CORTECCIA s.f.

0.1 chorteccie, chortecia, chortecie, corteça, cortecce, corteccia, corteccie, cortecie.

0.2 Lat. corticea (DELI 2 s.v. corteccia).

0.3 Bono Giamboni, Orosio, a. 1292 (fior.): 1.1.

0.4 In testi tosc.: Bono Giamboni, Orosio, a. 1292 (fior.); Doc. sen., 1294 (2); Virtù del ramerino (ed. Bénéteau), 1310 (fior.); Simintendi, a. 1333 (prat.); Rim. Am. Ovid. (A), XIV pm. (pis.); Gloss. lat.-aret., XIV m.

In testi mediani e merid.: Jacopone (ed. Ageno), XIII ui.di. (tod.).

0.7 1 Rivestimento esterno delle piante. 1.1 Rivestimento del tronco dell'albero. 1.2 Buccia, guscio (esterno e interno) di un frutto. 2 Carapace della tartaruga. 3 Crosta del pane, talvolta usata come sostegno per il cibo. 4 Estens. Strato superficiale, parte esteriore. 4.1 Fig. Interpretazione letterale di un testo o messaggio in quanto limitata a una comprensione superficiale o parziale di esso, e sotto cui si cela il significato profondo, il messaggio che l'autore intende esprimere.

0.8 Rossella Baldini 12.11.2003.

1 Rivestimento esterno delle piante.

[1] Alberto della Piagentina, 1322/32 (fior.), L. 3, cap. 11, pag. 120.23: La natura dà a ciascune cose quel che si conviene [[...]] Perchè è che tutte, quasi come sotterra fitta la bocca, traggono gli alimenti per le radici, e per le midolle la forza spandono e la corteccia? Che è che ciascuna cosa che è mollissima, sì come la midolla, dentro sempre come nella sedia si nasconde, ma di fuori con una fermezza di legno, e poi la corteccia incontra la intemperanza del cielo, quasi del male schermo, a difender s'oppone?

[2] Palladio volg., XIV pm. (tosc.), L. 3, cap. 12, pag. 96.17: La corteccia, o buccia, la quale è dalla vite levata, e sta pendente, se ne vuole levare: la qual cosa rende poi minor feccia nello vino.

1.1 Rivestimento del tronco dell'albero.

[1] Bono Giamboni, Orosio, a. 1292 (fior.), L. 5, cap. 10, pag. 295.5: Perchè essendo cresciuta per tutta Africa ismisurata moltitudine di grilli, e non solamente ogne speranza di biada tolta, e tutte l'erbe con parte delle radici, e le foglie degli alberi col tenerume de' rami avessero consumato, ma le amare cortecce, e gli aridi legni avessero rosi...

[2] Jacopone (ed. Ageno), XIII ui.di. (tod.), 88.45, pag. 352: Aiome veduto e ben pensato / che l'om perfetto a l'arbor se figura, / che, quanto più profonno è radicato, / tanto è più forte ad onne ria fortura; / de vil corteccia veiolo ammantato, / conservace l'umore e la natura; / de rame, foglie e frutto è adornato: / lavora d'onne tempo senza mura...

[3] Simintendi, a. 1333 (prat.), L. 1, vol. 1, pag. 32.21: Appena ebbe finito i preghieri, che uno grave freddo le prese i membri; il cuore fue cinto di sottile corteccia; i capelli diventano foglie, le braccia crescono in rami; lo piede, ch'era ora così veloce, si ferma in pighere barbe...

[4] Rim. Am. Ovid. (A), XIV pm. (pis.), pag. 143.3: O Mirra, tu non ti copriresti lo volto con corteccia, se tu avesse tosto conosciuto a quanto peccare t'apparecchiavi.

[5] Palladio volg., XIV pm. (tosc.), L. 3, cap. 17, pag. 101.14: Le tre generazioni d'innestare sono queste: o di mettere il ramuscello tra la corteccia, e 'l legno: o di mettere nel tronco, e nella corteccia insieme: o di fare lo innesto con impiastro.

[6] Palladio volg., XIV pm. (tosc.), L. 4, cap. 18, pag. 153.8: e tollasi una corteccia d'arbore, ovvero scorza a quella medesima larghezza, e ficchinsi e' picciuoli aguti delle mele in questa scorza; e poi la scorza si riversi sopra la fossa, sicchè le mele di sotto pendenti si difendano dall'umido della terra.

