. 98.4, pag. 253: Eo saccio ben che volontà di parte / a me nom punge il core in mala parte, / sì che giamai per me fossoro sparte / parole di menzongna, chi ben comparte. || Minetti: 'considera'.

4.1 Disporre, decidere.

[1] Bart. Cast. Pieve, Benché, 1370 (tosc./umbr.), 35, pag. 10: sì che se quel che al suo piacer comparte / gli fesse parturire un Machabeo, / non vorrà come ebreo / esser trattata, et certo sia che tosto / el suo gran ventre è ad partorir disposto.

5 Pron. Avere una det. estensione; estendersi.

[1] Fazio degli Uberti, Dittamondo, c. 1345-67 (tosc.), L. 3, cap. 11.6, pag. 214: La sua lunghezza è, quando l'uom si parte / da Pretoria Augusta in fine a Reggio, / che in venti e mille miglia si comparte.

[u.r. 11.11.2020]