[7] Gl Gloss. lat.-aret., XIV m., pag. 297.20: hic cortex, cis, la corteccia.

1.2 Buccia, guscio (esterno e interno) di un frutto.

[1] Simintendi, a. 1333 (tosc.), L. 10, vol. 2, pag. 245.5: quando lo fiore del colore del sangue fu nato, cotale che sogliano avere i pomi che celano le granella sotto la lente corteccia...

[2] Palladio volg., XIV pm. (tosc.), L. 2, cap. 16, pag. 71.4: Le mandorle son mature da cogliere, quando elle per loro medesime si spogliano della corteccia. E se elle lasciano il cuoio malagevolmente, sotterrinsi nella paglia, e incontenente il lascieranno. E quando sono iscorticate, si lavino con acqua di mare, e con altra acqua salsa...

[3] Palladio volg., XIV pm. (tosc.), L. 3, cap. 19, pag. 108.6: Nota che dice Isidoro, che ogni frutto colla corteccia dura si chiama noce; e ogni frutto colla corteccia liquida si chiama pomo, parlando in genero.

[4] Ricette di Ruberto Bernardi, 1364 (fior.), pag. 61.7: A purifichare e a ristorare il vino e farlo ritornare al primo istato, e a rischiarare il vino torbido e a conservare quello ch'è puro, tolgli [[...]] ventiquatro mandorle amare, non monde della chortecia dentro...

- [Adoperato per uso farmaceutico].

[5] Virtù del ramerino (ed. Bénéteau), 1310 (fior.), pag. 249.3: 2. S'alquno sentisse di rema e di catarro, tolli dele cortecie de· ramerino e fanne fumo...

[6] Piero Ubertino da Brescia, p. 1361 (tosc.), pag. 62, col. 1.26: R(ecipe) vetriuolo, aloe, sercocolla, corteccia d'incenso...

[7] Boccaccio, Esposizioni, 1373-74, c. V (ii), par. 59, pag. 338.35: non contenti solamente a' portamenti, ma con gli odori arabici, con le cortecce, con le polveri, con le radici e co' liquori orientali, co' vini e con le vivande e con le morbideze e con gli ozi e con altre cose assai lo sforzano...

[8] Arrighetto (ed. Bonaventura), XIV (tosc.), pag. 190.23: Siccome gli diversi fatti vogliono diverse leggi, così la infermità richiede variate medicine. Altre infermità voglio sughi, altre semi, altre corteccie, altre vogliono foglie [[...]] E così cinque sentimenti non ànno pure uno uficio, ma ciascheduno à sua propria vertù...

2 Carapace della tartaruga.

[1] Libri astron. Alfonso X, c. 1341 (fior.), Libro delle stelle fisse, L. 1, pag. 49.7: Ché questa testuggine, advegna che sia d'una natura, quanto nella corteccia che à dura, nel petto e nelle costi è colorata, però à in sé altre facçioni dipartite secondo li luoghi dove nascono e stanno che non si simiglia una con altra. Ché l'un si creano nel acqua dolce. E queste ànno la choccia disopra delle coste che pende in verde più che in nero, e quella del petto biancha.

[2] Libri astron. Alfonso X, c. 1341 (fior.), Libro delle stelle fisse, L. 1, pag. 49.16: E queste, quando escon del acqua o vanno sopr'essa e veggono alcuna cosa venire, inmantenente si nascondono ed entrano sotto l'acqua, e nascondendosi sotto la sua corteccia quando è in terra. Altre sono che vanno per le selve e per li boschi. E queste non si ascondono sotto la choccia, ben che vegghin venire alcuna cosa sopra loro, ma ben entrano nella siepe o in cespugli, per non si possano trovare.

3 Crosta del pane, talvolta usata come sostegno per il cibo.

[1] Lancia, Eneide volg., 1316 (fior.), L. 7, pag. 314.6: e ivi, consumati diversi cibi, volsono i morsi nelle croste e nelle corteccie ch'erano messe di sotto da' cibi. Allora Giulo disse: Omè! eziandío abbiamo mangiate le mense!

[2] Niccolò da Poggibonsi, p. 1345 (tosc.), cap. 255, vol. 2, pag. 205.8: E' Giorgiani, per mio comprendere, sì fanno l'ufizio in coro come noi Latini, e lo sacrifizio fanno di corteccie di pane...

[3] A. Pucci, Libro, 1362 (fior.), cap. 15, pag. 131.25: Navicando, Enea pervenne al fiume del Tevero [[...]] e ivi apparechiato e mangiando, mancò loro il pane, di che convenne loro mangiare le cortecce, dele quali avieno fatti taglieri.

4 Estens. Strato superficiale, parte esteriore.

[1] Palladio volg., XIV pm. (tosc.), L. 10, cap. 10, pag. 240.20: La veccia mischiata col seme del fieno spargerem dopo questo. E non si vuole bagnare il prato anzi ch'egli abbia fatto il suol duro; acciocchè la forza del troppo omore corromperebbe la corteccia del prato.

[2] Matteo Villani, Cronica, 1348-63 (fior.), L. 8, cap. 46, vol. 2, pag. 195.1: Nel detto anno [[...]] una folgore percosse nella punta del campanile de' frati predicatori, dov'era uno agnolo di marmo [[...]] il quale volgea sopra una grossa stanga di ferro, mostrando col braccio steso il segno de' venti, la quale figura i· molte parti spezzò, e la stanga volta in arco volse con una gran corteccia del campanile, e assai di lontano gittò le pietre, spargendole...

[3] Sacchetti, Sposizioni Vangeli, 1378-81, (fior.), Sp. 46, pag. 273.12: e hanno detto alcuni che 'l Limbo fu ne la corteccia de la terra, altri hanno detto che fu nel centro de la terra.

- Pelle (del corpo umano).

[4] S. Caterina, Libro div. dottr., 1378 (sen.), cap. 78, pag. 152.13: Unde el dimonio teme il bastone della caritá loro, e però gitta le saette sue da longa e non s'ardisce d'acostare. El mondo percuote nella corteccia de' corpi loro credendo offendere, ed egli è offeso, perché la saetta, che non truova dove intrare, ritorna a colui che la gitta.

4.1 Fig. Interpretazione letterale di un testo o messaggio in quanto limitata a una comprensione superficiale o parziale di esso, e sotto cui si cela il significato profondo, il messaggio che l'autore intende esprimere.

[1] Ottimo, Inf., a. 1334 (fior.), c. 9, pag. 161.3: Perchè non sarebbe contento l'Autore, che uno uomo di vivace intelletto stesse pure alla corteccia della favola; ma vuole che cerchi la sua significazione, e aplichila alla materia...

[2] Matteo Villani, Cronica, 1348-63 (fior.), L. 10, cap. 25, vol. 2, pag. 488.32: Salvestro udito il voglioso e poco savio movimento del fratello [[...]] di presente ne fu a' signori, e da lloro prese sicurtà per Bartolomeo, dicendo che da llui arebbono tanto che potrebbono trarre di sospetto e di paura il Comune, il quale, quasi per lusinghe tirato nel trattato, con infignere di no· sapere se non la corteccia, dissono a' signori che s'avessono Niccolò e Domenico di Donato Bandini che ne saprebbono il tutto, come da' caporali e guide del trattato...

[3] Teologia Mistica, 1356/67 (sen.), cap. 2, 1, pag. 39, col. 1.10: così el raggio divino eziandio allo spirito viandante e pellegrino, cioè all'anima che ancora è in corpo mortale appare in tre modi. Del primo modo. - Imprima appare nella Santa Scrittura quando sotto la corteccia della lettera per virtù d'alcuno dono d'intelligenza el senso anagogico si truova, per lo quale la mente, siccome per alcuno raggio maravigliosamente ammaestrata, è dirizzata all'amore del suo Creatore.

[4] Boccaccio, Trattatello (Chig.), 1359/62, pag. 118.19: e spesse fiate con sottilissima meditazione se ne entrerà sotto la corteccia d'alcuna poetica fizione, e, con grandissimo suo piacere, quanto sia diverso lo 'ntrinseco dalla crosta riguarderà.

[5] S. Caterina, Libro div. dottr., 1378 (sen.), cap. 124, pag. 259.14: E tanto sonno tenebrosi, che la santa Scrittura [[...]] non ne veggono né intendono altro che la corteccia, litteralmente, e quella ricevono senza alcuno sapore, perché 'l gusto dell'anima non è ordinato...

[u.r. 26.11.2020]